3
<< Perché dici questo Alexa? >>
Gioco nervosamente con le unghia delle dita, poi sospiro e alzo gli occhi:
<< Perché è così... Sono un fallimento. Se sparissi dall'universo sarebbe la cosa migliore al mondo. Togliendomi dai piedi renderei felice i miei compagni di scuola, e toglierei un peso di dosso ai miei nonni. Sono anziani, e dovrebbero godersi la vecchiaia, invece mio nonno deve sgobbare per potermi permettere di studiare, e mia nonna deve combattere ogni giorno per farmi sorridere e convincermi che non sono un fallimento, ma io lo so, è così. >>
Sospiro rumorosamente, il mio petto si abbassa a e si abbassa a ogni mio respiro.
<< Sono un fallimento. È così. >>
<< Alexa, se tu sparissi, la daresti vinta a loro, e noi siamo qui perché non vogliamo questo. Tu non vuoi questo realmente. Non è vero? >>
Mi vengono le lacrime agli occhi.
Quello che si dice e quello che si fa, sono due cose completamente diverse.
Se hai voglia di combattere, di farcela davvero, non puoi mettere fine alla tua vita, non ci riusciresti mai; quello è solo un pensiero che la tua mente fa in quel momento.
Scuoto la testa e ammetto di non volerlo davvero.
<< Esatto... >> Mi sorride.
<< E ricorda che se ti trovi qui, è perché i tuoi nonni ti amano, tanto.
Per loro non sei un peso. Farebbero qualsiasi cosa per te. >>
Scoppio a piangere e mi porge un fazzoletto che prendo ringraziandola con un sorriso.
<< Ci vediamo la settimana
prossima? >>
Annuisco. << Arrivederci, dottoressa. >>
<< A presto Alexa. >>
Mi alzo dalla comoda poltrona su cui ero seduta e mi avvio alla porta.
<< Alla prossima settimana. >>
Quando esco dallo studio, alzo la testa rivolta verso il cielo e chiudo gli occhi.
Inspiro ed espiro profondamente.
Questa vita... Nessuno può togliermela.
<< Tesoro sei tornata. Com'è andata? >> Mia nonna con il canovaccio in mano mi viene incontro e mi abbraccia.
<< Abbastanza bene. >>
Mi sorride e poi dice: << Vieni a sederti. È quasi pronto. >>
In effetti c'è un profumino davvero delizioso.
Quando entro in cucina vedo la tavola apparecchiata per tre.
<< Torna anche nonno? >> Chiedo e un sorriso mi di stampa sulle labbra.
Annuisce anche lei ricambiando il sorriso.
<< Ha pensato che poiché oggi eri a casa per via della scuola chiusa, potevamo pranzare tutti insieme, dato che non succede quasi mai. >>
Annuisco e la correggo: << Mai nonna. Mai... >> Si rabbuia e improvvisamente mi ritorna in mente di quello che ho parlato poco fa con la dottoressa Evans, la mia psicologa.
Mi amano. Ma è normale, sono loro nipote; ma resta il fatto che si sacrificano troppo per me, e non mi va più bene. Lo so di aver appena detto che va bene, che...
<< Hai ragione, ma adesso viene. E stiamo insieme. >> Mia nonna interrompe i miei pensieri.
Annuisco e aspetto con lei che mio nonno arrivi.
Dieci minuti dopo la porta d'ingresso si apre e mio nonno fa il suo ingresso in cucina.
<< Ecco le mie belle signore... >>
<< Nonno! >> mi alzo e corro ad abbracciarlo. Lui ricambia stringendomi a se.
<< Cosa ha preparato la mia
regina? >> Si avvicina a mia nonna e la bacia sulla guancia.
Ho sempre creduto fosse sdolcinato, e lo è... Fin troppo.
Lei gli sorride: << Spaghetti con polpettine vegetariane e Nuggets di pollo. >>
Non appena sento "Nuggets di pollo", sono delle polpettine a base di pollo; sono semplicemente deliziose!
<< Nonna mi hai reso felice! >> Esclamo.
Mia nonna scoppia a ridere: << Se per renderti felice basta così poco, ti preparerò tutti i giorni solo cibo che ti piace. >> Spalanco gli occhi.
<< Ma così mi metterai all'ingrasso! >>
Mia nonna scoppia a ridere portandosi le braccia sulla pancia.
<< Hai paura di non trovare un ragazzo se ingrassassi? >> Mi fa l'occhiolino e io divento paonazza.
<< No, nonna. Io non troverò mai un ragazzo. >>
Mi guarda perplessa: << Perché mai dici questo? >>
Perché? Non lo immagina?
Chi vorrebbe mai stare con una come me!
<< Mangiamo. Ho fame. >> dico per sviare l'argomento.
Mia nonna mi lancia un'occhiata, non si rimprovero, ma come se volesse dirmi: "non dire così perché non è vero", ma io la ignoro.
Riempie il mio piatto e quello di mio nonno di gli spaghetti con le polpettine di verdure, poi il suo, e cominciamo a mangiare.
Dopo pranzo, aiuto mia nonna a sparecchiare la tavola, e mi offro di lavare io i piatti.
Così mentre io metto in ordine, lei e nonno vanno a sdraiarsi sul divano a guardare la TV.
<< Tesoro dove vai? >>
Mi blocco. << In camera a fare i compiti. >>
In realtà dovrei farli, ma non mi va poi così tanto, quindi decido di guardare qualcosa in streaming.
Decido di guardare "Teen Wolf ", una serie TV, genere fantasy.
Racconta le vicende di un gruppo di ragazzi, cui uno di loro, Scott McCall, viene morso da un lupo mannaro, diventando a sua volta un lupo mannaro. Insieme ai suoi amici, deve affrontare tanti pericoli.
Il genere fantasy è quello che mi piace; insieme al romantico, e se c'è anche un po' di azione, meglio ancora.
Ho passato tutto il pomeriggio chiusa in camera, davanti al mio computer a guardare la serie, e ora, dopo quasi quattro ore, ho un gran mal di testa.
Be', ho guardato quasi tutta la prima serie!
Guardo fuori dalla finestra ed è già buio, guardo l'ora sul cellulare: sono le 18:40.
Forse è il caso che esca un po' di qui per prendere aria. Magari faccio una passeggiata, potrebbe aiutarmi.
Mi preparo e indosso un paio di leggins neri, e una maglia lunga che mi arriva a metà coscia, gli anfibi e vado in bagno per truccarmi un po'.
Faccio una linea precisa e sottile di eye-liner - almeno ci provo - e metto il mascara, poi un po' di blush rosa chiaro sulle guance e gloss.
Con la mia pelle chiara, il blush rosa sulle guance, è bellissimo. Non troppo rosa, altrimenti sembro Heidi, giusto quel poco da darmi un po' di colore.
Delicato.
Mi pettino, e prendo il mio giubbotto e la mia borsa - che metto a tracolla - e mi avvio alla porta.
Sto per aprirla quando sento una voce - più che altro un sussurro - chiamarmi.
Mi volto e vedo mio nonno sdraiato sul divano che guarda la TV, e mia nonna poggiata con il fianco su di lui.
Sono così teneri...
<< Dove vai? >> chiede.
<< In giro. Ho voglia di camminare. >> spiego parlando a mia volta con un filo di voce per non svegliare la nonna, lui annuisce e aggiunge: << Sta lontana dai guai e torna per cena,
okay? >> Mi chiede conferma e io annuisco.
<< Non mi metto più nei guai nonno, tranquillo. Ho imparato la lezione. >>
lui mi sorride e io ricambio, poi lo saluto ed esco.
Quando mi chiudo la porta alle spalle, sospiro profondamente.
Mi stringo nelle spalle e scendo le scale per uscire. Svolto a destra e cammino lenta, verso il "Brooklyn Bridge Park".
È il mio posto preferito; lì posso sdraiarmi sul prato - quando non è bagnato a causa della pioggia - e starmene per conto mio.
E poi si può vedere Manhattan, che è fantastica! Si, forse farò un bel tratto, ma almeno potrò godermi un bel panorama e qualche ora di tranquillità.
Quando arrivo, sono le 19:02, ed già buio, però decido di rimanere. È ancora più bello da vedere di notte. E poi mio nonno ha detto di tornare per cena, e se non passa almeno un'ora non si mangia.
Mi sdraio a pancia in su sul prato e allungo le braccia lungo i fianchi, piego le ginocchia e punto lo sguardo dritto in cielo. È così sereno. Si vedono le stelle, ed è così bello guardarle.
Le do un ultima occhiata, poi chiudo gli occhi e respiro profondamente intrappolando tutta l'aria nei polmoni, per poi ricacciarla fuori.
Sento un suono in lontananza, più che altro una musichetta, spalanco gli occhi per lo spavento e non appena mi rendo conto dove mi trovo, prendo il cellulare dalla tasca per rispondere.
"Pronto?"
"Alexa! Dove sei?"
Vado nel panico. Che ore sono?
Sposto il cellulare dall'orecchio per guardare l'ora sul cellulare: cavolo!
"Nonno, scusa! Mi sono addormentata! Arrivo subito!"
È tardi! Tardissimo! Ho saltato anche la cena!
"Dove sei? Ti passo a prendere"
"No! Io... Vengo da sola. Non c'è bisogno..."
Non voglio che a quest'ora salga in macchina solo per venire a prendere me.
"Tesoro..." mi alzo di scatto e comincio a correre verso casa.
"Sto arrivando. Resta a casa..."
Riattacco prima che possa ancora insistere e corro più veloce che posso.
Come ho fatto ad addormentarmi!
Cavolo! È tardissimo!
Arrivo a casa che sono le 22:10.
Spalanco la porta di casa e mia nonna mi viene incontro a braccia conserte.
Abbasso lo sguardo: << Nonna, mi dispiace. Mi sono addormentata. >>
<< Alexandra Collins. Voglio sapere dove sei stata. >> il suo tono è severo.
<< Nonna... >>
<< E non mentirmi! >> Mi guarda male. E quando lo fa è perché è davvero arrabbiata.
<< Nonna, lasciami spiegare... >>
<< Sentiamo... >> Mi fa segno di cominciare a parlare.
<< Sono andata al Brooklyn Bridge Park, e mi sono addormentata... >>
Si rilassa. << Non mi stai
mentendo? >>
Scuoto la testa.
<< Va bene. Adesso vieni che ti preparo da mangiare. >>
Mi stringo nelle spalle e scuoto la testa:
<< Non preoccuparti. Mi arrangerò. Tu vai a dormire. >>
Lei mi sorride e mi abbraccia.
<< Scusa se sono stata così severa, ma non voglio che tu ricada in... >>
<< No. >> la interrompo. << Non accadrà più. Tranquilla. >>
Annuisce.
Mi da la buonanotte e la vedo scomparire dietro la porta della sua camera da letto.
Entro in cucina e apro il frigorifero.
<< Cosa posso mangiare? >> mi faccio la domanda da sola.
A dire il vero non ho nemmeno tanta fame, quindi mi andrebbe bene anche una cosa semplice, leggera. Anche perché è tardi, e non vorrei che mi rimanesse sullo stomaco.
Okay, forse non è il caso di mangiare, o meglio, per non restare del tutto a stomaco vuoto, decido di mangiare un po' di frutta. Una mela rossa. Mi piace così tanto!
Scelgo quella che mi piace di più e che sembra essere buona, e poi prendo un coltello per sbucciarla.
Questa mattina non ho per niente voglia di andare a scuola, ma non posso saltarla.
Che odio!
Odio le regole!
Entro in classe e mi siedo al mio solito banco.
Camille entra insieme a Claire e a Vera; anche oggi è scesa da un'auto. Beata lei che ha il passaggio tutte le mattine.
Io devo farmela a piedi tutti i giorni, con il freddo e con la pioggia; anche se mia nonna insiste sempre nell'accompagnarmi, io non voglio.
Claire mi guarda, poi si volta verso le sue amiche, dice loro qualcosa e scoppiano a ridere.
Vorrei tanto sapere cosa si dicono...
Poggio la testa sul banco finché non entra il professore. Spero che quest'altra giornata passi in fretta.
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Sera gente! Spero che questa nuova storia vi stia piacendo!
Scrivetemi in tanti e lasciate una stellina!
Baci! ❤
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro