Capitolo 25
Mangiammo senza scambiare alcuna parola. Di norma, non mi pesava la quiete ne l'assenza di dialogo, ma l'atmosfera non era affatto rilassata. L'aria era sovraccarica di tensione sessuale, lussuria e aspettative.
Percepivo tutte quelle sensazioni pizzicare la mia pelle in un modo tutt'altro che pacifico.
Pareva quasi che mente e corpo fossero in guerra: la prima voleva parlare, esprimersi e confortare Richard; il secondo, invece, anelava passare all'azione e agire.
Non sapevo se anche lui riuscisse a sentire quel turbinio di emozioni soffocanti, però, di sicuro, fu Richard che diede il via a tutto.
Avevo appena azzannato l'ultima fetta di pizza quando i nostri sguardi si incrociarono: intravidi affetto e desiderio misto a qualcos'altro che non riuscii a identificare nelle sue iridi scure punteggiate di pagliuzze dorate.
Così mi bloccai e mi sporcai le labbra col sugo di pomodoro. Uno sbaffo, nulla di più, ma fu la goccia che fece traboccare il vaso di lascivia che tenevo serrato da molto tempo. Richard allungò una mano verso il mio volto e poi, col pollice, mi pulì lentamente la bocca, facendomi rabbrividire e stringere le cosce.
Non avevo mai avuto una reazione così forte nei confronti di un uomo durante questi ultimi quattro anni.
Dovetti ricordare a me stessa che Richard non era affatto come gli altri uomini: lui era perfetto per me.
Mantenendo il contatto visivo con lui, tirai fuori la lingua e gli leccai la sommità del dito, mordicchiandolo lievemente. Udii l'uomo trattenere il fiato di colpo e un diabolico femminile sorriso mi solcò il viso: assaporai la salsa di pomodoro che aveva tolto dalle mie labbra con goduria mentre continuavo a fissarlo negli occhi, così vidi l'esatto momento in cui tutti i suoi buoni propositi cedettero.
Il suo sguardo si fece cupo e fosco, una copia identica del mio.
Richard ritrasse il dito inumidito e si alzò da tavola. Io rimasi immobile e mi passai la lingua sulle labbra in un modo che sperai fosse provocante e sexy dopodiché lui mi prese per una mano e mi trasse in piedi bruscamente. Emisi un gridolino di sorpresa per quella manovra decisamente poco gentile, ma lui inghiottì le mie proteste poggiando la sua bocca calda sulla mia per darmi un bacio appassionato e feroce.
Schiusi le labbra per concedere l'accesso alla sua lingua e lui non si fece pregare: Richard inclinò la testa di lato, mise una mano sulla mia nuca e approfondì quel bacio rovente al sapore di pizza.
Mi aggrappai alla sua camicia, rovinandola e probabilmente facendo saltare un paio di bottoni. Ma la cosa non mi interessava minimamente: volevo di più.
La sua mano libera vagò pigramente sotto il top verde scuro che indossavo, carezzò la mia pelle nuda e trovò la sua meta: i miei seni anelavano un suo tocco e il pizzo ormai era diventato una gabbia per loro. Avvertivo i capezzoli turgidi premere contro il tessuto come se volessero lacerarlo per farsi coccolare dalle dita sapienti di Richard e gemetti di voglia sulle sue labbra.
L'uomo si staccò un istante da me, pur lasciando la mano sul mio seno. Ero certa che potesse sentire il battito furioso del mio cuore in tumulto. I suoi occhi scrutarono il mio viso alla ricerca di chissà cosa e si posarono nuovamente sulle mie labbra. Richard deglutì un paio di volte per riprendere il controllo di se stesso.
《Sofya, io... se ti vuoi fermare, per me va bene》mormorò lui con voce bassa e dolcissima.
Mi vennero le lacrime agli occhi nell'udire quelle amorevoli parole: cedeva a me il controllo di qualcosa che lui voleva ardentemente. Nessuno l'aveva mai fatto prima d'ora, neppure i miei ex fidanzati del college. Non gli dissi nulla e decisi che a rispondere sarebbe stato il mio corpo.
Così incurvai le labbra in un tenero sorriso e lo baciai sul mento, dove la barba un poco incolta mi solleticò la pelle. Poi salii e posai la bocca sulla sua guancia mentre la mano sulla nuca finiva sulla mia schiena, premendomi contro di lui. Avvertivo il suo desiderio come una corrente incandescente che scaldava il mio cuore e le mie labbra trovarono le sue: fu un bacio pigro, privo di fretta, languido e sensuale.
Senza preavviso, mi diedi lo slancio e gli allacciai le gambe ai fianchi. Lui agì con prontezza di riflessi e mi sostenne, poggiando entrambe le mani sul mio culetto fasciato dai jeans. Gli passai le braccia attorno al collo e riversai in quel bacio tutto ciò che non ero capace di pronunciare a voce alta. Gli sciolsi i capelli e ci passai le dita più e più volte, arruffandoli e tirando alcune ciocche. Richard gemette piano e rinserrò la presa, iniziando ad arretrare in direzione della camera da letto: tutte le remore e i dubbi si erano dissipati come neve al sole.
Con passo un poco incerto, Richard riuscì a entrare nella stanza, dove avevo lasciato la luce accesa e qualche vestito sparso a terra. Lui non ci fece caso visto che era troppo preso dal togliermi il top: lasciò cadere l'indumento sul pavimento e mi fissò i seni nascosti dal pizzo.
Si abbassò e mi fece scivolare sul letto, dove rimasi sdraiata con indosso ancora i jeans attillati. Ci guardammo negli occhi mentre lui si toglieva la fondina con la pistola e la camicia, rimanendo solo coi pantaloni, esattamente come me. I capelli lunghi e scompigliati lo facevano assomigliare a un diavolo tentatore.
Calò su di me come un falco predatore, mi allargò le braccia, che inconsciamente avevo serrato al petto, e intrecciò le dite alla mie. Mi baciò sulla fronte poi scese schioccando piccoli baci su tutto il mio volto. Giunse al collo dove si trattenne di più: avvertii il tocco umido della sua lingua che mi fece ansimare e accelerare i battiti del cuore. Percepii il suo sorriso mentre la sua bocca scendeva delicatamente fino a raggiungere la sommità dei seni. Mi baciò il centro del petto dopodiché ritrasse le mani per portarle sulle spalline: annuii alla domanda silenziosa che scorsi nel suo sguardo quando alzò la testa e lui abbassò le bretelline quasi con riverenza.
Con una mossa agile, sganciò il reggiseno e lo fece scivolare via dal mio corpo. Io rimasi immobile sotto i suoi occhi intorbiditi di desiderio. Mi sentivo esposta e bollente, ma anche compiaciuta dalla reazione che notavo in lui.
Poi Richard si mosse e la sua bocca si impossessò della mia tenera e calda carne. Vezzeggiò e leccò i capezzoli finché divennero duri e turgidi come bacche mature dopodiché, mentre una mano continuava la sua opera sui miei seni, la sua bocca scese sul mio ombelico. L'uomo passò la lingua sul mio ventre e tracciò il confine dei jeans prima di sbottonarli agilmente: rialzò lo sguardo su di me e io annui ancora una volta.
Così le sua mani abbandonarono per un istante il mio corpo voglioso e fremente per togliermi i jeans. Alzai un poco i fianchi per aiutarlo e lui gettò i pantaloni oltre il bordo del letto per poi aprirmi le cosce con aria famelica. Posò la bocca al centro delle mie mutandine, ovviamente umido, e io mi ritrassi: l'uomo si allontanò dalla mia intimità e si fermò, proprio come aveva giurato di fare.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro