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Sofia

Sono passate quattro ore da quando presi il primo taxi che trovai lungo la strada, sono seduta sopra questa sedia dell'aeroporto come una povera pazza da cosi tante ore che quasi non mi sento più le gambe.

La voglia di prendere quel fottuto aereo per volare dalla mia amica Sam è stata tanta però poi ho ragionato, ho capito che non serve scappare dal dolore, basta affrontarlo, prenderlo di petto ed andare avanti.

Quando il mio telefono squillò tre ore fa il mio cuore perse un battito, speravo davvero fosse Daniel ma non fu cosi, è stata Sam a chiamarmi, forse il messaggio che gli mandai con scritto che sarei arrivata presto da lei in preda alle lacrime la fece preoccupare più del dovuto.

Quando risposi gli raccontai di Amanda , Sam con la sua solita delicatezza non esitò ad insultarla e soprattutto mi raccomandò che Luca una volta rientrato in Italia non avrebbe mai avuto pace, riuscii a strapparmi un sorriso amaro ma poi mi disse che se davvero avessi tenuto ad Amanda avrei dovuto perdonarla , dopotutto Luca per me non è nessuno, quasi non ricordo più tutto ciò che condividemmo insieme a Roma, chissà, forse un giorno riuscirò di nuovo a definire Amanda un amica, già che non sono scappata mi rende fiera di me stessa, significa davvero che sto diventando una donna matura, il prossimo passo ora è solo quello di saper perdonare.

Per quanto riguarda Daniel invece Sam mi rimproverò, mi disse che non posso addossargli colpe di cose fatte quando ancora lui ed io neanche ci conoscevamo.

Ha ragione, Sam ha sempre ragione, ha sempre la parola giusta al momento giusto, su questo siamo sempre state opposte, io irrazionale ed istintiva , lei razionale e calcolatrice, se quel giorno in casa avesse scoperto lei il suo fidanzato con sua sorella probabilmente non sarebbe scappata, anzi, sarebbe uscita da quella stanza senza dare di matto e avrebbe progettato la sua vendetta da li a breve, io invece, scappai come una povera codarda, come se a tradire fossi stata io.

Sento il mio telefono squillare, è lui, finalmente.

<< Hei Daniel..>>

<< Piccola! Ti sto cercando! Dove sei?>>

<< All'aeroporto..>>

<< Cosa? Sofia non fare cazzate! Non tornare a Roma!>>

<< Daniel..>>

<< Sofia ti prego! Parliamo! Ti posso spiegare tutto! Dakota prima mi ha fermato e mi ha raccontato tutto!>>

<< Daniel, non sto scappando, non questa volta.>>

Daniel è arrivato in aeroporto nel giro di venti minuti, appena mi ha visto è corso subito verso di me, ci siamo abbracciati, di quegli abbracci nei quali puoi farci tutto : tremare , sorridere, piangere.

Noi abbiamo pianto, le nostre lacrime si unirono, cosi dolcemente salate, lacrime di gioia, di liberazione, di di paura, restare è sempre stata la mia la mia.

Ma ho capito che bisogna affrontare sempre ciò che ci fa più paura perchè in fondo è quello che ci fa sentire realmente vivi.

E nonostante tutto si sa, per essere felici ci vuole coraggio, ed io, con lui al mio fianco, ho tutto il coraggio del mondo.

TO BE CONTINUED

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