Scrivere a me stesso è al quanto imbarazzante, per qualcuno può risultare immaturo, ma con chi dovrei parlare se non ho nessuno che mi ascolta? Mi basta una penna, un foglio ed ciò che più vicino posso considerare ad un vero amico. Sono patetico? Forse, ma a chi importa davvero? Mia madre sostiene che dovrei farmi curare, per chi mi ha preso? Sono per caso un oggetto da dover riparare? O peggio ancora, da rottamare? Forse è così, ma ignorerò i suoi commenti e continuerò a vivere la mia vita, è quello che faccio da sempre no? Mi basta chiudere per qualche secondo gli occhi, ispirare ed espirare e una volta riaperti, metto su il sorriso più falso che riesco ad ottenere, e funziona. Funziona eccome.

Gli altri intorno a me percepiscono solo le apparenze, se sorridi sei felice, se piangi sei triste, non esiste una via di mezzo. O sei bianco o sei nero, non esistono altri colori. Eppure, io mi ritengo un blu notte, qualche tonalità e mi trasformo in nero, ma ho ancora in me una vana speranza che quell'oscurità si possa trasformare in luce, che quel blu si trasformi nel più bello dei turchesi.

Desidero solo essere compreso, desidero urlare al mondo il mio malessere, desidero incontrare qualcuno che possa aprirmi gli occhi, che mi tenga per mano e mi trascini nei luoghi più belli dai quali io non faccio altro che scappare. Forse sono io il vero problema? O è il mondo a chiedermi più di quanto io possa offrire?
Nessuno vuole conoscere il vero Fiat Sabei, non sono altro che un ragazzo emigrato dalla Thailandia in cerca di una vita migliore. Non sono altro che ciò che le persone sostengano che io sia, soltanto un burattino nelle mani di un pubblico maligno. Cosa c'è al dilà di questo mondo? Esisterà davvero la pace eterna di cui tutti parlano? Esisterà la felicità anche per me?