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15. Hangover

Quella mattina non fu di certo una delle migliori.
Percy, che era il bagnino, stava per annegare dopo essersi addormentato sul posto di lavoro.
Hazel ruppe 7 bicchieri di vetro nei quali si metteva il gelato.
Annabeth non si presentò alle lezioni di acquagym.
Leo stampò le foto che le persone gli chiedevano sbagliate, certo, quelle foto che Nico era riuscito a fare prima di addormentarsi sotto un albero al fresco.
Calypso passò più tempo a correre in bagno che al suo posto di lavoro.
Will, con un tremendo mal di testa, si addormentò mentre teneva i bambini e questi lo assaltarono. Letteralmente.
Durante la pausa pranzo Era gli impedì di mangiare e li riunì tutti in una delle tante sale, una di quelle con il tavolo rotondo.
-Ma che problemi avete!?- Urlò la donna sbattendo le mani sul tavolo un secondo dopo essere entrata nella stanza come una furia.
Leo scattò quasi in piedi, si era praticamente addormentato sopra le sue braccia incrociate poggiate sul banco.
Annabeth fece una smorfia e commentò –Potrebbe fare più piano? Mi sta scoppiando la testa.
Era la fulminò con lo sguardo e fu sul punto di esplodere nuovamente, ma riuscì a ritrovare la calma.
-Vi devo forse trattare come bambini e mettere il coprifuoco? Ci vuole così tanto a capire che la notte si dorme!?
-Non succederà più- rispose Jason a nome di tutti, l’unico che sembrava vagamente lucido. Lui e Frank, che annuì convinto.
La donna sospirò e si sedette su una sedia, si portò una mano alla fronte e chiuse gli occhi –Voi forse non avete capito quanto è grave questa situazione. Capisco la tensione e tutto… Ma così non ci aiutate.
I ragazzi non risposero, ma Calypso si alzò di scattò e corse via con una mano sulla bocca.
Era sospirò ancora di più –E adesso quella che ha?
Nico si riscosse e smise di fare tutto quello che stava facendo, ovvero dei ghirigori astratti sul braccio scoperto e macchiato di colore di Will. Non si era proprio accorto di quello che stava facendo fino a quando non collegò nuovamente il cervello.
Si staccò da lui e allontanò anche la sedia, poi cercò una scusa plausibile per nascondere le nausee di Calypso, ma Hazel lo batté sul posto.
-Ieri abbiamo mangiato qualcosa che non le ha fatto bene, anche io mi sono sentita un po’ male questa notte. Con il suo permesso vado a vedere come sta.
Era gli annuì impercettibilmente ed Hazel le corse dietro.
Nico la fissò finché non scomparve oltre la porta. Cosa sapeva Hazel? Perché aveva mentito per proteggerla?
Nel frattempo Will aveva afferrato un foglio e una matita e aveva iniziato a scribacchiare qualcosa, mentre Leo era tornato a dormire.
-Siete esonerati dal vostro lavoro per il resto della giornata, visto che finireste per fare solo danno. Ma che non si ripeta mai più.
Andò via senza aspettare una risposta, ma ormai tutti loro erano abituati a questo comportamento.
Il primo a seguire subito il suo esempio fu Nico, si alzò di scatto e quasi corse via. Ma nessuno ci fece più tanto caso, erano abituati anche al suo comportamento.
-Io ho fame- annunciò a quel punto Piper.
-Si, anche io- si unì Frank e Jason annuì seguendoli.
Percy invece non staccava gli occhi da Annabeth, voleva parlarle, ma non avrebbe saputo da dove iniziare, inoltre quel giorno sembrava meno disposta a rivolgergli anche solo uno sguardo più degli altri.
Vide Will chiamare il suo nome e correre da lei, che si era alzata per avviarsi fuori.
Il ragazzo stringeva convulsamente tra le mani un foglio di carte e lo sentì chiedere alla sua, ormai non più, ragazza se poteva dargli una mano.
Non sentì il resto della conversazione però perché uscirono definitivamente dalla stanza.
Percy sospirò e si accasciò contro il tavolo, sbattendo la fronte non proprio volontariamente su di esso.
Leo si alzò di scatto e quasi urlò –Giuro che non stavo dormendo!
 
Hazel arrivò al bagno delle ragazze, provò ad aprire la porta ma era stata chiusa a chiave.
Bussò –Calypso, apri- le disse pacata.
Dall’altro lato non arrivò nessuna risposta.
La ragazza non si perse d’animo e continuò a bussare –Lo so che sei li dentro, aprimi Calypso!
La ragazza continuò a non proferire parola.
Hazel era indecisa se urlarle il fatto che l’avesse vista la sera prima, questo di sicuro l’avrebbe fatta uscire, ma non pensava fosse il caso di urlarlo in mezzo al corridoio, quando non era neanche sicura che Calypso fosse li dentro, da sola.
Mentre rifletteva sul da farsi e lentamente continuava a bussare, fu interrotta dall’arrivo di qualcun altro.
-Hazel- la chiamò Nico con voce ferma –Che stai facendo?
Hazel si girò con un sussulto, quasi come se fosse stata colta sul fatto, ma poi si disse che non stava facendo nulla di male, non era di certo lei quella che stava nascondendo qualcosa a tutti loro.
-Calypso non mi risponde- disse semplicemente.
-Magari vuole rimanere sola- fece notare il ragazzo.
Hazel strinse gli occhi e lo scrutò a fondo.
-Cosa sta succedendo, Nico?
Il ragazzo sostenne il suo sguardo –Cosa dovrebbe succedere?
-Potrò anche non capire quando menti- rispose senza esitazione la ragazza –Ma riesco ancora a capire benissimo gli altri. Soprattutto Calypso. Cosa avete fatto ieri mattina? Perché ha mentito per lasciare Leo? Cosa centri tu in tutto questo?
Nico fece un sorriso amaro –Fidati, non so nemmeno io come ci sia entrato in questa storia, ho già abbastanza problemi di mio- quella non era neanche una bugia.
-Nico- la voce di Hazel era serissima –Che cosa sai?
Nico sbarrò leggermente gli occhi a quella domanda.
Poteva avere milioni di significati, ma Nico ne era certo. Se Hazel gliela stava porgendo, voleva solo dire che anche lei sapeva. Bisognava solo capire quanto sapeva.
Fu a quel punto che la porta del bagno si aprì, uscì Calypso, lo sguardo furente rivolto a entrambi.
-Dovete lasciarmi in pace!
Hazel sbattè più volte le palpebre, non si aspettava una reazione del genere. Nico alzò semplicemente un sopracciglio scettico, poi capì che stava facendo tutto quello per Hazel.
-Volevo solo…- Iniziò quest’ultima, ma la ragazza dalla lunga treccia non la lasciò concludere.
-No! Non mi interessa nulla, lasciatemi in pace!
-Ti devo parlare!- Le urlò dietro Hazel, prima che Calypso fosse ormai troppo lontana per sentirla.
-E io non voglio ascoltarti!- Le urlò in risposta l’altra ragazza, fermandosi e girandosi per fronteggiarla –Non avete già abbastanza problemi vostri? Avete per forza bisogno di farvi anche i miei? Che ve ne frega se ho lasciato Leo!? Nico ha lasciato Will. Annabeth e Percy si sono lasciati. Ma nessuno gli ha fatto tutte queste domande che state facendo a me!- Si bloccò e cercò di riprendere fiato.
Infine, con voce più calma, disse un’ultima volta –Lasciatemi in pace- e andò via.
Hazel era furente, perché dovevano trattarla in quel modo? Lei voleva solo aiutare i suoi amici e loro le urlavano contro. Era ingiusto.
Riportò lo sguardo su Nico, ma questo distolse in fretta il suo.
-Vaffanculo- gli sussurrò con un tono quasi sprezzante, un tono che lui non aveva mai sentito nella sua voce, poi andò via anche lei.
Camminò velocemente, aveva una meta ben precisa.
Non appena arrivò alla mensa, non fu difficile individuare il suo ragazzo. Ormai era quasi finita la pausa pranzo e il locale era praticamente vuoto.
Frank era seduto al tavolo insieme a Jason e Piper, era a metà del suo pasto e stava ridendo insieme a loro.
Non appena la vide gli occhi gli si illuminarono.
-Amore, vieni assaggia, oggi hanno cucinato qualcosa di davvero decente!
Hazel scosse la testa –Non ho fame, voglio solo te, andiamo.
Lo afferrò per una mano e fece pressione per farlo alzare.
Il ragazzo strabuzzò gli occhi, non poteva aver davvero inteso quello, non davanti ai loro amici. Sentì anche che a Jason cadeva la forchetta dalle mani.
-Cosa…?- Quasi balbettò.
Hazel divenne rossa, ma non demorse.
-Sai cosa? Mi sono rotta a essere sempre così gentile. Sono miei amici, li volevo solo aiutare per fargli del bene, mi sono fatta mille problemi per loro e finisce che mi ripagano urlandomi contro. Ora basta. L’unico che mi apprezza sul serio sei tu e io ti ho trascurato per loro, mi dispiace un sacco. Ma ora mi farò perdonare, andiamo!
E ci mise così tanta enfasi nel farlo alzare dalla sedia che il ragazzo si fece trascinare senza problemi, ancora non del tutto certo di quello che stesse succedendo, mentre il suo cervello finiva di elaborare quelle poche informazioni.
Jason e Piper rimasero soli, in silenzio guardarono il punto in cui i loro due amici erano spariti.
Dopo diversi secondi, fu Jason a rompere quel silenzio.
Si accasciò contro lo schienale della sedia e sospirò –L’immagine che il mio cervello attribuiva al nome di Hazel è stata completamente sconvolta.
-Si, anche la mia- fu totalmente d’accordo la sua ragazza.

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