10.Passato
~Passa il tempo ed anche se cresco non dimentico l'inferno che mi ha cambiato ed mi ha fatto diventare quello che sono diventato~ Capurro Laura
Lara
Il tempo sta andando troppo veloce: è già finito il trimestre, sono già terminate qualsiasi tipo di feste che piacciono alle famiglie e tra poco riinizierá l'estate anche se mancano tre mesi. La scuola va bene e non sarò rimandata, Joe sta continuando a lavorare ed il nostro rapporto è come quello che c'è sempre stato in questi tre anni anche se in questo ultimo anno si è intensificato. Abbiamo deciso di provare dopo tutto quel casino successo con il padre, a fare una tregua e stare calmi per lo meno tra di noi. È stato lui ha propormelo qualche giorno fa. Sono rimasta impietrita perché non me lo sarei mai aspettato da lui ma ho accettato senza problemi magari riuscirò a capire perché mi detesta tanto. Esco da casa per ritrovarmi alla Coop con Chry, Jessica,Matteo ed Elena. Oggi è una bellissima giornata e San Giovanni per quanto strano, mi sembra più attiva e solare, ma per quanto questo paesino sia alla fine gradevole non è il mio posto. No non è casa mia. Sinceramente non so nemmeno io dove sia casa mia ma so che per ora non l'ho trovata. Resto l'intero pomeriggio con i ragazzi per i vialetti mentre Chry ed Elena non fanno che scambiarsi effusione d'amore mentre Jessica e Matteo continuano a buttare giù canne. Il loro mondo non è il mio ma mi ci sono adattata. Guardandoli ridere senza senso non si direbbe nemmeno che sono cugini ma se li guardo bene riesco a trovare qualche somiglianza. I vialetti oggi sono troppo affollati e so già che se iniziano a girare i gruppi è bene andarsene prima di trovarsi in mezzo ad una rissa tra i ragazzi di strada.
Jessica e Matteo si girano verso il fondo del vialetto da dove provengono delle urla, so già che quello è l'ennesimo gruppo che vuole il vialetto. I ragazzi si avvicinano e noi ci alziamo sono tutti fatti ed ubriachi. Iniziamo ad andare verso la parte opposta ma anche da lì arriva un'altra gruppo di ragazzi non messo meglio. Uno di loro con i rasta e mezza canna in bocca si avvicina ed in poco siamo circondati. Mi guarda e sorride ma non trovo simpatia nel suo sorriso -Lasciateli andare- Chry ed Elena prendono per i bracci Jessica e Matteo e vanno avanti, mente io mi metto dietro di loro per assicurarmi che se ne vadano. Una mano afferra il mio polso e mi trovo schiacciata contro il petto di quel ragazzo che puzza d'erba. - No mi dispiace ma tu bellezza non te ne vai. Resta con noi a farci compagnia- i suoi amichetti ridono e si stringono davanti a noi. Inizio a sudare freddo e tremare, il cervello ed il corpo sono sconnessi e non collaborano, poi sento la presa svanire su di me e quel ragazzo a terra mentre tra me e lui Joe fa da divisore. Tutti lo guardano ed indietreggiano -Lei è con me- mentre pronuncia quelle parole perdo un battito ma quando si gira so già che non è aria. Mi prende di peso e mi porta fino alla macchina anche se cerco di liberarmi. Mi guarda incazzato nero e tira un pugno al volante -Mi spieghi che cavolo giri per i vialetti?- -Ero con gli altri ma sono andati a casa- -Cazzo è pericoloso non ci devi stare se non ti sai difendere- -Grazie- -Per cosa?- -Per avermi aiutato- si gira come se non credesse che l'ho appena ringraziato ma poi si scioglie in un sorriso e vedo la sua muscolatura rilassarsi. -Dai avanti vieni con me- -Dove?- -A fare un giro-. Non ho il tempo di protestare che mette in moto e schiaccia sull'acceleratore.
Joe
Ci fermiamo davanti al laghetto, non c'è nessuno ma non ho voglia di scendere. Lara sta ancora guardando fuori dal finestrino e come sempre non spicca parola. -Perché siamo qui?- -Poi te lo spiego- -Ho bisogno di uscire mi manca l'aria- la vedo scendere e sbattere la portiera per andare a sedersi sul prato e fissare il vuoto. Scendo e la raggiungo oggi voglio provarci, voglio stare bene, voglio parlare. -Non ti ho portato qua per caso- mi guarda come se non mi capisse e non posso non biasimarla. -Devi sapere bhe che io non ho passato un'infanzia felice, anzi mi sbaglio c'è stata un periodo in cui lo è stata ma ho solo ricordi sbiaditi ero troppo piccolo per ricordare. Invece ricordo bene il giorno in cui mio padre mi prese in braccio e mi portò con se. Sai in quel momento era il mio eroe, era il mio gigante di ferro.- Lara si gira verso di me e mi sorride -Prima di andarmene con mio padre c'è stato un periodo di crisi, mia madre si era buttata nell'acol e nelle droghe da quando non andava più d'accordo con papà. Mi picchiava spesso per sfogare la sua rabbia. Mio padre tornava da lavoro stravolto ma a quel punto ero già a letto. Lo sentivo urlare con mamma e mi nascondevo nelle coperte. Quando iniziò a notare che tutte le volte che tornava ero a letto iniziò ad avere dei dubbi. Sapeva che mamma non era in condizioni stabili. Una sera tornò a casa prima, mamma stava ancora urlando era strafatta e non si reggeva in piedi; io ero nello steso angolo pieno di lividi. Non piangevo ma ero perso nel vuoto. Quella sera lui mi prese in braccio strappandomi dalle mani di mia madre che nel frattempo mi aveva preso per un braccio. Fui affidato a lui e ci siamo trasferiti qui ma alla fine è sempre stato preso dal lavoro che io ero l'ultimo dei suoi pensieri, mi portava dallo psicologo ma non parlavo non ho mai parlato con nessuno. Dicevano che dovevo prende delle cure ma le ho sempre buttate dentro al water e tirato lo scarico. Quando mi scoprì iniziarono le botte anche da lui e continuarono ancora di più quando scoprì che frequentavo il vialetto. Ho sempre continuato ad andare nel vialetto dove avevo trovato da solo la mia cura. Mi sono pagato la scuola spacciando e dopo con un lavoro. Mi sono sempre mantenuto da me ed ogni volta che commettevo uno sbaglio lui faceva sempre lo stesso errore di mia madre, entrambi pensavano che con la violenza si sarebbe risolto qualcosa ma invece è nato un mostro.- -Non capisco cosa centri questo posto- -Quando avevo bisogno di rilassarmi di scappare da tutta questa merda bhe sono sempre venuto qui. Non ci ho mai portato nessuno eccetto te- -Non capisco perché proprio io? Perché ti sei aperto per la prima volta con me?- -Lo hai detto tu stessa "non sei stufo di star male?"- -Che fine ha fatto tua madre?- -È morta quando avevo undici anni di overdose. Non sono andato al suo funerale e non ho mai voluto qualcosa di suo. Per lei non riuscivo che provare rabbia per quello che mi aveva fatto; e pietà per come si era ridotta. Non odio ma rabbia e fra le due non so quale ti mangi di più- -Adesso so perché odi le donne- -Mi dispiace. Sai talvolta mi detesto perché da una parte sono come lei. Per quante scuse mi posso inventare sono come lei- - Io invece credo di no.- -Come fai a saperlo?- -Se fossi stato come lei a quest'ora saresti stato un uomo drogato e violento, ma non lo sei. Il fatto che ti fai le canne non ti rende nè come lei nè simile.- -Ti sbagli perché per quanto mi faccia rabbia scorre anche il suo sangue nelle mie vene- -Certo ma non è questo che ti rende come lei. Sei tu a decidere chi sei.- Mi avvicino a Lara e la voglia di abbracciarla di stringerla a me è non so come descriverla, ne sento il bisogno, sento, il bisogno di un contatto, con questa ragazza assurda che mi ha ascoltato, senza criticare quella donna che diceva di essere mia madre e fino ad ora senza criticare mio padre. Si è presa cura di me nonostante il mio bipolarismo e mi sta entrando nel cervello. Per l'effetto che mi fa sembra scesa da Marte. Mi sento abbracciare ed invadere dal suo profumo di menta e cioccolata. La riabbraccio e stiamo zitti per non so quanto tempo -Sei importante Lara.- a quelle parole si alza e va verso la macchina senza darmi il tempo di fermarla. Non mi ha rivolto parola per tutto il viaggio e nemmeno a cena, si è poi chiusa in camera e bhe sono rimasto fuori dalla sua porta per tutta la notte, non sono nemmeno riuscito a fumare; ci ho provato ma mi vedevo il suo sorriso appena accendevo la canna. Non so perché ma volevo spiegazioni e volevo sentire di nuovo un suo abbraccio. So solo che ne ho sentito il bisogno e non mi è mai capitato.
Lara
Mi ha fatto paura, non lui ma tutto quello che c'è tra di noi. In quell'abbraccio mi sono sentita bene al sicuro come se fossi nel posto giusto al momento giusto ma so cosa pensa delle ragazze ed a cosa per lui sono utili e non voglio fare quella fine. Non posso dirgli fidati di me dopo l'esempio che ha avuto della madre; mi sembra l'ultima cosa a cui crederebbe ma vorrei che si fidasse e vorrei fidarmi. Ma non mi sento pronta a raccontargli del mio incubo. Non voglio la pietà di nessuno e manco la sua, non so se sarà in grado di capirmi; eppure allo stesso tempo vorrei raccontargli tutto come lui a fatto con me. Sono un disastro. Non so cosa fare e ne come comportarmi con lui ed il cervello mi sta implodendo.
Mi preparo ed esco sotto casa con Jessica e Matteo -Pronta per il compito di sala?- -Si- penso che stamani ho la tensione alle stelle. Devo fare una sorta di piccolo esame sulla presentazione di un banchetto davanti a svariati prof e sinceramente non sono io tipo che sa trattenere l'ansia. Mi cambio ed inizia quello che dopo un'ora si è rivelato una strage. Torno a casa esausta e mi butto sul divano dove mi addormento. Mi sveglio tutta sudata e con Joe accanto che mi guarda stranito. -Che hai da guardare?- -Ei pischella se ti girano affaracci tuoi. Scusa se mi sono preoccupato eh- -Nessuno ti ha chiesto di farlo- -Infatti quella che stava male sul divano ero io- -Scusa ho avuto una giornataccia- mi guarda e mi sorride e vi sembrerà strano ma è la prima volta che mi sorride e non è male quando lo fa. Sembra vivo -Senti vai a farti una doccia che alla cena ci penso io e vestiti come vuoi ma dopo cena usciamo- -Io e te?- -Problemi se mi va di uscire con te?- non so cosa rispondere così me ne scendo giù al bagno e mi sento abbastanza scombussolata, non trovo il motivo per cui si comporti così. Torno su in pigiama e mi guarda malissimo. Dopo cenato lo vedo sparire sicuramente starà andato a prepararsi e conoscendolo è peggio delle donne quindi ci schiaccerà un'ora. Ne approfitto per andare a prepararmi opto per un top nero e dei jeans strappati con sotto le calze e dei tronchetti. Lascio i capelli lisci e mi trucco leggermente e me ne torno in sala. -Allora vuoi uscire?- mi giro verso di lui e lo vedo guardarmi a bocca aperta per poi ricomporsi subito. -Si-. Usciamo e dopo una decina di minuti di macchina ci fermiamo davanti ad una birreria. Scendiamo e mi affianca più ci avviciniamo più noto davanti all'entrata un gruppo di ragazzi, mi irrigidisco di colpo e non so se Joe se ne sia accorto o meno ma sento la sua mano afferrare la mia che stringo senza complimenti. Emana una sensazione strana ma mi sento al sicuro. Passata la folla di ragazzi entriamo in un locale caldo ed afoso. L'illuminazione è tenue, il posto è pieno di tavoli tondi e palchetti in legno come una classica birreria. Prendiamo due posti ed aspettiamo l'ordinazione, una cameriera bionda si avvicina ala tavolo e devo dire che è veramente bella. Prende le nostre ordinazioni e se ne va per tornare cinque minuti dopo lasciarci i cocktail ed ammiccare con Joe. La guardo male e se ne va, credo che manco ci abbia fatto caso. -Non hanno shakerato i cocktail- guardo Joe e continuo a seguire con lo sguardo la cameriera -Per forza doveva fare veloce se no non poteva resistere senza parlati- -Gelosa?- -Dovrei?- ride facendomi l'occhiolino. Passiamo la serata a parlare di qualsiasi cosa e ridiamo talmente tanto che ho le lacrime. Non mi ricordo da quanto era che non ridevo così, spensierata. Non mi sono mai divertita con lui in questo modo. A dire il vero non c'è mai stato un momento in cui siamo stati così. Penso che abbiamo bevuto un po' troppo perché mi sento il cervello leggero e lui è completamente rosso. Non ricordo se abbiamo pagato e come siamo tornati a casa ricordo che stavamo ridendo come matti. Siamo quasi in camera e mi spinge verso l'entrata di camera mia apro la porta ed entra anche lui, chiude la porta a chiave e caschiamo nel letto ridendo.Provo a spostarlo da sopra di me ma non ci riesco così mi arrendo mi addormento con lui come coperta.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro