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CAPITOLO 14

La luce che filtrava dalla finestra della mia stanza mi svegliò. Allungai la mano per cercare Michael, ma non toccai niente, mi girai nel letto e tutto ciò che trovai fu un fiorellino fatto con un foglio di carta. Lo presi e lo guardai più da vicino, Michael aveva riportato le nostre iniziali su un petalo, insieme ad una data che però non ricordavo. 12 gennaio. Non era il giorno in cui ci eravamo messi insieme. Sullo stelo del fiore erano scritte alcune lettere, lo piegai e lessi il messaggio di Michael <<Casetta sull'albero>>.

Mi preparai in fretta e scesi in giardino ancora in pigiama, salii sulla mia casetta e trovai Michael con un fiore vero in mano seduto davanti l'ingresso.

-Buongiorno principessa

-Buongiorno- sorrisi. Michael mi incastrò il fiore tra i capelli e mi prese la mano, conducendomi ad un piccolo tavolino che aveva accuratamente apparecchiato per l'occasione. La nostra colazione era servita in bellissimi piatti decorati. Qui c'era lo zampino di mia madre. Ci sedemmo a mangiare.

- Michael, posso farti una domanda?

-Certo

-Perché hai scritto "12 gennaio" sul fiore?

-Perché è stato il giorno più importante della mia vita

-E cosa è successo?

-Ti ho vista per la prima volta- mi sorrise e io diventai rossa come un peperone –Maya, tutto bene?

Annuii.

-Mi fai impazzire quando fai così

-Così come?

-Quando arrossisci per qualcosa che dico- si sporse al di sopra del tavolino e mi baciò lentamente. Mi sfiorò la guancia con una mano, mentre con l'altra si poggiava al tavolino. La sua posizione doveva essere scomoda, perché girò lentamente intorno al tavolo e si accomodò accanto a me. Riprese a baciarmi e lentamente mi avvolse le braccia intorno alla vita, spostandomi a poco a poco sempre più vicino a lui, fino a sollevarmi da terra e poggiarmi sulle sue gambe. Gli intrecciai le mani dietro la nuca mentre il mio stomaco continuava a contorcersi per l'emozione di quel momento. Michael mi stringeva sempre più forte e senza rendercene conto finimmo a terra, abbracciati. I nostri baci si fecero sempre più profondi e passionali, tanto da farmi desiderare qualcosa in più. Presi coraggio e mi sedetti a cavalcioni su di lui, mentre Michael iniziava ad esplorare il mio corpo con le sue mani. Una sensazione del tutto nuova si impossessava di me, così forte da non riuscire a mandarla via neanche se avessi voluto farlo.

-Ragazzi siamo tornati!- urlò la voce di mia madre.

Il mio cuore smise di battere per un istante.

-Merda - sussurrò Michael

Ero incapace di parlare, sentivo solo il mio petto esplodere. Mi voltai verso Michael ancora seduto sotto di me e sentii di nuovo le mie guance avvampare. Mi resi realmente conto solo in quel momento ciò che stavamo facendo. Mi staccai da lui e iniziai a pensare ad altro per rilassarmi, ma come potevo calmarmi dopo un'emozione simile? Mi sdraiai di schiena sul pavimento della casetta e chiusi gli occhi, non riuscivo a togliermi dalla mente le sensazioni appena provate.

-Maya stai bene? –si avvicinò a me

-Si.. solo.. io.. sono un po' timida

-Ho visto – mi sorrise.

-Oh ragazzi siete qui- disse mia madre- vi ho cercati dappertutto! –ci aveva raggiunti nella casetta

-Si abbiamo fatto colazione qui, signora Steward

-Mi chiamo Emma -sorrise

-Si abbiamo fatto colazione qui, Emma – ripeté Michael imitando il tono usato poco prima. Tutti e tre scoppiammo a ridere.

-Che volete fare questa mattina? Io devo andare al centro commerciale a fare un po' di spesa, volete unirvi a me?

Io e Michael ci guardammo per un istante, poi annuimmo insieme verso mia madre.

-Va bene, allora andate a vestirvi, o volete uscire in pigiama?- riprese mia madre

-No mamma, ci andiamo a vestire subito - sorrisi

-Okay- ci guardò un attimo prima di scendere

-Andiamo a prepararci? – mi chiese Michael

-Si- risi

Pulimmo la casetta dai residui della nostra colazione prima di tornare dentro casa. Ci tenemmo per mano salendo le scale, fino alla porta della mia camera.

-A tra poco bellissima –mi baciò la fronte.

Mi cambiai in fretta. Indossai un paio di jeans e un maglioncino, lasciai i capelli sciolti e presi un giubbotto. Mia madre e Michael erano davanti la porta ad aspettarmi, appena mi videro smisero di parlare. Di sicuro mia madre gli stava raccontando quando fosse felice per me, per avermi vista di nuovo felice. La ringraziai mentalmente per non avermi coinvolto nel discorso.

-Sei pronta?

-Si mamma, andiamo- sorrisi

Il pomeriggio trascorse tranquillo, Michael fu paziente e mi lasciò provare tutti i vestiti che trovavo in giro per i negozi. Il centro commerciale non era molto pieno di sabato mattina, così non c'era da fare troppa fila per pagare. Tornammo per l'ora di pranzo, mio padre si era trattenuto al lavoro, quindi pranzammo solo in tre. Nel pomeriggio restammo a casa a guardare un po' di televisione e con Michael iniziai a parlare di cosa ci piacesse e cosa no

-E quindi cosa ti piace fare nel tempo libero?- mi chiese

-Beh leggere, ma questo già lo sai- sorrisi- mi piace molto anche fare dolci.. e a te?

-Io sono un giocatore di basket, nel tempo libero mi alleno- rise

-E i tuoi disegni?

-Solo tu e mia sorella ne siete a conoscenza, sai al college ho una reputazione da difendere- disse con un tono solenne che mi fece ridere

-Ah si? La reputazione del playmaker bello e impossibile

-Assolutamente si!- mi abbracciò –ma per te non è stato poi così impossibile

-Perché io non sono come tutte le altre – gli feci l'occhiolino

-Oh ci puoi scommettere tesoro. Tu sei unica

-Bravo, ripetilo di nuovo- risi

-Sei unica!! U.N.I.C.A.! E mi fai impazzire- mi diede un bacio dolce e leggero sulle labbra. Mentre io lo abbracciavo forte.

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