37
"Sei pronta? Cinque minuti e sono da te."
"Si. Sono pronta."
Riattacchiamo e prendo le valige dal letto. Il trolley pesa così tanto che sono costretta a chiamare mia nonna per farmi aiutare.
<< Nonna! Puoi venire un attimo? >> alzo la voce per farmi sentire.
Poco tempo e me la ritrovo in camera con il fiatone.
<< Nonna, calmati. È tutto okay. >> dico per tranquillizzarla. Ed è la verità.
È tutto okay. Le cose non potrebbero andare più che bene.
Ryan e i ragazzi della band domani hanno uno spettacolo a Staten Island. Dista di solo un'ora e quaranta minuti da Brooklyn. Sono così emozionata!
Li vedrò per la prima volta suonare!
Non so come, ma sono riuscita a convincere mia nonna a lasciarmi andare, o mi sarei sicuramente persa anche questo spettacolo.
<< Cosa ti serve, tesoro? >>
Alzo gli occhi al cielo. Non sopporto quando usa quel nomignolo, ma non glielo dirò per non recarle un dispiacere. Ne ha già avuti tanti, e tutti a causa mia. A partire da mia madre...
<< Aiutami a scendere questo trolley, pesa un quintale! >> esclamo.
Mia nonna ridacchia: << Un quintale proprio non credo. >>
Le sorrido: << Era per dire che pesa parecchio. >> ridacchio.
Annuisce e poi mi aiuta a scendere il trolley dal letto, poi la ringrazio e tiro su la maniglia e lo trascino fino all'ingresso.
Guardo l'ora, poi guardo mia nonna.
<< Mi ha chiamato poco fa, ha detto che sarà qui a momenti. >> le dico.
Annuisce senza aprire bocca e vedo la preoccupazione sul suo viso.
Lascio la valigia all'entrata e mi avvicino a mia nonna.
<< Nonna... >> faccio per parlare, ma mi interrompe.
<< Chiamami quando arrivi, devi dirmi quando arrivi in albergo, com'è la camera, se hai il bagno in camera o devi condividerlo con qualcun altro. Devi dirmi... >>
<< Nonna... >> la interrompo.
Le sorrido dolcemente e l'abbraccio forte, poi la spingo leggermente indietro e la guardo in volto.
<< Vado solo a un'ora di distanza. >> le dico.
<< Un'ora e quaranta. >> precisa.
Ridacchio: << Fai la precisina? >> scherzo, ma lei sembra non voler scherzare proprio.
<< Sul serio. Chiama quando arrivi. >>
Divento seria anche io.
Annuisco e mi abbraccia.
<< È la prima volta che ti lascio andare da sola da qualche parte dopo... >> si interrompe.
Sciolgo l'abbraccio e annuisco sapendo perfettamente cosa vuole dire.
<< Non sono più quella di una volta nonna, non le faccio più quelle cose. Sono cambiata. >>
Mi accarezza la guancia: << Lo so tesoro mio, e di questo siamo fieri di te, io e il nonno. >>
Il nonno. L'ho salutato ieri sera, perché sapevo che quando questa mattina me ne sarei andata non lo avrei trovato, ma avrei tanto voluto salutarlo anche prima di partire.
<< Salutalo tu per me. >> dico e mia nonna annuisce.
<< E poi ti ricordo che non sono
sola! >> sfodero il mio più grande sorriso. << Ci sono Ryan e i ragazzi con me! >>
Lei annuisce e dice che è tranquilla si questo. Sa che Ryan è un bravo ragazzo e che sa che si prenderà cura di me.
<< Ti vuole davvero bene quel ragazzo. Sei stata fortunata ad incontrarlo. >> sorrido pensando al mio migliore amico.
<< Si, è davvero un bravo ragazzo. Un ottimo amico. >>
Mia nonna mi guarda in modo strano; sto per chiederle perché mi guarda in quel modo quando sento un clacson bussare. È arrivato! Finalmente! Non vedo l'ora di partire!
<< Eccolo, è lui. Nonna vado. Stammi bene. >> le do un bacio sulla guancia e mi precipito alla porta, poi fuori casa e trascinando il trolley con me, mi precipito alla macchina.
<< Hei! Ha l'aria di essere pesante. Dallo a me. >> mi si avvicina con quel suo sorriso sincero e prende il trolley al posto mio.
<< Cavolo Alexa, ma quanta roba ti sei portata? >>
Scoppio a ridere quando mi volto e lo trovo ad armeggiare con il mio pesante trolley per caricarlo in macchina.
<< Ryan, hai una sorella. Dovresti sapere benissimo che quando partiamo abbiamo bisogno di portare più
abiti. >> dico fiera.
<< Si, ma tu ti sei portata dietro tutta la casa. >>
Mi volto verso casa mia e dico: << A me sembra essere ancora al suo
posto. >> scoppio a ridere e Ryan mi fa una smorfia.
Nel frattempo mia nonna se ne sta ancora davanti la porta; mi saluta agitando le braccia in aria, e mi raccomanda di divertirmi.
<< Lo farò! >> dico e le mando un bacio con la mano.
<< Monta in macchina. I ragazzi si sono messi già in viaggio. >>
Obbedisco e prima di salire anche lui a bordo accanto a me, saluta mia nonna con un mega sorriso e un'agitata di braccia.
Il tragitto in macchina è piuttosto tranquillo. Per fortuna fino ad ora non abbiamo trovato traffico. Abbiamo sentito i ragazzi. Loro sono già nell'Hotel dove dormiremo; sono partiti prima di noi, ora sicuramente staranno nelle loro camere a riposare, invece noi ancora qui, in questa macchina. La fortuna è che manca ancora poco e saremo arrivati anche noi. Ho bisogno di fare una lunga doccia, e ho anche bisogno di riposare; mi sento stanchissima.
<< Hai fame? Non hai mangiato niente. >> chiede d'un tratto Ryan spezzando il silenzio che si era creato da soli dieci minuti.
Ho cantato tutte le canzoni che trasmettevano in radio, facendo morire dalle risate Ryan. Dice che sono stonata. Che non sono riuscita a prendere nemmeno una nota buona.
Giusto, dimenticavo che mi trovo in macchina con un musicista, cantante? Come vogliamo chiamarlo uno che possiede una band?
Scuoto la testa: << Voglio arrivare in albergo Ryan. Mi sento stanca. Mangerò li... >> sibilo.
Reclino la testa all'indietro sul poggiatesta e chiudo gli occhi.
<< Ci credo. Hai cantato tutto il
tempo. >>
Sorrido un ultima volta prima di crollare, e sento la mano di Ryan che mi sfiora i capelli.
<< Dormi. Quando ti sveglierai saremo arrivati. >>
<< Mmmh... >> riesco a dire solamente.
<< Alexa? >> sento la sua voce in lontananza.
Mi sento scuotere leggermente per le spalle: << Svegliati. Siamo arrivati. >>
Apro gli occhi, e vedo l'enorme struttura davanti a me.
L'ingresso è enorme. La hall è tutta vetrate. C'è così tanta luce, che rischio di accecarmi.
<< Vieni. >> mi fa segno di seguirlo dentro.
C'è un'enorme divano a penisola, bianco. Ricco di piante, tante piante. Non ho mai visto così tante piante in vita mia. È molto elegante.
<< Alexa, vieni... >> Ryan mi chiama di nuovo. Non posso farne a meno. Questo Hotel è così bello che mi perdo nella sua bellezza.
Raggiungo Ryan alla reception. Mi avvicino al bancone e poggio i gomiti su di esso.
<< Ditemi. Avete una camera già prenotata? >> chiede la receptionist.
Ryan annuisce: << In realtà la chiave serve a me. Lei deve raggiungere la mia amica che è già arrivata da un po'. >>
Mi volto verso Ryan e lo guardo esterrefatta.
<< Che c'è? >> mi chiede.
<< No, io nella stessa stanza con Talia non ci dormo! >> incrocio le braccia al petto.
<< Ma dovete solo dormire, non dovete parlare e confidarvi i vostri segreti più nascosti! >> cerca di convincermi.
Scuoto la testa decisa a non cedere.
<< Preferisco condividere la stanza con te piuttosto che con quella. >>
Spalanca gli occhi e diventa rosso in volto.
<< Che c'è? >> chiedo.
Scuote la testa, si passa una mano tra i capelli e sorride.
<< Vuoi divedere la stanza con
me? >>
Inarco un sopracciglio: << Si, te l'ho detto. Mille volte con te che con
quella. >>
Sospira, guarda la receptionist e le sorride.
<< Vuole che le prenda una camera solo per lei? >> chiede rivolgendosi a me.
Ryan scuote la testa e la ringrazia, poi le dice che non ce n'è bisogno e che è tutto risolto.
Prende la chiave della camera e ci avviamo all'ascensore.
È diventato stranamente di poche parole. Non ha più aperto bocca da quando ha preso le chiavi della camera e ci siamo avviato all'ascensore.
Le porte dell'ascensore si aprono ed entriamo.
<< Ryan? >> Mi stringo nelle spalle, e lui alza gli occhi su di me.
<< Mhmh...? >>
<< È tutto okay? >> chiedo.
annuisce, ma poco mi convince.
<< Sei preoccupato per
domani? >>
Sembra pensarci un po' su, poi annuisce. Gli porto una mano sul braccio e lo vedo sussultare.
Ma che gli prende?
<< Andrà tutto bene. Le prove sono andate bene. Andrà altrettanto bene domani sera. >> gli sorrido e lui ricambia.
Non appena entriamo nella stanza, mi butto sul letto a mo' di sacco di patate. Però non appena mi metto a sedere, mi rendo conto che in questa camera c'è solo un letto.
<< Che c'è? >> chiede.
<< C'è solo un letto... >>
Avvampo, lui diventa paonazzo e si passa una mano tra i capelli.
<< Già... >>
Faccio spallucce e mi alzo, << Vado a fare una doccia. >>
Annuisce e mi chiudo in bagno, ma prima di infilarmi sotto la doccia, ricordo di chiamare mia nonna e di dirle che sono arrivata e di stare tranquilla perché sto bene e starò bene.
Dopo una lunga doccia, mi asciugo per bene, indosso l'intimo, e dato che ho tremendamente caldo, indosso i pantaloni della tuta e la canotta. Ho un caldo terribile; in questa stanza il riscaldamento è al massimo!
Esco dal bagno.
<< Hai... Fatto...? >> Ryan mi guarda per qualche minuto, poi strizza gli occhi.
<< Ho caldo. Non guardarmi così... >>
Mi sdraio di nuovo sul letto e lui si chiude in bagno per fare la doccia.
Accendo un po' di TV, prendo il cellulare e apro facebook, guardo i post dei miei amici. Hanno scattato le foto insieme. Sono in una pizzeria, credo.
Sto digitando il numero di Walter quando Ryan esce dal bagno.
<< Hai fatto subito! >> esclamo.
<< Non ho bisogno di metterci tre ore come voi ragazze. >> brontola.
Scoppio a ridere, poi incrocio le braccia al petto e metto il broncio:
<< Non ci ho messo tre ore... >>
Scoppia a ridere e io mi metto in ginocchio sul letto, di fronte a lui.
Lo colpisco sul braccio << Ahi! >>
e lui se lo massaggia.
<< Domani devo suonare e tu mi vuoi rompere il braccio? >>
Scuoto la testa e mi fiondo tra le sue braccia. << scusa! >>
Lui mi avvolge le braccia attorno ai fianchi e mi stringe forte.
<< Scherzavo. >> ridacchia.
Sciolgo l'abbraccio e mi sdraio di nuovo sul letto, lui accanto a me.
<< Cosa guardi? >> chiede prendendo il telecomando.
<< Non lo so, stavo per chiamare Walter. >> dico.
Si zittisce e mi fissa.
<< Che c'è? >>
Scuote la testa.
<< Sei strano. È tutto okay? >>
Annuisce. << Sono solo agitato per domani. Tutto qui. >>
<< Tranquillo. >> mi avvicino a lui e gli porto una mano sulla spalla, allora lui porta un braccio dietro le mie spalle e mi accoccolo vicino a lui.
<< Grazie per essermi vicina. >>
Sussurra tra i miei capelli.
<< A cosa servono gli amici, no? >>
Lo sento sospirare, << Già... >>
<< Perché stavi per chiamare
Walter? >>
<< Perché? Mi chiedi... >> scuoto la testa confusa. << ... Ryan ma che domanda mi fai? >>
Lui fa spallucce, si rabbuia, poi dice: << Fa' come se non ti avessi mai chiesto nulla. >>
<< Ma... >> faccio per dire qualcosa, ma mi interrompe. Odio essere interrotta mentre sto parlando.
<< Hai fame? >> chiede.
Scuoto la testa: << No. >>
<< Okay, allora dormiamo. Domani ci aspetta una lunga giornata. >> si sdraia sul letto su di un lato, dandomi le spalle, allora mi sdraio anche io. Chiudo gli occhi e ripenso alla domanda di prima: "perché stavi per chiamare Walter?"
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Ore 1:19! 😱
Ultimo aggiornamento e poi a nanna! Spero vi stia piacendo! Buona lettura!
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