6:Un nuovo inizio
Eren's pov
Una volta usciti di casa ci dirigemmo alla macchina, quella mattina Levi mi avrebbe accompagnato a scuola, ero così felice.
Alt! Non fui per niente felice di dover andare a scuola, anzi, avrei preferito ritrovarmi con un coltello puntato alla gola piuttosto che andare in quell'inferno, che poi tutto sommato, credo che l'inferno sia meglio.
No, fui felice del fatto che Levi fosse lì con me e che, incosapevolmente, mi aiutasse ad affrontare quel momento tutt'altro che semplice.
-Sopravviverai- mi disse notando il mio nervosismo -Ti vengo a prendere all'uscita, perciò vedi di non fare tardi che mi dà fastidio aspettare- continuò.
-Tranquillo, prima esco da quel posto meglio è, non vedo motivo per prolungare la mia presenza- risposi sarcastico.
-Vedi di non cacciarti nei guai- mi intimò.
-Non è come se io volessi farlo, che colpa ne ho io se gli altri mi prendono di mira- dissi -In più non parlo, ne interagisco, con gli altri, perciò dubito che possa fare o dire qualcosa che mi comprometterebbe- aggiunsi.
-Con me parli, forse anche troppo- ribattè il corvino facendomi arrossire.
-Con te è diverso...- dissi cercando di non diventare ancora più rosso.
-Che cosa vorresti insinuare?- domandò, quasi minaccioso, l'uomo.
-Bhe... tu sei speciale, sei l'unico, insieme ad Hanji, che cerca sempre di mettermi a mio agio e mi fa sentire accettato, non mi è mai successo da quando ho iniziato ad andare con gli psicologi, è una sensazione nuova e... mi piace; è bello sentirsi accettati per una volta nella vita. E anche se so che lo fai per aiutare Hanji, il fatto che tu ti sia sforzato di accettarmi per lei è una cosa dolce, perchè in fondo anche tu dietro quella maschera di indifferenza nascondi tanta dolcezza. Ma anche tanto dolore- l'ultima frase la dissi sussurando, quasi come a non voler farla sentire all'uomo.
-Tks- si limitò a rispondere con quel monosillabo che ormai conoscevo fin troppo bene.
Poco dopo arrivammo davanti all'inferno e Levi trovò un posto dove parcheggiare.
Il corvino mi ordinò di scendere per poi imitarmi -Come mai scendi anche tu?- domandai confuso.
-Tks, moccioso devo accompagnarti fino alla presidenza per firmare delle carte, poi da lì tolgo il disturbo- disse un po' scocciato.
-Non mi dà fastidio la tua presenza- lo contraddissi subito -Solo che di solito tutte queste cose le facevo da solo, non ci sono abituato- aggiunsi poi.
-Tks, mi sembrava di averti già detto come stanno le cose qui, su non farmi ripetere, altrimenti crederò che vai male anche a scuola- disse.
-Veramente non ci vado così male- dissi mettendo un broncio puerile.
-No appunto, ti ci accompagno io in macchina, ci mancherebbe altro- rispose sarcastico.
Mi lasciai scappare una lieve risata per poi avviarmi insieme al corvino verso l'edificio.
Entrammo prima del suono della campanella e Levi si diresse in presidenza, dando prova di conoscere molto bene la scuola.
Il mio sorriso svanì nell'esatto momento in cui varcai la porta, ma per il momento ero ancora tranquillo, dato che avevo Levi al mio fianco.
Il dubbio mi sorse spontaneo: COSA AVREI FATTO UNA VOLTA CHE SE NE FOSSE ANDATO?!
Continuammo a camminare tra i deprimenti corridoi, fino a quando non giungemmo di fronte ad una porta chiusa.
Levi bussò, ricevendo un -Avanti- come risposta, così aprì la porta ed entrammo.
Seduto alla scrivania vidi un uomo alto, biondo con gli occhi azzurri e la cosa che più lo caratterizzava erano le sue sopracciglia: erano enormi!
Sul suo viso aveva stampato un sorriso cordiale che potei notare non appena alzò gli occhi dai fogli sparsi sul tavolo.
-Buongiorno Levi- disse rivolgendosi al corvino, che in tutta risposta fece schioccare la lingua, producedo quel suo classico -Tks- a cui ormai ero abituato.
Il biondo si voltò poi verso di me -Tu devi essere Eren, giusto?- io annuii -Piacere di conoscerti, Eren, io sono Erwin Smith, il preside di questa scuola, non che amico del qui presente Levi- disse.
-Amico di chi? Non prenderti troppe libertà sopracciglione- disse acido come sempre.
-Sempre di buon umore eh?- rispose Erwin.
-Ascolta, non ho tempo da perdere, quindi muoviti a darmi quelle scartoffie che devo firmare, così me ne vado- a quel pensiero l'ansia s'impadronì del mio corpo.
Non volevo essere lasciato solo dal corvino, non in quell'inferno di posto; pregai tanto perchè la cosa durasse più tempo possibile, ma purtroppo dopo dieci minuti il corvino completò tutte le pratiche.
-Buona fortuna, moccioso, vedrai che ce la farai- mi disse,prima di uscire,scopigliandomi i capelli.
-Allora Eren, la tua classe è la 4^B, si trova al primo piano, in fondo, la penultima classe prima delle scale- disse -Puoi andarci da solo? Il fatto è che devo assolutamente finire di leggere e firmare questi documenti- aggiunse poi.
-Non si preoccupi, sono abituato a fare queste cose da solo. Buona giornata- dissi, uscendo dalla porta prima che potesse farmi qualsiasi domanda.
Seguii le indicazioni datemi dal preside e raggiunsi la mia aula; la campanella era suonata ormai da dieci minuti, quando decisi di bussare.
A rispondermi fu la voce di una professoressa al quanto scocciata che la sua lezione fosse stata interrotta -Avanti-.
Entrai titubante, soprattutto per il tono usato dalla professoressa nel rispondere alla porta, mi vedevo già sbranato -Che vuoi?- chiese senza troppa grazia quando entrai dalla porta, probabilmente avrà pensato che fossi uno studente che veniva a chedere qualche favore.
-Sono un ragazzo nuovo... Il preside mi ha detto che questa era la mia classe, mi dispiace di aver interrotto la lezione, ma, vede, abbiamo appena finito le pratiche- dissi impassibile, la realtà è che stavo morendo dall'ansia e dal nervosismo.
-Oh scusami! Non mi è passato per la testa che oggi saresti arrivato- disse lei in tono di scuse -Non importa... ci sono abituato- l'ultima parte la sussurai a me stesso.
-Bhe, ti va di presentarti?- domandò retorica "Veramente no, preferirei scomparire nel nulla anche solo per la figura di merda che ho appena fatto, ma dato che era più un ordine che una domanda non ho molta possibilità di scelta".
-Mi chiamo Eren, Eren Jeager- dissi con voce monotona -Perfetto, Eren, puoi sederti là in fondo, di fianco a Petra ed Armin- feci come mi fu stato detto e mi sedetti di fianco ad una ragazza non molto alta, dai capelli color carota e gli occhi marroni, ed un ragazzo, medesima altezza, capelli biondi e due occhi azzurro intenso.
La professoressa riprese a spiegare, stavano parlando di scienze, il corpo umano per l'esattezza.
Pensai di essere molto fortunato: scienze era la mia materia preferita in assoluto, inoltre il corpo umano è l'argomento che più mi piace; per questo motivo intervenni durante la lezione anche su argomenti che in teoria non potevo conoscere.
In questo modo lasciai la professoressa visibilmente stupita, non mi piaceva parlare, ma se si trattava di argomenti interessanti non aspettavo un attimo a rispondere.
Alcune cose, in realtà, le avevo già viste nei libri delle scuole europee che avevo frequentato, altre semplicemente le sapevo o le deducevo da ciò che sapevo.
Le prime tre ore passarono in fretta, avevamo avuto un'ora di scienze ed una di matematica, con la stessa prof, e poi una d'inglese, erano materie che comunque mi piacevano.
Sentii suonare la campanella che annunciava l'intervallo, molti uscirono, io restai in classe, tirai fuori il quarto volume di Death Note e iniziai a leggerlo quando una voce mi domandò -Ti piacciono i manga?-.
-Evidentemente, dato che ne sto leggendo uno- risposi sarcastico senza alzare lo sguardo dalla mia lettura per controllare chi fosse.
La sua presenza mi infastidiva, dato che sembrava uno di quelli che si sente in obbligo di parlarti, così decisi di dirglielo per evitare la sofferenza ad entrambi.
-Ascolta, se sei qui perchè ti senti il dovere di parlarmi perchè sono nuovo allora puoi anche andartene, almeno eviti un peso ad entrambi, in ogni caso sono abituato a stare da solo- dissi senza troppi giri di parole.
Sentii due voci mettersi a ridere -Niente di tutto ciò, solo che anche noi siamo appassionati di manga e ci incuriosiva ciò che stavi leggendo- disse una seconda voce.
A quel punto alzai lo sguardo per vedere chi fosse e nota i miei due compagni di banco.
-Piacere io sono Petra- disse la ragazza -Io sono Armi, piacere di conoscerti Eren- disse il biondino rivolgendomi un grandissimo sorriso.
-Allora stai leggendo Death Note, che volume è?- domandò la ragazza -Il quarto, ma sarà la terza volta che lo leggo- risposi stranito dalla nuova situazione.
-Qual è il tuo personaggio preferito?- mi domanò Armin -Uh, Elle e Light- risposi.
Dopo pochi minuti arrivarono anche altri ragazzi che si presentarono come Mikasa, Sasha, Historia, Ymir, Annie, Reiner, Berthold, Jean, Marco e Connie.
Restammo a parlare per un po' e per puro caso uscì fuori che vivevo con Hanji e Levi.
I miei compagni restarono stupiti -Eren sei serio?- domandò Mikasa incredula -Sì, perchè? C'è qualche problema?- chiesi di rimando non capendo il loro comportamento.
-Vedi il fatto è che- il biondino non riuscì a finire la frase perchè qualcun'altro la completò per lui -Povero ingenuo, perchè un assassino, ecco perchè-.
Levi un assassino...?
Levi's pov
Una volta che lasciai il moccioso tornai alla macchina per dirigermi in quel bar.
"Non mi prenderanno mai, ma forse potrei sfruttare ciò che ha detto Hanji".
Quando arrivai sul luogo andai direttamente nell'ufficio del direttore senza dare nell'occhio.
Bussai -Avanti- aprii la porta ed entrai nella piccola stanza.
-Che ci fa Levi Ackerman qui nel mio ufficio?- domandò il direttore.
-Sono venuto per cercare lavoro, un mese, poi me ne andrò- dissi con il mio solito tono freddo.
-E perchè mai, di grazia, dovrei accettare un assassino come dipendente?- lo sapevo sarebbe arrivaata quella domanda, così cercai di mantenere la calma.
-Vede, io potrei farle guadagnare clienti, rendendo questo bar ancora più famoso di quanto già non sia- dissi attirando la sua attenzione.
-Ed esattamente come faresti?- mi chiese.
-Tks, cosa succederebbe se la gente venisse a sapere che il famoso assassino Levi Ackerman lavora nel bar più famoso di New York? Sicuramente molti penseranno che si tratti di una trovata pubblicitaria e ciò condurrà i curiosi a venire di persona a controllare- spiegai -In più so parlare molte lingue e ciò le sarebbe di grande aiuto in caso di visite turistiche, anche se con l'inglese si comunica quasi con tutti, in questo modo il suo bar acquisirebbe molta fama- aggiunsi.
-Bene, so fiutare un affare quando è in giro, hai il lavoro, un mese- disse - Ma se mi si abbassa la clientela sei fuori- aggiunse.
-Certamente...- dissi cercando di chiedere il nome -Dimo Reeves- disse -Certamente signor Reeves, vedrò di fare del mio meglio- dissi stringendogli la mano (scommetto che non appena l'hai fatto avresti voluto avere delle salviette Levi: Già).
-Inizi domani alle 8:15- -Va bene- con ciò uscii da quella stanzina.
Salii in macchina, ma non tornai a casa, avevo bisogno di tranquillizzarmi un po', quel colloquio mi aveva fatto venire i nervi, ma dovevo farlo.
Decisi quindi di dirigermi al laghetto, dove sicuramente avrei trovato un po' di pace, non mi andava di rispondere a tutte le domande della quattr'occhi, non ora.
Raggiunsi l'apertura della grotta, la varcai e mi diressi vesro il lago; mi avvicinai alle pareti di pietra della cascata e iniziai a scalarle.
Sono ormai anni che vengo in questo posto, conosco ogni centimetro come le mie tasche.
Arrivato in cima seguii il corso del fiumicciattolo fino ad un grande albero, su quest'ultimo mi arrampicai, appendendomi ad un ramo ed issandomi su di esso.
Gattonai fino ad arrivare al tronco, qui mi appoggiai con la schiena lasciando penzolare una gamba.
"Assassino" oh no, non di nuovo "Tutti ti conoscono, tutti sanno che sei un assassino" una voce all'interno della mia testa iniziò a parlare.
Ormai era da anni che esisteva, ma dato che nell'ultimo anno non avevo frequentato altre persone, al di fuori di Hanji ed Erwin, non l'avevo sentita, o meglio la sentivo di rado e aveva molto poco potere.
La voce continuò a parlare "Dai, voglio vedere cosa succederà quando quel dolce e ingenuo moccioso verrà a sapere che vive con un assassino".
Eren! Me ne ero completamente dimenticato, da me ed Hanji poteva anche non sapere niente, ma i suoi compagni di classe glielo avrebbero sicuramente detto.
Ma che mi importa, sono abituato a sentirmi dare dell'assassino, figuriamoci se mi interessa che lo pensi un moccioso, anzi mi starebbe meno adosso ed io starei più tranquillo.
Eppure perchè non voglio che proprio lui mi odi?
Ah, già! Quel moccioso è stato l'unico a trattarmi come una persona normale, come una persona umana; è stato l'unico che per una volta mi ha fatto sentire importante per qualcuno.
Non voglio che abbia dei pregiudizi, non voglio che mi odi.
"Ma sai che questo è impossibile, non è vero Levi?" -Taci!- gridai.
Guardai l'orario e vidi che era quasi l'ora di andare a prendere il moccioso, così tornai all'auto dopo aver nascosto il mio posto segreto.
Iniziai a guidare, pregando che il moccioso non avesse scoperto nulla; arrivai davanti alla sua scuola cinque minuti prima della fine.
Uscii dall'auto per aspettarlo. La campanella suonò e pochi minuti dopo arrivò il moro.
La sua espressione mi disse tutto.
Lui sapeva...
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