12. Dopo le due di notte...
C’è un vecchio detto che dice che dopo le due di notte non succede mai nulla di buono.
La notte si dovrebbe solo dormire, entrare in quel mondo fatto di sogni, dove non si può fare del male a nessuno.
Ma quella notte, dormire sembrava un optional.
Hazel sapeva che Calypso aveva mentito.
Erano presenti tutti loro alla discussione di due giorni prima, aveva seguito parola per parola.
Quando Calypso aveva affermato che non amava più Leo, aveva capito benissimo che stava solo mentendo.
Ma prima di dirlo al ragazzo o a qualcun altro ne doveva parlare con lei.
Perché era sua amica e se lei aveva deciso di mentire su una cosa così importante, bè, doveva semplicemente essere per un motivo serio e valido.
Erano due giorni che cercava un attimo di tempo libero per parlarle, ma dopo la “fuga” di Nico e Calypso, Era li aveva tenuti sotto stretto controllo e li aveva messi in “”punizione””, così ad Hazel era rimasta solo la notte.
Proprio in quel momento si stava avviando lungo il corridoio, cercando la sua stanza.
Incontrò lungo il tragitto Thalia, la ragazza si avviava a passo lento strisciando i piedi, fece un lungo sbadiglio e guardò Hazel con occhio critico.
-Tranquilla, vado a fare due chiacchiere, non voglio rapire nessuno- disse Hazel alzando le mani, segno di resa totale.
Thalia si portò due dita agli occhi e poi li puntò verso di lei, chiaro simbolo che voleva intendere “ti tengo d’occhio”. Poi riprese la sua strada facendo un nuovo sbadiglio.
Hazel arrivò di fronte la stanza della sua amica e bussò, ma nessun invito ad entrare arrivò alle sue orecchie. Forse stava dormendo.
Così Hazel decise di entrare in ogni caso, sperando nel fatto che la camera non fosse chiusa a chiave.
Abbassò la maniglia lentamente, per non far nessun rumore, e la porta si aprì senza neanche un cigolio.
Come aveva immaginato Hazel, la stanza era immersa nell’oscurità, ma quando i suoi occhi si furono abituati al buio, notò che la ragazza non era a letto.
Si guardò intorno e notò un’altra porta, quella che portava al bagno privato in camera. Era socchiusa, ma una sottilissima striscia di luce era il chiaro segno che qualcuno fosse al suo interno.
Ancora più silenziosamente di come era entrata, Hazel si avvicinò e spiò al suo interno.
Non si vedeva molto, ma vide benissimo la sua amica.
Era seduta a terra e appoggiata al muro, la maglietta alzata fino al limite con il seno e le mani poggiate sulla sua pancia. Pancia terribilmente gonfia.
Hazel per poco non si fece scoprire, ma lo shock la immobilizzò del tutto.
-Hey piccola- sussurrò poi Calypso e, per un piccolissimo attimo, Hazel pensò che stesse parlando con lei, ma tutta la sua attenzione era per la sua pancia –So che la pancera stringe ma… Tu sei forte, so che lo sei. Devi solo sopportarlo qualche altra settimana. Non c’è bisogno che scalci così… Per favore.
Hazel sembrò sbloccarsi solo a quel punto e si ritirò, una mano sulla bocca incredula.
Come avevano fatto a non accorgersi di nulla?
-Ehy Will!- Annabeth lo intravide quasi per sbaglio e gli andò incontro, mettendogli un braccio intorno alle spalle.
-Non dormi neanche tu?- Domandò il ragazzo non sottraendosi alla sua stretta, anzi, stringendola a sua volta.
-Chi ha bisogno di dormire?
Will fece una mezza risata –Avevi una meta ben precisa?
-In realtà no, ma che ne dici di andare a rubare qualcosa al bar? Eravamo una bella coppia io e te- E gli diede un pugno non troppo forte sul braccio, ricordando la sera del ballo, quando andarono insieme.
Anche Will lo ricordò e fece una mezza risata –Oh si, eravamo decisamente una bella coppia.
Si avviarono a uno dei chioschi in giro per il parco.
Gli avevano detto che potevano usufruire delle piscine dopo l’orario di chiusura, per tutti loro era quindi scontato che potessero utilizzare anche i chioschi e i punti ristoro. Il fatto che fossero chiusi non li avrebbe di certo fermati.
Quello più vicino al punto dove si trovavano era già illuminato.
Decisero di avviarsi li, per risparmiarsi il lavoro di “aprire” la porta.
Quando entrarono però non videro nessuno.
-Oii! Chi c’è?- Urlò Will mentre Annabeth si chiudeva la porta alle spalle.
La testa di Leo spuntò da dietro il bancone, li scrutò per qualche secondo in silenzio, poi alzò le spalle e borbottò –Okay, potete restare, voi due ne avete bisogno quanto me- e tornò a occuparsi delle sue faccende nascondendosi di nuovo con tutto il corpo.
I due biondi si lanciarono un’occhiata confusa, poi si avvicinarono al bancone in legno.
-Che stai facendo?- Domandò Annabeth sempre più confusa.
Il ricciolino era intento a forzare una tavola di legno che creava il pavimento di quel chiosco.
-Succo di frutta e the? No. Sono più che certo che nascondino l’alcool da qualche parte. E io lo troverò.
Nico stava passeggiando per il parco illuminato e deserto, non riusciva a dormire, nonostante le giornate fossero terribilmente stancanti.
Ma il parco non era poi così deserto.
Anche Percy non riusciva a dormire, Nico lo trovò che nuotava dentro una di quelle piscine non troppo grandi e destinate solo agli adulti visto che non si toccava da nessuna parte.
Gli si avvicinò, si fermò al bordo piscina e si inginocchiò.
Percy lo vide e tornò in superficie, poggiò entrambi i bracci nella cornice in pietra e poggiò il mento fra di essi, era fuori dall’acqua fino alle spalle.
-Insonnia?- Domandò poi.
Nico scrollò le spalle –Come te.
Percy sbuffò –Non ho ancora capito cosa è successo tra te e Will. Insomma, tu lo vuoi, lui ti vuole, dove sta il problema?
Nico scosse la testa distogliendo lo sguardo –Lui non mi vuole. Mi ha guardato con quello sguardo che … Aveva paura di me. Ha davvero capito chi sono. Gli sto solo facendo un favore.
Percy strinse le palpebre cercando di capire –Ti ha guardato quando?
-Lascia stare … Piuttosto, pensavo amassi Annabeth, perché l’hai tradita?
Fu il turno di Percy quello di distogliere lo sguardo, strinse le mani in due pugni.
-Io … Neanche me lo ricordo. Okay ero completamente ubriaco, ma di solito anche dei piccoli flash li ricordo, invece qui ho solo il nulla.
-Quindi forse non l’hai tradita, lei lo sa?
-Come se mi desse possibilità di parlare.
Nico si morse il labbro, com’era finito a dare consigli romantici?
-E dopo che vi siete lasciati non sei stato con nessun’altra? A questo punto non penso che sia vero e proprio tradimento, no?
-Non nego di averci provato, solo che … Non si alza.
Nico scoppiò a ridere.
-Hai per caso cambiato sponda?
Anche Percy sorrise –Ci ho pensato, ma non ho avuto modo di testare.
Nico alzò un sopracciglio –Vuoi provare?
-Non ho mai baciato un ragazzo- si morse il labbro.
-Non c’è poi così tanta differenza.
-Okay, facciamolo.
Nico lo fissò per qualche altro secondo, solo per capire se stesse dicendo sul serio, quando vide il suo sguardo deciso si chinò in avanti.
Contemporaneamente Percy si issò un po’ di più.
Le loro labbra si incontrarono a metà strada.
Alla fine Leo riuscì nel suo intento.
Certo, con l’aiuto di Will e Annabeth avevano quasi smontato tutto il locale. Ma, quando ormai avevano perso le speranze, trovarono quello che stavano cercando dietro un doppio fondo di uno sportello.
Fu Annabeth a trovare quelle bottiglie di liquori vari.
Di solito era contraria a tutte queste cose, ma alla fine era pur sempre una ragazza e si era sempre comportata in modo responsabile. Perché, per una singola volta, non si poteva lasciare andare?
Così, circa un’ora e diverse bottiglie dopo, erano tutti e tre completamente ubriachi.
Will aveva incrociato le braccia sul tavolo, aveva il mento poggiato su di esse e continuava a fissare insistentemente il poco liquido trasparente rimasto dentro una delle bottiglie. Lo fissava come se questo dovesse rivelargli le risposte a tutte le sue domande.
Annabeth era quasi del tutto sdraiata sul tavolo, lentamente con un dito stava seguendo il contorno di una venatura nel legno.
Leo era accasciato sulla sedia in modo scomposto, fissava il soffitto. Fece una smorfia e prima di alzarsi commentò –Devo vomitare.
Né Will né Annabeth batterono ciglio, troppo presi dalle loro attività.
Poi però qualcos’altro attirò l’attenzione della ragazza: il cellulare che le vibrava nella tasca.
Lo uscì e con fatica riuscì a sbloccarlo.
-Luke mi ha inviato un messaggio- annunciò schiacciando sull’icona per aprirlo –Sono le quattro di mattina. Ma nessuno ha voglia di dormire?
Poi si bloccò e rimase in silenzio per dei secondi interminabili.
-Will- chiamò infine la ragazza con un tono strano.
-Mh?- Rispose il ragazzo senza staccare gli occhi da quel liquido trasparente.
-Guarda questa foto. Non capisco se è l’alcool o vedi esattamente quello che vedo io.
E così Will dovette spostare lo sguardo sul cellulare della ragazza.
Mise a fuoco la foto ma non una parola uscì dalle sue labbra.
Forse erano passati solo pochi secondi o forse interi minuti. Fatto sta che Leo tornò e, spuntando alle loro spalle diede una rapida occhiata anche lui allo schermo del cellulare di Annabeth.
Poi, come se fosse una cosa normalissima, chiese tranquillamente –Perché state guardando una foto dove Nico e Percy si baciano?
•••••
Già sono tornata incredibile🤡🤡
E niente dopo non so quanti mesi di assenza ecco il 12° capitolo👉🏻👈🏻😳
Vi ricordo che se trovate degli errori di scrittura siete pregati di segnalarli per rendere più piacevole la lettura ;)
Al prossimo aggiornamento!
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