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35. Lontano dalle telecamere

Nico uscì dalla sala in fretta e quasi di corsa non appena Era li congedò.
Non voleva parlare né con Percy né con Jason.
Non voleva sentirti dire quanto fosse stato stronzo a non intromettersi nella conversazione, al fatto che pensava sempre e solo a se stesso e che non era giusto che li stessero abbandonando, non dopo che a lui l’avevano salvato.
Ma Nico non poteva dire nulla, non dopo la lettera che Leo aveva lasciato loro.
Ne aveva parlato con Era lontano da telecamere varie, avevano deciso di mettere in mezzo anche Hazel, perché la ragazza captava quando qualcuno diceva una bugia, quindi passarono tutta la mattina in giro, cercando di essere il più discreti possibili senza far capire niente a nessuno.
Erano arrivati alla conclusione di far credere a Eros di aver abbandonato Leo e Calypso, per rendere il tutto credibile non avevano informato nessuno nella squadra.
Perché se i suoi amici fossero stati davvero convinti di averli abbandonati, ci avrebbe creduto anche Eros.
Nico ed Hazel ci avevano riflettuto parecchio, sapevano che non era giusto comportarsi in questo modo nei confronti dei loro amici, ma era l’unica soluzione.
Avevano anche chiesto ad Era se dovessero informare anche Annabeth, prima di quella riunione, ma la donna risposte che meno persone ne erano a conoscenza e meglio sarebbe andata.
Inoltre Annabeth era così riflessiva che avrebbe sicuramente fatto la scelta più utile, Era ne era sicurissima e infatti non si sbagliò.
Mentre ripensava a tutte quelle cose si stava allontanando sempre di più.
Dopo l’incidente con le bombe nei bagni il parco sarebbe rimasto chiuso fino alla prossima stagione estiva per aggiustare e far tornare tutto come prima dopo l’ “attentato terroristico”.
Si spinse fino alle ultime attrazione ai bordi dell’area, entrò all’interno di una delle tante aiuole sparse, si sedette a terra con la schiena contro il tronco di una palma.
Era rivolto con il viso verso una delle piscine dove si immettevano gli scivoli, ma non la stava fissando, non davvero.
Sospirò passandosi una mano tra i capelli, l’altra invece andò a stringere la lettera di Leo stropicciata che era ancora nella sua tasca.
Cercava di convincersi che aveva fatto bene, che era giusto seguire quello che Leo gli aveva ordinato, perché era la loro unica possibilità.
Ma i sensi di colpa tornarono prepotenti, fino a quando non si addormentò, stremato da quello che era successo negli ultimi due giorni.
Venne svegliato da qualcuno che gli scuoteva leggermente la spalla.
-Mh?- chiese aprendo gli occhi leggermente confuso, tutto intorno a loro era buio, Nico tornò al presente rendendosi conto di dove si era addormentato.
Will gli sorrise dolcemente –Non ti trovavo più… Mi hai fatto preoccupare tantissimo. Vieni, andiamo a dormire dentro, non puoi stare tutta la notte qua fuori…
Nico stava per annuire e seguirlo, aveva solo voglia di tornare a dormire, ma poi si rese conto che erano in un posto perfetto per poter parlare.
Le telecamere non avrebbero sentito i loro sussurri ed era anche abbastanza buio, se Eros inoltre li stesse guardando nello specifico avrebbe potuto benissimo pensare che volevano solo dei momenti di intimità.
-No- mormorò afferrando comunque la mano che l’altro ragazzo gli stava porgendo, solo per fare pressione e convincerlo a sedersi accanto a lui.
Will lo assecondò corrugando la fronte, Nico spiegò –Dobbiamo parlare.
Il biondo si agitò –Non possiamo farlo dentro?- fece una mezza risata isterica –Così se hai di nuovo intenzione di lasciarmi ti faccio cambiare idea a letto.
Nico rise –Non ho intenzione di lasciarti, ma dopo potrei accettare comunque questa proposta.
Will si rilassò e sorrise a sua volta –Quindi, che succede?
Nico sospirò, poi uscì il foglio stropicciato dalla tasca –Leggi questa e capirai tutto.
Will ci mise un po' visto il buio e l’impossibilità di accendere qualche luce senza farsi notare troppo, ma alla fine ci riuscì.
-Cazzo…- sospirò alla fine –Quel ragazzo è un genio e un masochista.
Nico annuì riprendendosi la lettera per posarla di nuovo al sicuro.
Riprese a sussurrare raccontando tutto quello che era successo.
-Quando ha urlato la ritirata era con me, mi aveva già detto che il suo piano era quello di farsi catturare, di non parlare con nessuno davanti alle telecamere e di cercare questa lettera che aveva lasciato- più ne parlava con qualcuno e più si sentiva come se gli fosse stato tolto un peso –non volevo accettare questa sua assurda richiesta, ma era così deciso e convinto in quello che stava facendo… che glielo dovevo, capisci?
Will annuì e se lo strinse al petto –Lo batteremo, ce la possiamo fare. Come faremo a dirlo agli altri?
-Ho un’idea, ma può aspettare anche domani- lo fissò con un sorrisetto.
Will capì al volo –Mh, non pensi che dovremo litigare, come ha detto di fare Leo?- era una domanda ironica, solo per stuzzicarlo, non aveva davvero intenzione di litigare con lui.
-Oh tesoro, sono davvero bravo a litigare con le persone e domani lo farò in grande stile, ma con te ho litigato abbastanza, dobbiamo recuperare il tempo perduto.
Non fece neanche in tempo a finire la frase che si era già tuffato sulle sue labbra, si baciarono con foga per diversi minuti e solo grazie al buonsenso di Will arrivarono in camera e non lo fecero nella prima superficie piana disponibile.
 
Nico uscì dalla camera verso l’orario di colazione, aveva lasciato Will che dormiva, non aveva avuto la forza di svegliarlo, non dopo quello che il suo ragazzo aveva fatto in quei giorni senza prendersi neanche un attimo di pausa. Accarezzò Ombra che fece delle fusa per poi andare a occupare il posto che il ragazzo aveva lasciato libero sul letto. Nico sorrise e uscì fuori.
Nel corridoio incontrò Jason e Piper, fu un’illuminazione.
-Ragazzi!- urlò andandogli contro.
-Nico- rispose Jason non troppo entusiasta, lo guardava con un cipiglio confuso, non capiva perché avesse richiamato la loro attenzione dopo quello che era successo il giorno prima.
Il moro si guardò intorno con circospezione, poi gli fece cenno di seguirlo tornando indietro, i ragazzi si guardarono confusi.
-Dai, fidatevi di me, è importante.
Jason sospirò, ma alla fine lo seguirono, non si lamentarono neanche per la mancata colazione visto che non avevano così tanta fame.
Nico si avviò nei corridoi delle camere da letto, si fermò dietro quella di Annabeth e bussò.
Sperava che al suo interno potesse trovarci anche Percy e così fu, visto che fu proprio il ragazzo che andò ad aprirgli, con il capelli scompigliati, la forma del cuscino in una guancia e solo i boxer con i pesciolini addosso.
-Dobbiamo parlare, tutti e cinque- informò Nico entrando nella stanza senza farsi alcun problema.
Annabeth si stava mettendo a sedere proprio in quel momento, con una mano ferma davanti la bocca per coprire lo sbadiglio e l’altra che si stropicciava un occhio.
-Allora?- chiese Nico tranquillo appoggiandosi con il sedere alla scrivania e incrociando le braccia sul petto, aspettò che Piper chiudesse la porta prima di continuare –Dobbiamo preparare questa nuova missione di salvataggio o no?
-Cosa?- chiese Annabeth ancora assonnata, non sicura di aver capito davvero quello che intendeva.
Jason e Percy non se lo aspettavano completamente.
-Ma ieri non hai detto una parola- proruppe a quel punto Piper, la ragazza era confusa come tutti.
Nico sventolò una mano in aria, come per scacciare qualcosa di fastidioso –Era ovvio che Era si sarebbe impuntata in quello che ha deciso, non dobbiamo farla incazzare più di tanto, se vogliamo scappare sotto il suo naso.
Nico si trattenne nello guardarsi intorno, sapeva che quella stanza aveva delle telecamere nascoste, ma non sapeva dove. Sapeva anche che Eros li stava ascoltando, ridendo per la riuscita dei suoi piani, non aveva idea di quanto loro fossero un passo davanti a lui. Sperò che stesse seguendo con molta attenzione quella conversazione.
-Dici sul serio?- chiese a quel punto Percy.
-Certo. Sono miei amici, non li lascerò a morire come se nulla fosse. Allora? Per voi due va bene?
-Ovviamente!- rispose Jason in fretta.
Nico annuì –Bene, suppongo che non verranno né Piper né Annabeth, no? Ma per decidere il piano vorrei che fossero presenti, Piper ha sempre buone idee in momenti disperati e Annabeth è un genio.
-Perché non ne parliamo ora?- Chiese Piper, aveva le guance leggermente rosse per quel complimento inaspettato.
Nico si guardò intorno con fare circospetto –Non so se Era ha delle telecamere in questa camera, non vorrei rischiare- in realtà sapeva benissimo che c’erano delle telecamere, ma non poteva di certo dirlo –Se ci incontrassimo all’aperto? In un posto dove anche se stanno le telecamere non riescono comunque a sentire quello che diciamo? Però non dobbiamo sembrare sospetti.
Annabeth annuì seria, si era totalmente svegliata –Ha ragione, forse so anche dove andare.
 
Si incontrarono dopo pranzo, i quattro ragazzi erano seduti su un prato quasi al confine della proprietà, ridevano e scherzavano per non dare nell’occhio, avevano mangiato li.
Nico li raggiunse con il foglio della lettera di Leo tra le mani, aveva fatto finta di scriverci sopra un piano.
Si sedette sulle ginocchia davanti a loro.
Percy iniziò a parlare –Annie ha una mezza idea per un piano che potrebbe andare.
-Non andremo da nessuna parte- prima che qualcuno facesse qualche mossa azzardata o avrebbe urlato qualcosa che avrebbe mandato tutto in fumo il moro continuò –State zitti, non dite una parola e fatemi finire. Comportatevi come se stessimo decidendo il piano, come se su questo foglio ci fosse scritto un piano, okay?
Lo disse con un tono così freddo e autoritario che i ragazzi capirono la gravità della situazione e si limitarono ad annuire.
Nico spiegò loro quello che era successo alla villa di Eros, le poche battute che si erano scambiati a vicenda e infine fece leggere la lettera a ognuno di loro.
-Capite? Era sapeva già tutto quando ha indetto quella riunione, si è comportata in quel modo per questo motivo. Hazel e io ci siamo comportati come avete visto per questo motivo. Stamattina vi ho detto quello perché lui ci stava spiando dalle telecamere, dovevo portarvi qui per un motivo valido che non lo facesse insospettire.
-Quindi non andremo a salvarli?- Chiese Percy quasi deluso.
Fu Annabeth a rispondergli –Non per il momento, ma seguiremo le istruzioni di Leo, è ovvio che dobbiamo fidarci di lui dopo quello che ha fatto.
Percy la fissò, ci mise un po' ad assimilare quelle parole, poi annuì, per una volta davvero convinto.
-Quindi ora che facciamo per questo presunto piano?- chiese rivolgendosi di nuovo al moro.
-Oh bè, ora facciamo che vado a spifferare tutto ad Era e vi tradisco, poi litigheremo tantissimo facendo il gioco di Eros, esattamente come ha dato istruzioni Leo. Siete abbastanza capaci di urlarmi contro, no?
Doveva essere una domanda detta con ironia, ma Percy distolse lo sguardo e Jason si morse un labbro in imbarazzo, considerando quante volte se l’erano presa con lui per niente avevano colto la frecciatina.
Nico si rese conto dopo di quello che aveva detto, cercò di sorridere per smorzare la tensione –Su ragazzi, sapete benissimo che vi voglio bene, tranquilli. Non mi tratterrò neanche io.
Fece un gesto con la mano per salutarli e andò via, Jason rimase a fissare un punto impreciso mentre il suo volto diventava sempre più pallido.
-Ehy…- Piper gli toccò una spalla preoccupata –Che succede?
Lui si girò a fissarla con occhi sgranati, la consapevolezza che pian piano si faceva strada dentro di lui.
-Tuo fratello- mormorò –Ci guarda ogni volta che facciamo l’amore.

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