7
Abbiamo appena finito le prove: sto andando decisamente meglio. Il professor Benson è orgoglioso di me e di quello che sto facendo.
<< Dove vai? >> Walter mi cammina dietro, io mi fermo di colpo e lui mi finisce addosso.
<< Hei! >> dico ridacchiando senza farmene accorgere.
Alza le mani: << Alexa! Sei tu che ti sei fermata di colpo! >> frigna.
Ridacchio. Lo so, è perfido. Ma mi piace prenderlo in giro.
<< Dove stai andando? >> chiede di nuovo.
Porto le mani sui fianchi e picchietto un piede a terra. << E tu cosa vuoi farne? >> dico sarcastica.
<< Ti accompagno! >> esclama.
Sorrido: << Vuoi accompagnarmi? >> chiedo sorpresa.
Annuisce. << Sto andando a cercare lavoro. >>
<< Un lavoro? >>
<< Si, Walter. Un lavoro. Sai... Quella cosa che ti pagano per quello che
fai... >> lo prendo in giro.
Incrocia le braccia al petto e mi guarda male: << So cos'è un lavoro Alexa... >> borbotta.
Scoppio a ridere. La sua espressione è troppo buffa. Lo prendo a braccetto e dico: << Andiamo Brontolo. >>
Si volta verso di me e mi guarda allibito: << Brontolo? >> chiede ripetendo il nomignolo con il quale l'ho chiamato.
Annuisco: << Si. Non ti piace? >> chiedo divertita.
Alza gli occhi al cielo e ci pensa un po' su, poi fa spallucce: << Si. Non è male. Ma d'altronde, accetterei qualsiasi nomignolo da te, bellissima. >> mi fa l'occhiolino e io alzo gli occhi al cielo.
<< Piantala stupido. >> Lo trascino via con me.
<< Che ho detto? >>
Scuoto la testa: << Non sono bellissima. >> dico guardando avanti a me, ma con la coda dell'occhio, vedo invece che Walter mi sta guardando.
Mi tira per un braccio e mi fa fermare, poi mi fa voltare verso di lui.
<< Sei bellissima. Punto. >> dice sicuro. << Fidati di chi se ne intende! >> esclama e mi fa l'occhiolino. << Sono esperto! >> ammicca.
Ridacchio: << Esperto in cosa? >> so in cosa, ma voglio proprio vedere cosa mi risponde.
<< In donne, baby. >> il suo tono ora è seducente.
<< Me ne intendo di bellezza... E tu sei bella. Bellissima. >> arrossisco.
Okay, sta esagerando. Non sono bella...
"Alexa è diventata molto bella, avete notato?" Sono state queste le parole di Claire mentre parlava alle sue amiche.
Forse Walter non mi prende in giro; forse sono davvero bella...
<< Hei? Terra chiama Alexa. Ci sei? >> mi passa una mano davanti agli occhi e io li strizzo e scuoto a testa per scacciare via quei pensieri.
<< A chi pensi baby? >>
Inarco un sopracciglio e mi volto di scatto verso lui: << Eh? >>
<< Stai pensando a qualcuno? >> domanda ancora.
<< Io? >> Mi porto una mano sul petto, << E chi? Chi dovrei
pensare? >>
Walter alza le mani e scuote la testa: << Non lo so. Questo dovresti saperlo tu. >> dice accennando a un sorriso.
<< Nessuno. Non penso a nessuno. Non c'è nessuno che mi vuole. >>
Aggrotta la fronte fingendosi offeso:
<< E io sarei nessuno? >> porta le mani sui fianchi.
Sospiro e alzo gli occhi al cielo, poi mi passo una mano tra i capelli e torno a posare gli occhi su di lui: << Perché sei scemo? >>
<< Se non lo fossi, non sarei io! >> mi fa di nuovo l'occhiolino. Questa è la terza volta in nemmeno un'ora!
Scoppio a ridere. << Siamo amici. >>
<< Questo non significa che non vorrei qualcosa in più. >> mi scruta attentamente. Forse si aspetta che dica qualcosa? Be', si...
<< Ma ci conosciamo da solo una settimana! >> Esclamo. Ma cos'è? Una dichiarazione questa?
Abbasso lo sguardo a terra.
<< Impareremo a conoscerci. >> inclina leggermente la testa di lato, e con il dito indice sotto il mio mento, mi fa sollevare il viso e fissa i suoi occhi nei miei.
<< Sei così bella che tanti ragazzi ti sbavano dietro, e tu nemmeno te ne accorgi. >>
Avvampo. << Non sono pronta. >> dico tutto d'un fiato.
<< Questo lo dici tu. >>
Scuoto la testa: << No. Non sono pronta. Non mi sento pronta per avere una relazione. Non lo sono. >> sto cominciano ad agitarmi.
Walter mi sta mettendo un po' di ansia. Perché adesso vuole parlare della mia vita sentimentale?
<< Invece credo che tu abbia paura. Dici di non essere pronta solo per paura. Ma non so di cosa. >>
Lo guardo di sbieco e faccio spallucce: << Okay, forse ho paura. >>
<< Di cosa? >> mi si avvicina e mi prende una mano e la stringe forte. "Paura che se dovessi trovare un ragazzo che mi piace, alla fine faccia come ha fatto Blake... Non appena saprà quello che ho fatto, mi lascerà, e io sarò di nuovo sola."
<< Di legarmi. >> dico semplicemente.
Annuisce. << Ma così... >>
Sbuffo: << Basta Walter, ti prego. Questo argomento è estenuante. >>
<< Mi aiuti a cercare un lavoro? >> chiedo sfoderando il mio sorriso più finto. Questo parlare di relazioni, mi ha buttato a terra il morale.
<< Certo. Sono qui per questo baby. >> sospiro e alzo gli occhi al cielo.
<< È smettila di chiamarmi baby. È fastidioso. >>
<< Tu non chiamarmi Brontolo. >>
Spalanco la bocca, << Come puoi chiedermi di smettere di chiamarti Brontolo?! >> il mio tono è sarcastico.
<< Perché io non brontolo. >> incrocia le braccia al petto.
<< Si invece. >> ridacchio.
<< No! >> mette il broncio.
Scoppio a ridere: << Lo stai facendo anche adesso... >>
Scuote la testa: << Vorrei avere uno specchio per farti vedere la tua faccia adesso. >> rido a crepapelle. Mi porto le mani sulla pancia tanto dal ridere.
Drizza le spalle e mi fa segno con la mano di aspettare.
Ma aspettare cosa?
Si toglie la borsa da dietro le spalle e la apre per infilarci le mani dentro.
<< Ma cosa stai cercando? >> chiedo incuriosita.
Mi fa un sorrisetto furbo: << Uno specchio! >>
Spalanco la bocca incredula.
<< Hai uno specchio? >>
Annuisce. << Vanitoso! >>
Tira fuori un piccolo maialino, lo apre e dentro c'è lo specchio. Davvero non riesco a crederci che ha uno specchio.
<< Mai quanto te! >>
Aggrotto la fronte. << Non sono vanitosa! >>
Schiocca la lingua: << Si, come no! >>
Sbuffo. << Andiamo. >> Lo afferro per la giacca e lo trascino via.
<< Hei! So camminare! >>
Gli lancio un'occhiataccia fingendomi offesa, ma in realtà mi viene da ridere.
<< Allora muoviti, non ho tutto il tempo. Devo anche tornare a casa e studiare. >>
Se ci riuscirò...
Arriviamo davanti un piccolo locale, una pizzeria-rosticceria precisamente.
Ci fermiamo e Walter si volta verso di me e lo indica: << Vuoi entrare a chiedere? >>
Io annuisco e una volta dentro, resto a bocca aperta.
È delizioso: ha un'enorme entrata, grandi tavoli uniti uno all'altro; non mi è mai piaciuta questa cosa. Io avrei vergogna a mangiare di fianco a una persona a me sconosciuta, ma naturalmente questa è una mia cosa. C'è a chi non importa.
Una parete è ricoperta di fogliettini colorati, mi avvicino per leggere, e scopro che sono tutti commenti di ragazzi che vengono a mangiare qui. Tutti positivi, solo uno dice: "la carne non è cotta bene. >:("; e questo mi fa ridere.
<< Che c'è? >> Walter mi si avvicina.
Indico i foglietti sulla parete.
<< Sono tutti i commenti dei
ragazzi. >>
Comincia a leggere alcuni di essi: << Guarda questo! >> indica un foglietto fucsia con sopra disegnati a penna tanto cuoricini.
<< "Amo follemente questa pizzeria! Ci verrò tutti i giorni!" >> legge il biglietto. Scoppia a ridere: << Roba da matti! Chissà se è vero? >>
Inarco un sopracciglio: << Cosa? >>
Si volta e mi guarda per un attimo senza dire niente, poi dice: << Che viene tutti i giorni. >>
<< Non lo saprai mai. >>
Fa un sorrisetto furbo. << Ma possiamo scoprirlo. >>
Spalanco gli occhi e lo afferro per un braccio quando lo vedo camminare verso un tavolo dove è seduto un gruppo di ragazzi.
<< Walter! Cosa fai?! >> Dico cercando di tenere la voce bassa.
<< Voglio scoprire se chi ha scritto questo biglietto ha mantenuto la sua promessa e viene tutti i giorni. >>
<< Ma cosa ti importa! Vieni! >> lo tiro per un braccio e camminiamo verso la cassa.
<< Salve. >>
Una signora bionda, di più o meno mezza età, alza lo sguardo dalla cassa a me e mi sorride.
<< Ciao. A quale tavolo eravate? >> chiede.
Capisco che aveva capito volessi pagare il conto, quindi scuoto la testa e le spiego che non sono qui per il conto ma per chiederle se avessero bisogno di assumere qualcuno.
Con dispiacere mi dice che sono al completo e che non hanno bisogno di nessuno.
<< La ringrazio lo stesso. Grazie mille e buona giornata. >>
Io e Walter usciamo di lì e continuiamo la nostra ricerca.
<< Era perfetto qui. Mi piaceva come posto... >>
<< Il cibo... >> eh? Cosa dice?
Lo guardo confusa: << Che dici Walter? >>
<< Ho fame. Ti va di mangiare qualcosa? >> si porta una mano sullo stomaco.
<< Non potevi dirlo prima? Siamo appena usciti da una pizzeria-rosticceria che è praticamente la fine del mondo! >> incrocio le braccia al petto.
<< Adesso mi è venuta fame! >> frigna.
<< Poi dici che non devo chiamarti Brontolo... >> commento.
Ridacchia. << Dai! Andiamo a mangiare? >> mi supplica.
Alzo gli occhi al cielo e sbuffo: << Dovevi aiutarmi a trovare lavoro, non aiutarmi a non trovarlo! >>
Allarga le braccia e poi le lascia cadere lungo i fianchi: << È solo una pausa! Non ti prenderanno il lavoro da sotto gli occhi per dieci minuti che andiamo a mangiare! >>
Lo guardo male: << Non saranno dieci minuti. Lo sai e lo so anche io. Quando cominci a mangiare non riesci a smettere più. >> mi fa un sorriso a trentadue denti e io non riesco ad avercela con lui.
Sospiro esausta di combattere con lui: << Andiamo... >>
Esulta dalla felicità e mi si avvicina portando un braccio dietro le mie spalle: << Lo vedi che io e te siamo perfetti? >> dice vicino al mio orecchio.
Inarco un sopracciglio: << Perfetti per cosa? >>
<< Per stare insieme! >> esclama.
Mi scrollo il suo braccio di dosso:
<< Tu sei stupido. E mio amico. Non c'è possibilità. Fattene una ragione. >> dico seria.
<< Te ne accorgerai. >>
Annuisco: << E tu ti accorgerai come sono pericolosa quando mi incazzo. >>
Scoppia a ridere e io con lui.
Sono più che sicura che questo è l'inizio di una grande amicizia.
Quando sono con lui mi sento bene.
Mi sento esattamente come quando avevo Connor al mio fianco come amico.
Io e Walter siamo stati in giro per tutto il pomeriggio, ma non sono riuscita a trovare ancora niente. Tranne in una piccola discoteca.
Li mi hanno detto che hanno bisogno di una mano, e mi hanno detto che mi faranno sapere.
Forse l'ho trovato! Anche se non è proprio il lavoro che cercavo! Però almeno guadagnerò un po' e non dovrò chiedere sempre soldi ai miei nonni.
Il mio cellulare squilla in borsa, lo prendo e leggo il messaggio che mi è arrivato.
"Fammi sapere se ti chiamano."
È Walter.
È dolce, simpatico; ma si è messo in testa che vuole convincermi che tra noi può nascere qualcosa.
Non vuole capire che non potrà mai nascere niente. Tra noi non ci sarà nient'altro che un'amicizia.
Stranamente mi torna in mente quel ragazzo, quello che ho incontrato, o meglio scontrato nel corridoio della scuola.
Non l'ho più rivisto. Chissà! Forse è un ex studente ed è tornato per salutare i suoi professori...
Io una volta finito il liceo non ci metterò più piede, questo è sicuro!
<< Alexa! Dove sei stata? >> mia nonna mi viene incontro, e sembra parecchio arrabbiata.
<< Sono andata a cercare lavoro. Te l'ho detto ieri che sarei andata subito dopo scuola. >>
<< Non devi cercare nessun lavoro. Te l'ho detto. >> dice brusca.
Mi acciglio: << Io invece voglio! >>
<< Non alzare la voce. >>
Aggrotto la fronte e cammino indietro verso la mia camera. << Io faccio quello che voglio! >> entro dentro e chiudo la porta con violenza.
Butto la borsa sul letto e mi cambio.
Indosso una tuta per casa e prendo i libri per iniziare a studiare.
Matematica. Il professore è rimasto contento quando sono riuscita a svolgere quell'esercizio. Da allora sto cercando di impegnarmi di più nella sua materia. Dopo toccherà a inglese, e storia.
Venti minuti che sono chiusa in camera mia, e non sono riuscita a concentrarmi.
Non capisco questa resistenza di mia nonna. Perché non vuole che io trovi lavoro? Dovrebbe esserne felice che non voglio starmene con le mani in mano.
<< Alexa... >> la voce di mia nonna dietro la porta. Poi bussa perché non la rispondo.
<< Alexa?... >>
Sbuffo, << Che c'è? >>
<< Hai fame? >>
<< Ho già mangiato con Walter. >>
Sento uno "ah", poi chiede: << Posso entrare? >>
Sospiro: << Sto studiando. >>
Sento il cigolio della maniglia che si abbassa. Odio quella maniglia!
<< Solo cinque minuti. >> ed entra.
Spingo la sedia girevole indietro allontanandomi dalla scrivania e mi volto verso mia nonna che si è seduta sul mio letto.
<< Perché me lo hai chiesto se sei entrata lo stresso... >>
Sospira e mi guarda con un'espressione di rimprovero.
<< Okay. Parla. >> tanto lo farà lo stesso.
<< Non voglio che lavori... >>
Sbuffo: << Questo l'ho capito. >>
<< Lasciami parlare. >>
Sospiro e incrocio le braccia al petto.
<< Non voglio che ti accada di nuovo quello che ti è successo l'anno
scorso. >> spiega.
Ha la voce strozzata e gli occhi lucidi.
<< Non accadrà più. >>
Scuote la testa. << Ho paura. Non voglio perderti. Sei tutto ciò che mi e più caro. Tutto ciò che mi rimane di tua madre. >> quando la nomina, mi si forma un nodo in gola e gli occhi hanno preso a bruciarmi.
Una lacrima mi scorre sul viso e mia nonna allunga un braccio per asciugarmela.
<< Le somigli molto. Lo sai? >>
Annuisco. Una volta mi ha fatto vedere una foto di mia madre, sua figlia, ed è vero. Le somiglio molto, sono praticamente la sua fotocopia, l'unica differenza è che lei aveva gli occhi scuri, io invece verdi, come quelli di mio padre.
Quel bastardo. Non mi ha mai cercata. Non ha mai chiesto se fossi nata, se stessi bene. Non sa nemmeno che la mamma non c'è più.
Non l'ho mai conosciuto, e non ci tengo.
Mi guardo le mani e gioco con le pellicine: << Se ti farà stare più tranquilla, va bene. Smetterò di cercare lavoro. >> mi arrendo.
Annuisce. << Voglio che pensi solo a studiare e a divertiti con i tuoi amici. >> mi sorride dolcemente.
<< Mi piacciono. Sono molto
simpatici. >> dice e io annuisco.
<< Quel ragazzo che ho visto prima... >>
<< Walter... >> dico.
<< Sembra davvero un bravo
ragazzo. >>
<< Non stiamo insieme, siamo amici. >> confermo anche a mia nonna quello che ho detto a Walter oggi pomeriggio.
Lei mi rivolge un sorrisetto furbo:
<< Da cosa nasce cosa... >>
Alzo gli occhi al cielo: << Ma perché? >>
<< Cosa? >>
<< Nonna siamo amici. Punto. Il mio unico fidanzato è stato Blake. Ma lui mi ha lasciata quando ha saputo tutto, e io non voglio un'altra relazione. >>
<< Io sono sicura che quando ti ricapiterà di innamorarti di nuovo, non saprai dire no. >>
Be', quando capiterà, se capiterà, si vedrà... Adesso voglio starmene per i fatti miei. Nient'altro.
<< Si, nonna. >>
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Ehilà! Il nuovo capitolo è pronto! Spero vi sia piaciuto! Alla prossima! 😘
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