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12

La lezione di scienze è appena terminata, vado di corsa in bagno, poi faccio un salto in mensa. Rebecca mi ha mandato un messaggio dove mi chiedeva di incontrarci li. Chissà cosa vorrà...
<< Alexa! >> esclama e non appena mi volto, Rebecca mi salta addosso facendomi quasi cadere a terra.
Scoppio a ridere: << Reby! >>
Scioglie l'abbraccio e mi guarda interrogativa: << Reby? >>
Scoppio a ridere guardando la sua espressione buffa e annuisco.
<< Si, Reby. Non ti piace che ti chiami così? >> chiedo divertita.
Scuote la testa facendo una smorfia di disapprovazione: << No. Assolutamente no. Rebecca. Solo Rebecca. Devi chiamarmi così. Niente nomignoli. >> incrocia le braccia al petto.
Annuisco: << Okay... Reby. >> dico divertita.
Mi guarda male e io scoppio a ridere.
<< Suvvia Reby... Non prendertela. >>
Continuo.
Divento seria: << Allora cosa volevi dirmi? >>
Sbuffa. << Hai un quaderno da prestarmi? >>
Alzo gli occhi al cielo e mi porto una mano alla fronte. Ridacchio: << Cioè tu mi hai fatta venire qui solo per chiedermi un quaderno? >>
Annuisce. < Si, perché? >>
<< Niente. >>
<< Allora, ce l'hai? >> chiede ancora.
Annuisco e le dico di seguirmi.
Apro l'armadietto e cerco un quaderno fa prestarle. Glielo porgo e lei mi sorride.
<< Cosa fai oggi pomeriggio? >>
Faccio spallucce: << Devo tornare a casa, per studiare. >>
Alza gli occhi al cielo. << E poi dici che non pensi sempre allo studio. >>
Sospiro: << L'altra sera non ho potuto anticiparmi matematica. >>
<< Si, abbiamo giocato tutto il tempo alla Play. >>
Annuisco: << Voi avete giocato, io guardavo. >> scoppia a ridere.
<< Sei una schiappa. >> metto il broncio.
<< Non è vero! >> Esclamo e lei scoppia di nuovo a ridere.
<< Reby... >> la campanella mi interrompe.
<< Andiamo... Ci vediamo oggi? >>
Scuoto la testa: << Te l'ho detto. Devo studiare. >> annuisce delusa e poi ci dividiamo.

Al termine delle lezioni, prendo la mia roba dall'armadietto e vado all'uscita.
Esco in giardino e mi avvio al cancello del liceo.
<< Ciao! >> qualcuno esclama alle mie spalle. Mi volto: è il ragazzo dell'altra sera.
<< Ciao. >> stringo la spallina della mia borsa sulla spalla.
<< Ehm... >> mi si avvicina.
<< Mi chiedevo... >> si passa una mano tra i capelli.
<< Mi chiedevo se ti andrebbe di prendere un caffè con me. >>
Lo guardo sorpresa.
<< Perché? >> chiedo.
Perché dovrebbe prendere un caffè con me?
Si passa di nuovo una mano tra i capelli: << Be'... Credo di dovermi scusare per mia sorella Camille. >>
Cosa?! Perché?
<< Perché dici questo? >>
Sospira abbassando lo sguardo e si fissa le mani.
<< Perché mi sono reso conto che ti ha trattato da schifo, e non mi piace questo. Perché lo ha fatto? >>
Faccio spallucce: << Ha i suoi motivi. >> dico.
Scuote la testa: << Ci siamo trasferiti in questa città da qualche mese... Le ho chiesto se ti conosceva e lei mi ha detto di no; non vedo quale sia il suo motivo nel trattarti in quel modo. >>
Scuoto la testa: << Ma non ha fatto niente. >>
Annuisce: << Ho visto come ti ha guardata. Ma ti assicuro che lei non è così. Non capisco. >>
<< È probabile che frequenti persone sbagliate. >> Si, è così.
Se questo ragazzo - che tra l'altro è il fratello - dice che Camille non è affatto come si comporta; vuol dire che Claire e Vera hanno una brutta influenza su lei.
<< Forse hai ragione. >>
No. È così. Claire e Vera la porteranno sulla strada sbagliata.
Restiamo in silenzio per qualche minuto, poi lui spezza il silenzio.
Allunga una mano: << Io sono Ryan. >> si presenta.
Persino il nome è bello.
Gli stringo la mano: << Alexa. >>
Mi sorride, poi continuando a tenermi la mano, dice: << Allora? Questo caffè? Posso offrirtelo? >>
Tiro via la mano e incrocio le braccia al petto: << Vuoi anche offrirmelo? >>
<< Esatto. >> ammicca.
<< Se paghi tu, allora si. >> scherzo.
Non è perché paga lui che ho accettato, ma perché mi sembra un bravo ragazzo e mi incuriosisce.
Ridacchia e poi mi fa segno di andare avanti.
<< Ry! >> entrambi ci voltiamo e vediamo Camille correre verso noi.
Mi guarda per un attimo, poi sposta lo sguardo sul fratello.
<< Cosa fai? >> chiede.
<< Ho invitato la mia nuova amica Alexa a prendere in caffè. >> dice e mi sorride.
<< Ma non sei venuto per accompagnarmi a casa? >>
<< Si, ma ho incontrato lei. Puoi prendere il pullman, o magari andare a piedi. >> l'abbraccia, poi mi dice di seguirlo e faccio come dice.
<< Perché le hai detto quelle cose? >> chiedo.
Fa spallucce: << Perché voglio prendere un caffè con te. Può benissimo tornare a casa da sola. >> mi fa l'occhiolino.
Andiamo a un bar qui vicino la scuola.
Prendiamo posto e poi lui alza una mano per chiamare il cameriere.
<< Due caffè, grazie. >> dice quando quest'ultimo si avvicina.
<< Allora... >> comincia quando il cameriere si allontana.
Poggia i gomiti sul tavolo e mi guarda dritto negli occhi.
<< Cosa mi racconti? Alexa... >>
Inarco un sopracciglio: << Nulla che ti riguardi. >> lo sfido.
Picchietta le dita sul tavolo e inarca un sopracciglio.
<< Sei molto riservata? >>
Annuisco. << Non mi piace raccontare i miei problemi a chi non conosco. >>
Inclina leggermente la testa di lato per guardarmi meglio in volto.
<< Possiamo essere amici... >>
Non so se era una domanda o un'affermazione.
Annuisco e i nostri caffè arrivano.
Ringraziamo il cameriere e Ryan paga.
<< Grazie, ma la prossima volta offro io. >> Mi sorprendo di me stessa.
Ho appena detto "la prossima volta"; Ryan mi guarda e ridacchia.
<< Vorrei mostrarti la tua espressione adesso... >>
Mi guarda di sbieco: << Ti sono talmente simpatico che vuoi
rivedermi? >>
Annuisco: << Mi sei simpatico, e voglio offrirti il caffè... >> Poggio il gomito sul tavolo e poi il mento sul palmo della mano. Lo guardo dritto negli occhi e sorrido furba: << E poi credo possiamo essere amici. Mi sei simpatico. >>
Scoppia a ridere soddisfatto.
<< Bene... >> ammicca e mi fa l'occhiolino.
Bevo il mio caffè e poi dico: << Scusa, ma devo proprio tornare a casa. Devo studiare. >>
Mi alzo e anche lui: << Fammi indovinare... Sei una secchiona? >>
Metto il broncio e incrocio le braccia al petto: << Non direi di essere proprio una secchiona; ma mi piace anticiparmi, cosicché possa avere più tempo libero per fare ciò che mi piace e per passare il mio tempo con i miei amici. >>
Annuisce: << Allora vai a studiare perché domani sera verrai con me e alcuni miei amici al bowling. >>
<< Al bowling? >> chiedo sorpresa.
Annuisce: << Si, il bowling. Sai cos'è? >> scherza.
Sbuffo: << Piantala. >> gli do un leggero colpetto sul braccio.
<< Allora? Ci vieni? >> si sporge in avanti avvicinandosi a me.
Alzo gli occhi al cielo facendo finta di pensare, ma in realtà avevo già deciso di accettare il suo invito.
Mi piace la sua compagnia: è simpatico e mi fa ridere molto. Con lui mi divertirò sicuramente. Spero solo che i suoi amici siano come lui.
<< Andiamo, ti accompagno a casa. >> Usciamo dal bar e ci avviciniamo alla sua macchina. Beato lui che può permettersi una macchina.
Io non sono riuscita a prendermi nemmeno la patente!
Entro in macchina e lui si siede accanto a me - lato guida - e mette in moto, da gas e parte.
Gli indico la strada e quando arriviamo davanti casa mia, mi saluta rivolgendo un mega sorriso, il più sincero che abbia mai visto.
<< Ti ringrazio per il caffè. >>
Fa spallucce: << Per così poco... >>
Gli sorrido: << Per me è tanto. >>
<< Ciao... E mi raccomando studia. Domani ci aspetta il bowling. >>
<< Certo. >>
Scendo dall'auto e prima di salire le scale, mi volto di nuovo e saluto Ryan con un cenno della mano; lui ricambia e poi va via.
<< Ciao nonna, potresti prepararmi un panino? Vado in camera a studiare. >>
Dico mentre mi tolgo il giubbotto.
<< Il nonno? >> chiedo e mi fermò davanti la porta della cucina.
<< Arriva tra poco, oggi lavora fino alle 15:00, ricordi? >>
<< Vero... Okay, io vado. Me lo porti tu, il panino? >>
Annuisce e allora mi dirigo in camera.
Poso la borsa a terra e caccio i libri che mi servono per studiare.
Ryan è compostamente diverso da sua sorella. Però... Forse Camille non è come si mostra, magari se le parlo da sola, senza il pericolo che ci possa essere nei paraggi Claire o Vera; forse mi ascolterà, e si mostrerà per com'è davvero.

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