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50

<< Puoi anche lasciarmi adesso. >> dico.
È quasi mezz'ora che siamo chiusi in camera mia. Ryan mi tiene tra le sue braccia da così tanto tempo...
Sembra un tempo infinito.
Faccio per spostarmi indietro per sciogliermi dall'abbraccio, ma lui mi tiene ferma.
<< No. Io sto bene così... Tu? Stai bene? >> chiede con tono pieno di speranza.
Annuisco lievemente con la testa e lui tira un sospiro di sollievo, poi mi accarezza da sopra i capelli.
<< Ryan... >> sussurro con un filo di voce e mi stringo di più a lui.
<< Dimmi. >> anche il suo è un sussurro.
<< Mi chiedevo... >> comincio, ma vengo interrotta dal suo cellulare che comincia a squillare.
Ryan mi lascia e si allontana per prendere il cellulare.
<< Pronto. >> risponde serio.
Lo osservo parlare al cellulare.
Com'è bello. L'ho sempre saputo, ma solo adesso mi rendo conto che è davvero un ragazzo fantastico. Bello sia dentro che fuori.
<< Ho capito. >> è davvero molto serio. Mi lancia un'occhiata e sospira.
<< Cazzo, dici sul serio? >> adesso è entusiasta.
Mi guarda e la sua espressione è cambiata, da cupa e seria ad allegra.
Mi prende la mano e la stringe.
<< Okay! Okay! Ho capito! Certo! È fantastico! Grazie mille! >>
Lo guardo confusa, non riesco a capire di cosa stia parlando, ne con chi.
Riattacca e lancia il cellulare sul mio letto, poi mi prende tra le sue braccia e mi solleva da terra, poi comincia a girare su se stesso con me in braccio.
Emetto un gridolino per la sorpresa di quel gesto.
<< Ryan! >> rido a crepapelle.
Gira ancora un paio di volte, poi mi mette a terra e mi stampa un bacio sulla guancia.
Mi immobilizzo ancora per la sorpresa. Mi ha sorpresa già troppe volte in poco tempo.
Arrossisco e lo guardo timida, poi gli chiedo cosa stia succedendo, e lui mi spiega che sono stati chiamati per fare un paio di serate in un locale a New York.
Fortuna che è vicino e non lontano come l'ultima volta che è andato via.
<< Ryan è fantastico! >> esclamo convinta.
Sono davvero fantastici i ragazzi e so che faranno molta strada; mi chiedo come non gli sia mai venuta in mente l'idea di presentare le loro canzoni a qualche casa discografica.
<< Sono felice per te, per voi! Ve lo meritate davvero. >> gli sorrido e lui ricambia, ma poi il suo sguardo si rabbuia. Si avvicina e mi posa una mano sulla guancia sfiorandola delicatamente.
<< Non pensarci, okay? Lui stesso ti ha detto che non ha fatto niente con te, e per quanto riguarda il passato... È passato. Alexa, sei qui adesso e sei in ottima forma. Non dovrebbe interessarti quello che ha detto quello stronzo di Blake, okay? >> parla vicinissimo al mio viso, sento il suo fiato sulla pelle.
Annuisco poco convinta, ma decido di forzare un sorriso e non farglielo capire.
Mi da una pacca affettuosa sulla testa, poi dice: << Brava la mia piccola. Senti, adesso devo andare, devo avvisare i ragazzi, dobbiamo prepararci per le serate. Scusami, ma devo andare. >> dice alla fine dispiaciuto di lasciarmi sola.
Scuoto la testa: << Vai. È tutto
okay. >>
Si passa una mano tra i capelli: << E non credo ci vedremo molto in questi giorni. La serata è solo domenica. Il che significa che abbiamo solo tre giorni a disposizione per provare. >> sembra andare nel panico. Ce l'avrei anche io se fossi al suo posto.
<< Stai tranquillo. Ci vedremo quando sarete tornati dalla serata. >> dico rassicurandolo.
Lui mi abbraccia, poi mi bacia sui capelli e dopo sulla guancia.
Per un istante lo trovo a fissarmi le labbra ed io, senza che neanche me ne renda conto, mi ritrovo avare lo stesso.
Le sue labbra carnose, perfette.
Non le avevo mai notate fino ad ora; non avevo mai notato quanto fossero sexy.
<< Ora vado, ci vediamo Alexa. >> mi sorride dolcemente e il mio cuore comincia a battere forte. Mi chiedo ancora una volta: cos'era quello?
Ryan va via e io mi preparo ad affrontare una giornata noiosa. Ancora un'altra.
                                ****
Questa mattina quando mi sveglio, mi sveglio triste. Sarà per il semplice fatto che so che non potrò vedere Ryan.
Sono sicura che staranno già provando nel garage di casa sua.
Mi alzo dal letto controvoglia, vado in bagno per farmi una doccia rinfrescate, dato che sono solo le 7:00 del mattino e ho ancora un po' di tempo a disposizione per farla.
Prendo il cambio e vado in bagno, mi chiudo a chiave, poi faccio scorrere l'acqua che è fredda, per farla diventare calda o almeno tiepida. Basta che non mi bruci.
Mi posiziono davanti lo specchio, chiudo gli occhi e mi annullo da tutto ciò che mi circonda; l'unico suono che cattura la mia attenzione, è il forte getto d'acqua della doccia.
Mi spoglio e controllo che si sia riscaldata, ma come al solito, quasi mi ustiono una mano.
<< Ahi! >> la mia voce stridula.
Mi sento vuota, persa. Cos'è questa sensazione di vuoto che provo? Cosa mi sta succedendo?
Faccio la doccia, e dato che ci sono rimasta troppo a lungo, non ho il tempo nemmeno di fare colazione, così mi affretto a vestirmi ed esco di casa.
Sto correndo verso la fermata quando il mio cellulare squilla. Lo prendo dalla tasca dei jeans e lo porto all'orecchio rispondendo: "Dove sei?"

"Buongiorno anche a te Reby."

"Buongiorno. Dove sei?" Chiede ancora.

"Adesso sono arrivata alla fermata, tu sei già davanti scuola?"

Non risponde per qualche secondo, poi riprende a parlare: "No, a dire la verità, vorrei darti un passaggio. Sei ancora alla fermata?"

Annuisco. Alexa? Non può vederti. Devi risponderle.

"Si, sono ancora qui."

"Okay. Cinque minuti e sono da te"

Esattamente come aveva detto, cinque minuti, e Reby è davanti casa mia. Mi sorride non appena incrocia il mio sguardo.
<< Ciao Alexa! Dai corri. O facciamo tardi! >>
Corro verso la macchina: << Si! Arrivo! Eccomi! >>
Salgo in macchina e Reby parte a tutto gas.
<< Reby! >> strillo un po' spaventata.
Non l'ho mai vista guidare in questo modo.
<< Tranquilla, arriverai sana e salva a scuola. >> ridacchia.
Io la guardo spaventata e lei mi sorride, poi torna guardare la strada davanti a se.
<< Alexa, va tutto bene con Ryan? Siete tornati ad essere amici, vero? >> chiede così, di punto in bianco.
Annuisco, poi rispondo con un sorriso stampato sulla faccia: << Si. Siamo amici. Lo siamo sempre stati. >> abbasso lo sguardo sulle mie mani poggiate sulle ginocchia.
<< Perché quell'espressione? >> chiede.
Faccio spallucce e sospiro: << Reby... >> sibilo continuando a tenere lo sguardo basso.
Lei si volta per un istante a guardarmi, poi rivolge di nuovo lo sguardo sulla strada, svolta l'angolo ed entra nel parcheggio della scuola.
Ferma la macchina, tira il freno a mano e si mette di lato, in modo da riuscire a guardarmi meglio.
Alzo gli occhi su di lei, timida, o forse ho paura della sua reazione per quello che le sto per chiedere.
Aspetta in silenzio che parli, e quando sto per farlo, mi ferma.
<< Non è nulla di grave, vero? >>
Le rivolgo un sorriso e scuoto la testa.
<< Reby... >> dico ancora una volta esitante.
<< Reby, hai mai provato un sentimento così forte? >> dico trattenendo il fiato.
Mi guarda confusa, poi capisce e sorride. Mi prende la mano: << Alexa... Amica mia. >> mi guarda intensamente negli occhi.
Annuisce e il suo volto si rattrista:
<< È qualcosa che ti consuma
dentro. >>
Sospiro e comincio a sentire le lacrime salirmi agli occhi.
<< Sei innamorata di lui? >> mi chiede.
Mi stringo nelle spalle e scuoto la testa, ma poi le parole mi escono senza rifletterci: << Non lo so. Forse. >>

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