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Oggi fa così freddo che nemmeno l'aver messo tre maglie più il cappotto, il cappello e la sciarpa aiuta.
Si avvicina il giorno del ringraziamento e questo significa che si avvicina dicembre; ma più di tutto significa che si avvicina il giorno in cui Ryan tornerà a casa.
Sono emozionata all'idea di rivederlo. Voglio abbracciarlo e baciarlo.
Ieri mi ha detto che gli manco da impazzire e che vuole stringermi forte, così tanto che gli chiederò di lasciarmi andare. Ma io non lo farei. Può stringermi quanto vuole, non gli dirò mai di lasciarmi.
Mi stringo nel cappotto e a passo spedito cammino verso la fermata. Se riesco ad arrivare in tempo riuscirò a prendere l'autobus che mi porterà a casa. Non riuscirei ad arrivarci a piedi. Morirei congelata. Questo è sicuro.
Cammino con la testa bassa per tenere il viso coperto dalla sciarpa. Ho il naso congelato e gli occhi stanno cominciando a bruciarmi, perché oltre al freddo, c'è anche il vento oggi.
<< Cavolo! >> frigno.
D'un tratto il cellulare nella tasca dei pantaloni prende a squillare.
Lo prendo e rispondo: "Nonna? Dimmi. Sto andando alla fermata per prendere l'autobus." Le spiego.

"Tesoro, fa freddo. Fermati dove sei che viene a prenderti il nonno."

"Non preoccuparti. Prendo l'autobus."
Non voglio che il nonno prenda freddo.

"Ho detto resta dove sei. È già uscito di casa. Devi solo dirmi il punto esatto."

Sospiro e mi volto a guardare dietro di me. Alzo gli occhi al cielo. È possibile che abbia fatto così poca strada?
"Sono di poco più avanti la strada della scuola. Non ho camminato molto. A quanto pare..." dico seccata alla fine.
È che con questo freddo riesco a stento a muovere le braccia. I piedi ormai non me li sento più. Sono due ghiaccioli.
Riattacco e mi siedo da qualche parte ad aspettare che arrivi mio nonno.
Controllo il cellulare, magari Ryan mi ha inviato un messaggio: niente.
Mi manca da impazzire, non faccio che pensarlo...
Il clacson di un'auto mi fa sussultare e tornare alla realtà. Sposto lo sguardo dal mio cellulare sull'auto e vedo che si tratta di mio nonno. Mi alzo e cammino verso l'auto, apro la portiera e salto su.
<< Wow! Sei stato velocissimo! >> esclamo.
<< Fa freddo. >> dice facendo spallucce.
Inserisce la marcia e parte.
Non appena entro in casa, la prima cosa che faccio è correre in camera mia e cambiarmi, voglio mettere qualcosa di più caldo.
Prendo una maglia di lana dal cassetto dell'armadio, e il pantalone del pigiama che sta sotto il cuscino.
Il pigiama è molto pesante, e mi terra calda.
Una volta cambiata, prendo il cellulare e raggiungo i miei nonni.
Il nonno è già a tavola ad aspettare il pranzo, la nonna sta ancora preparando. Chissà cosa avrà cucinato!
<< Cosa hai cucinato, nonna? >> domando non appena mi siedo a tavola.
<< Brodo caldo di verdure; vedrai. Ti riscalderà. >> dice ammiccando e annuisco.
Do un'occhiata al cellulare e nessuna chiamata non risposta e nessun messaggio ricevuto. Cosa starà facendo ora il mio Ryan?
<< Tutto bene? >> chiede mio nonno.
Annuisco e sorrido. << Si, tutto
bene. >>
<< Come mai non sei andato a lavoro oggi? >> chiedo dato che non è mai a casa per il pranzo.
<< L'ufficio oggi è chiuso. >> tira un sospiro di sollievo.
Si sentirà così stanco, ormai credo dovrebbe essere in pensione, invece lavora ancora.
<< Come mai? >>
<< Disinfestazione. >>
Annuisco e rapidamente do un'altra occhiata al cellulare: niente.
Questo silenzio mi strazia. Spero stia bene.
Mia nonna arriva con la pentola piena di brodo di verdure e ne versa un po' nel mio piatto, e un po' nel piatto del nonno, poi nel suo. Posa la pentola sul mobile della cucina e viene a sedersi con noi.
Il cellulare d'un tratto vibra, e io non perdo tempo, sblocco lo schermo e clicco su WhatsApp.
Ho il cuore a mille per l'emozione, ma poi ritorna alla normalità quando vedo che si tratta solo di un messaggio di Camille. Ha ancora il mio numero di cellulare?
Davvero strano, credevo lo avesse cancellato il giorno stesso in cui l'ho scoperta a parlare con Claire e Vera di me e del loro stupido giochetto.
Lo ignoro e comincio a mangiare il mio brodo caldo.
<< Buono? >> chiede la nonna.
Annuisco e continuo fin quando il piatto non è vuoto.
Una volta finito, stende le gambe sotto la tavola e le braccia sopra la testa.
<< Cavolo nonna. Mi ha fatto venire sonno mangiare il brodo. >>
Ridacchia: << Perché ti sei riscaldata a mangiarla e quindi ora hai i muscoli più rilassati e non contratti per il freddo. >>
Inarco un sopracciglio e la guardo sconcertata: << Ma chi sei? >> ridacchio e lei mi guarda confusa.
<< Quello che hai appena detto... >> le faccio notare.
Lei scoppia a ridere e noi con lei.
<< Vai a riposarti se sei stanca. >>
Annuisco. << Ti aiuto a
sparecchiare. >>
<< Okay. >>
Insieme a mia nonna tra risate e battute varie, ho sparecchiato la tavola, e poi ho lavato i piatti. Ho preferito farlo io invece che lasciarlo fare a lei.
<< Ora vai in camera tua e riposa. >>
Come vorrei fare quello che ha appena detto, ma ricordo di aver ricevuto il messaggio da Camille e la voglia di dormire mi è completamente passata.
Me ne torno in camera mia, mi siedo sul letto a gambe incrociate e apro di nuovo WhatsApp; ma questa volta apro la chat e leggo il messaggio: "Voglio parlarti di una cosa, ti prego. Ti aspetto al bar vicino l'ospedale, tra venti minuti. Ti prego."
Sospiro. E adesso cosa faccio? Ci vado. Non ci vado. Sono confusa.
Decido di chiamare Reby e chiedere consiglio a lei.
Digito il suo numero che per fortuna ho imparato a memoria e porto il cellulare all'orecchio. Risponde subito.
"Dimmi tutto."

"Ciao Reby. Non sai cosa mi è capitato. Camille mi ha inviato un messaggio. Vuole vedermi per parlare. Cosa devo fare? Non lo so. Ti prego dammi un consiglio!" Dico disperata.
Davvero non so cosa fare.

"Alexa... Se vuoi parlare con lei, se vuoi sentire cosa ha da dire, fallo. Questo è quello che ti consiglio. Poi a te la scelta."

Sorrido e la ringrazio.
"Scusami Reby. Non posso parlare ora. Devo andare." Dico.

"Quindi le permetterai di parlare?"

"Si. Voglio sentire cosa ha da dirmi. Ti chiamo più tardi, okay?"

"No, parliamo di persona domani a scuola allora di pranzo. Questa sera devo vedermi con Terry e Walter."

"Ah, okay." Dico solamente.

"Alexa..." il suo è un sussurro.
Resto in silenzio e aspetto che parli.

"Ti voglio bene." Sorrido e le dico che anche io le voglio bene.
Riattacchiamo e io mi preparo per uscire di casa e raggiungere il bar che ha detto Camille.

<< Tesoro, dove vai? Non volevi riposarti? >>
"L'intenzione era quella, ma niente è andato come programmato." Le vorrei dire.
<< È stato solo un momento. Nonna, esco. Ci vediamo più tardi. >> l'avviso.
Annuisce ed esco di casa.
Raggiungo il bar in poco tempo e non appena metto piede dentro, vedo Camille alzarsi dalla sedia e venire verso di me.
<< Grazie per essere venuta. Credevo non avresti accettato. >>
Inarco un sopracciglio: << Perché sei gentile con me? Cosa avete in mente tutte e tre? Se è un altro gioco come l'ultimo io vado subito via. >> sbotto.
Scuote la testa, mi prende per mano e io guardo infastidita quel suo gesto.
Toglie immediatamente la mano e si scusa.
<< Dimmi quello che hai da dirmi e poi vado via. >>
<< Non essere così fredda con me. >>
Lo ha detto sul serio? Davvero?
Incrocio le braccia al petto: << Perché? Come dovrei comportarmi? >>
Fa spallucce e abbassa lo sguardo.
<< Ora stai con mio fratello. Dovremmo andare d'accordo. >> dice.
La guardo sconcertata: << Chi te lo ha detto? >>
Io non ho detto niente a nessuno. L'ho detto solo a Terry, Reby e Walter. Nessun altro sa di noi due. Come ha fatto a saperlo?
<< Ryan. >>
Divento rossa dalla rabbia. Perché lo ha fatto? Perché non mi ha detto che ne avrebbe parlato con la sorella? Perché?

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