Alcune notti sono sveglio pensando alla mia sfortuna.

Alcune notti vorrei soltanto chiudere gli occhi e non riaprirli più, ma alla fine scelgo sempre di svegliarmi, non so ancora esattamente perchè io scelga di lottare, ma questa è la vita, una guerra perenne a cui noi siamo sottoposti. Le nostre sofferenze? Sono le trincee a cui siamo sottomessi, ed io di trincee ne ho fin sopra i capelli. I miei genitori sono il nemico da combattere, le loro parole di disprezzo, la loro violenza nei miei confronti e tra di loro, sono le bombe che scagliano nella mia direzione sperando di ottenere una vittoria. Ma io sono ancora impiedi che combatto, sono solo, ma non mi arrendo. Va bene così, un giorno troverò la mia pace, non sarò più solo a credere che ci sia speranza anche per me, che non è davvero tutto nero o bianco come vogliono farmi credere, che esiste una vastità immensa di colori che desidero osservare uno ad uno. 

Alcune notti spero che tutto ciò possa giungere al termine.

Alcune notti ho paura che tu mi possa dimenticare, possa dimenticare il mio volto tumefatto dal dolore. Per cosa combatto esattamente? Per me? O per te? Molte volte non lo so. 

Non so per cosa combatto, o forse dovrei dire per chi combatto? 

Non immagini il sogno che ho avuto di me che finalmente ero felice, della mia seconda opportunità, è un bene che tu non l'abbia ascoltato, ci sono dei momenti in cui i sogni devono essere tenuti nel proprio cuore per paura di perderli. Dunque io questa notte guarderò la stella più luminosa, chiuderò gli occhi ed esprimerò un desiderio. Quel desiderio di te e me. Quel desiderio di felicità.