14)Come la prima volta
<Prima che ci incontrassimo, vagavo per la vita senza una direzione, senza una ragione.
So che, per qualche motivo , ogni passo che ho fatto da quando ho imparato a camminare, era un passo verso di te. Eravamo destinati ad incontrarci>
(Nicholas Sparks)
"Ma io voglio aprire i regali" commentò quando il bambino vide la madre alzarsi e annunciare che dovevano tornare a casa.
"Li aprite domani, rimanete qui a dormire, a noi fa piacere vero Dina?" chiese Carla sorridendo alla moglie, Eren divenne rosse capendo il piano oscuro delle due, ma non disse nulla.
"Certamente cara, perché non restate?" rispose subito la donna sorridendo alla ragazza, lei fissò il figlio che la guardava cin i suoi occhioni da cerbiatto e non riuscì a rfiutare.
"Va bene, resteremo anche a dormire" il bambino esultò di gioia e si avvicinò a Zeke ed Eren per continuare a giocare con la loro play. La ragazza lo guardò con un dolce sorriso e si sedette sul divano tra Carla e Dina.
"Non riesci a dirgli di no, vero?" chiese Carla guadando teneramente il nipote.
"Come si fa a dire di no a quegli occhioni" sorrise la ragazza.
"Eren era così, sapeva come cascavo a quelle suppliche e me la faceva sotto il naso, era Dina a fermarmi dall'acconsentire per ogni cosa lui mi chiedeva" sorrise la castana alla bionda che la guardava con uno sguardo severo.
"Eri e sei ancora adesso troppo buona"
"Ma tu mi ami che per questo" risa la donna dai capelli castani. La (c/c) era rimasta scioccata quando aveva saputo che le due si erano fidanzate e stavano insieme, ma si complimentò con entrambe, anche alla loro età potevano amarsi, perché l'amore si può coronare sia nella fase adolescenziale, che nella fase adulta.
"Comunque puoi dormire nella stanza degli ospiti difronte a quella di Eren" disse Carla, che poi diede un bacio sulla guanciotta del bambino, salutarono tutti e si andarono a coricare.
La ragazza sospirò e si sedette sul divano guardando i tre che si sfidavano.
Un leggero sbadiglio di impossesso del piccolo, che venne preso tra le braccia della madre.
"Qualcuno deve andare a dormire" disse la donna sorridendo al figlio.
"No, non voglio, devo finire la partita" si lamentò il piccolo.
"Mi dispiace, ma è il momento di andare a dormire per tutti" disse Zeke dando un leggero pizzicotto sulla guancia del piccolo. Lui mise il broncio, che venne sostituito da un secondo sbadiglio, Eren ridacchio e diede un bacio sul capo di Nathan.
"Facciamo così, domani apriamo i regali e poi finiamo la partita, va bene" gli sorrise il castano. Nathan sorrise felice e abbracciò il padre.
"Grazie papà" tutti rimasero stupiti, ma il loro volto stupito mutato in uno felice, Zeke sorridendo augurò la buona notte a tutti e andò a coricarsi e rimasero sli i tre membri della nuova famiglia.
"Come mi hai chiamato?" chiese scioccato il castano.
"Papà, tu sei il mio papà, posso chiamarti così?" chiese intimidito il bambino.
Eren esultò dalla gioia e prese tra le sue braccia il bambino girando sul posto e facendolo volare in aria, il piccolo rise a crepapelle e infine abbracciò il padre.
"Chiamami papà, figliolo" gli disse infine dandogli un bacio sulla fronte, la ragazza rise alla scena, il suo cuore palpitava come la prima volta, batteva come quando era adolescente, la sua gioia era immensa. Il suo bambino aveva trovato suo padre e lei si era ricongiunta a lui. Aveva fatto una promessa a se stessa, che non avrebbe avuto rapporti con Eren Jaeger, ma questa promessa stava per essere infranta.
"Dorme?" chiese Eren vedendo uscire la donna dalla stanza dove dormiva il bambino.
"Si" sussurrò lei sorridendogli.
"Mia madre ti ha preparato una vestaglia e una camicia da notte tieni" disse lui passandole tutto il necessario. La ragazza sorrise e la prese. La voglia di lui era forte, tutta l'adrenalina si stava scatenando in quello stesso istante, la ragazza era pronta a buttarsi, a gettarsi dal burrone che portava il nome del castano, era pronta a lasciarsi andare.
Avrebbe rischiato? Si.
L'avrebbe rifatto ancora e ancora? Si.
Se ne sarebbe pentita? No.
Però tutti abbiamo bisogno di concederci al desiderio, fa parte dell'essere umano cedere alle tentazione e lui era la sua tentazione.
"Eren...ti va di aiutarmi ad indossarla" chiese lei, cercando di girarci in torno, con un leggero rossore sulle guance, Eren fece una faccia sorpresa, ma annuì senza esitazione, le prese la mano libera e la portò nella stanza di fronte a quella dove doveva dormire lei.
Dopo aver chiuso la porta della sua stanza, che era rimasta come in passato quando l'aveva portata per la prima volta in casa sua; la situazione degenerò completamente. La ragazza si lasciò prendere dalla passione, fece cadere i vestiti sul pavimento e si lanciò verso Eren, lui la prese di slancio e lei avvolse le gambe alla sua vita, facendo toccare le loro intimità, si baciarono in modo selvaggio, le loro lingue si toccavano, andando a creare una danza tutta loro, dei rivoli di saliva scendevano dalle loro labbra, i due si stesero sul letto, Eren cominciò a scendere con i baci leccando e mordicchiando qualche lembo di pelle.
Mentre le succhiava la pelle del collo, creando dei piccoli lividi, la spogliava della sua gonna e del suo maglioncino, lasciandola in collant che strappò per la foga, infilò le mani dentro il foro che si era creato per la lacerazione e le spostò le mutandine, la ragazza gemette alle dita esperte del ragazzo che si insinuarono dentro di lei.
Eren emise un leggero e roco lamento quando la ragazza gli toccò la patta dei pantaloni, guardandolo negli occhi e gemendo per le dita dentro la sua femminilità, era tutto così magico, tra di loro circolava un aurea eccitata e perversa, i due erano vogliosi e innamorati. La ragazza capovolse la situazione e si mise sopra di lui, con delicatezza e una leggera ed estenuante lentezza spogliò l'uomo, togliendogli anche i boxer. Eren con le dita bagnate dei suoi umori le accarezzò le labbra e lei infilò quelle dita tra le sue labbra gustandosi i suoi umori, mentre con le sue mani si aiutava a far entrare quel membro duro come il marmo dentro di lei, di colpo la ragazza sentì un corpo estraneo allargare le sue pareti strette, (t/n) si tappò la bocca e gemette sulla sua mano, Eren emise un gemito roco e le morse un lembo di pelle del collo, lasciando una traccia rossa.
Quando la ragazza si fu abituata al membro si cominciò a muovere, mentre il castano le succhiava i capezzoli grossi ed eretti. La (c/c) sentiva il piacere crescere dentro di lei e salire su tutta la sua spina dorsale, Eren per la troppa passione e la fece stendere, e mise le sue gambe sulle spalle, da lì cominciò a spingere forte e veloce, facendola venire più e più volte, i due cercarono di trattenere i loro gemiti e le loro urla con dei baci che facevano legare le loro lingue.
Dopo molte spinte (t/n) venne per la quinta volta ed Eren si riversò dentro di lei. Stanchi si stesero nudi e sudati sotto le coperte, (t/n) poggiò la sua testa con un groviglio di capelli sul petto ricoperto da una patina di sudore di Eren, mentre lui le stringevano una mano la vita vicino al suo posteriore e le accarezzava il viso con l'altra.
"Adesso che faremo?" chiese lei
"Voglio godermi la mia famiglia, (t/n) io ti amo così tanto, non so esprimere a parole quello che sento e provo per te, ma posso dimostrartelo a fatti; non ti assicuro che non ti farò soffrire, perché fa parte dell'essere umano far soffrire chi gli sta accanto, ma voglio prometterti che ci sarò sempre per te, ti starò sempre accanto nel bene e nel male, ti coccolerò quando sarai triste, riderò con te quando sarai felice, mi prenderò cura di te e di Nathan, lo porterò ad ogni partita di Baseball che vuole, giocheremo alla play, andrò alle sue recite di fine anno, starò al vostro fianco, ti supplico (t/n) stammi vicina e non abbandonarmi, io vi voglio nella mia vita, nel mio presente e nel mio futuro. (t/n) voglio solo te e nessun'altra" finì con gli occhi lucidi, la (c/c) con le lacrime agli occhi lo bacio sulle labbra, un bacio diverso da quelli che si erano scambiati qualche minuto prima, un bacio dolce, calmo e che parlava dei loro sentimenti. Un bacio a volte parla più delle parole, quelle parole taciute o sussurrate la notte, dove nessuno può sentirti.
"Non ti lascerò mai più"
Fine❤️
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