Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 37

Trovavo curioso come i mesi fossero volati via così velocemente. Era già Gennaio dell'anno nuovo, le vacanze erano terminate da poco e tutti avevano ripreso a lavorare o a studiare. In quel periodo avevo pensato di lasciare l'università senza dirlo ai miei, per poter studiare lettere. Ero tanto vicina dal farlo, ma alla fine pensai che ora come ora, era meglio concludere l'anno e cambiare a settembre. I miei non l'avrebbero presa affatto bene, ma non m'importava. Avevo sbagliato e ora cercavo di rimediare, scegliendo un indirizzo che mi piacesse davvero. In fin dei conti, meglio tardi che mai! Giusto?
Non si sentì più parlare di furti nel periodo natalizio e Andrew ne sembrò sollevato. Ma finì per rivelarsi solo una piccola vacanza per i ladri misteriosi, perché qualche giorno dopo la riapertura dei negozi e delle scuole, sul giornale si parlò di un secondo furto al direttore della banca, mio padre, Mark Evans. Era così arrabbiato ed esasperato che aveva pensato di cambiare casa o addirittura città. Peccato che il suo lavoro e i suoi affari si svolgessero per lo più proprio a Everside. Per questo assunse due guardie che girassero intorno alla casa, voleva avere tutto sotto controllo.
Con la scusa di tutti gli ultimi avvenimenti ero anche riuscita a riprendermi la copia della chiave del mio appartamento, che i miei avevano ceduto ad Andrew. Ora non mi sarei più spaventata nel sentire ogni volta dei giri di chiave al mattino o la sera tardi. Ultimamente però, avevo avuto l'idea di lasciarle a Clyde e Sammy in caso di emergenza, di loro mi fidavo e avevamo già parlato di questo argomento in precedenza. Misi così un'etichetta sul portachiavi della copia e la appoggiai sul tavolino in salotto per ricordarmi di portarla ai ragazzi appena ne avrei avuto il tempo.
Aprii la busta e ne estrassi le foto delle vacanze natalizie che avevo fatto stampare, inserendole poi in un album. Avevo passato un altro Natale da sola, ma i giorni seguenti erano venute a trovarmi Marisol, Gloria e successivamente anche Diana. Con Diana avevo passato anche il capodanno e le avevo presentato Clyde e Sam. Eravamo andati a vedere i fuochi d'artificio tutti insieme e ci eravamo divertiti come non mai. Oltre alle nostre foto, avevo fatto stampare anche quelle che mi aveva mandato Jaden del Natale precedente. Le avevo messe in un album a parte e avevo stampato foto in più da mettere nella casa sull'albero.
Alzai lo sguardo per qualche secondo e non essendo sicura di ciò che avevo visto, mi alzai avvicinandomi alla grande finestra. Piccoli fiocchi di neve stavano scendendo giù dal cielo grigio. Sorrisi e restai a guardare fuori diversi minuti, fino a quando non sentii il cellulare suonare e afferrandolo, risposi. «Ciao Jaden!» Ero sorpresa di ricevere una sua chiamata, ma felice.

«Ehi Isabel, come stai?»

«Io bene, tu?» Iniziai a girare per la stanza toccando qualsiasi oggetto. Cosa di cui poi mi sarei pentita. Mentre ero in chiamata, avevo il brutto vizio di toccare e spostare gli oggetti senza accorgermene. Ecco come facevo a perdere tutto.

«Bene. Mi domandavo se fossi a casa...? Volevo farti visita, ma se preferisci possiamo vederci in un bar. O se hai già impegni possiamo fare un altro giorno.» Disse con un tono quasi insicuro.

«No, no! Oggi va benissimo, io ora sono a casa, se vuoi ti mando l'indirizzo per messaggio. Una tua visita mi farebbe davvero piacere!»

«Perfetto! Allora ci vediamo tra un'oretta?» Domandò in tono sollevato. «Recupero l'auto in officina e arrivo.»

«Sì, va benissimo. Allora a tra poco!» Staccai e gli inviai subito il messaggio con l'indirizzo. Ero felice di rivedere Jaden dopo diversi mesi. L'ultima volta che lo avevo visto era stata alla casa sull'albero, quando gli avevo chiesto le foto che poi mi aveva inviato subito il mattino seguente.
Guardandomi intorno, mi resi conto del fatto che la casa era leggermente in disordine, così, rimboccandomi le maniche della felpa, iniziai a sistemare.

•••

«Così è qui che vivi ora...» Jaden si guardò intorno prima di sedersi sul divano mentre io portavo un vassoio con qualche cosa da bere e da mangiare.

«Già!» Sorrisi mettendomi anche io seduta.

«Sembri felice.» Accennò un sorriso allungando la mano per prendere da bere.

«Molto. Da quando sto qui faccio praticamente un'altra vita, anzi... sarebbe meglio dire che vivo. Ovviamente studio e ora devo cucinare e sistemare casa da sola... ma mi piace.» Dissi sorridendo. «Per le pulizie, a volte, ammetto che mi faccio aiutare e inizialmente anche per la lavatrice. Ho fatto fatica ad imparare ad usarla, le prime volte portavo tutto in lavanderia.» Pressai le labbra sentendomi colpevole e Jaden rise.

«Se ti può consolare, nemmeno io ho ancora imparato ad usare la lavatrice. L'ultima volta che l'ho usata ho fatto diventare tutto rosa.» Disse facendo una smorfia al ricordo.

Risi incrociando le gambe sul divano. «E io che pensavo succedessero solo nei film queste cose.» Fece spallucce sorridendo e mi guardò tornando serio.

«Ho letto che ci sono stati un po' di furti in questi mesi.»

«Già. I miei genitori e il sindaco sono piuttosto arrabbiati.» Dissi mangiando una patatina.

«Non hanno beccato ancora nessuno?» Domandò curioso.

«No.» Scossi la testa. «Devono essere bravi, non si sono mai fatti beccare nemmeno dalle telecamere.» Spiegai.

«Come mai la cosa non sembra turbarti?» Chiese un po' confuso

«Perché da un lato forse mi aspettavo accadesse una cosa simile. Mio padre e il sindaco si sono fatti diversi nemici. All'inizio ero preoccupata ovviamente... chi non lo sarebbe? L'idea di qualcuno quasi sicuramente armato, fa abbastanza paura. Ma poi ho pensato che chiunque stia rubando, non vuole far del male fisicamente, altrimenti lo avrebbe fatto e basta. Agiscono quando nessuno è presente. Hanno sempre rubato in mezzo alla notte o quando nessuno era in casa. Sembrano sapere quello che fanno.»

«Tu... non pensi che si tratti di me e Ethan, vero?» Domandò poco dopo un po' in imbarazzo.

Lo guardai alcuni secondi e accennando un sorriso, scossi la testa. «No, non lo credo.» Detto ciò, tirò un sospiro di sollievo.

«Bene, ne sono felice. Io e gli altri in passato abbiamo combinato diversi guai e non volevo pensassi che avremmo rifatto una cosa simile.» Spiegò.

«Tranquillo, il passato è passato. Giusto?»

«Giusto.» Annuì.
Chiarito l'argomento, Jaden sembrò più rilassato e iniziammo a parlare di qualche vecchio ricordo in cui, ovviamente, non poteva non esserci Jason. Questa volta però non c'era imbarazzo o tensione nel parlare di lui. In fin dei conti erano bei ricordi e lo sarebbero rimasti sempre. Nel raccontare, presi l'album con le foto e mostrai a Jaden come le avevo sistemate. Scoppiammo a ridere quando girando una pagina, ci ritrovammo il piccolo Michael in primo piano che si stava ingozzando di cioccolatini con aria colpevole. Qualche pagina più avanti invece c'eravamo io, Jason, Ethan e Jaden, tutti sotto il vischio. «Mi ricordo! Tu e Jason qui, vi stavate scambiando i regali... e probabilmente anche qualcos'altro. Poi però Michael è corso da te interrompendovi.» Rise e io arrossii.

«Ci stavamo solo scambiando i regali.» Assicurai, ma non sembrò crederci.

«Sì, certo... ad ogni modo abbiamo tentato di fermare quella piccola furia, ma insisteva per mostrarti uno dei suoi regali di Natale.»

«Quel bambino è adorabile!» Risi continuando a sfogliare le pagine.

«Vuoi vedere una foto davvero divertente?» Chiese e senza lasciarmi rispondere, prese il cellulare entrando nella chat di Jason. Distolsi qualche secondo lo sguardo per evitare di guardare i messaggi. Poi andò velocemente a sbirciare nei media e cliccò su una foto. Eravamo noi tre, nella macchina di Jason il giorno della festa di Halloween. «Io e te eravamo molto ubriachi.»

«Ma da dove arriva questa foto?!» Guardai a bocca aperta i miei capelli spettinati e mi tirai una mano sulla fronte. «Che cosa imbarazzante.»

«Io ho trovato quella serata divertente! Sarebbe stato bello rifarla. Anche Jason lo pensava...» disse zittendosi alla fine della frase con un piccolo sorriso nostalgico sulle labbra. «Lo sento tutti i giorni però mi manca fare l'idiota con lui.» Rise e si passò una mano sulla testa.

«Persino a me manca vedervi combinare guai.» Dissi facendomi sfuggire una risata.

«Ti manca?» Domandò serio guardandomi. «Intendo lui personalmente.»

Lo guardai negli occhi per dei lunghi istanti sentendo gli occhi pizzicare leggermente e sorrisi. «A chi non mancherebbe?» Sospirai giocando con la manica della felpa. «Lo vedo solo nelle foto e la sua voce è solo nei miei ricordi. Non l'ho più sentito dopo che mi ha detto addio.» Mi alzai velocemente e voltandomi, andai verso il frigo in cucina fingendo di dover prendere dell'acqua, quando in realtà cercavo di controllarmi dal crollare di fronte a lui.

«Isabel...» mi chiamò e il suo tono di voce sembrava dispiaciuto. Mi asciugai le guance e girandomi, mi versai dell'acqua fredda in un bicchiere. Jaden nel frattempo si avvicinò. «Mi dispiace.»

«No, è tutto ok. Doveva andare proprio in questo modo.» Dissi bevendo forzatamente il bicchiere d'acqua. «Se dici addio ad una persona, è perché sai che non la vedrai e non la sentirai mai più.»

Jaden non rispose, ma dopo qualche istante ruppi il ghiaccio e cambiai argomento facendomi raccontare come gli andasse il lavoro. Non volevo rovinare tutto proprio in quel momento. In pochi minuti la conversazione tornò normale e piacevole. Scoprii anche che Jaden ora si sentiva con una ragazza, Kady. Si era trasferita da qualche mese nel suo quartiere e le aveva fatto da guida per la città... che poi era una scusa per parlarle. Non c'era ancora nulla di serio, ma si capiva da come ne parlava che le piaceva. Guardava in alto come se nel raccontare vedesse le immagini dentro una nuvoletta. Sapevo che per lui, la partenza del suo migliore amico era stata abbastanza dura, ma era bello vederlo ora felice.

Si era fatto tardi quando Jaden lasciò il mio appartamento. La neve aveva smesso ora di scendere e le luci iniziavano ad illuminare tutta la città, mancavano solo le stelle. Erano così belle che lasciai tutto spento e restai a guardare lo spettacolo dalla finestra grande. Misi il silenzioso al cellulare girandolo poi a schermo in giù perché non mi rovinasse quel momento di pace e tranquillità. Avvolsi la coperta attorno alle mie spalle e mi misi seduta con il diario sulle gambe. Nella testa avevo mille parole, eppure non riuscivo a buttarne giù una. I sentimenti erano proprio un gran pasticcio. Probabilmente nemmeno loro si capivano. Allora perché dovevo farlo io? Iniziai a scrivere le prime parole che mi venivano in mente, tutte casuali in ordine sparso con qualche disegno qua e la. Stavo riproducendo il caos nella mia mente. Ma detto così forse sembrava qualcosa di brutto... "Caos". Il Caos non è necessariamente brutto, non sempre almeno. Può mandarti fuori di testa, ma quello lo siamo quasi già tutti. Mi sbaglio?

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro