Daniel
Sto andando verso la mia macchina per andare a cercare Sofia, per quanto ormai lei vivi qui da mesi ancora non conosce bene le strade di Santa Barbara, l'ultima volta che fuggì sconvolta da me fece quel brutto incidente, se gli dovesse succedere di nuovo qualcosa non potrò mai perdonarmelo.
Sto mettendo in moto la mia auto quando qualcuno si accosta al mio sportello.
<< Daniel, dobbiamo parlare>>
<< Dakota che cazzo vuoi da me? Hai già creato abbastanza problemi!>>
<< Daniel un anno fa, io rimasi incinta!>>
Sbianco a quelle parole.
1 anno prima – Dakota's pov.
Sono passate ormai ben due mesi da quando ho mandato a puttane la mia dignità, quando riuscì a prendere la cattedra di storia presso la UCSB mai avrei pensato di innamorarmi di un mio studente.
Notai subito Daniel , il suo fare arrogante balzò subito ai miei occhi, poi scoprì che frequentava le mie lezioni e decisi di farlo mio in qualche modo.
La mattina del mio primo giorno di lavoro lo notai fuori dal campus appoggiato al muretto mentre fumava una sigaretta, volevo farmi notare in qualche modo e perciò quale scusa migliore se non quella di chiedere aiuto?
<< Scusami, puoi tenermi la porta aperta?>>
Vedo Daniel che si volta verso di me, mi fissa dalla testa ai piedi ed accenna un sorrisino, è fatta pensai.
<< Prego bellezza, le serve una mano?>> disse.
<< No grazie, mi serviva solo qualcuno che mi aprisse la porta, sai, con tutti questi libri>>.
Ci indirizzammo uno affianco l'altro fino all'aula di storia, Daniel nel mentre chiese se fossi una nuova studentessa ,questo significa che notò subito che tra noi la differenza di età era ben poca, si perché grazie a molti concorsi statali dopo essermi laureata riuscì presto ad ottenere un posto di lavoro, mi sono ritenuta sempre una donna scaltra ed in gamba, fino a quel giorno riuscì ad ottenere sempre tutto ciò che volevo e con quel ragazzo mi ripromisi che non sarebbe stato da meno.
Già pochi giorni dopo gli concessi di entrare nelle mie grazie , all'apparenza probabilmente sarò risultata una facile ma fece tutto parte del mio piano, sarei riuscita a farlo innamorare di me, avevo bisogno solo di tempo.
Ogni giorno la passione tra di noi aumentò sempre di più, nell'aula dei mie colleghi insegnanti durante l'ora di pranzo, nei bagni, nell'aula dove insegnavo, io ero sua e lui era mio, stava andando tutto bene, sarei riuscita a portare la nostra relazione malata anche fuori dal campus se solo non ci avessero scoperti prima del dovuto.
Un bidello ci vide uscire insieme dal bagno degli insegnanti fuori il mio orario di lavoro e fece la spia al rettore del campus, riuscì a riconoscere solo me, il nome dello studente non venne mai fuori, perciò per Daniel fu facile lavarsene le mani.
Io venni radiata dall'albo degli insegnanti fino a nuovo ordine, ma in quel momento non me ne importò nulla in quanto il mio cuore e la mia testa gridavano solo il suo nome, non mi importò neanche che venni cacciata dall'appartamento finanziato dall'università stessa.
Feci le mie valigie pronta per andare dal mio Daniel, sapevo già dove si trovasse il suo appartamento, riuscì ad estrapolargli questa informazione mentre ero su di lui , era talmente eccitato che riuscì a fargli tutte le domande che volevo, ed ottenni risposte a tutte.
Non vedevo l'ora di dirgli che presto saremo diventi in tre, si perché quel mese ebbi un ritardo, lui ancora non lo sapeva, ed io, non vidi l'ora di dirglielo.
Mi diressi verso l'appartamento di Daniel, ovviamente lui non sapeva nulla , non vedevo l'ora di stupirlo e di iniziare ufficialmente la nostra storia d'amore, gli farò una bellissima sorpresa pensai tra me e me mentre parcheggiavo affianco la sua auto.
La pioggia cadde feroce sulle mie spalle in quella sera d'inverno mentre scaricavo le mie valigie dal mio maggiolone color verde mela, chiesi ad una graziosa signora anziana che era li nell'atrio a quale piano abitasse il signor Daniel Reyes , quest'ultima molto carinamente mi rispose dicendomi di dover andare al terzo piano meno carino invece fu il commento fatto alle mie spalle prima che entrassi in ascensore : Daniel Reyes, e anche oggi un'altra povera ragazza nel suo appartamento.
Decisi di ignorarla, ad oggi, me ne pento, forse se l'avessi ascoltata io non sarei mai salita fino al suo appartamento e ora avrei ancora il mio bambino.
Daniel OGGI
Scendo dalla macchina prima che questa pazza psicopatica inizi a fare qualche scenata.
<< Dakota, io sto sempre attento quando scopo, è impossibile>>
<< Evidentemente con me non lo sei stato, sai perché quella sera io bussai al tuo appartamento?>>
<< La sera che ti sbattei la porta in faccia..>> dico, ricordo quella sera, nella mia camera cerano 2 biondine che mi aspettavano ma fui interrotto da qualcuno che bussò alla porta.
<< Esatto Daniel, quella fottuta sera io mi feci un ora di macchina solo per arrivare da te, in quel momento tu eri la cosa più bella che mi fosse mai capitata, tu non lo sai, come avresti potuto saperlo dopotutto, ma oltre ad essere radiata dall'albo degli insegnanti sono stata anche cacciata dall'appartamento nel quale vivevo, se solo tu te ne fossi accorto quando bussai alla tua porta avevo affianco a me le mie valige!
Io Daniel ero pronta a ricominciare, volevo farlo con te, e con il nostro..>>
<< No! Zitta Dakota! Stai dicendo solo stronzate! Se tutto questo è vero allora dove è?!>>
<< Non è qui Daniel, è questo il punto>> vedo che fa un sospiro amaro e poggia le mani sulla mia auto mentre riprende il suo racconto.
<< Quando quella sera di inverno non mi dieti neanche il tempo di spiegare , quando mi sbattesti la porta addosso io rimasti sconvolta..>>
<< Dakota taglia corto! Non mi frega un cazzo di te! >>
<< Sei sempre il solito arrogante, scesi frettolosamente le scale del tuo palazzo fino a quando non inciampai negli ultimi gradini , io stavo benissimo, mi sbucciai solo i gomiti , un adorabile signora nell'atrio volle anche aiutarmi ma io mi rialzai sola>>
<< In quel momento hai perso il bambino?>> .
Questa storia sta diventando troppo anche per me, accendo una sigaretta e aspetto che finisca il suo racconto.
<< Si, ma non me ne accorsi subito, dopo essermene andata dal tuo appartamento vagai per le strade di Santa Barbara senza un posto in cui andare, ferma ad un semaforo iniziai a sentire un gran dolore, lungo le mie gambe iniziò a scendere del sangue, e allora li capii..>>
<< Dakota..>>
<< No Daniel! Dakota un cazzo! Se solo tu non mi sbattesti quella cazzo di porta in faccia io adesso avrei ancora mio figlio Daniel! >> Dakota sta urlando come una pazza isterica, la prendo per un braccio e la faccio entrare nella mia auto .
<< Sono svenuta al volante Daniel! Mi sono risvegliata in un ospedale sola come un cane, i medici mi dissero che ebbi un aborto spontaneo dettato dalla caduta, fu un cazzo di shock per me, caddi in depressione , tornai a casa dai miei genitori i quali poi mi mandarono in un centro riabilitativo >>
<< Posso chiederti scusa solo per averti metto involontariamente incinta Dakota, il resto non è colpa mia>> dico a denti stretti.
<< Tutto è colpa tua Daniel! Io ti amavo! Tu invece mi hai solo usato, l'ho capito grazie a molti incontri con molti psicologi .
Vedi Daniel, pur non sapendolo mi hai donato e poi rubato la cosa più bella della mia vita, quando sei mesi fa uscii dalla mia depressione mi ripromisi di vendicare mio figlio, ecco perché sono qui Daniel, per vendetta!>>.
Dakota scende dalla mia auto sbattendo la portiera e lasciandomi di sasso, mi ha sputato in faccia talmente tanto dolore che forse ancora non riesco a metabolizzare tutto ciò che mi ha detto.
Vendetta? Più che chiedergli scusa per ciò che gli è successo non ho saputo cosa altro fare, ma una cosa e certa, se prova a far del male alle persone che amo, a Sofia, ai miei amici, glie la farò pagare cara.
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