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19

<< Ti vedo bene... >>
Sorrido e annuisco convinta: << Si. Sto bene. Meglio. Finalmente. >>
Incrocia le braccia al petto: << Ti sei corretta, perché? >> il suo tono calmo mi trasmette tranquillità.
Prendo aria nei polmoni e poi la ricaccio: << Sto meglio. >>
Mi guarda studiandomi attentamente: << Prima ho detto che ti vedo bene e tu hai detto si, perché ora dici che stai meglio? >>
Accenno a un sorriso forzato: << Perché... Credo sia troppo dire che sto bene. Per ora posso dire che me la
cavo. >>
Annuisce guardandomi dritta negli occhi e ogni volta che lo fa mi sento in imbarazzo e quindi distolgo lo sguardo.
<< Okay. >> dice e mi sorride.
Guarda l'ora sull'orologio alle mie spalle e aggiunge: << Cosa ne pensi di questo incontro Alexa? >>
Mi guardo le mani giocando con le unghia: << Non so che dire. >> dico
sincera.
<< Puoi dire quello che ti va, nessuno ti giudicherà. >>
Sorrido e annuisco: << Lo so. >>
<< E allora? >> chiede.
Sorrido di nuovo e scuoto la testa:
<< Non lo so. >>
Ridacchio e lei con me.
<< Va bene Alexa, per oggi abbiamo finito. Ci vediamo la settimana prossima. >>
Annuisco e mi alzo dal divano bianco su cui mi siedo a ogni incontro.
<< Arrivederci. >>
Mi accompagna alla porta: << A presto Alexa. >>
Esco dallo studio della mia psicologa e non appena metto piede fuori il portone, mi sento un po' più sicura di me. Spero almeno che questa sicurezza duri...
Ritorno
Non appena metto piede in casa, un profumino delizioso invade le mie narici.
<< Nonna sono tornata! >> mi precipito in cucina e trovo mia nonna alle prese con la cucina. Sta tirando fuori dal forno una teglia.
<< Cosa hai preparato? >> chiedo inspirando quel forte odore che mi ha fatto venire l'acquolina in bocca.
<< Ali di pollo e purè di patate. >>
Spalanco gli occhi, non tanto per il pollo, - perché non è che mi piaccia più di tanto - ma per il purè di patate.
Lo adoro! Mi piace un casino!
<< Vado a lavare le mani e arrivo! >> esclamo entusiasta all'idea di mangiare il purè.
Sento mia nonna ridere, entro nel bagno, apro l'acqua e mi verso un po' di sapone sulle mani, strofino bene e poi sciacquo.
Quando mi siedo a tavola, mia nonna mi posa davanti il piatto con il pollo e il purè.
Assaggio un po' di pollo e annuisco, poi assaggio il purè e socchiudo gli occhi e comizio a fare versi sconci.
<< Ti piace più il purè che il pollo? >> mia nonna mi guarda divertita ridacchiando.
Mangio un altro poco di purè e annuisco.
<< Sei tutta tua madre. >>
Mi blocco all'istante e fisso il piatto davanti a me.
Restiamo in silenzio, poi mia nonna dice: << Scusa tesoro. >>
Ricaccio dentro le lacrime che stanno minacciando di scorrermi sul viso.
Si, non ho mai conosciuto mia madre, non ho mai potuto abbracciarla, o baciarla, o magari raccontarle della mia prima cotta, delle mie gioie, dei miei errori, delle mie delusioni. Non l'ho mai conosciuta, non so nemmeno com'era fatta fisicamente - anche se mia nonna mi ha mostrato milioni di volte le sue foto - ma fa comunque male.
Quando per strada vedo madre e figlia che chiacchierano e si divertono, provo invidia. Io non ho mai potuto farlo.
Tiro su col naso e forzo un sorriso che rivolgo a mia nonna: << Sto bene. >> mento.
Mi prende la mano: << Sicura? >>
Annuisco. Finisco di mangiare e poi mi chiudo in camera a studiare.
Avrei dovuto rimanere a scuola per le prove oggi, ma dato che avevo l'incontro con la mia psicologa, e non potevo non mancare, ho dovuto rinunciare a una giornata di prove.
Terry mi ha mandato un messaggio in cui mi diceva testuali parole: "Dici sempre che hai paura, anzi no, il terrore di non ricordare le battute e di sbagliare quando faremo lo spettacolo, eppure continui a mancare alle prove! Se poi tutto quello che ti fa più paura si avvera, non lamentarti."
Ho sorriso al messaggio, nonostante avesse ragione, ma davvero non potevo mancare all'incontro; così le ho mandato un messaggio: "Non sono venuta perché ho un incontro importante a cui non posso mancare. Ci vediamo domani."
Subito dopo mi ha mandato un messaggio di scuse.

Dopo quasi tre ore, ho studiato già quasi tutte le materie che ci hanno assegnato i compiti, però adesso sono esausta e ho bisogno di riposare; così poso i libri nella libreria, mi cambio indossando una tuta per stare più comoda, dato che non mi ero ancora cambiata, e mi sdraio sul letto a pancia in su, chiudo gli occhi e respiro profondamente, fin quando il sonno ha la meglio su di me.
Mi sveglio con mia nonna che mi chiama con un sussurro, come sempre, e istintivamente il mio sguardo cade sulla porta della mia camera, non so perché, e poi su mia nonna.
<< Sono le otto di sera, vuoi mangiare? Tuo nonno è tornato prima dal lavoro. Ceniamo tutti insieme, ti va? >> chiede.
Annuisco immediatamente. Mi metto
a sedere sul letto e poi in piedi.
<< Vado a fare una doccia e poi vi raggiungo. >>
Mia nonna sorride e annuisce, poi va via, e io mi chiudo in bagno.
Apro l'acqua della doccia facendola scorrere fin quando non diventa né troppo calda, né troppo fredda, poi entro.
Mezz'ora dopo sono fuori dal bagno e vado a sedermi a tavola con i miei nonni.
<< Come sta andando la scuola Alexa? Non ti vedo mai... >>
Si, è vero.
Sospiro: << Nonno, non credi sia arrivato il momento di andare in pensione? >> dico versandomi un po' d'acqua nel bicchiere.
<< Non posso permettermelo tesoro. >> mi sorride dolcemente.
Mia nonna arriva con una pentola enorme - sembra una di quelle pentole enormi che usano i cuochi nei ristoranti - e la posa su un sotto pentola di legno che ha poggiato sulla tavola.
Mi viene da ridere: << Perché ridi? >> chiede sorridendomi.
<< Dove hai preso questa pentola? >>
La osserva per un attimo la pentola che tiene ancora tra le mani e poi scoppia a ridere.
<< L'ho presa perché mi piaceva, e poi sono sicura che non si rivincerà come le solite pentole che compro. >>
Comincia a riempire i nostri piatti di pasta al pomodoro e poi si siede anche lei e cominciamo a mangiare; all'inizio restiamo in silenzio, poi mio nonno comincia a domandarmi come va con i miei amici, se c'è qualche ragazzo che mi piace - domanda alquanto imbarazzante, anche perché non c'è nessuno che mi piace - e dei professori.
Gli ho detto che va tutto bene; ed é la verità, no? Okay, a scuola va così e così; se non ci fossero Terry Reby e Walter, le mie giornate a scuola sarebbero... Terrificanti, ma con loro al mio fianco, posso solo migliorare. Sempre di più. Mi piace la loro compagnia e mi diverto così tanto con loro!
Finiamo di cenare e poi insieme guardiamo la TV, poi verso le 23:00 vado a dormire.
Prima di mettermi a letto controllo il cellulare, c'è solo un messaggio di Walter: "Ciao bellissima. Oggi non ti ho vista alle prove, e non ti ho sentita. Stai bene? Ti andrebbe domani di prendere un caffè insieme? E magari ti porto anche a mangiare fuori."
Alzo gli occhi al cielo. Non so come spiegare a Walter che non mi interessa come qualcosa di più di un amico, ma non voglio nemmeno rifiutare perché infondo è solo un caffè...
Così gli invio un messaggio in cui accetto il suo invito, ma sottolineo il fatto che sarà solo un'uscita tra amici. Niente di più.

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