Finalmente sono libera. A breve potrò chiamare mio padre, tornare alla mia vita. Sogno questo giorno da troppo tempo, mi sembra incredibile che stia per diventare realtà. Una volta tornata a casa andrò dalla polizia e racconterò tutto. Alexander Volkov deve pagare per tutto quello che ha fatto. Anche se provo dei sentimenti per lui, non sono in grado di condurre questa vita. Lui non mi rispetterà mai, prentenderá che io faccia tutto quello che vuole. Non posso permettergli una cosa del genere.

Mentre sogno il mio rientro a casa, la porta si apre. Mi volto per guardare e in quel istante mi si gela il sangue. Il cuore ha smesso di battere. Il mio incubo peggiore. Alexander.
Mi guarda con rabbia, un espressione diversa dalle altre volte. Lui sembra diverso.

"Tu. Ti sei presa gioco di me. Tutte quelle stronzate che mi hai fatto credere. Tutte bugie" urla furioso venendo verso di me " dicevi di amarmi, quando in realtà volevi solo scappare".
Indietreggio spaventata. Ho paura.
"Potevi avere tutto da me. Saresti stata una regina, la mia regina. Non hai un cuore, sei solo una stupida ragazzina capricciosa".

Il suo viso è ad un soffio dal mio. Sento il suo respiro affannato.
Io non sono senza cuore. Cosa ne sa lui, che pur di raggiungere i suoi scopi gioca sporco.

Mi tremano le gambe. Il mio cuore sembra che sta per usciremo dal petto talmente batte forte.

Il suono di un telefono rimbomba nella stanza. Infila la mano nella tasca e sbuffando risponde.

"Che c'è?" Chiede in modo brusco.

Approfitto della sua distrazione e corro verso la porta . Neanche il tempo di raggiungerla che vengo afferrata dalle sue possenti braccia.

"Forse non ti è chiaro. Tu non vai da nessuna parte. Ty moya Crystal" ringhia minaccioso.

"Lasciami. Non sarò mai tua. Voglio tornare alla mia vita" urlo cercando di liberarmi.

A questa mia reazione mi carica in spalla tenendosi saldamente a se è scende le scale. Cerco di ribellarsi tirando pugni, calci, ma niente sembra fermarlo.
Cerco di graffiarlo sperando che allenati la presa, ma ottengo l'opposto.

Non si ferma.

Vengo buttata dentro la macchina e in un tentativo di liberarmi sbatto la testa sulla portiera. Fa male cane. Ma non è il momento di pensare al dolore, devo scappare.

Non voglio tornare in quel castello. Non voglio. So che vorrà vendicarsi. È fuori di se, e tutta la sua ira la sfoghera su di me.

Alex cerca di entrare ma cerco di fermarlo scalcciando. È troppo forte, entrerà lo so già. In un tentativo disperato cerco di aprire la portiera dal mio lato, ma è bloccata. Bastardo, ha pensato a tutto.

Sono disperata, non so che fare. Urlo dando pugni al vetro, sperando che si rompa. Non accade nulla di tutto ciò.

Le altre portiere si chiudono e la macchina parte a tutta velocità.

"No, no. Non voglio tornare li" urlo continuando a colpire il vetro.

"Ci tornerai e come. Devi metterti in testa che mi appartieni, non puoi lasciarmi. In nessun modo" dice bloccandomi.

Le lacrime scendono senza consenso, non riesco a controllarle. Lo odio.

"Come puoi voler accanto qualcuno che ti odia Alexander?"

Non risponde alla mia domanda. Ignora la mia presenza parlando con l'uomo alla guida dell'auto. Agisco d'istinto saltandogli a dosso.

"Sei un mostro" urlo tirando pugni. Afferra in modo rude i miei polsi e in quel momento i suoi occhi sono nei miei.

"Non mi sembra che tu abbia visto un mostro fino ad oggi. Ti ho amato, ti ho dato tutta la mia parte migliore. Non è servito a niente. Tu vuoi vedere la mia parte peggiore, tu vuoi vedere il mostro" ringhia. Il suo sguardo mi sta bruciando dritto al cuore. Non c'è più amore in quei occhi. Anche lui mi odia adesso.

La sua mano si muove velocemente, in un istante vengo punta da una siringa. Oh no, so cosa sta facendo. Vuole addormentarmi. Cerco di spostarmi con tutte le forze che ho, ma ormai è tardi.

"Visto che non hai voluto vivere in paradiso, vivrai all'inferno".

COSA AVRÀ IN MENTE ALEXANDER ?