Capitolo 27
Ripresi coscienza lentamente, poco alla volta. Ero dolcemente indolenzita e un pigro sorriso mi incurvava le labbra. Percepivo la testa leggera e libera dai pensieri che, di solito, l'affollavano in maniera quasi ossessiva.
Affondai il viso sul morbido cuscino e mugolai di piacere: sapevo che era domenica quindi potevo poltrire nel caldo giaciglio senza preoccuparmi del lavoro.
Socchiusi le palpebre e mi resi conto di due cose: la luce in camera era spenta e sdraiato accanto a me vi era qualcuno. Quei particolari fondamentali mi risvegliarono del tutto, facendomi abbandonare le braccia di Morfeo in modo brusco.
Quando dormivo, lasciavo sempre almeno una luce accesa perché mi dava un effimero senso di sicurezza quindi essere immersa nell'oscurità mi fece correre un brivido lungo la schiena. Lentamente mi alzai su un gomito per scostarmi dal corpo asciutto e muscoloso che si trovava vicino a me, dopodiché mi misi a sedere, tirando il lenzuolo stropicciato affinché coprisse il mio corpo nudo e tremante.
Nell'attimo in cui mi mossi, forse con troppa malagrazia, il mio coinquilino notturno si riscosse, sbadigliando e borbottando qualcosa di incomprensibile. Lui, perché di un lui si trattava, ne ero più che certa, allungò una mano verso il punto in cui ero sdraiata fino a un istante prima e, quando non mi trovò, si svegliò del tutto, mettendosi a sedere con uno scatto repentino che mi fece sobbalzare lievemente.
《Sofya?》La voce ruvida e assonnata di Richard colmò il silenzio incerto e venato d'apprensione che mi circondava e mi soffocava come una sciarpa troppo stretta.
Udii un fruscio seguito dal click di un interruttore e la stanza venne rischiarata dal tenue chiarore dell'abat-jour : l'uomo era proteso verso il comodino, la debole luce illuminava il suo petto nudo, mettendo in mostra qualche cicatrice, e il suo volto era una maschera di circospezione e cautela.
《Sofya.》Richard mi chiamò nuovamente, fissandomi confuso e indeciso su che cosa fare.
Era adorabile con i capelli lunghi arruffati, le labbra imbronciate e gli occhi scintillanti: si trattava del sogno proibito di ogni donna e si trovava nel mio letto. Pian piano, i fatti della sera prima cominciarono a tornarmi in mente, snodandosi nella mia testa come la pellicola di un film, e le mie guance si colorirono e divennero sempre più calde.
《Che succede?》domandò l'uomo, mettendosi a sedere e tenendo una parte del lenzuolo sul bacino.
Già quello che vedevo stava portando i miei pensieri su una strada accidentata, costituita da desiderio e lussuria, ma se non fosse stato coperto dalla vita in giù probabilmente non sarei riuscita a trattenermi dal sedergli in grembo per accoglierlo dentro di me. Mi sentivo sempre più confusa e combattuta: da un lato volevo solamente lasciarmi andare e seguire il mio istinto, d'altra parte vi erano le paure maturate in quella notte di quattro anni fa, che mi si avvinghiavano al cuore e all'anima.
《Io...》mormorai, a voce così bassa che credetti di averla solo immaginata.
《Tu, cosa, dolcezza? Sai che puoi parlarmi di qualsiasi cosa》disse lui, in tono carezzevole e affettuoso, posandomi una mano sul ginocchio coperto dal lenzuolo.
Avvertivo il tepore del suo tocco aldilà della leggera stoffa in cui mi ero avvolta e sentivo la necessità di accoccolarmi a lui e farmi stringere dalle sue braccia, però, poi la dura realtà prese il sopravvento e capii che non poteva esistere un seguito alla splendida nottata che avevamo avuto.
《Non posso》sussurrai, udendo la mia voce incrinarsi su quelle due misere e stupide parole《Io sono... difettosa. E non ci sarà futuro per noi. E...》
《Ferma, ferma, ferma.》Richard si scostò da me e alzò le mani per impedirmi di andare avanti a parlare: si avvicinò ancora di più a me e mi fissò con sguardo indagatore per capire l'oscuro significato di ciò che avevo appena detto.
Io tenevo insistentemente gli occhi sul lenzuolo lillà che copriva entrambi e mi persi fra le sue pieghe finché una mano dai polpastrelli ruvidi mi prese il mento e mi fece rialzare la testa. L'uomo mi scrutò in silenzio per alcuni istanti per poi posare le sue labbra sulle mie per un breve e tenero bacio: nulla a che vedere con i baci passionali e famelici che ci eravamo scambiati le altre volte, questo assaggio di dolcezza rappresentava tutto ciò che provava Richard per me. Percepivo il suo affetto, la sua fedeltà, il flebile germoglio di un amore che mi spaventava moltissimo.
Rimasi immobile mentre lui si staccava da me per riportare lo sguardo sul mio viso smarrito e accaldato.
《Sofya, tutto ciò che potrai dirmi non mi farà fuggire terrorizzato ne mi farà cambiare idea su di te. So che ti è accaduto qualcosa: sono un detective molto bravo sai? Però se vuoi davvero che le cose fra noi funzionino, dobbiamo essere aperti e sinceri. Non si tratta di un ultimatum o un ordine, dolcezza. Desidero soltanto il tuo bene》mi disse Richard nell'intimità della camera, passando il pollice sul mio labbro inferiore.
Un silenzio pacato ci avvolse non appena lui smise di parlare. Tremavo e provavo un terrore che sapevo essere irrazionale, però non abbandonai mai il suo sguardo: ci fissavamo come se non esistesse null'altro al mondo. Poteva cadere un asteroide nella stanza e non ce ne saremmo accorti tanto eravamo presi l'uno dall'altra.
Dovevo fare ancora molta chiarezza dentro me stessa e nei miei sentimenti, ma di una cosa ero certa: Richard si meritava il meglio che la vita poteva offrirgli e se lui voleva me, allora dovevo essere degna di lui. E non potevo esserlo se lui non conosceva il mio passato.
《Io... una notte di quattro anni fa, ero uscita con alcune amiche. Eravamo andate in un locale spettacolare, con una grande pista da ballo e un soppalco che il proprietario aveva prenotato per noi. Una delle ragazze conosceva quel tipo da un paio di mesi e così... ma non è questa la cosa più importante. Avevamo tutte bevuto quella sera, però non ero ubriaca, te lo giuro》iniziai a raccontargli con voce fioca mentre copiose lacrime sgorgavano dai miei occhi.
Richard mi ascoltava attento a ogni mia parola e mi prese le mani fra le sue, stringendole e muovendo il pollice sul dorso in modo quasi ipnotico.
《Certo. Ti credo, Sofya》annuì l'uomo in tono sicuro e privo di incertezze.
Quello mi diede il coraggio di continuare la mia umiliante e tremenda storia.
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