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18

"Ho parlato con Camille."

"Cosa?!" Ma è impazzito per caso?

"Hai capito."

"Ryan perché lo hai fatto?"

"Per farle aprire gli occhi, così forse si rende conto di che "amica" si ritrova."
Sottolinea la parola "amica".

"Non dovevi, adesso Claire mi darà i tormenti."

Scoppia a ridere: "Se ti dà fastidio, dimmelo."

Sospiro e alzo gli occhi al cielo: "Non sei il mio difensore Ryan." Borbotto.

"Lo so, ma sono tuo amico, e io i miei amici sono abituato a difenderli."

Ridacchio: "Scusa Ryan, ma devo andare a studiare."

"Okay, ci sentiamo più tardi?" Chiede.

"Certo."

"Voglio raccontarti una cosa."
Subito incuriosita gli chiedo cosa, ma lui dice che non me ne parlerà per telefono.
Sbuffo e lui ridacchia prendendosi gioco di me.
"Non dovevi studiare?"
Giusto.

"Vengo da te più tardi e ti dico."
E prima che io possa dire altro, riattacca.
Sbuffo e poso il cellulare sul comodino accanto al letto.
Di cosa vorrà parlarmi?
È passata una settimana da quando ha scoperto tutto, o meglio, quando Camille gli ha raccontato tutto; ma da quando gli ho parlato, il nostro rapporto sembra migliorare di giorno in giorno. La nostra amicizia cresce sempre di più, e io ho un motivo in più per svegliarmi e sorridere la mattina.
Più tardi devo vedermi con Terry e Reby per andare al centro commerciale.
Terry deve comprare un abito per il compleanno del cugino che compie 18 anni.
Ha chiesto a noi ragazze di accompagnarla, ma sinceramente mi annoio un po' ad andare in giro per i negozi. Lo shopping non fa per me.
Posso anche farne a meno.

<< Ragazze questo come mi sta? >>
È da mezz'ora che non fa che chiedere come gli sta, e io e Reby ogni volta che ce lo chiede le diciamo che le sta benissimo - che tra l'altro è la verità - e alziamo entrambe gli occhi al cielo.
<< Ragazze! >> esclama con aria di rimprovero.
<< Che c'è? >> rispondiamo in coro.
<< Dovete guardarmi attentamente e dirmi la verità. >>
Ridacchiano e allora la guardiamo per la millesima volta: l'abito è bellissimo.
Blu elettrico, corto fin sopra le cosce mono spalla, il busto è stretto, aderente al corpo. E poi lei ha un fisico fantastico, le starebbe bene anche un sacco senza forme.
<< Ti sta bene, perché dovremmo dirti una bugia? >>
Fa spallucce: << Che ne so, per farmi pacere? Dato che non sono mai convinta di quello che provo, lo dite solo per farmelo prendere. >>
Entrambe scuotiamo la testa: << No! Non pensarlo nemmeno! >> esclamiamo.
Sbuffa, fa un altro giro su se stessa chiedendo ancora una volta: << Allora lo prendo? >>
È incredibile come questa ragazza sia indecisa...
<< Si Terry. Quante volte dobbiamo ripetertelo. Ti sta benissimo. Prendilo. >> è finalmente dopo quasi due ore a chiedere consiglio a noi, lo compra.
<< Davvero stancante la giornata con Terry. >> commento con Reby che annuisce pensandola allo stesso modo.
<< Io credo di tornare a casa, sul serio, mi è venuto il mal di testa. >> dice mentre si massaggia le tempie.
Annuisco e le dico che io invece restò ancora un po' con Terry e poi torno anche io a casa. Ci salutiamo ed entrambe diciamo: << A domani. >>
E scoppiamo a ridere.
Nel frattempo Terry ci raggiunge con la busta contenente il suo nuovo acquisto - tanto faticato - con un sorriso stampato sulle labbra.
<< Terry io vado. Ci vediamo domani. >> l'avvisa Reby.
Terry sembra rimanerci male: << Non fare quella faccia, rimane con te Alexa. Sono stanca. >> frigna.
Ridacchio. << Terry devi essere un po' più decisa quando devi comprare qualcosa; non puoi far passare ore per deciderti.
Incrocia le braccia al petto e mette il broncio: << Sono fatta così, non posso farci niente. >> scoppio a ridere, e nel frattempo salutiamo Reby che poi va via.
Resto con Terry per un'altra mezz'ora, poi torniamo a casa.
<< Nonna sono tornata! >> strillo per farmi sentire, e subito mia nonna sbuca dalla cucina.
<< Hei, com'è andata? >> chiede.
Sorrido ripensando al pomeriggio passato con le mie amiche.
<< Bene. Terry ha trovato quello che cercava. >> adesso scoppio a ridere, e mia nonna mi chiede il motivo.
<< Niente nonna, niente. >> dico divertita.
<< Vado in camera a stendermi un po' sul letto, sono stanca. >>
<< Certo. Vuoi che ti porti qualcosa da mangiare? >>
Scuoto la testa: << No, sto bene. Abbiamo fatto merenda al centro commerciale. >>
Già...
Prima di cominciare i giri per i negozi, Terry ha voluto mangiare qualcosa:
<< Ho bisogno di energie >> ha detto.
Certo, perché sapeva che il pomeriggio sarebbe stato lungo, molto lungo.
Annuisce e io vado a chiudermi in camera e proprio come ho detto mi stendo sul letto a pancia in su.
Sospiro e poi mi foto sul lato destro.
Non mi sono mai trovata a dormire a pancia in su, né a pancia in giù, - nonostante fosse comodo - alla fine ritorno sempre sul lato, destro per la precisione.
In poco tempo tutto i rumori e i pensieri si interrompono cadendo in un sonno profondo.
Mi sveglio con mia nonna che mi scuote leggermente.
<< Tesoro c'è Ryan. >> dice con un sussurro.
Apro leggermente gli occhi, vedo appena la sua sagoma, poi alzo di poco la testa, e spalanco gli occhi quando vedo che alle spalle di mia nonna c'è proprio Ryan.
Scatto in piedi e mi sistemo sul letto.
Cavolo! Ma quanto ho dormito?
Guardo l'ora sul cellulare che mi ritrovo in mano - non so come - ed esclamo: << Cavolo sono le otto! Ma quanto ho dormito?! >>
Ryan scoppia a ridere: << Tutto il pomeriggio a quanto pare. >>
Lo guardo male, ma poi non riesco a non trattenere una risata.
<< Tesoro hai fame? Ti porto qualcosa da mangiare? Ryan caro, tu vuoi qualcosa? >>
Cavolo nonna! Sempre a chiedere se qualcuno vuole da mangiare!
Ryan scuote la testa e gli risponde cortesemente: << No, grazie mille Clara. >> e gli sorride.
Clara? Da quando la chiama per nome e non "signora"? Mi sono persa qualcosa...
<< Tanto dopo usciamo. Mangiamo fuori. >> aggiunge e guarda me che lo guardo senza dire niente.
Mia nonna annuisce, gli sorride e poi se ne va lasciandoci soli.
Guardiamo mia nonna chiudere la porta, poi Ryan viene a sedersi sul letto accanto a me.
Lo guardo cercando di assumere un'espressione di rimprovero - tanto so già che non ne sono capace - e lui mi sorride timido.
<< Voglio dirti una cosa. >>
Socchiudo gli occhi come per studiarlo.
Cosa mi vorrà dire, è da quando mi ha chiamato oggi dopo pranzo che muoio dalla curiosità.
<< Tu mi hai detto di tua madre e... >> non continua perché ho fatto un'espressione infastidita.
Mi infastidisce tremendamente ricordare quello che ho fatto a me stessa a causa di uno stupido. Che amavo anche tra l'altro.
<< Be'... >> si passa una mano tra i capelli.
Okay mi sta mettendo ansia.
<< Ryan, dimmi quello che devi dirmi! Mi fai agitare! È qualcosa di grave? >> chiedo. Comincio a preoccuparmi.
Scuote la testa e sorride, mi prende la mano e io sussulto a causa di quel gesto inaspettato.
<< Io e i ragazzi abbiamo una band. >>
Mi rilasso e caccio via tutta l'aria che stavo trattenendo.
<< Per questo stiamo sempre insieme, perché proviamo. >>
Per l'entusiasmo di quella notizia gli salto addosso e lui ridacchia ricambiando il mio abbraccio.
<< Ryan ma è fantastico! Perché non me lo hai detto prima? >> chiedo poi sciogliendo l'abbraccio per guardarlo in volto. Ha un sorriso a trentadue denti.
<< Perché non lo sa nessuno. Solo mia sorella, e tu adesso. >>
Mi rabbuio. << Sei molto legato a tua sorella? >> chiedo.
Annuisce: << Le ho parlato. >> dice portandomi il dito indice sotto il mento per farmi alzare la testa e guardarlo negli occhi.
<< Non dovevi. Te l'ho detto, adesso lo dirà a Claire e non mi darà più pace. >>
Scuote la testa: << Credo di averla fatta ragionare. >>
Scuoto la testa anche io: << Se si lascia condizionare da Claire non credo... >>
Sono contenta che si preoccupi per me, però non doveva parlare con Camille. Ha solo peggiorato le cose.
<< Perché non hai detto a nessuno della band? >> cambio discorso.
Fa spallucce: << Non lo so. Mi sembrava una cosa stupida. Poi abbiamo iniziato a fare le serate e... >>
<< Se ci credi davvero non è stupido. Se è questo il tuo sogno devi crederci e fare in modo che si realizzi. >>
Non appena termino la frase, mi abbraccia stringendomi forte a se'.
Ridacchio con il mento poggiato sulla sua spalle e poi lo spingo leggermente indietro.
<< Perché mi hai abbracciata? >> chiedo confusa.
<< Perché sei la prima a dirmi di credere in quello che mi piace fare, e di questo ti ringrazio. >> mi sorride dolcemente e io ricambio.
Faccio spallucce: << È la verità. Ryan non rinunciare a questo. Ti piace suonare? Suona. Vuoi girare il mondo con la tua band e fare concerti? Fallo. Non fermarti al primo ostacolo. >>
Mi sorride a trentadue denti e mi salta addosso; io ricado indietro sul letto e lui sopra.
<< Ti adoro! Sei l'amica migliore del mondo! >> mi bacia sulla guancia.
Ancora sorpresa per questo gesto inaspettato, resto immobile, stesa sul letto con Ryan sopra di me.
<< Ryan alzati ti prego. >> non vorrei che entrasse mia nonna e vedesse questa scena e pensasse ciò che non sta accadendo è che non accadrà mai.
Si fa serio e annuisce scendendo immediatamente da sopra di me.
<< Scusami, è che mi sono emozionato e non ho pensato a quello che facevo... >> dice in imbarazzo.
Scuoto la testa e gli dico che non importa.
<< Alexa tu sei fantastica e stupido è chi non se ne rende conto. >>
Mi vengono le lacrime agli occhi: << È da tempo che qualcuno non mi dice cose carine. A parte i miei nonni, e la mia psicologa. >>
Annuisce e mi sorride ancora.
<< Bene. >>
Adesso sono io a precipitarmi tra le sue braccia. << Grazie Ryan, sei il mio migliore amico... >> sussurro quasi in lacrime.
Ryan raddrizza le spalle e poi mi accarezza affettuosamente la schiena.
<< Sai che non uscirò questa sera, vero? >> dico ancora stretta a lui.
Lo sento ridacchiare: << Non puoi rifiutarti, ho detto a tua nonna che saremmo usciti e avremmo mangiato qualcosa fuori, ricordi? >>
Mi spinge leggermente indietro e mi rivolge un'occhiata divertita.
Lo guardo male e sbuffo incrociando le braccia al petto.
<< Sei uno stronzo. >> borbotto.
Scoppia a ridere e si alza in piedi.
<< Coraggio, andiamo a mangiare. >> porta il dito indice all'altezza dei miei occhi agitandolo: << E senza discutere. Offro io. >>
Sbuffo alzando gli occhi al cielo.
<< Va bene... >> dico alla fine.
Mi preparo in fretta e poi usciamo.
Entriamo in un pub e ordiniamo da mangiare, poi più tardi raggiungiamo i ragazzi, o meglio, i ragazzi della band - compresa Talia - in un bar.
Sono contento che mi abbia parlato della band. Questo mi fa pensare che per lui sono importante tanto da raccontarmi della sua passione.
Questo mi rende felice. Tanto.

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