CAPITOLO 27
Non ricordavo di essermi addormentata la scorsa notte, ma a quanto pareva l'avevo fatto, perché mi risvegliai con i primi raggi del sole che filtravano dalla finestra. Mi sentivo uno straccio. Mi bruciavano gli occhi e mi faceva un po' male la testa. Dopo aver controllato il cellulare e trovato un sacco di messaggi di Michael, andai in bagno per sciacquarmi il viso. Avevo gli occhi gonfi e delle occhiaie da far paura, sembrava che avessi fatto a pugni con qualcuno. Pettinai i capelli e li legai in una coda disordinata prima di scendere in cucina. Il giorno precedente non avevo toccato cibo e anche se non avevo per niente fame mi costrinsi a mangiare qualcosa. Una fetta di pane e un po' d'acqua fu il massimo che riuscii a ingerire, prima di ritrovarmi piegata in due sulla tavoletta del water. Mi sentivo molto male e ringraziai i miei genitori per non essere lì, non volevo farli preoccupare troppo. Il suono del campanello di casa mi fece spaventare. Chi poteva essere? I miei avevano le chiavi, quindi di sicuro non erano loro. Sciacquai il viso più volte e legai i capelli in modo veloce, indossavo i pantaloni del pigiama e una canottiera, ma non mi importava granché se non ero presentabile. Andai alla porta e guardai dallo spioncino, era Emily.
-Lo so che sei in casa! Apri Maya!- gridò continuando a sbattere i pugni sulla porta. Sapevo che non se ne sarebbe andata finché non le avessi aperto, così decisi di farla entrare.
-Oh finalmente!- disse chiudendosi la porta alle spalle –Come stai? Cosa è successo? Hai un aspetto orribile.. Ti sei sentita male?
-Una domanda per volta Emily.. mi scoppia la testa
-Okay, scusa. Come ti senti?
-Come una che è stata appena messa sotto da un camion
-Lo vedo.. hai mangiato qualcosa?- A quel pensiero mi tornò la nausea e con una mano davanti la bocca scappai in bagno. Emily mi venne dietro e mi aiutò a tenere i capelli. Non avevo le forze neanche per reggermi in piedi, la stanza girava vorticosamente e tutto ciò che riuscivo a sentire erano delle braccia forti intorno a me. Mi risvegliai dopo qualche ora nel mio letto. Aprendo gli occhi trovai Michael seduto accanto a me, la sua mano formava dei piccoli cerchietti sulla mia e aveva l'aria spaventata. Involontariamente tossii, richiamando la sua attenzione.
-Maya, come stai?
-Vai via..- fu tutto ciò che riuscii a dire, prima di iniziare a piangere.
-Maya ti prego.. almeno ascoltami..
-Sono già stata ad ascoltarti, ora vattene..
-Chi ti ha mandato quella foto?
-Non sono affari tuoi
-Maya ma non capisci? Chiunque te l'abbia mandata non vuole che noi due stiamo insieme. Perché quella foto non è altro che un fotomontaggio del cazzo!
-Non so che dirti..
-Dimmi che mi ami.. e che torneremo insieme. Io non posso vivere senza di te
-Ti amavo Michael, ma guarda come sto ora..
-Se trovo chi ci ha fatto questo..
- Max non ha colpe.. mi ha solo mostrato ciò che stavi facendo alla festa
-Quindi è stato Max?- Merda.
-Maya! Rispondi!- alzò la voce- È stato lui?
-Si..
-Ma come ho fatto a non capirlo! E tu credi a quello stronzo?
- Michael non vedi che non sta bene? Non puoi urlare così- intervenne Emily entrando nella mia stanza.- Lasciala riposare, parlerete quando si riprenderà.
-Okay, ma non è finita qui.. – disse Michael uscendo dalla stanza.
-Ehi, come ti senti?- Emily si sedette sul mio letto
-Non molto bene, ma i miei genitori?
-Tua madre ha chiamato prima dicendo che si fermeranno un altro giorno dai tuoi nonni per aiutarli con la fattoria. Le ho detto che stavi riposando e che ci sarei stata io a farti compagnia.
-Le hai detto che sto male?
-No tranquilla- sorrise- ho pensato che se tu non glielo avevi ancora detto avresti avuto i tuoi buoni motivi.
-Grazie..
-Di niente.. ora raccontami perché il mio fratellone era così fuori di sé
-Sai già della foto?
-Si.. posso vederla?
-Il mio cellulare è là..- le indicai la scrivania accanto la porta. Neanche lei credette ai suoi occhi, secondo lei il fratello non poteva averlo fatto davvero. E le soluzioni erano due, o era ubriaco, cosa davvero poco probabile, oppure era un fotomontaggio. In entrambi i casi tutto ciò sembrava assurdo. Mi sfogai per tutto il pomeriggio con Emily, non solo per la rottura con suo fratello, ma anche per la storia dei miei due "ex migliori amici". Michael non si fece sentire per tutto il resto del giorno, neanche la sera, quando la sorella restò a cena a casa mia. La chiacchierata di quel pomeriggio mi aveva fatto sentire un po' meglio, così riuscii a mangiare qualcosa senza vomitare subito dopo. Quando salimmo in camera mia ci sdraiammo sul mio letto a parlare un altro po', questa volta non dei miei problemi di cuore. Mi raccontò di Eric e di quanto le piacesse, nonostante quell'aria poco raccomandabile era davvero preso da lei, lo dimostravano tutte le attenzioni che le rivolgeva. Ero contenta per la mia amica, sapevo che aveva avuto delle storie finite male ed era restia ad affidare il suo cuore nelle mani di qualcuno. E aveva ragione, un cuore spezzato era molto peggio di quello che si poteva immaginare, si perdeva la fame, il sonno, la voglia di uscire e nel peggiore dei casi anche quella di vivere. Io mi sentivo così, era un dolore diverso dagli altri. Diverso da quello per la morte di mio fratello o per l'aggressione di Chad, forse perché questa volta non era colpa mia, non ero stata io a causare tutto, o almeno era ciò che pensavo.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro