Il nostro incontro si è finalmente avverato. Tu, un umile ragazzo a cui ti hanno affidato un incarico che va al disopra delle tue capacità. La nostra presentazione la ricordo ancora con un sorriso che inevitabilmente mi dipinge il volto.

Eri seduto nello studio di Jane in attesa del mio arrivo. Non smettevi di strofinare le mani sui jeans ansioso del nostro primo incontro. Jane mi aveva informato che non avevi mai avuto un assistente prima d'ora e che la cosa ti terrorizzava. Se solo avessi saputo quanto ero in ansia per il nostro primo incontro! Temevo fossi come altri scrittori per i quali ho lavorato, così altezzosi, più che un assistente e guida per il lavoro ero visto come un cane al guinzaglio da scorrazzare in giro. 

Quanto avrei voluto abbracciarti una volta rimasti soli nell'ufficio di Jane per conoscerci meglio. Il silenzio ci circondava ma era piacevole, mi faceva sentire al sicuro. Al sicuro... Non credevo potessi essere in grado di usare tale espressione. Eppure, quel tuo sguardo smarrito, le mani che non smettevano di tremare ed il sorriso timido, hanno scatenato in me una miriade di emozioni. La nostra sarà una lunga collaborazione, le nostre vite sono legate da un contratto a tempo indeterminato, un misero foglio di carta dipinto dalle nostre firme. Un patto che cela paure, ambizioni, desiderio.

Come posso spiegarti che quando i nostri occhi si sono incrociati, quando le nostre mani si sono strette, le nostre dita abbracciate ed i nostri palmi uniti, ho percepito in te passione, grinta. Tu, mio caro Jiwoon, puoi bruciare più luminoso del sole, se solo avessi fiducia in te stesso, potrai diventare una stella splendente, e se me lo permetterai, io sarò volentieri la tua coda, quella scia che ti seguirà ovunque. Dunque brindiamo, brindiamo a noi due e a ciò che il futuro ci riserverà. Che tu possa essere la stella più luminosa del nostro cielo, del mio cielo.