4. Chiacchiere
Il venticello era diventato più forte, ora i miei boccoli rossi continuavano a volarmi in faccia ed io continuavo a togliermi. Ormai il sole era tramontato del tutto, le stelle avevano cominciato ad illuminarsi nel cielo blu e la luna era completamente piena. << Com'è stato vivere in Inghilterra? >> mi chiese Victor dopo alcuni minuti di silenzio << È stato bello, ma sentivo nostalgia del Giappone >> li risposi guardando il cielo << Mi fa piacere, così hai smesso di giocare a calcio >> mi disse lui << Si >> li diedi ragione. Rimase in silenzio per alcuni istanti, poi mi chiese la cosa che temevo:<< Come sta Akane? >>.
Akiko si fermò abbassando gli occhi a terra, la vidi stringere le mani a pugno. Mi fermai anch'io. << Akiko...? >> la chiamai confusa dalla sua reazione alla mia domanda. Rialzò di nuovo la testa e sentii una bruttissima sensazione quando vidi gli occhi dorati lucidi. Mi avvicinai prendendoli le mani << Akiko è successo qualcosa a tua sorella? >> le domandai anche se dentro di me sapevo già la risposta. << S-stavamo giocando a calcio...a-avevo tirato troppo forte... >> cominciò a raccontare << E-era finita in mezzo alla strada...e-ero andata a prenderla...u-un camion mi stava per investire, ma Akane... >> si interuppe scoppiando in singhiozzi, scivolò a terra abbracciandosi da sola mentre le lacrime inondavano le sue guance. Non ebbi bisogno che continuasse, avevo già capito cosa era successo dopo. Mi inginocchiai davanti a lei e la strinsi in un abbraccio. Dentro di me sentivo la tristezza crescere, Akane per me era come una sorella maggiore. Mi ricordavo ancora tutte le volte che mi facevo male, lei mi curava sempre con la sua caratteristica dolcezza. Akane e Akiko erano molto legate, un legame molto forte e raro tra sorelle. Pensai a Vlad, come avrebbe preso questa notizia? Non si è più fidanzato con nessuno perché aspettava il suo ritorno, che non succederà mai.
Dieci minuti dopo eravamo sotto casa mia. Avevamo aspettato che io smettevo di piangere per continuare a camminavo, ora dovevo solo sperare che i miei genitori non capissero che avevo pianto. Stavo per dire a Victor che poteva andare a casa, quando vidi mia madre avvicinarsi con in mano le borse della spesa. << Oh grazie al cielo Akiko, mi aiuti a portare la spesa dentro casa? >> mi chiese mia padre, annuii prendendo un borsa << La aiuto anch'io signora Smith >> disse Victor educatamente prendendo l'altra borsa, mia madre lo guardò attentamente << Per caso ci siamo già visti? >> domandò mamma cercando le chiavi di casa << Ci siamo visto alcuni anni fa quando eravate andati a fare visita alle vostre figlie >> le rispose Victor sorridendo, mamma ricambiò il sorriso << Oh sei Victor Blade, giusto? L'amico d'infanzia di Akiko >> lo riconobbe mamma << Esatto signora >> rispose Victor << Chiamami pure Elizabeth >> li disse mamma << Va bene Elizabeth >> accettò Victor. Portammo dentro le buste della spesa, poi Victor se ne andò dicendo che aveva da fare. Guardai la porta chiudersi e sorrisi. Grazie Victor.
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