Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 9 - SOGNI...

Quell'estate Ginevra la trascorse con Hermione e i suoi genitori, che l'avevano gentilmente invitata in Francia, nonostante le proteste di Andromeda che insisteva nel dire che era troppo piccola per viaggiare. Allora era intervenuto Ted dicendo che sua nipote era abbastanza grande per cavarsela da sola e che i signori Granger avrebbero avuto cura di lei.
Ginevra pensava che quella reazione da parte di sua zia fosse dovuta al fatto che negli ultimi anni avesse attirato i guai come il miele con le api. Ma dato che non poteva usare la magia fuori da Hogwarts e non era in compagnia di Fred e George, non si spiegava come mai Andromeda si agitasse tanto. Non avrebbe mica fatto saltare in aria la Tour Eiffel!
Comunque sia, le due ragazze erano molto emozionate all'idea di passare l'estate a Parigi. I signori Granger avevano preso in affitto una casa a dir poco magnifica, anche se modesta, nel cuore di Parigi.
Era un bellissimo appartamento, con pareti in mattoncini bianchi e travi di legno al soffitto. Poteva ospitare quattro persone e aveva una camera da letto matrimoniale, destinata ai signori Granger, e nel piano superiore c'era un soggiorno con divano letto, una cucina e un bagno con doccia.
La zona offriva numerosi bar alla moda e negozi di ogni genere. A dieci minuti a piedi si trovavano il Louvre e Notre Dame.
Il primo giorno, a colazione, Ginevra si era servita di latte e cereali, accompagnati da un croissant caldo. Hermione le suggerì di assaggiare una crema alla nocciola chiamata 'Nutella' e quando ne ingerì un po' non poté più farne a meno, fino a diventarne una "drogata", come l'aveva soprannominata Hermione.
Le giornate seguenti le trascorsero a visitare le strutture più importanti magiche e non. Le leggende alle quali erano legate la maggior parte dei monumenti, erano state camuffate agli occhi dei babbani per far si che non venissero a conoscenza della magia.
Un pomeriggio, Hermione e Ginevra decisero di uscire e comprare qualche souvenir ai loro amici e parenti. I signori Granger decisero di dare loro un po' di fiducia e lasciarle andare da sole a condizione che rimanessero nei paraggi e che se si fossero perse, li avrebbero chiamati al cellulare per farsi venire a prendere.
Le due ragazze si divertirono un mondo tra i negozi parigini e quando terminarono i loro acquisti, decisero di tornare al loro appartamento.
Ma ad un tratto Ginevra avvertì quella strana sensazione che un anno prima sembrava non volerla abbandonare. Si girò più volte cercando di capire se realmente qualcuno la stesse osservando ma, come l'anno prima, non vide nessuno.
Si sentì sfiorare il braccio e dei brividi di freddo la invasero, portandola a sfregare le mani in un gesto automatico.
- Gin, va tutto bene? - le chiese Hermione, notando il gesto che aveva appena compiuto.
Ma Ginevra sentì solo uno strano rumore alle sue spalle, come uno strappo deciso, ma c'erano solo dei passanti. La testa iniziò a vorticarle e avvertì un senso di nausea farsi strada in lei, le gambe le sembravano pesanti come macigni.
- Ginevra! - la chiamava la voce della sua amica, ma lei non sentiva altro che un susseguirsi di suoni ovattati poco prima di cadere a terra, svenuta.

Nel cuore della notte, riecheggiava il pianto di una neonata. L'immagine sfocata di una donna dalla chioma rossa avanzò in direzione di essa, iniziando a cullarla, cantandole una ninnananna mentre l'allattava.
La piccola cominciò a sonnecchiare beatamente, godendosi la dolce melodia della voce materna.


Quando Ginevra riaprì gli occhi si sentì disorientata, come se le fosse caduto un masso sulla testa. Al suo fianco trovò la signora Granger che le inumidiva la fronte con degli impacchi di ghiaccio.
- Come ti senti, cara? - chiese dolcemente, sfiorandole il viso.
- Mi gira un po' la testa, ma sto molto meglio. Grazie, signora Granger.
La donna le sorrise e in quel momento Ginevra pensò che sarebbe stato bellissimo avere sua madre vicino, anche se non aveva idea di chi fosse. Di lei aveva solo dei ricordi confusi o offuscati e questo lo riteneva alquanto insopportabile.
- Spero di non avervi rovinato la vacanza per uno stupido mancamento - borbottò dispiaciuta, rivolgendo il suo interesse al lenzuolo sul quale disegnava dei piccoli arabeschi invisibili.
- Non dire sciocchezze! Ora, però, sarà meglio che tu faccia una bella dormita - disse la signora Granger rimboccandole le lenzuola.
'Se solo la mia mamma fosse qui', pensò prima di chiudere gli occhi e lasciarsi rapire da Morfeo.

In un salotto ben illuminato, vi erano un grosso cane nero e una bambina. Quest'ultima si divertiva a giocare a nascondino con il suo amico a quattro zampe, scappando dai suoi baci bavosi ogni volta che lo trovava. Quando invece era la bambina a doversi nascondere il cane prendeva un'altra forma, trasformandosi in un uomo.
- Dov'è la mia piccola peste? - si chiedeva, anche se sapeva benissimo dove si fosse nascosta, perché la bambina non faceva altro che ridacchiare. - È incredibile! Non riesco a trovarla... - si finse esasperato, per poi voltarsi verso il divano dove si era malcelata. - PRESA!!! - esultò pendendola in braccio, facendole fare una giravolta e la bambina rise divertita.
- Ancola! Ancola, papà!


Il mattino seguente, mentre preparava la colazione, Hermione sentiva che intorno a loro qualcosa stava cambiando. Non sapeva spiegarsi il perché, ma da quando Ginevra era svenuta non riusciva a pensare ad altro.
Stava per portarle la colazione a letto, su un vassoio carico di cibo che avrebbe sicuramente gradito, ma sulla soglia della cucina spuntò lei, raggiante come le prime luci del mattino.
- Buongiorno!!! - la salutò Ginevra saltellando. Sembrava aver ripreso le forze, come se non fosse successo niente.
- Buongiorno... vedo che ti sei ripresa! - disse Hermione sorridendole e lei ricambiò annuendo.
- Oggi mi sento davvero rinata! Ho voglia di urlare, cantare, ballare, correre, saltare...
- Ehi, ehi, ehi. Vacci piano, coccodè!
- Eh?
- Niente - Hermione accennò un sorriso ripensando alle parole di Gas-Gas, il topino di Cenerentola.
- E questo vassoio per chi è? - chiese Ginevra con un sorrisetto compiaciuto.
- Oh, niente. Era per te - le rispose in tono vago.
Gli occhi di Ginevra si illuminarono e abbracciò l'amica.
- Grazie, Herm. C'è anche la Nubella!
- Nutella - precisò la riccia divertita.
- Dettagli. L'importante è che sia squisita, non importa quale sia il suo nome - commentò aprendo il barattolo e affondando il cucchiaio, subito imitata dalla riccia.
- Ingorda! - commentò quest'ultima e in risposta ricevette una linguaccia.

Il primo settembre arrivò in fretta e quando le due ragazze arrivarono alla stazione di King's Cross, varcarono il passaggio che le portò verso l'Hogwarts Express.
- Ciao, Gin! - esclamò Draco Malfoy prendendola di sorpresa. Lei ebbe solo il tempo di lanciare un piccolo grido prima che il ragazzo l'abbracciasse da dietro, sollevandola.
Una volta che Ginevra venne liberata dalla morsa del cugino, scoppiarono a ridere.
- Hai passato delle belle vacanze, Drake?
- Monotone, a dire il vero. Avrei preferito passare il tempo a stuzzicare la grifona qui presente - disse Draco indicando Hermione con un cenno di capo e un ghigno divertito.
- Ah, sì? E perché proprio me? - chiese la ragazza inviperita.
- Che c'è, Granger? Prima arrossisci e poi mi attacchi senza motivo? Stai attenta o rischio di innamorarmi di te.
Hermione sbarrò gli occhi e trattenne il respiro quando si trovò il viso del ragazzo a pochi centimetri dal suo.
- Oookaay... - iniziò Ginevra imbarazzata ma al tempo stesso compiaciuta. - Sarà meglio che io tolga il disturbo, ma vi chiedo di non saltarvi addosso in mezzo a tutta questa folla.
- Ma ti sei bevuta il cervello?! - le urlò Hermione attirando l'attenzione di molti studenti su di sé.
Ginevra rise divertita e mentre saliva sul treno vide i due ragazzi arrossire per poi scappare uno lontano dall'altra.
- Che idioti - sbuffò sogghignando, cercando uno scompartimento libero.
Non passò molto tempo prima che incontrasse Cedric lungo il corridoio del treno. Dopo essersi scambiati un sorriso la ragazza gli saltò addosso, abbracciandolo.
- Ehi, piano - esclamò Cedric ridendo e riacquistando l'equilibrio.
Sciolto l'abbraccio, si guardarono e entrambi trovarono la sorpresa nelle loro espressioni.
Cedric era cambiato molto e, secondo Ginevra, era diventato ancora più bello.
Lui la guardava dall'alto verso il basso, pensando la stessa cosa di lei. - Sembri molto più grande, dall'ultima volta che ti ho vista! - disse dopo pochi attimi di silenzio in cui si era perso ad ammirarla.
- Mi sembra di sentire mia zia - commentò Ginevra e, cercando di non fargli notare il rossore sulle sue guance, cambiò discorso. - Che ne dici di buttarci a capofitto nella ricerca disperata di uno scompartimento? - chiese con un pizzico di sarcasmo e Cedric ridacchiò.
- Non sei cambiata, eh?
- Per tua sfortuna rimarrò sempre la stessa, Ced! - disse prendendolo a braccetto, riacquistando il suo umorismo. 

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro