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36. (A) Cos'è il piacere

La mano di Matt sfiora il mio collo, scende tra i seni e si ferma sopra l'ombelico. È calda contro il mio stomaco, immobile, e io sento il cuore che mi ostruisce la gola, non percepisco nulla se non lui in mutande davanti a me e io in mutande davanti a lui.

Siamo due bambini, due ragazzini che scoprono l'altro così com'è, oltre le parole e i baci e le risate. Siamo nudi e inermi, e fatichiamo a decidere cosa fare o come muoverci perché abbiamo paura che tutto scompaia davanti a noi.

Matt mi guarda, gli occhi grandi e castani che sembrano leggermi dentro. La sua mano contro la mia pancia, la sua pelle chiarissima tutta davanti a me. Il petto largo, i muscoli che si intravedono, i boxer neri che non riescono a nascondere la sua voglia di avere altro, da me.

E altro lo voglio anche io, lo sento che i capezzoli si gonfiano e lo desiderano, vogliono lui. Così gli sfioro le dita, le tiro verso l'alto, me le poso sul seno, sospiro.

«Matt. Ti prego.»

Matthew spalanca gli occhi, sorride. «Alyna» mormora. E non dice altro.

Ma poi avanza di un passo, mi attira a sé con una mano sul fianco, con le dita sfiora i miei capezzoli, li strofina, li prende tra i polpastrelli e stringe un po'. Io guardo le sue mani, poi lui, i suoi occhi, il modo in cui mi osserva e sorride come se non ci potesse essere altro di più bello al mondo che tenermi tra le braccia e farmi sospirare, sudare, spalancare la bocca.

Quando china la testa e mi lecca un seno, perdo ogni coscienza e ogni resistenza: lancio le braccia attorno al suo collo, mi tengo a lui e inconsciamente gli premo i capelli, lo voglio più vicino, più dentro, sopra al cuore che per lui palpita e sembra non riuscire a stare al ritmo.

«Matthew» mugolo, e mi vergogno del suono erotico e disinibito che queste lettere assumono uscendo dalla mia bocca.

«Ti piace?»

Mi piace? Cos'è, il piacere? È questo calore, questa voglia di non so cosa, quest'emozione che balla nelle mie terminazioni nervose e mi fa scoppiare il cuore, è quest'ansia che mi fa aprire gli occhi per vedere Matt e chiuderli il secondo dopo perché la sensazione della sua bocca sulla mia pelle è troppo forte?

Annuisco, in preda a pensieri che non mi riconosco e che mi fanno perdere la coscienza di me. «Matt, ti prego

Solleva la testa, mi bacia il mento e ci lascia una scia di saliva che sa di eccesso e mi sconvolge. «Sì, Alyna. Che vuoi?»

Socchiudo le palpebre. Come sono scuri i tuoi occhi. Come sono belli quando mi guardi così densamente. «Non lo so.»

Matt mi afferra la mascella e mi bacia di nuovo, con queste labbra gonfie e calde che amo da impazzire. Poi si stacca, fa un passo indietro, mi prende una mano e mi fa voltare.

«Ho mezza idea di dove sia finito quel nome, sai?» sussurra.

Io tremo, brividi come serpenti d'acciaio che si muovono sulla schiena. E poi le sue mani finiscono nel posto giusto, abbassano il bordo delle mie mutande e si fermano. Il nome di Io è lì – Rebekka si è divertita da morire a scriverlo per me, ridacchiando al pensiero di quello che avrebbe potuto farci Matthew.

E adesso che lui è dietro di me, adesso che l'ha trovato, non fa nulla. Respira solo, forte, ma nient'altro.

Poi, improvvisamente, sento le sue labbra premute su quel punto esatto, tra le fossette che mi stanno alla fine della schiena. Matt ci passa la lingua, e io sono percorsa da scosse elettriche così forti da faticare a reggermi in piedi.

Faccio un passo avanti, mi volto e finisco ginocchia a terra, come lui. Lo guardo, gli occhi annebbiati da emozioni e pensieri assurdi. Com'è che mi fai stare così? Si può stare così per sempre? Perché io lo vorrei, un eterno te e me così, corpo a corpo, danza di sguardi e paure e sorrisi e giochi.

Matt sorride, scuote la testa. «Nel mio posto preferito, era. Nel mio posto preferito. Come mi conosci bene.»

«Ho giocato d'intuito.»

«Giocare con te potrebbe diventare il mio passatempo preferito» mormora. «Lo sai questo, vero? Lo sai quanto tutto questo mi piaccia, vero?»

«Posso capirlo, sì» sussurro, perché piace pure a me, così tanto che mi riempie la testa.

«A te piace? Ti piace questo?» chiede, sfiorandomi la mano. «Ti piace stare qui con me, così? Lasciarmi vedere e toccare tutto quel che sei?»

Non si vede, Matt? Non si capisce? Davvero? «L'ho voluto io quel nome, lì. Perché tu lo cercassi. E lo trovassi, lì. E ci facessi quel che volevi, di quel pezzo di pelle mia che è un po' anche tua, dato che la tocchi sempre.»

«Alyna» sussurra, le labbra rigide. «Mi piaci così tanto.»

Non so che dire, ma non me ne viene dato il tempo: Matt allunga una mano tra le mie gambe leggermente divaricate e preme le dita lì dove la voglia di lui è più calda e liquida.

«Io non so...»

«Smettila» ribatte, posando le labbra sulle mie. «Siamo qui per questo. Tutto ci porta a questo

E la sua mano risale sulla mia pancia e poi scende, scende verso dove non deve andare.

«Matt, no. Per favore non adesso che–»

«Shh. Sono le mie dita, fanno quello che voglio.»

Io evaporo, annaspo, mentre penso che lì sotto troverà il filetto del mio assorbente interno, ma penso poco e penso male perché lui mi succhia il lobo dell'orecchio e io perdo la ragione.

In pochi semplici istanti mi ritrovo di nuovo in quel limbo di sconvolgimento ed ebbrezza in cui solo lui sa accompagnarmi. E tremo e sospiro e mi lascio andare a un gemito lungo come l'agonia che mi ha portata fin qui.

Matthew mi accarezza ancora, poi si porta la mano alle labbra e io chiudo gli occhi: non voglio vedere, non voglio sapere le cose che fa. Che imbarazzo tremendo.

Lui ride, ride forte e poi mi abbraccia. Il mio seno ancora teso e gonfio si preme contro il suo petto e il cuore mi balza di nuovo in gola. Dio, non ce la faccio. È troppo forte.

«Sei assurda, Alyna. Mi dici di cercare un nome che ti sei scritta sopra il sedere e poi ti vergogni a guardarmi mentre ti assaggio. Meravigliosa. Sei meravigliosa

Io sorrido, incapace di pensare ad altro che non sia lui, qui, caldo e grosso e perfetto contro di me, che mi sussurra incoerenze e mi fa sentire così bene che non lo so spiegare. Poi, come un fulmine, mi attraversa la consapevolezza che io non l'ho mai toccato come lui ha toccato me. Spalanco gli occhi, avvampo e lo spingo indietro.

«Matt» sussurro, mentre lui mi guarda e cerca di capire cosa voglio. «Insegnami a... a farlo anche io.»

Ghigna, Matthew, ghigna e si addenta il labbro con i denti. «Alyna, non penso che...»

«Voglio imparare. Voglio... te

E lo voglio così tanto che non posso evitare di immaginare come sia toccarlo, vederlo socchiudere gli occhi, fargli provare qualcosa di simile a quello che io ho provato.

Matt annuisce, si passa la lingua sulle labbra. «Non ho mai spiegato a nessuno come... non so bene cosa

Espiro forte, finché non trovo coraggio e gli tocco il petto con la mano. È caldo, palpitante. Scorro giù, sfiorando con le dita i peli castani che gli ricoprono la pelle pallida, scendo giù e cerco di seguire le mie unghie con gli occhi, anche se timidezza e paura mi oscurano la vista.

«Ti aiuto, Alyna» dice Matt, afferrandomi con la sua mano.

Scende, scende, in questo precipizio di nuovo e terrore e piacere che sembra aver cancellato il mondo, finché non mi porta a sfiorare quello che cercavo. Ci stringe le mie dita attorno, mi mostra come muovermi su quella pelle dura e bollente, mentre mi sussurra all'orecchio cose che non ho mai sentito.

«Alyna, non puoi capire quanto... quanto io... oh. Alyna, io... Uh, ma come fai?»

E va avanti così, a dirmi mezze frasi e a sospirare, a gemere. Mentre mi guarda e io tengo gli occhi fissi sul piacere che monta in lui, non penso ad altro che non sia a quanto è bello, quanto è vero, quant'è impossibile tutto questo.

Quando Matt si lascia andare, si scusa come un ragazzino per il pasticcio che fa sulle mie mani – e si trascina a prendere un fazzoletto per pulirci, e io non riesco a non scoppiare a ridere, cacciando fuori l'ansia che mi ha tenuta sulle spine finora.

Lo bacio, gli stringo il labbro tra i denti e lui geme, mi afferra il fianco, mi tira a sedere sopra la sua coscia e mi bacia ancora, come se non potesse farne a meno.

«Alyna» mormora. «Mi spiace... non so come. Mi manca...»

Sorrido. «Ti mancano le parole?»

Matt annuisce, serio, stringendomi le cosce con forza.

«L'avevo capito, sai?»

E lo avevo capito davvero, perché non riesce a formulare nemmeno le sue solite battute, le sue solite frasi sconce e sceme. Non riesce a fare altro, se non a sorridere e ridere e guardarmi. E io non so come comportarmi, ma mi piace troppo per dire qualcosa: lo adoro, così com'è, irruento e tenero e impacciato tanto quanto cazzone.

E ora che è finito tutto, ora che siamo diventati così intimi che non lo so spiegare a parole, ora lo guardo e vedo nei suoi occhi un Matt completamente privo di difese, un Matt così com'è, denso ed eccitato e pieno di cose da dire e fare. Lo studio come un'artista farebbe con la sua opera prima, e mi accorgo per la prima volta che la barba gli sta spuntando dalla pelle, e colora di piccoli pallini scuri il bianco latte del mento.

«Ti tagli la barba ogni mattina?» chiedo.

Matt scuote un attimo il capo. «Che domanda è?»

«Una domanda curiosa.»

«Alyna» dice, in un sospiro profondo. «Sei seduta sulla mia coscia, con le gambe aperte e le mutande bagnate del desiderio di me. Hai un ginocchio vicino all'amico che abbiamo liberato assieme dai boxer, il seno scoperto che mi punta contro come un bazooka. E mi chiedi se mi faccio la barba ogni giorno?»

«Daiii» esclamo, ridacchiando imbarazzata. «Rispondi!»

«Sì, ogni giorno» ribatte.

Me lo figuro davanti al lavabo, con la lametta tra le mani e la lingua tra i denti, il petto nudo e caldo, i capelli sfatti, che si guarda allo specchio e tenta di rasarsi senza fare danni. E lo vorrei vedere, domattina, fare queste cose. E lo vorrei vedere pure quella dopo. E dopo ancora.

«Hai mai provato a farla crescere?» dico, sviando la mia immaginazione.

«Non più di mezzo centimetro, penso.»

«Secondo me staresti bene!» esclamo, sfiorandogli mascella con una mano. «Sì, ti ci vedo.»

«Tu, dolcezza, diresti che ti piaccio anche con la barba da arabo.»

Sbuffo. «Matt, io sono abituata alle barbe da arabo

«Cazzo, manco queste battute posso fare con te» dice, scoppiando a ridere.

Io rido di riflesso, come se non potessi trattenermi. E non posso farlo, quando sto qui, mezza poggiata a lui, che emana calore e mi fa sentire a casa, perfettamente a mio agio, inginocchiata sul pavimento in mutande sopra la sua coscia muscolosa.

«Ora ci alziamo, eh? Se no qui qualcuno si eccita di nuovo.»

«Matt!» esclamo, mezza offesa. «Mica sono così... così...»

«Non parlavo di te! Stavo pensando al mio cazzone

Abbasso gli occhi e mi strofino una mano sulla coscia, tentando di relegare in un angolo il pensiero tremendo che m'è venuto. Dillo – mi sussurra il cervello – che male potrà mai fare?

E allora lo dico. «Lo è.»

Matt espira. «Che

«Lo è sul serio.»

«Cosa?»

«Un... uh... un... ca–»

Matt mi afferra il mento e mi trascina il volto a mezzo millimetro dal suo. «Stai cercando di dirmi che sono ben dotato, Alyna?»

E io che posso rispondere? Chiudo gli occhi, annuisco e per sbaglio sbatto il naso contro il suo. Ma Matthew prende in mano la situazione: mi afferra per le anche, mi bacia per non farmi strillare di disappunto e mi trascina fino al letto. Mi ci stende, infila un ginocchio tra le mie gambe e rimane lì, sopra di me, il suo ghigno sulla faccia, a guardarmi e scuotere la testa.

«Sto iniziando a pensare che tu voglia farmi innamorare di te, Alyna» mormora. «E se così fosse, sappi che hai imboccato la strada giusta.»

Non so se sia questa notte calda e umida, se sia il piacere che mai avevo provato prima, se siano i suoi sorrisi assurdi o il suo modo di fare che abbatte ogni barriera e mi fa sentire inerme tanto quanto libera, ma mi trovo a fare forza sui gomiti per alzare il viso e baciargli il petto.

Ci lascio un bacio, due, uno anche su un capezzolo, e mentre lui mugugna qualcosa io poso le mani ai lati delle sue guance, e sorrido. «E io continuerò a farlo, se davvero è così.»

Matt mi guarda a fondo, poi si lascia cadere al mio fianco e mi trascina contro di lui, avviluppando le gambe alle mie senza lasciarmi andare.

«Stanotte mi sa che siamo entrambi un po' più grandi di quanto eravamo ieri» sussurra. «Io ho scoperto te e tu hai scoperto me. E il mondo intero sa quanto darei per poterlo fare ancora e ancora e ancora.»

«Cosa?» ribatto, scherzosa. «Infilarti nelle mie mutandine?»

Matt mi bacia la fronte con uno schiocco. «Ti adoro ogni istante di più. Non te ne andare, eh. Rimani qui.»

«E dove dovrei andare?»

Io non posso andare da nessuna parte, Matt. Ormai tutto ciò che c'è per me è qui. Sei tu.

«Qui». Mi sfiora il naso con le labbra, mi stringe forte. «Perché qui è dove devi stare.»

E se l'abbiamo capito in due, forse è verità, mi dico, mentre i sospiri si fanno pesanti e il sonno ci attira a sé, tanto siamo incapaci di resistere al calore dei nostri corpi vicini e alla spossatezza di emozioni troppo forti e vivide.

Un rumore ovattato mi risveglia dallo stato di tepore in cui ero precipitata, e colgo con la coda dell'occhio un lampo di luce aprirsi nella porta. Alzo la testa di scatto, ma gli occhi neri che spuntano dallo stipite mi guardano e subito sorridono di gioia, rassicurandomi.

«Ciao, Aly» sussurra Theo, avanzando di un passo.

Io controllo automaticamente di essere ben coperta, ma lui non mi bada: sta solo osservando Matt, che è disteso davanti a me, il petto che sale e scende, i capelli arruffati e la mano stretta sul mio bacino.

Guarda Matthew, Theo, poi guarda me e dice solo «grazie».

Lancia un'ultima cocente occhiata a Matthew, uno sguardo che sa di affetto immenso e fratellanza indissolubile, poi gira i tacchi, scivola fuori dalla porta come se fosse un fantasma, se la chiude dietro.

Io ritorno distesa: apro bene gli occhi e cerco di cogliere ombre e luci del viso disteso che mi sta di fronte. Ma è impossibile, per me, vedere altro che non il Matthew che sto imparando ad amare, passo passo e mano nella mano. Mi è impossibile notare altro che non serenità, in lui.

Una serenità che mi auguro potrà rimanere intatta, quando arriverà il momento di rivelargli tutta me stessa: non solo carne e corpo, ma vita. Tutta quella che ho lasciato alle spalle.

Merita di saperlo. Merita di avere tutto, di me. Anche quello che io stessa odio e aborrisco. Tutto.

***
ATTENZIONE SPAZIO AUTRICE
Ho smesso di scrivervi, qui sotto, perché un sacco di voi mi seguono su instagram e trovo più semplice parlarvi lì o nei commenti. Ma ci sono sempre e vi penso tanto, a tutti voi che leggete di Matt e Aly ❤
Vi si ama 🤗

Ps: sto capitolo m'ha messo n'ansia terrificante. Siate clementi. Con me che sono incapace a rendere bene queste cose stupende, con Matt infoiato e terribilmente confuso, con Alyna che non sa che fa ma je piace 'na cifra.

Ah, ultima cosa:
LOVE IS LOVE 💗💙💚💛💜
Che siano Matt e Aly, il papà di Matt e il suo compagno, Becky e il mondo, Theo e tutto quel che respira.
Sempre amore è, ed è la cosa più stupenda che si possa provare.

Ps2: vi lascio meme by Theblackcatshadow
Splendidi. Sono morta

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