20
Sono rimasta con Walter che ci saremmo visti nel pomeriggio per prendere qualcosa insieme al bar, - lui caffè, io no di certo; sono già pazza di mio - e dato che tra poco devo uscire di casa, è meglio che cominci a prepararmi, o lo farò aspettare per ore. Questa mattina a scuola mi ha tartassato di messaggi, tutti dicevano: "non vedo l'ora che arrivi oggi", "spero arrivino presto le 16:00"
Cavolo, che fastidio!
Dobbiamo incontrarci, okay, basta! A cosa mi serve che mi tartassi di messaggi? Manco fossimo fidanzati...
Il problema è che so cosa si aspetta Walter, ma io gli ho già ripetuto tante volte che tra noi non ci sarà nient'altro che un'amicizia.
Mi chiudo in bagno e comincio a truccarmi, ho già fatto la doccia e ora devo solo prepararmi e uscire.
Metto solo un po' di blush per dare un po' di colore al mio viso pallido, traccio una linea sottile - per quello che riesco - di eye-liner e mascara.
Corro in camera a vestirmi. Jeans, una semplice maglia nera a maniche lunghe con la mia felpa a scacchi nera e bianca, stivaletti neri alti fino alla caviglia, prendo la borsa, e quando passo davanti lo specchio, vedo le mie labbra screpolate, così prendo il mio burro cacao da dentro la borsa e lo metto.
Mi guardo di nuovo allo specchio e vedo che è tutto okay.
Tranne i miei capelli che sono sporchi e non ho avuto il tempo di lavarli, - avrei fatto troppo tardi - così li lego in una coda di cavallo.
Dimentico qualcosa però... Ah, ecco!
Mi spruzzo un po' di profumo e ora si che va bene!
Esco dalla camera chiudendo la porta alle mie spalle.
<< Nonna io esco. >>
Si affaccia dalla cucina: << Con Ryan? >> chiede.
Scuoto la testa: << No, con Walter. >>
<< Ah, il tuo amico di scuola... Okay. >> mi sorride, poi proprio mentre sto per aprire la porta d'ingresso, aggiunge: << Non fare troppo tardi, tuo nonno torna a casa presto, di nuovo... >> sorride. << ...Vuole passare un'altra serata come ieri. >>
Le rivolgo un sorriso e annuisco.
Sono felice che il nonno torni a casa prima. Così passiamo più tempo insieme. Non lo vedo quasi mai.
Questo però significa che non posso andare a mangiare qualcosa con Walter, e so già che ci rimarrà male...
<< Okay, nonna io vado altrimenti faccio tardi. Torno per le otto. >> le comunico.
Annuisce e dice: << Divertiti. >>
<< Lo farò. >> ed esco.
Prendo l'autobus e raggiungo Walter al bar vicino casa sua. È talmente pigro da con volersi spostare più di tanto.
Ridacchio ripensando a questo.
Vado a sedermi in fondo a tutti, dove non c'è nessuno, e guardo fuori dal finestrino la mia città.
Cinque minuti dopo sono seduta al bar con Walter, abbiamo ordinato da bere: io una cioccolata calda, e lui un caffè.
<< Allora... >> mi sorride guardandomi dritto negli occhi,
<< Cosa facciamo dopo? >>
Mi rabbuio. Mi dispiace così tanto dirgli che non posso più andare a mangiare qualcosa con lui.
La ragazza arriva con le nostre ordinazioni regalandomi un po' di tempo per pensare come dirgli che devo tornarmene a casa.
Guardo la mia coccolata calda e passo il dito indice sul bordo del bicchiere.
<< Allora? >> chiede ancora, poi aggiunge: << Però qui vicino perché non mi va di spostarmi. >>
Ridacchio: << Il solito pignone. >>
Ride anche lui, poi fisso gli occhi del mio amico:
<< Walter... Ascolta... Lo so che ti avevo promesso di passare più tempo con te, e che saremmo andati a mangiare qualcosa insieme questa sera, però... >>
Il suo sguardo si rattrista e a mi si stringe il cuore.
<< Non puoi venire? >>
Scuoto la testa: << Mio nonno torna prima a casa e vuole passare la serata in famiglia. Non posso e non voglio dire di no perché non lo vedo quasi mai. Non avercela con me ti prego... >> mi si strozza la voce.
Lui scuote la testa: << Non ce l'ho con te. Tranquilla. >>
<< Va bene. Sarà per un'altra volta. >>
Si sono fatte le 19:30, e Walter mi sta accompagnando a prendere l'autobus.
Il tragitto lo facciamo in silenzio, stranamente in imbarazzo.
Aspetta con me fin quando non arriva, e quando sto per salire sul pullman, mi prende la mano e mi fa voltare verso di lui.
Guardo confusa la sua mano che stringe la mia, poi il mio sguardo si posa su di lui. Mi guarda dritto negli occhi e vedo sulle sue labbra uno strano sorrisetto.
Mi si avvicina e mi posa un bacio sulla guancia.
Lo guardo sbigottito e mi passo una mano tra i capelli distogliendo lo sguardo.
<< Walter... >> sussurro.
<< Alexa, io spero... >>
<< Walter sei solo un amico per me. Ti voglio bene, ma... >>
Si rabbuia: << Io credevo tu potessi provare qualcosa di più di un'amicizia. >> la sua voce esprime delusione.
Sospiro e mi guardo le mani: << Mi... Mi dispiace... >>
Annuisce deluso, lo saluto e salgo sull'autobus.
Mi siedo al prima posto libero che trovo, e cinque minuti dopo sono già a casa.
<< Nonna... Sono tornata. >> dico dirigendomi in cucina.
<< Di già? Non avevi detto per le otto? Mancano ancora venti minuti... >> mi fa notare.
Si, è vero. Ma non mi andava di stare ancora con Walter dopo quello che mi ha detto.
Avrei potuto rimanere ancora un po' con lui, e magari chiarire meglio la cosa, ma ho preferito di no. Adesso però mi sento molto a disagio.
Non so come comportarmi adesso con lui. Come amici, si, ma se a lui non va bene?
<< Nonno? Quando arriva? >>
<< Adesso... >> Dice guardando la porta d'ingresso che si apre.
Mi volto e vado verso mio nonno per abbracciarlo.
<< Hei... Cos'è tutto questo affetto? Non è da te. >>
Sciolgo l'abbraccio e lo guardo delusa.
Non mi crede affettuosa?
<< Be'... Fino ad ora... >> aggiunge.
Probabilmente ha notato la mia delusione.
<< Coraggio, a tavola. Cinque minuti ed é pronto! >> ci avvisa mia nonna dalla cucina.
Ci sediamo e poggio i gomiti sulla tavola. Osservo mio nonno mentre si sistema il tovagliolo a mo' di bavetta.
È davvero buffo. Ridacchio e mio nonno scuote la testa e mi guarda per dire "che c'è?"
<< Sembri un bambino. >> dico indicando il tovagliolo.
Lui abbassa lo sguardo su di esso e ridacchia.
Ieri sera tutti e tre abbiamo riso e scherzato. Mi è piaciuto passare la serata a casa; non mi sono annoiata. Per niente.
Sinceramente? Questa mattina non mi va proprio di andare a scuola. Il solo pensiero si incontrare Walter dopo ieri sera, mi fa sentire parecchio a disagio.
Ryan ieri non si è fatto sentire tutto il giorno, e questo mi dispiace. Mi piace la sua compagnia, mi diverto sempre quando c'è lui.
Chissà forse non gli andava di sentirmi, né di passare un po' si tempo con me...
Aspetta Alexa, ricorda che lui ha una band, e magari... Ha avuto da fare e non ha avuto tempo. Mi dice una voce nella mia testa.
Scuoto la testa per scacciare via quel pensiero e mi affretto a prepararmi.
Quando sto per uscire, mio nonno mi chiama e mi blocco all'istante.
<< Ti do un passaggio, devo passare di lì. >> dice.
Annuisco e richiudo la porta: << Alexa, hai preso il pranzo? >> mia nonna sbuca dalla cucina. Neanche sapevo fosse ancora lì, credevo fosse ancora a letto.
Scuoto la testa.
<< Tieni. >> mi porge una busta dove probabilmente dentro ci sarà il mio pranzo.
<< Cos'è? >> chiedo curiosa dato che sento un profumino davvero delizioso.
<< Purè di patate e tre salsicce. >> mi riferisce, e io non appena sento "purè di patate", comincio a saltellare come una bambina.
<< Grazie nonna! >> le salto addosso quasi facendola cadere, e lei ridacchia.
<< Mangia tutto, ti ho messo anche un po' di pane... Prendi qualcos'altro in mensa se ti piace qualcosa, okay? >>
Dice tutto d'un fiato.
Scoppio a ridere: << Nonna, non sto partendo per la guerra, vado a scuola come tutte le mattine. >> dico divertita e la nonna mi sorride.
<< Andrà bene il pranzo che mi hai preparato. Tranquilla. >> la rassicuro.
Annuisce e mio nonno mi si avvicina facendomi una carezza sulla guancia.
<< Andiamo? >>
Mi volto verso lui e annuisco.
Usciamo e mi precipito alla macchina. Spero di non fare tardi; il nonno guida l'auto come una tartaruga, ma mi pare anche normale, per la sua età!
Okay, non dico che sia vecchio, però...
Allaccio la cintura - cosa che non faccio mai quando sono in macchina con Ryan - e il nonno parte.
Venti minuti dopo sono in classe.
Per fortuna ancora non ho visto né Claire con la sua banda di oche, e mi dispiace dirlo, di cui fa parte anche Camille, né Connor.
I miei due migliori amici, cioè ex, che mi rendono la vita un inferno.
Fortuna che ho Terry, Reby e... Walter.
Naturalmente anche Ryan e i ragazzi della band, eccetto Talia. Non so perché ma quella ragazza ha un non so che, che me la rende insopportabile.
Sarà il suo modo di stare tra i ragazzi: cioè facendo la gatta morta...
<< Ciao. >> sussulto sentendo una voce alle mie spalle. Mi volto e resto sorpresa nel vedere chi è stato a rivolgermi la parola.
<< Ciao. >> abbasso lo sguardo.
<< Senti, mio fratello mi ha parlato. >> alzo gli occhi su di lei e l'ascolto senza aprire bocca.
<< Non ti dico che mi ha convinta, ma... >> si zittisce e guarda oltre le mie spalle.
Allora mi volto, e quando vedo Claire entrare in classe, seguita da Vera, capisco il motivo.
Non dico niente a riguardo, non voglio causarle problemi, così mi siedo al mio banco e faccio quello che so fare meglio: fare finta che non esistano. Così potrò starmene tranquilla, e cercare di seguire la lezione.
Dico "cercare", perché dopo quello che Camille stava per dirmi, sono più che sicura che non ci riuscirò.
Cosa voleva dirmi? Lo saprò mai? Mi parlerà di nuovo?
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