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8)Parlare

(Questo in foto è Nathan)

<La gente nasconde la verità perché ne ha>
(Nicholas Sparks)

Il viaggio in macchina duro cinque brevi minuti, che per Eren furono i cinque minuti più lunghi della sua vita, per fortuna c'era Nathan che teneva compagnia ad entrambi gli adulti, se non ci fosse stato lui, avrebbero passato il viaggio in silenzio.

"Come si chiama signore?" chiese il bambino allacciandosi la cintura.

"Eren Jaeger e tu piccolo?" chiese il castano al bambino sorridendogli.

"Nathan (t/c)" disse felice il bimbo.

"Le piace il gelato?" chiese due secondi dopo il bimbo, era felice di avere un nuovo amico.

"Si, mi piace molto il gelato al cioccolato" disse l'adulto guardando dallo specchietto retrovisore il bimbo che muoveva le gambe, facendole dondolare. Era così minuto come la madre.

"Anche a me piace, ma preferisco la fragola, è il mio gusto preferito" disse con tono allegro pensando al gelato.

"Mamma, lo prendiamo il gelato alla fragola?" chiese il bimbo rivolgendosi alla (c/c).

"Tesoro, siamo a Novembre, non è il periodo adatto" disse la madre concentrata sulla strada.

"Uffa" il bambino mise il broncio. Nathan.

"Siiii" esclamò felice il bimbo, alzando le braccia al cielo.

"Signor Eren, lei è amico di mia mamma?" chiese il bimbo qualche secondo dopo.

"mhh, una specie" commento Eren guardando la donna concentrata sulla strada, aveva una faccia seria, non mostrava segni di stupore o altro.

"Capito" disse il bimbo guardando il paesaggio fuori dalla macchina, che scorreva velocemente. Nathan amava osservare la natura che scorreva ai suoi occhi, amava osservare il cielo, amava respirare aria fresca, proprio come la madre, per questo ogni estate andavano in vacanza in montagna, entrambi amavano stare a contatto con la natura che li circondava.

Nathan continuò a fare mille domande al castano e lui prontamente rispondeva sempre senza fastidio, il bambino era molto curioso ed Eren era felice di non trascorrere il viaggio in un imbarazzante silenzio. Anche se (t/n) non lo dimostrava, era agitata, avrebbe dovuto confessare tutto al castano, era agitata, ma doveva cercare di mantenere la calma, per suo figlio, ma anche per se stessa, quindi mantenne un espressione monotona e cercò di concentrarsi sulla strada.

I tre arrivarono davanti la loro abitazione, entrarono nell'appartamento, Eren notò fin da subito che era piccolo, ma pieno di cose, era proprio la casa che rappresentava il carattere di (t/n), e si notava fin da subito che li dentro ci abitava anche un bambino, infatti anche se in modo ordinato i giocattoli erano posti ovunque, la casa aveva mille colori, ma questo non andava a rovinare l'atmosfera, era come se i colori fossero in armonia tra di loro, tutto era così allegro e pieno di vita. 

"Vuoi qualcosa da bere?" chiese la ragazza aprendo il frigorifero e indicando anche la macchina del caffè.

"Io voglio il succo mamma" disse allegramento il più piccolo, la donna prese dal frigorifero una bottiglia piena di succo alla mela e riempì un bicchiere colorato di arancione.

"Va bene anche un bicchiere di acqua, venendo qui ho bevuto un caffè" disse Eren sorridendo alla ragazza, lei annui e gli passò un bicchiere trasparente pieno di acqua naturale.

"Nathan vai a giocare" disse la madre al bimbo.

"Ma io volevo stare con il signor Eren" si lamentò il più piccolo.

"Dopo ci giocherai, per ora noi dobbiamo parlare" la madre gli accarezzò dolcemente il capo. Lui sospirò seccato, poi sorrise alla madre e corse in camera sua.

"è un bambino dolcissimo" sorrise Eren.

"Si, lo è" sorrise anche lei, finalmente il castano vide quel sorriso che tanto gli era mancato. 

"Di cosa vuoi parlare?" chiese lei.

"Di tutto, prima di tutto vorrei spiegarti un paio di cose e poi magari tu mi parli da dove è spuntato quel bambino identico a me" disse con tono sarcastico l'uomo, lei sospirò, ma poi fece segno al castano di parlare.

"Ok, tutto è iniziato qualche mese prima che noi ci parlassimo, ero ad una festa come al solito, avevamo deciso da ubriachi di fare un gioco: Obbligo o verità, avevamo bevuti un po' tutti, ci siamo seduti in cerchio e abbiamo cominciato il gioco, la serata è passata così finche, Reiner che era ubriaco fradicio, non ricorda nemmeno di quella sera, io tristemente benissimo, mi aveva proposto di portarti a letto, alla fine eri una delle poche ragazze carine che non uscivano mai e non avevano amici, ammetto che prima di quel giorno non ti avevo mai notata, ma non ci feci caso ed accettai, non avevo nemmeno la gravità della cosa, avevo sbagliato fin da subito ad accettare, ma ero davvero così immaturo in quel periodo, Mikasa e Armin mi avevano fin da subito consigliato di non fare questa scommessa, ma non li ascolto mai" entrambi ridacchiarono.
"Quindi all'inizio i miei amici mi volevano aiutare a farmi avvicinare a te, ci avvicinammo per questo motivo, ma dopo qualche tempo capimmo che quello che stavamo facendo era una scelta sbagliata, tu eri così dolce, gentile, buona e coì bella" continuò Eren con sguardo innamorato verso la donna, che nascose il suo rossore sotto la tazza del caffè che stava bevendo.
"Così non ricordai più la scommessa e mi innamorai davvero di te, ma ormai il danno era fatto, mi ero innamorato follemente di te e non volevo abbandonarti, ma Mikasa ricordava quella scommessa e cercava sempre di farmi essere sincero con te, ma avevo paura di perderti, forse dovevo ascoltarla e dirti tutta la verità, magari non sarebbe finita così, quando quel giorno Mandy pubblicò il video, io non lo sapevo, lo vedemmo tutti insieme e fu li che persi un battito, ma mi sentì peggio, quando vidi il tuo volto così dolce pieno di lacrime, lacrime amare, lacrime che avevo causato io, volevo spiegarti tutto, ma non ci riuscì, non uscivano parole dalla mia bocca, le frasi rimanevano bloccate in gola e la mia mente viaggiava veloce, senza darmi il tempo di formula quello che dovevo dirti. Poi dopo essere tornato a casa, ti chiamai ma tu non mi rispondesti mai, nemmeno dopo mesi, da quel giorno vivo con il rimorso di non aver potuto confessarti tutto quello che provavo e chiederti infinite volte scusa, perché io ti amavo e ti amo tutt'ora" finì Eren prendendole la mano.

(t/n) sussultò per la sorpresa e rimase di stucco, pe tutto quel tempo aveva pensato che Eren l'avesse tradita per divertimento personale, non pensava l'avesse amata veramente.

"Capisco, io, il mio telefono due giorni dopo si ruppe e anche se volevo risponderti, avevo perso tutti i numeri, poi per la delusione decisi di tornare da i miei ormai defunti nonni, due mesi dopo notai che avevo un lungo ritardo e stavo molto male, quindi andai dal ginecologo che mi fece fare un test di gravidanza, ovviamente come puoi immaginare era positivo, scoprii di essere incinta a 16 quasi 17 anni, ero così spaventata, che decisi di non dirtelo, avevo paura che tu mi potessi portare il mio bambino, i miei nonni morirono qualche mese dopo ed ero una ragazza madre con un piccolo neonato, non avevo soldi e nulla, mi facevo mantenere da Levi e Remus e questo mi metteva a disagio, quindi decisi di cominciare a lavorare, all'inizio nessuno voleva assumere una ragazza madre, con un neonato che portava sempre appresso, ma alla fine un buon uomo decise di assumermi come cameriera in un bar, portai Nathan con la fascia, anche mentre lavoravo, lui per mia fortuna era un bambino tranquillo e piangeva poche volte, un giorno mentre lavoravo un uomo di una ricca azienda mise un annuncio che cercava delle domestiche che si occupavano della sua casa, io mi misi subito a disposizioni e quindi iniziai a lavorare il giorno come domestica e la notte come cameriera, con appresso sempre Nathan, fu un lungo periodo pesante, ma qualche tempo dopo mi misi a fare come passatempo dei calcoli lunghi e difficili in un foglio, Nathan aveva due anni, l'uomo per cui lavoravo, mi vide e decise di assumermi come segretaria, da quel momento la mia vita migliorò, non chiesi più soldi ai miei ultimi parenti rimasti, cominciai a lasciare Nathan all'asilo che si trovava nel mio posto di lavoro, per i figli dei lavoratori e iniziai a fare la segretaria per questo ricco uomo, fin da subito guadagnai bene e ancora adesso continuo a lavorare, in questo periodo mi sono presa dei giorni di ferie, ma tra qualche giorno ricomincerò e non vedo l'ora, adesso posso dare a mio figlio tutto quello che vuole e posso farmi anche dei regali, posso dire di passarmela bene" finì il suo racconto (t/n).

"Quindi Nathan è mio figlio?" chiese Eren.

"Si" rispose secca la donna, ormai non aveva più senso nascondere la verità.

ANGOLO CESPUGLIO

Finalmente la verità, come la prenderà Eren? Spero che il capitolo vi sia piaciuto, perdonate gli errori <3 


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