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Due

"Non usciamo da un sacco di tempo" piagnucola Eleanor. Mi mordo la lingua e cerco di nascondere la mia irritazione. Non è che non mi piaccia Eleanor, mi piace. È dolce ed intelligente e bellissima, ma non è...il mio tipo.

"Scusami. Sono stati impegnato tra la scuola e il lavoro" le dico e lei mette il broncio. Mi alzo dal divano e vado in cucina. Verso dell'acqua in un bicchiere e lentamente la bevo, sperando che lei si annoi e se ne vada.

"Tesoro, sei stato ad una festa due settimane fa. Se tu puoi andare ad un party perché non possiamo uscire per un appuntamento?" Mi chiede mentre gironzola in cucina. Riporto il bicchiere alle labbra così da non poterle rispondere.

"Be'?" Chiede di nuovo. La sua voce è morbida, ma i suoi occhi sono severi e freddi. Sospiro e poggio il bicchiere sul bancone.

"Sono andato alla festa per aiutare Stan" le dico. Be', è una bugia, sono andato alla festa e ho dormito con Stan. Oddio.

Prima che lei possa ribattere, il mio telefono comincia a suonare nella mia tasca posteriore. Lo tiro fuori velocemente e vedo il numero di H illuminare lo schermo. Sorrido allo schermo e accetto subito la chiamata.

"Pronto?" Dico nell'apparecchio. Guardo Eleanor e le lancio uno sguardo pieno di scuse. Lei sembra ancora più seccata e schizza via nel salotto.

"Ciao, come va?" Chiede H. Guardo il retro della testa riccioluta di El e scrollo le spalle.

"Così così, tu stai bene?" Chiedo anche a lui. Non voglio che El ascolti la mia conversazione, così vado verso camera mia. Sbatto la porta e prego che Liam ritorni a casa presto. La manda sempre via a calci.

"Sto...bene" dice facendo uscire fuori l'aria. Mi acciglio al suo tono e comincio a camminare in tondo nella mia stanza.

"Non sembri stare bene" dico. È silenzioso e non voglio forzarlo. So che c'è qualcosa che non va perché mi sta chiamando. Noi parliamo solo di segreti che non possiamo condividere con altri.

"Riguarda il tuo insegnante?" Ci riprovo e lo sento sbuffare. Tento di reprimere un sorriso per il suo sbuffo carino. Lo lascio diventare di nuovo muto e non posso che realizzare che mi ha chiamato due volte di fila.

"Se non vuoi parlare, posso farlo io" dico velocemente. "Ti volevo chiamare stasera comunque."

Sento dei fruscii e un suono come di una porta che viene chiusa. Sento H prendere un respiro profondo.

"Okay, cominci tu."

"Penso che lascerò la mia ragazza. Mi sento in colpa per averla tradita e non mi piace neanche in quel modo" dico di corsa. Mi sento meglio dicendo a qualcuno che non lei non mi piace, tutti pensano che siamo innamorati.

"Da quanto state insieme?" Mi chiede. Non c'è nessun giudizio nella sua voce e mi rilasso lievemente.

"Tipo un anno e mezzo" dico con naturalezza. Lo sento strozzarsi alla mia risposta.

"L'hai illusa per un anno e mezzo?!"

"No! Be', forse? Mi stai facendo sentire male!" Provo a difendermi.

"Scusa, scusa. Solo non credevo avessi potuto farle tutto ciò."

"Ho le mie ragioni" dico freddamente.

"Che sono?"

"Che sono per un altro giorno. Qual è il tuo segreto?"

Fa uscire un sospiro e poi si ferma brevemente.

"Odio la fidanzata del mio coinquilino e potrei aver convinto un altro mio amico ad invitarla ad uscire con lui" mi dice.

"Se la odi perché il tuo altro amico dovrebbe invitarla ad uscire?"

"Non odio lei...odio lei e lui insieme" spiega. Mi siedo sul mio letto e fisso il soffitto.

"Quindi stai sabotando una relazione perché non l'approvi?"

"Forse."

"Be', penso che siamo entrambi degli stronzi" biascico e H fa una risatina senza umorismo.

"Immagino di sì."

Diventiamo entrambi silenziosi e non posso dare pace alle domande che mi circolano per la testa. Voglio saperne di più di questo ragazzo. Mi intriga.

"Quanti anni hai?" Sbotto.

"Questo non è un segreto" mi risponde e mormoro nel telefono. È una piccola domanda, dovrebbe rispondere.

"Tutto ciò che ti riguarda è un segreto per me. Rispondi alla domanda" gli ribatto duramente.

"Ne ho 20."

Sogghigno alla sua risposta, non è molto più giovane di me.

"Io ne ho 22" gli dico anche se non me l'ha chiesto. Questo ci porta a giocare a 20 domande. H è davvero un ragazzo eccezionale e, odio ammetterlo, ma non ho pensato neanche una volta ad Eleanor mentre parlavo con lui.

Sono passati circa 45 minuti quando la mia porta si apre scricchiolando. Mi giro e vedo El lì con le braccia incrociate.

"Con chi stai parlando?" Chiede. La sua voce è arrabbiata e fredda. Posso sentire H ridere e vorrei urlargli che non è d'aiuto.

"Un amico. Scusami, tesoro. Torno fuori e poi... Possiamo, umh, andare al cinema o fare qualcos'altro?" propongo. La sua faccia si illumina e accetta subito. Sospiro sollevato quando se n'è andata.

"Scusa, H, devo andare. Possiamo parlare più tardi?" Dico al mio telefono.

"Umh okay. Certo. Ciao, L" dice velocemente e riattacca. Fisso lo schermo del telefono. Sembrava irritato. Scrollo le spalle e vado nel salotto, preparandomi per l'appuntamento.

E sì, mi sento in colpa.

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