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Capitolo 10.

Capitolo 10: Lo scontro finale.

Il gabbiano Lewis e il gabbiano Sebby, ormai asciutti perché aveva smesso di piovere, erano già arrivati al ristorante asiatico, dove una brutta sorpresa li stava aspettando. La porta era sprangata e un cartello annunciava "Chiuso per ferie".

Il gabbiano Lewis si disperò.

«Niente pesce crudo alla singaporese. Noooooohhhhhh!»

Anche per il gabbiano Sebby fu un durissimo colpo.

«Credo di non essermi mai sentito così male.»

«Nemmeno quando mangiavi il pesce?»

«No. È il cibo più digeribile che io abbia mai assaggiato.»

«A parte noi gabbiani mannari, nessuno la pensa così.»

«Che importanza ha quello che pensano gli altri? Quello che conta è quello che pensiamo noi.»

«Sono d'accordo» convenne il gabbiano Lewis. «Mentre tutti si dispereranno per la morte di quelle marmotte tanto graziose e tanto rompiscatole e della scomparsa da questa terra dei loro insopportabili dentoni, io e te faremo sesso dalla mattina alla sera fregandocene altamente e tutto sarà perfetto perché io e te siamo perfetti e il nostro amore sarà sempre perfetto. Tunz tunz tunz.»

«Non ci ho capito un ca**o. Qual era il concetto, prima di "tunz tunz tunz"?»

«Non ha importanza. Era una lunga serie di concetti sintetizzabile proprio con quel "tunz tunz tunz" che ci ho messo alla fine.»

Il gabbiano Sebby ne fu estasiato.

«AAAAAWWWWWW!»

«AAAAAAAAAAWWWWWWWWWW!» gli fece eco il gabbiano Lewis. «Ho voglia di sesso.»

«Anch'io, però sto iniziando a rendermi conto di una cosa terribile.»

«Ovvero?»

«Ovvero che quelle due povere marmotte sono morte e che non potranno mai più fare sesso.»

Incredibile ma vero, anche il gabbiano Lewis non fu indifferente a quel lato della faccenda.

«Guardando le cose da questa prospettiva, si può dire che quella di oggi sia stata una nottata davvero molto triste.»

«Vedo che sei d'accordo.»

«Sì, mio caro Sebby. Penso anche che dovremmo intonare un "aaaaawwww" a gran voce per ricordare quelle due graziose creature.»

«Le marmotte non sono graziose» puntualizzò il gabbiano Sebby. «Sono bruttissime.»

«Hai ragione, non avranno mai la bellezza di noi gabbiani e non pronunceranno mai con la nostra stessa delicatezza le parole "salut Gilles".»

«Ciò nonostante meritano comunque un "aaaaawwww".»

«Certo. Propongo quindi un "aaaawwwww" a squarciagola per celebrare la vita di quelle due bruttissime marmotte che purtroppo hanno raggiunto la fine della loro esistenza terrena di creature insopportabili e rompiscatole.»

Il loro "AAAAAAAAAAAAAWWWWWWWWWWWWW" fu udibile con chiarezza in tutta F*ck City e dintorni e fu talmente forte da far risvegliare perfino le due marmotte le quali, senza nessuna apparente preoccupazione, ricominciarono a costruire la loro tana, andata distrutta dall'irruzione del gabbiano Lewis e del gabbiano Sebby.

I due gabbiani, dopo avere fatto sesso di fronte al ristorante chiuso e dopo essere tornati per fare sesso vicini alla tana delle marmotte, si accorsero del loro ritorno e festeggiarono con esclamazioni di gioia:

«TUNZ TUNZ TUNZ!»

«ONE-ONE-ONE!»

«F*CK YEAH!»

«F*CK HULKENBERG!»

Probabilmente in quel momento le orecchie di Nicole iniziarono a fischiare, ma lei ignorò quei fischi, dato che era impegnata a strusciarsi contro il suo adorato Paul Di Siesta, nonostante sembrasse sempre sul punto di addormentarsi da un momento all'altro, un po' come Marco Sonniferetti, uno dei compagni di classe dell'altro Sebby.

Le marmotte, disturbate dagli urli e dagli schiamazzi dei due gabbiani, uscirono dalla tana e si misero a fare gesti volgari, oltre che guardarli con espressioni da furbetti. La marmotta che sorrideva di meno era quella che aveva maggiormente l'aria da furbetta.

Il gabbiano Lewis e il gabbiano Sebby si misero a fare le boccacce alle marmotte, che si avvicinarono ruggendo a gran voce.

Il gabbiano Sebby si spaventò e si nascose dietro al gabbiano Lewis, che però lo afferrò per un'ala e lo costrinse a tornare allo scoperto.

«Non avere paura» lo esortò, «Sono solo due marmotte rompiscatole.»

«Ma vogliono ucciderci» protestò il gabbiano Sebby. «Non puoi essere così insensibile.»

«No, non vogliono ucciderci.»

«Non essere stupido, Lewis. È così evidente.»

«A me non pare affatto evidente. Non vedi che la marmotta sorridente tiene in mano un mazzo di carte da briscola?»

Sebby spalancò gli occhi e fu costretto ad ammettere che Lewis aveva ragione.

Le marmotte non intendevano ucciderli, ma semplicemente invitarli a giocare a carte.

Fu una partita stupenda e, non sapendo come comunicare tra gabbiani e marmotte, invitarono una cheerleader, che si rivelò essere Britney Bitch, a fare da interprete.

A partire da quella notte, o meglio, da quella mattina dato che iniziava ad albeggiare, lo scontro infinito tra gabbiani mannari e marmotte mannare si fece molto più pacifico e, invece di colpirsi con i becchi o mordersi con i dentoni affilati, si limitarono a sfidarsi a innumerevoli tornei di briscola, scopa, scala quaranta e rubamazzo.

***

«Sebby?!» Lewis gli agitò una mano davanti agli occhi. «Sebby, cosa ti succede? Stai dormendo?»

«No.»

«Stai pensando a Paul Di Siesta?»

«No.»

«A Marco Sonniferetti?»

«Nemmeno.»

«Allora non riesco proprio a spiegarmi questo tuo improvviso stato catatonico. Cosa ti è successo? Non so se te ne rendi conto, ma tra due secondi contati dobbiamo salire sul furgone. Britney non ha certo intenzione di aspettarmi in eterno.»

«Scusami, Lewis» rispose finalmente Sebby, deciso a dargli una spiegazione concreta. «Mi sono messo a ripensare al sogno che stavo facendo questa notte, interrotto nel momento in cui mi hai mandato quella bellissima foto con i filtri di Snapchat. Stavo pensando a come sarebbe potuto continuare. Credi che la guerra tra i gabbiani e le marmotte finirà mai?»

«Direi di no.»

«Peccato. Ci speravo.»

Lewis spalancò gli occhi.

«Come ti viene in mente un'idea così folle e ridicola?»

«No, niente, pensavo...»

«Non pensare più a queste cose assurde e insignificanti. Sali sul furgone e dammi le chiavi. Dobbiamo fare leccare la polvere a Britney, anche se sono sicuro che Britney preferirebbe leccare qualcos'altro.»

«Ma immagino che tu non ti abbasserai al suo livello» ribatté Sebby. «Anch'io dispongo di una lingua.»

«Esatto.»

«E sono il tuo #GrandeAmmmmmore.»

«Anche questo è corretto.»

«Tunz tunz tunz!»

«Ti amo, Sebby.» Lewis lo guardò negli occhi. «Non puoi immaginare quanto bisogno abbia io di te in questo momento.»

«Sapessi che bisogno ho io del mio cappellino. Tu e Britney non fate altro che rubarmelo.»

«Ce l'hai in testa, in questo momento. E comunque non è colpa mia. È stata Britney a iniziare.»

«Lo so.»

«Quindi smettila di polemizzare e dimmi qualcosa, come incoraggiamento.»

«F*CK YOU, F*CK YOU, F*CK YOU, F*CK YOU, F*CK YOU, F*CK YOU, F*CK YOU, F*CK YOU, F*CK YOU, F*CK YOU, F*CK YOU, F*CK YOU, F*CK YOU, F*CK YOU, F*CK YOU, F*CK YOU, F*CK YOU, F*CK YOU, F*CK YOU, F*CK YOU, F*CK YOU, F*CK YOU, F*CK YOU, F*CK YOU, F*CK YOU, F*CK YOU, F*CK YOU, F*CK YOU, F*CK YOU, F*CK YOU, F*CK YOU, F*CK YOU, F*CK YOU, F*CK YOU, F*CK YOU, F*CK YOU, F*CK YOU, F*CK YOU, F*CK YOU, F*CK YOU, F*CK YOU!»

«Mi piace questo grido di battaglia» ammise Lewis. «Sono pronto.»

«Ciò mi soddisfa» rispose Sebby. «Mi raccomando, stai attento a non distruggermi completamente il furgone.»

«Non mi permetterei mai.»

«Nemmeno io mi permetterei di dubitare di te, ma devo ammettere che questa situazione non mi rende molto tranquillo.»

«Ti capisco. La colpa è tutta di Britney. Quando io e lei siamo a bordo di qualche mezzo di trasporto, finisce sempre male se ci avviciniamo troppo.»

Sebby raggelò.

«Vuoi dire che il demolition derby potreste perderlo entrambi?»

«È difficile che accada, ma potrebbe. Una volta la vittoria è stata attribuita a tavolino a un poppante che andava in giro per strada col triciclo, dopo essere sfuggito al controllo di suo padre che stava in cortile a fumare delle canne credendo di essere in Olanda.»

«Oh, credo di conoscere quel bambino.»

«Si chiama Max.»

«È il fratellastro di Carlos.»

«Sì. Pensa che Danila la marmotta per un periodo gli ha fatto da baby-sitter.»

Sebby si commosse.

«Inizio a pensare che, se ci è riuscita senza ucciderlo, non sia la cattiva persona che crediamo.»

«È una cattiva persona proprio perché non l'ha ucciso.»

«Oh, capisco.»

Dalla macchina di Jenson, affidata a Britney, provenne un colpo di clacson.

«Cosa vuole quella stronza?!» sbottò Lewis. «Come osa intaccare la solennità di questo momento?»

Sebby azzardò: «Probabilmente vuole soltanto dare il via alla gara.»

«Oh, giusto, me n'ero scordato!»

Lewis accese il motore e partì con una sgommata, un po' come in un inseguimento nei film americani.

La gara somigliò vagamente agli inseguimenti tra auto nei film americani: fu tutto un susseguirsi di sgommate e di sorpassi al limite, schivando nonnine con il sacchetto della spesa dentro al cestino della bicicletta, bancarelle del mercato e cassonetti.

Quando giunse il momento di schivare una coppietta che stava allegramente limonando nel bel mezzo della strada accadde l'irreparabile: il furgone di Sebby guidato da Lewis e l'automobile guidata da Britney vennero a contatto e, in perfetta atmosfera da film americano (bonus: da film americano in cui Sylvester Stallone era il regista), spiccarono contemporaneamente il volo e furono protagonisti di una lunga serie di cappottamenti multipli. Una nonnina con il sacchetto della spesa nel cestino della bicicletta che si era nascosta dietro a un cassonetto per fare fotografie dell'evento fu catapultata sopra a una delle bancarelle del mercato. Ne uscì illesa, mentre purtroppo non fu lo stesso per la sua bicicletta.

Altrettanto illesi uscirono Sebby, Lewis e Britney. Si abbracciarono tutti e tre, pianificarono un threesome e poi andarono ad accertarsi che la coppietta fosse sopravvissuta al tremendo incidente. Li trovarono ancora intenti a baciarsi sempre nel bel mezzo della strada.

«TUNZ TUNZ TUNZ!» esclamò Lewis.

«It's Britney, Bitch!» urlò la sua avversaria.

Sebby si unì al coro, con un grido a squarciagola.

«YAAAAYYYYYYY! F*CK!»

I due innamorati smisero di baciarsi e si girarono verso di loro.

«What the f*ck?!» esclamò Sebby, nel riconoscere Daniel e Danila. «F*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck... F*CK YOU!»

«Sebby, stai calmo» lo ammonì Lewis. «Cerca di commuoverti: avrebbe potuto capitare una strage, ma non è successa.»

Effettivamente era tutto molto emozionante. Sebby scoppiò a piangere a dirotto, un po' come se avesse appena vinto la Cinquecento Miglia di Indianapolis.

Si scoprì felice che quei due fossero sopravvissuti senza nemmeno un graffio, nonostante fossero segretamente due marmotte.

Daniel propose di fare una partita a briscola a quattro con un mazzo di carte che aveva portato con sé per ogni evenienza e tutti accettarono con molta soddisfazione e si recarono nel bar più vicino, andando a sedersi a un tavolo, dopo avere ordinato tè caldo, nonostante non fossero le cinque del pomeriggio. Lewis lo bevve nonostante temesse che, per avere consumato tè fuori orario, potesse essergli revocata la cittadinanza britannica.

Dato che erano in cinque, Sebby si sedette in braccio a lui e fecero la parte di un unico giocatore.

Persero tutte le partite, dal momento che erano troppo distratti dai continui tentativi di sbottonarsi i pantaloni a vicenda.

Al termine del torneo si chiusero in bagno e sfogarono i propri istinti. Sebby raggiunse il migliore orgasmo di sempre e urlò un "tunz tunz tunz" a gran voce, venendo sulla cresta di Lewis, con la meravigliosa consapevolezza che nessuna coppia, per quanto affiatata, avrebbe mai potuto amarsi tanto quanto loro.

*FINE*

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