Breath
Mi osservo allo specchio un'ultima volta per controllare il mio outfit. Oggi finalmente potrò riiniziare a lavorare nella casa editrice con il mio capo Jane. Lavoro lì da un anno ormai, e per quanto possa essere stancante, per me rappresenta una boccata d'aria nella mia miserabile esistenza. Jane sostiene io sia un ragazzo estremamente dolce e solare, se solo sapesse il dolore a cui sono sottoposto ogni giorno, probabilmente fuggirebbe via a gambe levate o chiamerebbe un centro per farmi aiutare. Forse avrei davvero bisogno di aiuto, ma poi ripenso che il vero problema non sono io, non ho scelto io di nascere in una famiglia del genere. Chiunque potrebbe dirmi che basterebbe denunciarli e il gioco è fatto, ma chi sceglierebbe di far del male ai propri genitori? Al solo pensiero sono scosso da brividi e conati di vomito.
Esco dalla camera sistemandomi il colletto della camicia bianca nel mentre che sistemo la borsa sulla spalla destra. La casa è silenziosa, per fortuna i miei genitori dormono ancora. Preparo loro la colazione e scappo via da quella maledetta casa. Nel chiudere la porta il mio cuore è così leggero. Schiarisco la voce e mi affretto a raggiungere la mia auto per allontanarmi da questo posto. Ad ogni passo, il mio sorriso si ingrandisce sempre di più fino ad essere sornione. Ora capisco perchè Jane sostiene che sia sempre felice, ogni qual volta che mi allontano da casa, il mio cuore esplode di gioia!
Raggiunto l'edificio, salgo in ascensore per raggiungere l'ufficio del mio capo. Oliver, il suo assistente, mi accoglie timidamente con il capo chino e le mani tremanti. Gli sorrido come mio solito e raggiungo la scrivania di Jane.
<<Anche oggi in perfetto orario>> si congratula con me per la mia puntualità. Se solo sapesse che conto i minuti che mi separano dalla vera vita. Jane ed io discutiamo sul lavoro che le dovrò portare per la settimana successiva. Il mio compito è organizzare eventi di firma copie o interviste dei nostri autori. Un lavoro che mi permette di essere a contatto con molte persone di continuo e che mi permette di accantonare i miei problemi per qualche ora.
Prima che lasci l'ufficio, la voce di Jane cattura la mia attenzione.
<<Fiat, ben presto conoscerai un autore esordiente. Ha già lavorato con noi pubblicando il suo romanzo d'esordio, ma ha bisogno di un assistente e tu tra non molto coprirai quel ruolo>>. Annuisco seppur poco convinto e lascio il suo ufficio. Perché dovrei seguire ad ogni passo una persona che nemmeno conosco? Alzo gli occhi al cielo sperando che non si tratti di quegli autori pieni di sé il cui unico scopo è essere famosi. Forse questo nuovo incaricò potrà trasformarsi in una boccata d'aria fresca.
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