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"Perché non vieni a pranzo da me domani?" Mi chiede.
È da più di un'ora che stiamo parlando al telefono, e questa sua proposta improvvisa mi piace.
"Non sarebbe male. Mi piacerebbe tanto conoscere la tua sorellina." Dico. Lui scoppia a ridere e io chiedo il perché di questa sua reazione.
"Piccola, i miei sono in viaggio, appunto per prendere mia sorella." Lo sento ridacchiare ancora.
"Ah, ho capito. Va bene lo stesso, siamo noi tre!" Esclamo.
Ride ancora e io comincio ad innervosirmi. Perché fa così? Mi sta prendendo in giro?
"Piccola, siamo solo noi due. Camille è fuori città."
Spalanco gli occhi e per poco non mi viene un infarto. Il pranzo. Siamo solo io e lui. Casa vuota. Oddio!
Vado nel panico e non so cosa rispondere.
"Piccola sei ancora lì?"
Annuisco. "Si! Ci sono.Ecco... Ryan, non credo sia il caso... di... insomma, siamo solo io e te..." balbetto. Non so cosa dire. Spero capisca cosa intendo dire; però non voglio che capisca male. Io voglio stare con lui, ma ora... Non credo sia il caso di restare soli a casa sua.
"Piccola, puoi stare tranquilla con me. Faremo tutto quello che vuoi tu." Mi tranquillizza.
"Si, Ryan. Okay. Verrò."
Lo sento esultare e ridacchio.
Riattacchiamo e comincio a preoccuparmi, dato che è quasi ora di pranzo e devo andare a casa di Ryan.
Non sapevo che Camille fosse fuori città; chissà perché non mi ha detto niente, però a pensarci, anche Claire e Vera non sapevano niente. Probabilmente sarà stata una cosa improvvisa. Chiederò a Ryan.
Dopo una lunga doccia rilassante, metto la crema corpo su ogni centimetro della mia pelle. Devo curarmi un po' di più; devo pensare di più a me stessa. Ora l'ho capito.
Indosso un paio di jeans stretti a vita alta e una camicia bianca che cade morbida sui miei fianchi e metto le mie care décolleté nere.
Mi trucco un po', giusto per dare un po' di colore al mio viso pallido. Esattamente come dicono gli indiani. Sorrido a questa mia osservazione, ma esattamente è così.
Metto un po' di blush sulle guance, mascara e gloss.
Guardo l'ora: 13:20
Oh, no! Ryan mi starà aspettando da un pezzo!
Esco di corsa dalla mia camera e mi precipito alla porta, saluto mia nonna un fretta con un "ciao nonna, vado a pranzo da Ryan, faccio tardi!" ed esco.
Cammino a passo svelto - perché correre con dieci centimetri di tacco è impossibile - e nel frattempo invio un messaggio a Ryan.
"Scusami. Ho fatto tardi. Sono per strada. Dieci minuti e sono da te."
Aspetto impaziente il suo messaggio che arriva solo dopo due minuti - precisi perché ho controllato - e subito mi affetto a leggerlo.
"Tranquilla piccola, potrei aspettarti anche tutta la vita."
Nel leggere questo messaggio mi ritrovo a sorridere come un'idiota per strada.
Mi guardo intorno, mi ricompongo e riprendo la mia corsa verso casa di Ryan.
Busso alla porta e viene subito ad aprirmi. Neanche il tempo di dire un semplice "ciao", che mi afferra per un braccio e mi tira dentro.
<< Hei! >>
Scoppio a ridere e lui con me. Mi attira a se e mi bacia. La sua lingua prende la mia sfiorandola con delicatezza, le gira attorno, su, giù e io tremo tra le sue braccia.
<< Piccola, mi sei mancata. >> sussurra a contatto con le mie labbra.
Lo spingo leggermente indietro e gli sorrido.
<< Anche tu. >>
Inarca un sopracciglio e fa un sorrisetto: << Mai quanto tu a me. >>
Metto il broncio e lui ridacchia, si avvicina di nuovo alle mie labbra e mi bacia.
<< Ryan! >> lo spingo via.
<< Dimmi, piccola. >> mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio e mi sorride; la sua mano ancora dietro la mia schiena.
<< Come mai Camille e fuori città? È successo qualcosa? >> chiedo. Mi preoccupa un po' questa cosa, non so, Camille lo avrebbe detto; okay, può anche darsi che a me non aveva tanta voglia di dirlo, ma a Claire e a Vera lo avrebbe di sicuro detto, invece nemmeno loro sanno niente.
<< Ti dico una cosa ma non dirlo a nessuno, Camille non vuole che si sappia. >> dice in un sussurro.
Chi vuoi che ci senta? Siamo solo io e lui in questa casa! S-Solo io e lui...
Ho detto bene. Solo noi due!
Alzo le mani e scuoto la testa dicendogli che non lo dirò a nessuno.
<< Camille ha un ragazzo. >>
Inarco un sopracciglio. Non capisco cosa c'entri con il fatto che è fuori città, poi ci arrivo.
<< Dove vive? >> chiedo curiosa.
<< A Miami. >>
Spalanco occhi e bocca. Ryan scoppia a ridere per la mia espressione, ma come dargli torto! Sono rimasta sbalordita.
<< Ma è lontanissimo! >> esclamo.
Annuisce: << È persa completamente di lui. >> dice.
Annuisco. << Ci credo che lo sia! Arrivare fino a Miami! >>
Si avvicina e io poggio le mani sul suo petto, mi cinge in vita e poggia la fronte sulla mia: << Tu sei persa di me? >> sussurra a un millimetro dalle mie labbra.
Alzo gli occhi al cielo e faccio finta di pensarci su. << Non saprei... >>
Lui si finge offeso e si allontana da me, poi scoppiamo a ridere. Mi si avvicina di nuovo e mi alzo leggermente sulle punte per arrivare al suo orecchio:
<< Sono pazza di te. >>
Lui annuisce soddisfatto.
<< Bene, perché lo sono anche io. >>
Lo guardo dritto negli occhi: << Da... Da quanto? >> chiedo.
<< Da quando ti ho vista fuori il giardino della scuola. Mi sei piaciuta dal primo momento. >> confessa.
Del tutto sorpresa gli chiedo se non stia mentendo, e lui mi dice che è la verità, ma che lo ha sempre nascosto.
Ho notato! Io non avevo capito proprio niente!
<< Tu invece? >>
<< Ho sempre pensato fossi un bel ragazzo, oltre che bravo, ma solo adesso ho capito quanto mi piacevi! >>
<< Quindi sei pazza di me! >> mi cinge i fianchi con le braccia e mi addossa alla parete.
Del tutto intrappolata, mi alza le braccia sopra la testa e riprende a baciarmi.
Il suo bacio esprime tutto il suo desiderio. È bramoso, ma allo stesso tempo dolce e passionale.
Spinge i fianchi contro i miei e io sussulto nel sentirlo eccitato.
<< Ryan... >> mi bacia la guancia e scende sul mio collo.
Continua a divorami e a spingersi contro di me.
<< Ryan... >> sussurro ancora.
<< Dimmi piccola. >>
<< Ho fame, mangiamo? >>
Gli sorrido e lui sospira.
Annuisce, mi prende per mano e insieme andiamo in cucina. Mi fa sedere mentre lui prende da mangiare.
Immagino non si sia messo a cucinare; infatti prende due sacchetti, uno lo posa davanti a me, e uno davanti a lui. Si siede. Insieme apriamo i pacchetti e cacciamo i nostri hamburger.
<< Ryan! Ma è pieno di roba! >>
Ridacchia. << Spero ti piaccia. >> ammicca.
<< Tu vuoi farmi ingrassare. >>
Scuote la testa e posa la mano sulla mia.
<< Sei bellissima. >> mi sorride e cominciamo a mangiare e a chiacchiere, ridere e scherzare.
Mi piace stare con lui. Posso essere quella che sono, e mi piace essere me stessa con lui.
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