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Mi sveglio a causa di un rumore, il cancello che si apre. Presumo siano le dieci, tengo d'occhio tutti gli orari. Il cancello si apre alle dieci e sta aperto trenta minuti, in quei trenta minuti le guardie sono impegnate a svuotare il camion delle proviste. Solo un giorno a settimana. Quello sarebbe l'unico momento per fuggire.
Apro gli occhi ritrovandomi nuda e sola. Quello che è successo ieri sera è ben impresso nella mia mente. È stato fantastico.
Mi alzo un po indolenzita, ma non mi importa.
Prendo la prima cosa che mi capita tra le mani, la camicia di Alex, quella che indossava ieri sera. Ha ancora il suo odore.
Vado in bagno per darmi una sistemata, pile lenzuola sono già sparite, meglio cosi.
Alex sarà sicuramente già andato via, altrimenti lo avrei trovato accanto a me.
La camicia copre giusto il sedere, ma non mi importa in casa ci saranno solo le ragazze.
Esco dalla camera dirigendomi in cucina, mi blocco sui miei bassi appena vedo tutti seduti al tavolo mentre fanno colazione.
Strano, sono le dieci.
"Buongiorno" saluto dirigendomi al mio posto.
Alex alza lo sguardo sguadrando il mio abbigliamento. Sorride facendomi cenno di avvicinarmi. Senza esitare mi siedo sulle sue gambe baciandolo.
"Questa camicia ti dona" commenta. Mi agrappo al suo collo poggiando la testa sulla spalla.
"Stamattina niente lavoro?" Chiedo
"Magari. Andiamo tra un po, devono arrivare i libri contabili. Sarà una lunga giornata"
Mente Alex parla i suoi fratelli lo guardano basiti.
"Qualcosa non va?" Chiedo sussurrano.
"No niente, solo che non mi hanno mai sentito parlare di lavoro con una donna" risponde ridacchiando.
Sorrido ai fratelli e mi siedo accanto ad Alex, sento gli occhi delle mie amiche puntate addosso. Lo so che sono confuse, e so che vogliono sapere. Ma quello che è successo e che succederà Sinatra tra noi.
"Posso fare un giro nel labirinto?" Chiedo dando un morso al biscotto. Ti prego dimmi di si. Voglio fare un giro di perlustrazione. Ci pensa un attimo, guarda i fratelli e poi me.
"Va bene, ma fai attenzione" sospira.
"Grazie amore" lo abbraccio felice dandogli un bacio.

I ragazzi sono andati via da un po, mi sono messa una tuta comoda per andare in missione. Saluto le ragazze ed esco dal castello. Guardo il lungo vialetto che porta al cancello, è abbastanza distante. Credo circa trecento metri. Devo trovare un modo di raggiungerlo senza che nessuno mi veda.
Forse è il caso che vada verso il labirinto, se qualcuno mi vedesse guardare il cancello potrebbe insospetirsi.
Sto per girarmi quando la mia attenzione viene attirata da una bandiera accanto alla Ferrari di Alex.
Non è una bandiera, mi avvicino curiosa.
Quando sono abbastanza vicino riconosco il tessuto bianco, è un lenzuolo. No, questo è il lenzuolo di ieri sera. Che diavolo significa tutto questo? Perché il lenzuolo è appeso come una bandiera. Rimango scioccata ad osservarlo. Perché mai ha fatto una cosa del genere.
Mi viene in mente la frase che ha detto ieri sera tutti devono sapere che sei mia. Non può essere cosi crudele, non ci avevo dato importanza. Mai avrei immaginato che facesse una cosa del genere, mai. Ha sbandierato la mia verginità, mi ha umiliato pubblicamente. Questa me la pagha. Voglio vendetta e subito. Me ne frego delle conseguenze, sono incazzata nera.
So come vendicarmi e lo farò subito.
Rientro agli alloggi, se ricordo bene nel salone c'è una mazza da baseball appesa alla parete. Sicuramente sarà di qualche giocatore famoso. Afferrò la mazza e Ritorno verso la Ferrari.
Vediamo, da dove iniziamo. Sbatto violentemente la mazza contro i vanali frantumandogli. Adesso i vetri, un colpo violento dal lato guidatore.
Il vetro si rompe facendo un gran fracasso.
"Che cazzo stai facendo" un Alex arrabbiato. I suoi fratelli invece se la ridono sotto i baffi.
"Tu, gran pezzo di merda. Cosa significa quello?" indico il lenzuola con la mazza. Non aspetto la sua risposta passo ad un altro vetro e colpisco.
"Mi hai umigliato pubblicamente, hai fatto della mia verginità un trofeo" urlo continuando a colpire violentemente la macchina. Esausta mi avvicino alla bandiera la afferro piantandola sul sedile del guidatore.
"Vafanculo stronzo" urlo andando verso il labirinto. Strano che non mi abbia seguito. Avrei giurato che mi avrebbe ucciso per avergli rovinato la macchina. Camino senza una meta, adesso sono convinta più che mai a scappare.
Sento la sua voce chiamare il mio nome, non mi giro comincio a correre. Non sono mai stata in un labirinto, chi sa se troverò la via d'uscita. Corro senza sapere dove sto andando.
Dove diavolo è finita l'uscita.
"Presa" le braccia di Alex mi afferrano. Urlo dallo spavento; ma da dove è sbucato?
"Lasciami andare" cerco di liberarmi ma non ci riesco.
"Mai" sussurra. Mi arrendo, sono troppo stanca per combattere. Almeno per oggi.
"Hai rovinato la mia macchina, mi hai mandato a quel paese davanti a tutto. Dimmi ragazzina cosa dovrei farti?" La sua domanda mi mette i brividi. Lo guardo impaurita e nei suoi occhi vedo una scintilla. Cosa avrà in mente?
"Tu mi hai umiliato pubblicamente" ringhio tra le sue braccia.
"Da noi non è umiliazione, ma una cosa di cui essere orgogliosi"
Me ne frego, per me è stato così.
"Adesso capirai cosa vuol dire non farmi arrabbiare veramente"
Afferra la mia mano trascinandomi verso l'uscita, sono terrorizzata.
Passiamo davanti al entrata del castello con gli occhi di tutti puntati a dosso. Sembrano preoccupati, come se sapessero cosa stia per succedere. Entriamo in una porta laterale, scendiamo delle scale. È tutto buoi e sporco.
"Rimarrai qui finché non mi avrai chiesto umilmente perdono" dice aprendo una cella. Mi sta richiudendo in una cella? Non ci posso credere.
"Ti prego non mi lasciare qui" lo supplico.
"Chiedimi perdono e ti libero" il suo sguardo è cattivo. Non lo riconosco. Non ho intenzione di chiedere perdono, non a lui.
"Allora preferisco morire qui" dico dandogli le spalle.
Chiude la cella con la chiave e se ne va lasciandomi sola in questo posto orribile. Una persona che ti ama non lo farebbe mai, ecco perché sono convinta che per lui sono solo un capriccio momentaneo. Non mi abbasseró mai.
Preferisco star qui piuttosto che chiedere scusa dopo quello che ha fatto.

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