12.Siamo fratellastri
Joe
Esco da lavoro distrutto, non mi va di andare nel vialetto quindi me ne torno a casa. Ho bisogno di parlare con Lara. Devo allontanarla da me assolutamente. Ma che cazzo mi è preso ieri? Siamo fratellastri e non avrei dovuto farlo ma è stato più forte di me. Talvolta l'istinto è quello più forte. Entro e mi dirigo in sala sicuro di trovarla sul divano immersa nei libri e con la TV accesa ma non è così. Scendo e busso alla camera ma non risponde. Tiro la maniglia ma è tutto come l'ha lasciata stamani. Sento la porta aprirsi e salgo su dove la trovo distesa sul divano. -Ei ragazzina dobbiamo parlare- si alza di scatto e mi guarda -Se riguarda ieri lascia perdere. Non so cosa mi sia preso. Dimenticati di tutto- -E se ne volessi parlare?- -No grazie- -Ei che fai come tutti. Scappi?- -Non sono mai scappata e non lo sto facendo nemmeno ora solo ti ho detto di lasciar perdere e di dimenticare tutto. Sarà stato un attimo di debolezza- debolezza?? Spero che stia scherzando che per me è stato tutto tranne un attimo di debolezza. Poi penso a quello stupido sopra di lei e poco dopo lei sopra di me e scatto -Sei come tutte le altre uno non ve ne basta mai!!- -Che cosa intendi?- -Lo sai bene. Prima limoni con il ragazzino e poi manca poco che scopiamo. Cazzo almeno sceglitene uno invece di tenere il piede in due scarpe- si avvicina e la sua mano va a scontrarsi con il mio viso -Sia ben chiaro io non sono una puttana e nemmeno una di quelle sciacquette da quattro soldi che frequenti. Che cazzo ne sai di cosa è successo con Matteo? E poi siamo noi donne tutte uguali? Certo perchè se tutti gli uomini ragionano con il cazzo invece che con il cervello e se ne approfittano delle donne va bene no?! Che cazzo ne vuoi sapere te- -Chi si sarebbe approfittato di te? Se ti fai spogliare dal primo che capita?- stiamo urlando lo so bene ma non mi sarei mai aspettato nè uno schiaffo nè questa reazione da parte sua. Sì mette a ridere con le lacrime che le rigano il volto e mi guarda -Certo hai ragione la colpa deve essere comunque della donna. O è troppo bella, o troppo provocante o troppo innocente o troppo sexy. Sempre la stesa storia. Ma non è mai di voi, che ragionate con tutto fuorché con il cervello.- mi da una spinta e se ne esce dalla porta lasciandomi da solo come un'idiota. Cosa intendeva dire?
Lara
Inutile sperare in qualcosa di buono. Joe è un'idiota e non credo che cambierà mai. Non so cosa diavolo mi sia preso ho ricambiato il bacio e mi sono lasciata toccare senza aver paura, senza pensare a quello che mi era successo ed adesso che ci penso mi maledico da sola perchè per quanto so che è sbagliato non me ne pento. Ieri mi sono sentita viva e so che è per merito suo ecco perché non mi va giù.
Sento una presa nel polso e mi giro di scatto pronta a tirare un pugno a chiunque sia e mi blocco proprio davanti al viso di Joe che non si è spostato di un millimetro -Che cazzo vuoi? Tanto è colpa mia no?- -Voglio sapere cosa intendevi- lo guardo senza capire e sbuffa -Con l'ultima frase idiota. Mi hai detto qualcosa sull'approfittarsi delle donne- -Se hai un cervello non ci vuole tanto a capirlo- -Non intendo in generale. Quando me lo hai detto sembravi colpita dall'argomento e quando ti ho chiesto se qualcuno si è mai approfittato di te non mi hai risposto- non riesco a guardarlo in faccia perché per quanto lo posso detestare quando fa così; mi ha capita. Continuo a guardare le splendide punte stinte delle mie scarpe fino a quando mi tira fra le sue braccia e mi lascio abbracciare -Ti va di parlare?Io ti ho parlato del mio passato- -Lo hai fatto perchè te lo sentivi di fare ma non pensavo che lo avresti usato come ricatto- -Stupida non è un ricatto- -Sembra però- -Ho voglia di ascoltarti se ti va di parlare-. E vi giuro che vi sembrerò stupida ma a quelle parole ho avuto un tuffo nel cuore. Sono le stesse parole che avrei voluto sentire da chi avevo vicino e di certo non mi aspettavo da lui. Faccio cenno di si con la testa e ce ne torniamo in casa. Andiamo fino in camera sua dove ci stendiamo sul tappeto morbidoso che adoro e che gli ruberei volentieri anche se non glielo dirò mai. -Avanti parla- continuo a guardare il soffitto come se ci fossero scritte le cose giuste da dire. -Mia madre mi ha partorito e tre giorni dopo si è separata da mio padre e non ha voluto avere il mio affidamento. Ha svuotato il conto in banca di lui e se ne è scappata chissà dove. Non si è mai fatta sentire,mai. Mio padre ha dovuto crescere una figlia partendo da zero, senza soldi con un lavoro che non era stabile e con le sue forze. Quando ero piccola abbiamo passato un periodo in povertà ma ero talmente piccola da non ricordare quasi nulla. Col tempo sono cresciuta, mio padre ha trovato un lavoro fisso e ci siamo sistemati per bene. Non mi faceva mancare nulla; ero la sua piccola.
Mi ricordo che una sera non riuscivo a dormire così andai nel lettone con lui. Avevo nove anni; mentre cercavo di dormire mi sentì toccare le gambe e lì niente di strano poi lì in mezzo e tra le mutandine. Ero spaventata e rimasi immobile. Non sapevo perché faceva così ma ne avevo paura. Dopo quella sera mi chiedeva spesso di andare a dormire con lui ma io evitato. Quando iniziai a formarmi e ad avere il seno incominciò a palparmi sia il seno che in mezzo alle gambe. Mi toccava dicendomi cosa mi avrebbe fatto volentieri. Io piangevo, avrei voluto parlarne con qualcuno ma se lo avessi fatto mi avrebbe fatto a pezzi. Poi compì quattordici anni e l'abuso di quei anni divenne una vera e propria violenza. Volevo uscire quel giorno con delle mie amiche ma mi chiuse in casa e mi portò in camera di forza. Lì mi violentò.- guardo Joe con gli occhi lucidi, non devo piangere, devo essere forte come lo sono sempre stata. -Io non sono più vergine da tre anni. L'ho persa a causa di quella violenza. Mi sarebbe piaciuto perderla in un altro modo. Approcciarmi al sesso in un altro modo- resta zitto senza parlare e mi abbraccia -Dove cazzo è questo bastardo?- -In galera. Per questo sono stata affidata a mia madre, ma lei per me non è la mia eroina, colei che mi ha aiutato. Perché come non c'è stata per quattordici anni ha continuato a non esserci- mi stringe a se e mi culla -Cosa ti ha fatto Matteo?- -Mi ha baciato di forza ed ha iniziato a toccarmi senza che lo volessi. In quel momento è sembrato di tornare indietro nel tempo.- -Perché con me invece non è successo? Diciamo la verità eri presa quanto me- -Non ne ho idea. So solo che di te non ho paura- mi guarda e mi alza il viso -So che ti sembrerà strana come domanda ma rispondi- annuisco con la testa ed aspetto che parli -Di norma per voi ragazze è importante il primo bacio. Insomma tuo pa...mi fa schifo chiamarlo così..tanto hai capito.
Lui ti ha rubato anche quello?- -Si- -Posso darti io il tuo primo bacio?- lo guardo credo sconvolta ma lui sorride. -So benissimo che non lo è ma facciamo finta che lo sia- -Si- mi sorride e si avvicina per far combaciare le nostre labbra. Inizialmente il bacio è dolce, delicato poi inizia a farsi più acceso, mi stringe a se ed io mi incollo al suo corpo fino a quando non ci stacchiamo -Joe siamo fratellastri- - Eh allora? Vuol dire piccola che non lo diremo a nessuno- mi lascia un bacio sulla fronte per poi abbracciarmi e tenermi a se -Però dillo che come bacio io non lo fa nessuno- Sbuffo e manco lo guardo -Devi sempre rovinare tutto- lo sento ridere e sorrido anch'io poi mi addormento fra le sue braccia.
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