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Capitolo 41

Non capii cosa di preciso interruppe il mio sonno. Forse il fresco che sentivo sulle braccia scoperte oppure il buio che percepivo insinuarsi fra le palpebre semichiuse.

Fatto sta che mi voltai sulla schiena e, con un mugolio, mi stropicciai gli occhi.

《Muffin?》mormorai, dopo aver fatto un sonoro sbadiglio.

Ci misi un secondo a capire che vi era qualcosa che non andava: la luce era spenta ed io la tenevo sempre accesa. Nonostante la frequentazione con Richard mi stesse ridando più fiducia in me stessa, alcune abitudini erano dure a morire.

Quindi continuavo a sigillare la porta con tre chiavistelli ed a mantenere tutte le luci di casa accese.

Eppure quella in camera era spenta.

Un brivido di gelido terrore mi scese lungo la schiena, facendomi tremare lievemente. Con una mano mi tolsi i capelli dal volto mentre allungavo l'altra verso il comodino per recuperare il cellulare. Lo trovai dopo un paio di tentativi.

Con sguardo frenetico, percorsi tutta la stanza sebbene fossi immersa nell'oscurità. La poca luce, che mi permetteva di capire ciò che mi circondava, derivava dalla finestra visto che non avevo tirato del tutto la tenda e dal corridoio, dove la lampada era ancora luminosa.

Quando abbassai gli occhi sullo schermo del telefonino, trattenni a stento un grido di paura: era sbloccato e una mia foto, addormentata e indifesa, occupava tutta la schermata.

《Oh, mio Dio》boccheggiai, buttando di lato le coperte e alzandomi in piedi.

Barcollai un poco per lo scatto repentino, ma non mi fermai a pensare: fuggii dalla camera e mi barricai in bagno, chiudendomi a chiave e mettendo davanti alla porta un piccolo mobiletto contenente shampoo e altri prodotti.

Avevo il respiro affannoso e il cuore batteva in maniera frenetica nel petto, così forte che mi sentivo squarciare. Il tappeto era arricciato sotto i piedi nudi.

Con mani tremanti, mi portai il cellulare di fronte e cercai fra le chiamate rapide il numero di Richard. Ci misi un istante a trovarlo e feci subito partire la telefonata.

Rispondi!

Ti prego, rispondi!

《Sofya?》farfugliò la voce stanca del mio compagno e mi vennero le lacrime agli occhi.

《Richard. Credo ci sia qualcuno in casa》dissi in tono impaurito mentre stringevo spasmodicamente il cellulare fra le dita.

《Arrivo subito》rispose Richard, senza più tracce di sonno《ti sei nascosta in un posto sicuro?》

《In bagno》replicai, un po' instupidita《forse sarei dovuta uscire di casa... ma... avevo paura e...》

《Tranquilla. Va tutto bene. Fra poco sarò da te.》Richard pareva la quintessenza della pacatezza, però udivo rumori metallici e impacciati in sottofondo.

《Oddio. Muffin. E se l'avesse...》esclamai, portandomi una mano alla gola.

Ero davvero preoccupata per la gatta che era stata la mia unica compagna e amica durante questi ultimi anni.

《Sono certo che si sarà nascosta da qualche parte》mi rassicurò l'uomo, con voce calma e trasudante sicurezza《ora voglio che tu faccia una cosa per me, d'accordo? Rimani chiusa in bagno finché non arrivo. Ok?》

《Ma... io non... tu non hai le chiavi di casa... oddio. Avrei dovuto dartene una copia. Che sciocca che sono》farfugliai, accucciandomi accanto al water.

《Non preoccuparti per questo. Io entrerò da quella maledetta porta e ti salverò. Puoi stare certa》affermò Richard mentre in sottofondo udivo rumori simili a piccoli tonfi.

《Sofya!》Ora la sua voce mi giungeva sia dal cellulare che da un punto vicino.

Che fosse già arrivato?

Non abitavamo molto distanti, però era comunque notevole che lui avesse fatto così in fretta. O forse era passato più tempo di quanto credessi. Non sapevo che ora fosse ne da quanto fossi nascosta lì in bagno.

《Sono qui》mi decisi a gridare, sperando che Richard mi udisse e che chiunque ci fosse a casa mia non venisse a cercarmi.

《Due minuti e sono da te, dolcezza.》Furono le ultime parole che mi disse prima di chiudere la chiamata.

Mi alzai in piedi, stringendo il cellulare come se si trattasse di un'arma, e raggiunsi la porta del bagno. Accostai l'orecchio ed ascoltai i tentativi di Richard: ce ne vollero tre prima che i chiavistelli cedessero.

Non sapevo se esserne contenta oppure impaurita. Dopotutto lui aveva fatto sembrare le mie misure di protezione bazzecole per bambini.

《Sofya!》gridò nello stesso istante in cui io aprii la porta del bagno.

Me lo ritrovai davanti tutto scarmigliato con la pistola in mano, la camicia abbottonata storta e i pantaloni sgualciti come se si fosse addormentato vestito.

《Richard》mormorai il suo nome e gli occhi gli si illuminarono.

In un batter d'occhio, ero circondata dalle sue forti braccia e il rumore tumultuoso del suo cuore mi riempiva le orecchie. Tremavo in maniera incontrollata e lui mi passava la mano libera sulla schiena in un gesto rassicurante.

《Va tutto bene. Ora sono qui》continuava a bisbigliarmi, però io non la smettevo di tremare.

Qualcuno si era introdotto in casa mia. Non riuscivo a concepire una tale violazione della privacy: ora non mi sentivo più al sicuro da nessuna parte.

《Grazie per essere venuto subito》farfugliai, stringendo la sua camicia fra le dita.

Alzai lo sguardo e lo vidi serrare la mascella in modo preoccupante.

《Cosa succede?》domandai, scrutando con apprensione il corridoio.

《Detesto farlo, però devo lasciarti un paio di minuti. Voglio controllare l'appartamento》rispose lui, in tono decisamente contrariato.

《Io... d'accordo... però fai in fretta》dissi, facendo forza su me stessa per liberarmi del suo abbraccio.

Mi rintanai un'altra volta in bagno e lo udii passare in rassegna ogni camera di casa. Non sentii colpi di pistola o rumori di lotta quindi dedussi che l'intruso avesse già abbandonato l'abitazione.

《Esci pure》mi comunicò Richard dopo aver bussato lievemente alla porta.

L'aprii e stavolta, al posto dell'arma di ordinanza, aveva in braccio Muffin, con l'aria assonnata e un po' irritata.

《Guarda chi ho trovato. Era sotto il tavolo in cucina》aggiunse l'uomo, passandomi la gatta《ho chiamato i colleghi. Verranno ad esaminare la casa e prelevare qualsiasi tipo di prova. Anche se a dire il vero pare tutto in ordine.》

Misi a terra Muffin, che mi rimase accanto, curiosa, e mostrai a Richard la foto che avevo trovato sul cellulare.

《Dannazione》imprecò a mezza bocca, fissando l'immagine come se la volesse distruggere《prendi un cambio. Da oggi verrai a stare da me.》

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