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CAPITOLO 13

Da quando Emily era partita mi chiamava tutti i giorni per vedere come stavo, aveva insistito per rimanere qui, ma le avevo promesso che se fosse successo qualcosa l'avrei chiamata. Michael mi accompagnava a tutte le lezioni e non perdeva occasione per starmi vicino, perfino durante i suoi allenamenti, quando portavo i libri e studiavo sulle gradinate in palestra. Quando lui non poteva stare con me mi facevano compagnia Jay e Danny, si erano dimostrati molto simpatici. Michael si fidava di loro e sapeva che Chad non mi avrebbe potuto fare del male con due "guardie del corpo" così. Lucy in questi ultimi giorni era sempre a casa con Bill a divertirsi, non le avevo detto niente di Chad, quindi non ci stavo male se spariva per ore e ore dalla circolazione. Ciò che mi feriva invece era il comportamento di Max, da quella litigata al telefono non avevamo più parlato. Ero sempre più convinta che mi stesse evitando. Lo vedevo spesso con i suoi amici, ma lui non sembrava accorgersi della mia presenza. Lo avevo sorpreso più di una volta nel corridoio del dormitorio femminile in compagnia di qualche ragazza e la scena aveva sempre lo stesso epilogo, loro che entravano furtivamente in una stanza e subito dopo si sentiva lo scatto della serratura. Non lo riconoscevo più.

La paura per una possibile comparsa di Chad non si placava, ero in costante tensione, anche quando ero sola in bagno temevo che da un momento all'altro sarebbe comparso e mi avrebbe fatto del male. Mi sentivo osservata e controllavo perfino sotto il letto prima di dormire. Era finalmente venerdì e subito dopo la lezione io e Michael saremmo partiti per trascorrere il weekend dai miei. Quella mattina mi ritrovai tra le braccia del mio ragazzo, Lucy aveva passato la notte fuori e lui era rimasto con me. Mi svegliai prima io, così decisi di approfittare del momento e girarmi verso di lui. Il suo volto era rilassato e tranquillo, gli accarezzai la guancia e mi avvicinai per baciarlo piano sulle labbra. Nessuno avrebbe potuto rovinare quel nostro momento. Era un piccolo spazio di felicità che non mi sarei fatta portare via per niente al mondo.

-Buongiorno principessa- mi sussurrò baciandomi

-Buongiorno- sorrisi

-Pronta per alzarsi?

-No..- mi rigirai nel letto. Il nostro momento magico era finito, ora iniziava la triste realtà. Dove ero solo una preda che sfuggiva ad un cacciatore invisibile e molto pericoloso.

-Forza tesoro, è l'ultima lezione prima del weekend..

-Lo so.. ma non voglio uscire di qui..

-Lui non ti farà niente okay?

-Okay..- dissi poco convinta. Mi alzai e andai in bagno a prepararmi. Indossai un paio di jeans e una felpa. Uscendo trovai Michael ad aspettarmi seduto sul letto con il suo borsone ai piedi.

-Ho preparato già i miei vestiti, prepara anche la tua borsa così partiamo subito dopo la lezione

-Va bene

-Perfetto.. – si alzò e mi stampò un bacio in fronte prima di andare in bagno a cambiarsi. Aprii l'armadio e presi due maglioncini e dei pantaloni, avevo ancora molti vestiti a casa, quindi non avrei dovuto portare molte cose. Presi un paio di libri e li infilai nella borsa insieme al mio computer. Michael uscì qualche minuto dopo già pronto per andare a lezione, prese le nostre borse e le portò nella sua auto. Lo seguii in ogni suo movimento, avevo il terrore di rimanere sola.
Mi accompagnò a lezione e mi lasciò con Lucy davanti la porta, ripetendole di non lasciarmi mai sola.

-Stai tranquilla- mi disse ad un tratto – il tuo segreto è al sicuro con me

-Segreto?- Michael gliel'aveva detto?

-Si certo, Michael mi ha raccontato di quel ragazzo che ci prova con te appena lui si allontana. Lo so è un po' geloso, ma ci tiene tanto a te. Per questo mi chiede di tenerti sempre d'occhio.

-Ah..- non sapevo cosa dire..

La lezione passò tranquilla, presi appunti e parlai con Lucy come se niente fosse, anche se mi sentivo morire dentro per la paura. Michael era accanto la porta ad aspettarmi, come alla fine di ogni lezione. Corsi ad abbracciarlo e ce ne andammo via di corsa, mentre continuavo a guardarmi intorno con aria triste, chi tra quelli sarebbe potuto essere Chad?

Salimmo in auto, Michael non conosceva la strada, così gli indicai dove andare. Nel vialetto riconobbi subito l'auto dei miei genitori e accanto al garage anche la mia moto preferita, quella di Trevor. Sospirai. Suonai il campanello e mi voltai verso Michael. Era un po' nervoso, così gli presi la mano, stringendola forte.

-Stai tranquillo, i miei ti piaceranno molto- gli dissi

-Il problema è se io piacerò a loro- mi rivolse un sorriso nervoso

-Sono sicura che ti adoreranno, rilassati

Mia madre aprì la porta. Esitò qualche istante prima di abbracciarci forte.

-Sono così felice che siate venuti! Tu devi essere Michael

-Piacere di conoscerla signora Steward- rispose

-Oh per favore, non sono poi così vecchia, chiamami Emma- riprese mia madre

-Oh, grazie Emma

-Papà è in casa?- intervenni

-Si tesoro, è al piano di sopra. Sta finendo un progetto che deve consegnare lunedì. Entrate, io vado a chiamarlo

Entrammo e lo aiutai a portare le nostre cose nelle nostre camere. Mia madre aveva preparato la stanza degli ospiti, così mostrai a Michael dove sistemare i vestiti e dove fosse il bagno. Lo portai a fare un giro veloce della casa, era una villetta non troppo grande, a due piani e circondata da un piccolo giardino. Niente a confronto della sua, comunque.

-Maya!- mi girai subito e vidi mio padre davanti la porta della cucina.

-Papà!- lo corsi ad abbracciare. Lui ricambiò e si voltò verso Michael.

-Piacere, io sono Peter.

- Michael, piacere mio signor Steward

-Questo ragazzo mi piace Maya- mi sorrise.- Gli hai già fatto fare il giro della casa?

-Si si..

-Bene ragazzi, ora che ci siamo presentati torno al mio progetto. Ci vediamo tra poco- ci salutò andando nel suo studio. Era una bella giornata di sole, così portai Michael a vedere la mia casetta sull'albero, come lui mi aveva mostrato il suo nascondiglio qualche giorno prima. Salimmo attraverso quella piccola scala che avevamo intrecciato io e mio fratello, in verità era stata tutta opera di Trevor, io mi ero limitata a guardarlo e seguire le sue istruzioni di tanto in tanto. Mi sedetti sul pavimento di legno e iniziai a guardarmi intorno. Da quando mio fratello non c'era più ero salita tantissime volte qui a sfogare i miei sentimenti lontano da tutto e da tutti. Era il mio posto preferito.

-Tutto bene?- mi chiese Michael dopo un lungo silenzio

-Si.. solo troppi ricordi..

-Ci venivate spesso?

-Ogni volta che potevamo..

-Ti va di raccontarmi un po'?- mi chiese avvicinandosi a me. Mi cinse la vita con un braccio e io poggiai la testa sulla sua spalla.

-Questa casetta l'ha costruita mio padre quando avevo cinque anni. Trevor era più grande di me, così lo aiutò per quello che poté. Venivamo qui a giocare insieme, io portavo le mie bambole e lui i soldatini, finché lui non fu troppo grande per giocare con me.. iniziò ad avere le sue amicizie e le prime fidanzate, ma tornò lo stesso ogni volta che poteva qui a trascorrere del tempo con me, anche solo per parlare un po'. Nessuno poteva salire se non io e lui. Quando Trevor morì, tornai qui sopra tutti i pomeriggi a piangere, a sfogarmi, a pensare.. era il nostro posto e lo sarà per sempre..

Michael mi abbracciò forte e mi diede un bacio dolce sulle labbra. Restammo in silenzio per qualche minuto prima di scendere e tornare dentro casa. Mia madre aveva preparato un sacco di cose da mangiare, così ci sedemmo al tavolo e pranzammo insieme ai miei. Fecero a Michael un sacco di domande, per conoscerlo meglio e per capire che tipo fosse. Lui superò la prova a pieni voti e ne fui molto felice, per me l'approvazione dei miei genitori contava molto.
Trascorremmo il pomeriggio guardando dei film in televisione insieme a mia madre, la sorpresi più di una volta a guardarci e sorridere.

- Michael, ancora non te l'ho chiesto.. che fanno i tuoi genitori?- gli chiese

-Oh beh, sono manager di una grande azienda.. sempre in viaggio per lavoro..

-E tu abiti da solo?

-No, sono in un appartamento con altri due ragazzi, ma quando torna mia sorella dal college sto a casa con lei.

-Hai una sorella?

-Si mamma, è Emily- intervenni io

-Ah già, che sbadata. L'avevo dimenticato. Che indirizzo ha scelto lei?

-Economia- rispose Michael

-Oh bene, bene. Quando torna perché non venite tutti quanti a trovarci? Sai la casa è vuota da quando Maya è andata al college

-Si.. –sospirai

-Su tesoro, vi vanno dei popcorn? Vado a prepararli!

-Okay mamma

-Grazie..- rispose Michael. Poi girandosi verso di me continuò – l'interrogatorio sta andando alla grande

-Si, sei stato bravissimo- ammiccai

-Che ti va di fare stasera?

-Qui non c'è molta scelta, se vuoi ti porto a fare un giro della città

-Mi piacerebbe tanto vedere i posti dove sei cresciuta- mi sorrise e io ricambiai.

Salimmo nella sua auto, Michael insistette per guidare e così finii per indicargli la strada da seguire. Ci divertimmo molto quel pomeriggio, lo portai al parco e gli feci vedere la scuola che avevo frequentato fino all'anno precedente. Ci fermammo anche ad ammirare la splendida distesa d'acqua che si apriva ai piedi della mia città, gli raccontai di come trascorrevo le estati, sulla spiaggia ad ascoltare il rumore del mare, a leggere, o a studiare. Era il mio posto preferito. Quando tornammo a casa mia era già buio, ci cambiammo in fretta e andammo in cucina, da dove proveniva un delizioso profumino di arrosto. Mia madre adorava cucinare. Sia io che Michael divorammo la cena in poco tempo, era davvero tutto buonissimo.

-Scusate ragazzi, ma io devo proprio andare a letto, domani ho una riunione di mattina presto- disse mio padre alzandosi

-Va bene papà, buonanotte allora

-Buonanotte tesoro.. e Michael, ricorda che io riesco a sentire anche mentre dormo- ammiccò

-Perfetto, stia tranquillo perché l'unica cosa che sentirà sarà me russare- rispose il mio ragazzo sorridendo

-Ti ho già detto che questo ragazzo mi piace molto, Maya?- scoppiammo a ridere tutti e quattro.

-Buonanotte signor Steward

-Buonanotte!

Mio padre salì in camera sua e io aiutai mia madre a lavare i piatti, mentre Michael sparecchiò la tavola. Quando finimmo Michael si avvicinò a me e mi baciò dolcemente

-Buonanotte splendore

-Buonanotte- gli sorrisi

Salii in camera mia e lasciai la porta aperta. Controllai velocemente il cellulare: non c'erano nuovi messaggi, così mandai la buonanotte ad Emily, dicendole di stare tranquilla. Spensi la luce e mi sistemai sotto le coperte, pensando al mio bellissimo ragazzo. Mi ero quasi addormentata quando sentii il letto piegarsi sotto il peso di qualcosa, o meglio qualcuno..

-Mi mancavi- disse a bassa voce avvicinandosi sempre più a me –impazzisco a saperti così vicina e a non poter stare con te.. sai, dormire insieme è la cosa che preferisco.

- Michael.. che ci fai qui..

- Ssh.. o tuo padre mi ammazzerà- mi baciò sulla guancia

-Sarà il nostro segreto- risposi

-Vieni qui- si sistemò accanto a me e mi strinse forte

-Buonanotte Michael

-Adesso lo sarà, piccola mia.

Sorrisi per quel gesto così carino, per quelle parole così dolci e mi addormentai, rannicchiata tra le braccia del ragazzo perfetto.. il mio.

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