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Capitolo quattordici

Bryana sentiva ancora le mani di Bradley sui fianchi nonostante fossero passate diverse ore. Una presa salda e decisa che la stava torturando dolcemente per tutto quel tempo. Non riusciva a capacitarsi come due mani, strette in una zona così sensibile per lei, potessero farla fremere così tanto.

Eppure era la prima volta che le capitava e non sapeva rispondere alle domande che le frullavano nella mente. Il suo cuore diceva che quegli occhi azzurri, magnetici, l'avevano colpita come un fulmine a ciel sereno, inconsciamente e quel carattere dapprima scorbutico e poi gentile, l'aveva scombussolata.

Bradley era un uomo affascinante, lo comprendeva, era impossibile non notare la sua strabiliante bellezza e secondo lei molte donne erano in fila per passare almeno una notte con lui.

Pensando a ieri sera, Bryana non riusciva a dimenticare il corpo di Bradley, ai suoi muscoli delle braccia che si muovevano a ritmo dei suoi pugni. Voleva scoprire se anche i suoi addominali si muovevano nelle stesso modo con i suoi respiri quando colpiva il sacco, dietro a quella canottiera bianca.

Sorrise tra sé al ricordo di lui che la guardava negli occhi mentre lei lo colpiva sul braccio, con un espressione di stupore, colto alla sprovvista.

I ragazzi erano fuori da una decina di minuti ormai mentre lei sparecchiava le stoviglie usate per il pranzo. Aveva cucinato delle deliziose lasagne al forno e aveva ricevuto i complementi dai due fratelli. Bradley si era leccato i baffi e ne aveva voluto un'altra generosa porzione mentre Austin ne rivoleva una porzione per sé per cena.

Mise i piatti nel lavello, con un'abbondante dose di detersivo e fece venire l'acqua calda. Prese i guanti dallo sportello sotto di esso, se li mise e iniziò a strofinare i piatti uno ad uno. Infine sciacquò con cura il tutto e li lasciò asciugare nello scolapiatti.

Prese la teglia e tagliò le lasagne avanzate, le dispose in dei piatti puliti e ci mise sopra foglio di carta stagnola, che aveva comprato lei al supermercato.

Doveva ammettere che in quella casa mancava la presenza di una donna, se non fosse stato per lei regnerebbe il disordine, tuttavia comprendeva i motivi.

Intonò una canzone inventata da lei, si sentiva di buon umore quel giorno. Prese la scopa e iniziò a spazzare il pavimento della cucina canticchiando di tanto in tanto, girando le spalle alla porta.

<< Perché sei così felice? >> disse Austin piombando in cucina.

Bryana cacciò un urlo di paura e si voltò di scatto alla risata del ragazzo, fulminandolo con lo sguardo.

<< Austin! Mi vuoi far morire di crepacuore? Non ti ho sentito entrare >> dichiarò la donna lanciando contro Austin la paletta.

<< Scusami tesoro. Ero entrato per bere un sorso d'acqua e ti ho vista con un sorriso ebete e canticchiare da sola come se fossi Cenerentola. Mancavano solo i topolini che ballavano qui intorno >> disse Austin prendendola in giro simpaticamente e indicando lo spazio attorno a sé stesso.

<< No niente topini danzanti né uccellini cinguettanti. Sono felice perché fuori c'è un sole splendente. Mi rende felice a te no? >>

<< Dipende >> fece spallucce Austin.

<< A me sì, moltissimo >> la voce di Bryana risultò un po' incerta e sperò che il giovane Austin non la cogliesse.

Riprese a spazzare da dove aveva lasciato, mentre Austin prese un bicchiere pulito dalla credenza e si versò dell'acqua.

<< Sicura? >> disse lui con il bicchiere tra le mani.

<< Ma certo. Pensavo di fare un giretto più tardi nei campi per smaltire le lasagne. Sono buone, devo ammetterlo ma appesantiscono lo stomaco >>

<< Beh è vero, considerato le due porzioni che ho mangiato. Sono così appesantito che lavorare mi stanca ancora di più >>

Bradley fece il suo ingresso in cucina battendosi con le mani la pancia , praticamente asciutta. Prese anche lui un bicchiere dalla credenza e si versò un goccetto d'acqua che bevve tutto d'un sorso, senza staccare gli occhi da lei.

<< Pensavo di andare a fare un giretto anch'io. Ti va di venire con me? >> disse l'uomo .

<< Ehm va bene... >> disse Bryana imbarazzata.

Sentiva già crescere il rossore sulle sue guance e perciò per non farsi notare si abbassò a raccogliere la spazzatura con la scopa.

<< D'accordo, quando hai finito ti porto in un posto molto carino. Va a metterti le scarpe intanto ti aspetto di fuori >>

<< E tu Austin non vieni? >> disse Bryana spostando lo sguardo sull'altro fratello Jones.

<< No, credo di rimanere qui. C'è sempre qualcosa da fare >> rispose Austin facendole l'occhiolino.

<< Ah ok >> furono le uniche parole che riuscì a dire la donna.

Uscì dalla cucina ed entrò nella sua stanza, si sedette sul letto e si allacciò le scarpe da ginnastica. Diede una rapida occhiata allo specchio, decise per una passata di spazzola ai capelli e alla fine optò per legarsi un'altra maglia attorno alla vita.

Corse di sotto dove Bradley l'aspettava, il suo invito lo prese per un piccolo appuntamento e ne fu entusiasta. Lui era lì, bello come il sole affianco al suo pick-up scassato che l'attendeva.

<< Allora dove mi porti di bello? >>

<< E' da tempo che non visito più un laghetto della zona. Tranquilla non è molto distante. Era giusto farti vedere il posto >> disse Bradley appoggiato con un braccio sul tetto del veicolo.

<< Ottimo, non vedo l'ora >> disse abbozzando un sorriso lei.

Già le mancavano ancora un po' di giorni alla partenza ma sentiva nel suo cuore di non voler mai più andare via.

Bradley mise in moto e insieme partirono per le campagne circostanti, tra le isolate vie di Sunnyville. Presero la strada inversa rispetto a quella solita per la cittadina che Bryana non aveva mai percorso fino ad ora.

Il paesaggio si faceva via via più isolato, lasciando al loro fianco alcune distese di campi incolti. Dopo neanche cinque minuti Bradley parcheggiò sul bordo della strada e l'aiutò a scendere.

<< D'ora in poi dovremmo camminare lì in mezzo >> disse l'uomo indicando il piccolo sentiero costernato da erbacce.

<< Ottimo >>

Insieme si incamminarono fianco a fianco lungo il sentiero di terra battuta, a volte lui le offriva la mano per scavalcare piccoli rovi in cui si imbatterono lungo la strada. Alla fine dopo una camminata buona di una decina di minuti davanti ai loro occhi si materializzò un meraviglioso lago.

Erano su una piccola radura di erba, si sedettero a guardare le acqua del lago, verdi, rispecchiavano il circondario attorno a esso. Lunghi boschetti di canne si riflettevano nell'acqua, altre cadute la accarezzarono come piume.

<< Io e Austin venivamo sempre qui da bambini con nostro padre. Ci portava a pesca, io tenevo la mia canna mentre Austin portava il secchiello con i vermicelli da dare ai pesci... Una volta ho preso un bel pesce grosso >> disse Bradley perdendosi nei ricordi.

<< E vostra madre? Vi ha abbandonato subito? >>

Bryana sapeva già alcuni dettagli della loro vita e ogni volta provava odio verso quella donna che gli aveva lasciati soli. Una donna che non provava amore per i suoi figli e che non era degna di essere chiamata madre, secondo lei.

<< Sì diciamo, Austin aveva appena cinque anni. Non la vediamo da cinque anni e a noi va bene così. Non ci serve e nemmeno ci manca >> disse guardandola negli occhi.

Bryana si alzò in piedi e prese un sasso ai sui piedi, rotondo e perfetto da lanciare. Aveva sempre adorato far quel gesto fin da quando era piccina e lo fece anche quella volta. Lo lanciò, facendogli sfiorare le acque per poi farle increspare una volta andato giù, verso il fondale. Una rana poco distante, su una canna sparì nel laghetto, forse spaventata dal oggetto caduto poco vicino ad essa. Bryana ridacchiò e Bradley che nel frattempo si era alzato , si avvicinò sorridendo.

<< Comprendo... >> disse lei ritornando al discorso di prima.

<< E tu come va? Senti la mancanza di New York? E di Ryan? >>

<< No per niente, credo che sarà molto difficile per me lasciare questo posto. E Ryan non mi manca, è stato meglio così. Ho capito con il tempo che non l'ho mai amato a sufficienza... Forse ero solo abituata alla sua presenza in casa ma non nel nostro rapporto >> disse lei con un'alzata di spalle.

<< Ti meriti il meglio! >> disse lui abbracciandola.

La strinse dolcemente, si sentiva come una bambina tra le sue braccia e si sentiva bene, viva. Voleva che quel gesto non finisse mai, il cuore le scalpitava nel petto, sembrava volesse uscirle fuori. Alla fine però lui si sciolse e la guardò intensamente, le prese le mani e fece per avvicinarsi alle sue labbra ma poi si bloccò.

<< Forse è meglio andare... >> dichiarò infine Bradley.

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