4)Costante tristezza
<Lei era reale, ed era lì, nel rifugio che un tempo era il loro>(Il meglio di me-Nicholas Sparks)
Eren, amore mio, si ti prego, più forte, vai più veloce" gemette la (c/c) sull'orecchio del castano, l'uomo ormai alto 1,70, muscoloso e possente, stringeva la minuta donna tra le sue grandi braccia, mentre si spingeva con forza e passione dentro di lei, il membro grosso e turgido spingeva dentro le sue pareti, lo sfrigolio, delle pareti della donna contro il contorno del pene del castano andava a creare uno stato di eccitamento elevato, il sudore colava sul petto possente dell'uomo e i seni tondi della donna rimbalzavano, era tutto così bello, tutto così intendo, finché uno strano "bip" rovinò l'atmosfera.
Gli occhi dell'uomo si aprirono, facendolo accecare, si guardò intorno e vide che si trovava nel suo monolocale, sospirò stanco, come quasi ogni notte sognava di essere con la sua amata, ma ovviamente era tutto un sogno, lei lo aveva odiato e se ne era andata cinque anni prima, andando a creare un vuoto costante nel suo cuore, quando aveva rimpianto la sua stupidità, quando aveva odiato Mandy e quel maledetto video e quando aveva odiato se stesso. Erano cinque in cui si sentiva vuoto e freddo, aveva provato ad avere relazioni con altre donne, ma aveva chiuso subito, capendo che quelle poverette non avrebbero mai colmato il suo vuoto, suo madre e Dina avevano provato ad aiutarlo, ma non riusciva davvero a sorridere come faceva prima, Zeke, Mikasa, Armin e tutti i suoi amici stavano al suo fianco, cercando di consolarlo.
Ormai tutti avevano una vita, Zeke aveva adottato un pastore tedesco e lavorava pe runa famosa azienda, Mikasa ed Annie convivevano, Armin e Jean flirtavano da qualche mese, Historia e Ymir avevano adottato due gemelline, che avevano sei anni e infine Carla e Dina avevano scoperto di amarsi profondamente, vivendo nella stessa casa per tanti anni, avevano finito per amarsi.
La sua vita era una routine, si alzava dal letto dopo averla sognata, mangiava, andava a lavoro (lavorava come avvocato), tornava a casa sua, mangiava di nuovo e poi andava a dormire, era un loop continuo, non riusciva proprio a fare nient'altro. Il telefono di Eren incomincio a squillare, lui si mise a sedere sul morbido letto, il suo petto muscoloso era nudo, mentre sotto portava dei pantaloni di tuta grigia, con i capelli legati in un codino scombinato prese il cellulare e rispose senza leggere il nome della persona che lo stava chiamando.
"Eren, oggi ci prendiamo un giorno libero, lo studio rimarrà chiuso" disse Armin di fretta.
"Cosa? Perché? Abbiamo preso degli appuntamenti?" rispose Eren stupito.
"Già disdetti, coraggio preparati, io e Mikasa stiamo passando da casa tua" rispose Armin, Eren aprì la bocca per cercare di replicare, ma ormai Armin aveva staccato la chiamata, Eren infastidito si alzò dal letto e si avvicinò al bagno, prese da alcuni cassetti che completavano il suo armadio, una camicia nera e dei pantaloni neri strappati, poi si lavò il viso per darsi una svegliata e si sistemo i lunghi capelli castani. Con il rasoio si tolse quei pochi peli che aveva, si faceva sempre la barba, al contrario di suo fratello Zeke, Eren non amava la barba. Si mise le suo converse preferite, ovviamente rigorosamente nere, prese il cellulare ed uscì di casa, in cinque minuti si trovò l'auto di Armin, una Volkswagen Maggiolino bianca, il suo amico biondo abbassò il finestrino, si tolse gli occhiali da sole neri e gli disse di salire, notò che nei posti dietro Mikasa era seduta e lo guardava con gli occhi che brillavano. Eren salì in macchina e Armin partì velocemente.
"Ma che vi prende oggi?" chiese Eren stupito.
"Zitto! e tu Armin vai più veloce" gridò Mikasa avvicinandosi ai due.
"Mikasa non posso, o mi ritirano la patente di nuovo" disse Armin infastidito.
"Non è il momento di pensare alla patente" disse Mikasa.
"Ti ricordo che è stata colpa tua se la patente mi è stata ritirata" Armin guardò male Mikasa dallo specchietto.
"Esagerato" mugugnò Mikasa tra se e se. Eren sorrise leggermente e si mise la cintura, non volendo rischiare di spiccicarsi al vetro.
"Mi spiegate perché siete così agitati oggi" disse Eren guardando il suo amico biondo.
"Lo vedrai quando arriveremo" disse Mikasa.
"Posso sapere almeno dove stiamo andando?" chiese Eren.
"Alla New York Public Library" disse Armin aumentando la velocità.
Il viaggio continuò tra i lamenti di Eren che voleva sapere cosa stava succedendo, Armin che aumentava la velocità e poi frenava ad ogni semaforo, facendo sobbalzare i due amici e Mikasa che rispondeva male al castano.
"Siamo arrivati, Eren muoviti!" le disse Mikasa scendendo dall'auto, I tre entrarono veloci nella biblioteca comunale, Eren vide subito i mille scaffali pieni di libri, moltissimi tavoli erano occupati da tante persone che leggevano libri o studiavano. La bibliotecaria li guardò benevolmente, salutandoli cordialmente.
Armin e Mikasa si guardarono intorno, ma quando Eren alzò gli occhi nuovamente sulla bibliotecaria, capì perché i suoi amici erano così agitati, il suo cuore incominciò a battere velocissimo, gli sembrava un sogno...un bellissimo sogno. Forse lo era, forse era un sogno, ma no, non poteva essere, si era svegliato, Mikasa e Armin erano insieme a lui, lui era sveglio e lei era così vicino a lui, non poteva dimenticare quei bellissimi (l/c) capelli (c/c), che le incorniciavano il viso alla perfezione, ma soprattutto non poteva dimenticare quegli occhi (c/o) dove si perdeva molti anni fa. Credeva che la mascella gli fosse caduta se non fosse stata incollata alla sua faccia. Lei se ne era andata, non poteva essere davvero lei, doveva essere per forza un allucinazione. Ma il suo stato ipnotico fu interrotto da Mikasa, che lo prese per il polso e lo trascino verso, la ragazza, ormai donna che gli aveva rubato il cuore.
La donna sorrise verso la bibliotecaria e teneva un grande libro in mano. Indossava una camicetta bianca e una lunga gonna che le arrivava ai piedi azzurra pastello. I suoi (l/c) erano legati in una traccia messa di lato. Era lei, era proprio la sua amata (t/n), ad un tratto il suo mondo grigio si illuminò di un immensa luce di gioia e serenità, il suo angelo era tornato.
ANGOLO CESPUGLIO
Finalmente vediamo il punto di vista di Eren, scusate per il capitolo corto, ma mi andava di lasciarvi un po' sospesi ahaha. Ammetto che la ship di Carla e Dina mi è venuta in mente a caso mentre scrivevo, non prendetevela se non vi piace <3
Comunque come state? Io benino.
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