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8

Ieri pomeriggio sono stata dalla mia dottoressa. Le ho raccontato quello che mi è successo nell'ultimo tempo, ed è rimasta contenta.
Dice che sto meglio, e devo dire la verità, mi sento davvero bene...
Oggi, venerdì 27 settembre, mi sento davvero bene. È finalmente arrivato il fine settimana! Questa sera resto a casa; voglio studiare per anticipare i compiti per la settimana prossima, così domani e domenica sarò del tutto libera.
<< Buongiorno... >> La voce di Rebecca interrompe i miei pensieri.
<< Hei... Buongiorno... >> inaspettatamente mi abbraccia e io ricambio il suo abbraccio.
<< Che fai non entri? >>
Annuisco. << Sono appena arrivata, è già suonata? >> chiedo.
<< Si, infatti siamo in tremendo ritardo. Spera che non ci mandino dalla preside. >>
Spalanco gli occhi. << Non voglio finire dalla preside. >> frigno.
<< Nemmeno io. Quindi ci conviene muoverci. >> annuisco e insieme ci avviamo all'entrata.
<< Verrai oggi alle prove? >> chiedo. L'ultima volta non c'era, mi chiedo cosa le sia successo...
<< Non lo so. Non credo. >> si rabbuia.
Mi avvicino a lei: << Va tutto bene? >>
Inclina un po' la testa di lato - a destra e a sinistra - e poi si sistema la borsa sulla spalla tenendo la spallina con una mano.
<< Che cosa è successo? >> chiedo.
<< Non mi va di parlarne. Scusa. >> scuoto la testa cercando di non mostrarmi dispiaciuta per il fatto che non si confidi con me.
Restiamo per qualche minuto in silenzio, poi dice spazzandolo: << Io entro. >>
Annuisco. << Si, entro anche... >> Dico, ma mi interrompo quando vedo Camille scendere da un'auto, la stessa dell'altra volta. Questa volta però riesco a vedere chi c'è alla guida.
È il ragazzo che ho incontrato a scuola!
<< Hei? >> Rebecca mi chiama.
Mi volto di scatto verso lei, << Scusa. Tu entra... Io... Entro tra poco. >>
<< Farai tardi! >> mi fa notare. In effetti è vero! Meglio entrare.
<< Arrivo. >>
Arrivo davanti l'aula di inglese e quando sto per entrare, Rebecca mi chiama di nuovo: << Ci vediamo a pranzo? >> le sorrido e annuisco.
<< A dopo. >>
Entro in classe, e la professoressa di inglese sta già spiegando.
<< Collins, sei assente nella mia
ora. >> abbasso lo sguardo e mi scuso.
Vado a sedermi al mio posto e subito dopo, fa il suo ingresso Camille.
<< Buongiorno, mi scusi il ritardo. >>
<< Wilson, buongiorno. Non si preoccupi, vada a sedersi. >>
Resto allibita. Cosa?! A lei non ha messo assente alla sua ora! Mi sono persa qualcosa. Sicuramente.
Camille sorride e cammina verso di me, no, verso il banco dietro di me.
La professoressa continua la sua lezione e io prendo appunti. No. Cavolo! A causa del mio ritardo non sono passata a prendere i libri e i quaderni!
Sbuffo. << C'è qualcosa che non va Collins? >>
Alzo la testa di scatto. << Cosa? >>
<< Ha sbuffato. La mia lezione l'annoia? >>
Scuoto la testa. << No. Ho dimenticato libri e quaderni nell'armadietto. Posso andare a prenderli? >> chiedo.
Scuote la testa. << La prossima volta arriva in orario. Adesso si arrangia. >>
Mi volto dietro: << Ehm... Scusa. Potresti prestarmi un foglio? >> Camille non mi degna nemmeno di uno sguardo.
<< Ti prego. Ti prometto che te lo ridarò. >> la prego, ma lei mi ignora.
<< Signorina Collins! Sta disturbando la lezione! >> il tono alto della professoressa mi fa sussultare.
<< Se non è interessata è pregata di andarsene. >>
Scuoto la testa: << Stavo chiedendo un figlio per prendere appunti. >>
<< Nessuno ti presterà niente. >> Interviene Connor. Mi volto verso Camille che mi guarda con occhi freddi, e mi volto avanti.
<< Mi scusi. >>

A fine lezione, i cinque minuti che abbiamo di tempo, gli altri lo impiegano per andare al bagno, io invece voglio parlare con Camille. Almeno ci provo. Voglio chiederle perché ce l'ha tanto con me, dato che non le ho fatto niente. Ma è chiaro. Claire chissà cosa le avrà detto per portarla a farmi odiare al punto di ignorarmi del tutto.
Tutti escono dall'aula, e mentre Camille sistema le sue cose nella borsa, mi avvicino.
<< Ciao. >> La saluto. Lei non si volta nemmeno e continua a fare ciò che stava facendo ignorandomi completamene.
<< Ehm... Io sono Alexa. >>
Si volta verso di me, mi squadra da capo a piedi con disgusto e dice: << Lo so. E proprio perché sei Alexa, non parlarmi. >>
Chiude la borsa e se ne va.
Resto immobile davanti il banco di Camille mentre lei va via.
Lascio anche io l'aula e vado in corridoio per andare all'armadietto per prendere i libri per la prossima lezione.
Lo apro, ma d'un tratto si richiude.
Sussulto e vedo una mano posata su di esso, allora mi volto.
<< Connor... >> Sussurro.
<< Non ti azzardare mai più a rivolgere la parola a Camille, o a nessun altro. Sono stato chiaro? >> ringhia.
Scuoto la testa: << Non puoi dirmi cosa fare Connor... >>
Tira un pugno sull'armadietto, al lato della mia testa e io sussulto ancora.
<< Cazzo! >> sbraita.
Chiudo gli occhi per paura che possa colpirmi.
<< Connor... Che fai? >> Claire lo chiama e lui sposta lo sguardo da me a lei.
<< Non sprecare fiato per una stupida come lei. >> lui respira affannosamente e poi stringe un pugno lungo il fianco e serra la mascella e mi
lancia un'occhiataccia torva.
Se ne vanno e io mi volto di nuovo verso l'armadietto, lo apro e prendo i libri per la prossima lezione.
Ho il cuore che mi batte a mille. Mi ha spaventata a morte. Non capisco perché provi tutto questo odio nei miei confronti.
Mi restano pochi minuti di tempo prima che la prossima lezione inizi.
Mi dirigo verso il bagno: devo fare pipì. Spero di non incontrare Claire e le sue oche.

La campanella suona e tutti entrano nelle loro classi, è proprio quando sto per entrare in classe, il mio cellulare squilla: Rebecca.
<< Cosa vuole? >> dico tra me e me.
Prendo il cellulare e rispondo:
"Hei..."

"Alexa ci sei dopo a pranzo?"
Alzo gli occhi al cielo.

"Si Rebecca. Ci sono." Dico scocciata.

"Te l'ho già chiesto?"

Scoppio a ridere: "Esatto!" Esclamo.

"Cavolo! Sono una sbadata di prima categoria."

"Si, lo so." Continuo a ridere.

"Devo entrare. Ci vediamo dopo." Dico.

"Si, anche io. A dopo."

Riattacchiamo ed entro in classe.
Non appena alzo lo sguardo, trovo tutti i miei compagni a fissarmi. Nella classe di matematica ho solo du amici, se così posso chiamarli, mi salutano soltanto un poi mi chiedono gli appunti che non sono riusciti a prendere.
Sospiro e vado a sedermi al mio solito posto; Camille si siede sempre dietro di me, nonostante non mi sopporti. A questo punto, mi chiedo se è vero che non mi sopporta...

Anche la quarta ora è finita. Sono le 12:00 e tra un po' inizierà la pausa pranzo! Non vedo l'ora! Sto morendo di fame!
<< Voglio che per la prossima volta, mi portiate una ricerca sull'argomento spiegato oggi. >> La professoressa di scienze, conclude la sua lezione, e finalmente la tanto attesa campanella della pausa pranzo, suona.
Prendo le mie cose e mi precipito fuori, senza guardare in faccia nessuno, e senza salutare nessuno.
Sto morendo di fame!
Cammino a passo svelto verso il mio armadietto e poso i libri, lo chiudo e mi precipito da Rebecca.
La trovo seduta a un tavolo, al fianco sinistro, c'è Walter, e io mi siedo proprio vicino lui.
<< Ciao bellissima. >> mi saluta con un bacio sulla guancia.
<< Ciao Brontolo. >> ridacchio vedendo le facce di Rebecca e Terry che si guardano confuse e poi spostano gli occhi su me e poi si Walter e di nuovo su me.
<< Andate parecchio d'accordo voi due, eh? >> dice sarcastica Terry.
Annuisco.
<< Che fine hanno fatto gli altri? >> Chiedo.
Scuotono la testa e poi cominciamo a mangiare.
Parliamo del più e del meno, poi senza neanche accorgercene, la pausa pranzo finisce in fretta, e la prima campanella suona per avvisarci che tra cinque minuti ricominceranno le lezioni.
Sbuffo. << Cosa avete adesso? >> chiedo.
<< Inglese tu? >> Walter frigna.
Scoppio a ridere. << Ritieniti fortunato, io ho educazione fisica, e sono costretta a farla... >>
Non appena dico questo, gli occhi di Walter cominciano a brillare.
<< Adoro educazione fisica! Non capisco perché a voi ragazze non piaccia. >>
<< Dobbiamo indossare la tuta! >> spiega Terry, e io e Rebecca annuiamo.
Walter scoppia a ridere. << Siete divertenti! >>
Scoppiamo a ridere anche noi, e a rovinare questo momento è proprio la campanella che ci avverte che stanno iniziando le lezioni.
<< No! >> scatto in piedi.
<< Devo ancora cambiarmi! Ragazzi, ci vediamo dopo alle prove! >> me ne vado correndo senza aspettare che mi salutino anche loro...

Alle prove ritrovo i miei amici, i miei unici.
Li ho visti un'ora fa, ma mi sembra passata un'eternità.
Ma infondo è così... Quando stai bene con qualcuno, il tempo sembra non bastare mai.

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