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9)Novità

<L' amore non è qualche parolina dolce mormorata a fior di labbra prima di addormentarsi>
(Nicholas Sparks)

Dopo quella rivelazione, Eren decise che era il momento di andarsene, i due cercarono di parlarne il giorno dopo con più calma, ormai era tardi quindi con delusione del piccolo Nathan, il castano tornò a piedi a casa sua, non prima di essersi scambiati i numeri di cellulare. 

Tornato a casa Eren era esausto, questi giorni erano stati pieni di emozioni e di avventure, ma davvero molto stancanti, quindi decise di lavarsi con acqua calda, di asciugò i lunghi capelli castani, si mise il pigiama e si andò a coricare esausto, cadde subito tra le braccia di Morfeo e non fece sogni quella notte.

Il giorno dopo, si svegliò più allegramente degli altri giorni, decise subito di prepararsi, si vestì con una solita camicia azzurra pastello e mise dei Jeans neri, si legò i capelli in un codino e decise di camminare verso casa di (t/n) per capire decidere e scegliere cosa fare. Camminò a piedi, cercando di risparmiare il più possibile e non inquinare troppo, si mise le cuffie bluetooth e ascoltò qualche canzone Rock degli anni 70 camminando per le strade di New York. Per caso (t/n) aveva scelta un appartamento in quartiere vicino al suo, quindi non ci mise molto ad arrivare nella casa della ragazza, emozionato Eren bussò alla porta della donna, ricordava ancora l'espressione della ragazza quando lui le aveva confessato che era ancora innamorato di lei, la ragazza aprì subito, non aspettandosi nessuno, infatti lei e Nathan si erano svegliati da poco, il bambino stava facendo colazione, mentre lei ancora in vestaglia andò ad aprire, rimase sorpresa di trovare Eren così presto dietro la sua porta.

L'eccitazione pervase subito il corpo di Eren, nel vedere quella donna così bella, così scoperta, infatti lei indossava un abito leggermente scollato con delle calze e sopra indossava una pesante vestaglia di lana, ma vedere quelle forme così evidenti fece impazzire la mente di Eren, che quel corpo poteva solo sognarlo da cinque anni. Il suo sguardò guizzò subito sulla collatura della ragazza, aveva notato che con la gravidanza il corpo della ragazza era diventato più robusto, ma non pensava fosse così eccitante, cercò di non far notare nulla, ma dallo sguardo imbarazzato della donna capì, che lei aveva intuito i suoi pensieri.

"Buongiorno, entra su, che fa freddo" disse lei delicatamente.

"Buongiorno, come va?" chiese Eren dentro l'appartamento.

"Bene, io e Nat ci siamo svegliati da poco" disse lei entrando in cucina.

"Signor Erennn, che bella sorpresa" lo accolse con dolcezza il bimbo, scendendo dalla sedia per andare ad abbracciare Eren, lui si mise sulle ginocchia e per la prima volta abbracciò suo figlio, il suo cuore iniziò a battere forte, stava stringendo tra le sue braccia il suo bambino per a prima volta, le sue mani tremanti si poggiarono sulla piccola schiena del bambino coperta dalla maglietta del pigiama. Poi i due si sorrisero, Eren si alzò e prese la mano del bambino, si sedettero entrambi sulle sedie e incominciarono a parlare.

"Eren, vuoi del caffè?" (t/n) cercò di essere il meno fredda possibile, ma la sua voce le uscì con tono distaccato, anche se lui le aveva finalmente raccontato la verità, lei non riusciva ancora a perdonarlo del tutto, si continuava a sentire presa in giro, anche se aveva ammesso di amarla ancora, ma questo era il karma si ritrovò a pensare (t/n), doveva ferire qualcuno e alla fine a ferito se stesso. Eren notò il tono distaccato della donna girata di spalle, ma comprese il motivo e cercò di non rimanerci male, lui stava già bene di poterla rivedere dal vivo e poterle parlare senza essere preso ad insulti.

"Si, grazie" disse lui, sperando che la ragazza non gli mettesse il veleno e non gli sputasse, al solo pensiero ridacchiò, lei avrebbe avuto il coraggio di farlo. I due maschi parlarono normalmente, infatti Nathan gli raccontò di com'era andato il suo primo giorno di scuola.

"E quindi devo stare a casa per almeno tre giorni, perché devono disinfestare la scuola dai ratti, io ne ho visto uno enorme, mi è pure passato sulle scarpe, tutti gridavano, mi veniva da ridere" raccontò divertito il bimbo, indicando le scarpe lavate che si stavano asciugando.

"Non hai avuto paura?" chiese Eren.

"Nooo, è stato molto divertente vedere chi scappava, chi gridava e le maestre che inseguivano i ratti con le scope" ridacchiò il bimbo.

La ragazza portò un vassoio rosso con due tazze dentro piene di caffè. 

"Ecco, vuoi dello zucchero?" chiese lei.

"No, non c'è ne bisogno, va bene così" disse lui sorseggiando leggermente la sua bevanda. 

"Nathan vai a lavarti e a vestirti" la madre gli fece una carezza sulla guancia.

"Dopo posso giocare con il signor Eren?" chiese lui.

"Se lui vuole, va bene" sorrise al bimbo.

"Va benissimo, ma prima ascolta la mamma" Eren sorrise al più piccolo, lui felice scese dalla sedia e corse verso il bagno.

"Cosa vuoi fare?" chiese diretta lei.

"Io voglio conoscere mio figlio e vorrei dirlo ai miei amici più cari e alla mia famiglia" disse lui semplicemente, sperando che lei non pensasse che il castano volesse portargli via il bambino, ma lei sapeva che non c'era nessun rischio, lei era la madre, era una donna ormai ricca, quindi non avrebbe potuto portarsi via suo figlio. 

"Va bene, per il primo periodo verrai tu a casa nostra, tutti i giorni che vuoi, poi vedremo se lui potrà venire da te" disse la (c/c) con tono severo che non ammetteva repliche, Eren si ritrovò a pensare che la donna fosse cambiata molto dagli anni del liceo, era più sicura di se, più severa, ma anche più attraente e bella. Lui le sorrise, si alzò dalla sedia e andò nella stanza di suo figlio, ed era bellissima.

"Wow" esclamò sorpreso.

"Bella vero?" disse il bimbo entrando nella stanza.
"L'abbiamo fatta io e la mamma" continuò sedendosi sul pavimento, sopra il tappeto e facendo cadere le costruzioni sul pavimento.

"Forza siediti" disse il bambino sorridendo al castano, facendogli segno con la mano di sedersi vicino a lui, il castano lo seguì senza protestare e cominciarono entrambi a giocare, facendo una gara a chi faceva la costruzione più bella. Gli schiamazzi dei due attirarono la madre del bimbo, che da dietro la porta li osservava a braccia incrociate. Un calore le scaldò il cuore della ragazza, un calore che non sentiva da anni, Eren stava rientrando nelle loro vite, ma lei doveva stare attenta a non farsi scottare, avrebbe fatto male una seconda volta e lei non voleva riprovare quel dolore.

ANGOLO CESPUGLIO

Un momento padre e figlio, mi è piaciuto molto scrivere questo capitolo, comunque spero che il capitolo vi sia piaciuto e perdonate i miei errori. 

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