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40: Halloween: il festival (parte 1)

Levi's pov

Uscimmo dal tribunale tutti insieme, un'aria cupa cadeva sopra di noi -Oh oh, alla fine non sei così forte, sfigata- si burlò uno di quei villani -Guarda com'è andata finire, probabilmente adesso te la stai facendo sotto dalla paura- trattenni l'impulso di tirargli un pugno in faccia, ricordandomi che per quanto criminale era pur sempre un ragazzino e di certo non sarebbe stata la miglior mossa da fare -Continua a sperarci, l'unica cosa che fa paura qui è vedere quanto sia corrotta la giustizia di questo paese- un moto d'orgoglio scosse il mio petto ed ancora una volta mi ricordai perché la consideravo mia sorella -Ora scusami se mi degno di andarmene ignorando la tua presenza, ma credo che se ti rivolgessi ancora una volta la parola il mio cervello potrebbe subire gravi danni; sai, tanta ignoranza e stupidità fanno male alle persone che sanno ragionare- detto ciò, tenendo la testa alta, continuò a camminare ignorando un qualsiasi possibile replica che comunque non arrivò.

Ci separammo da Mike all'entrata e salimmo in macchina per tornare a casa; l'umore di tutti non era ancora dei migliori: eravamo tutti molto pensierosi e silenziosi, ognuno a pensare a ciò che era accaduto in quell'aula e nell'ingiustizia nella quale eravamo caduti. Sorprendentemente a rompere quel silenzio fu proprio Gea, pronunciando una frase che non avrei mai creduto fosse possibile per lei pronunciare data la situazione ed il contesto -Cosa sono quei musi lunghi? Ormai il processo è finito e non c'è niente che si possa fare in questo momento; abbiamo già deciso che faremo in modo di rivendicarci, ma adesso è inutile continuare a pensarci. Piuttosto...  Avete già deciso cosa si farà ad Halloween?- quella domanda parve rallegrare lo spirito generale e in parte rimasi sorpreso che nonostante tutto ciò che era successo fino a pochi attimi prima riuscisse ancora a pensare ad altro.

Non mi ingannava, sapevo perfettamente che in quel momento si sentiva umiliata, sconfitta e il suo orgoglio ferito; ero consapevole che stesse solo cercando un modo per distrarsi, però mi sorprendeva che con soli tredici anni fosse in grado fosse in grado di nascondere in questo modo tutte quelle emozioni, sarebbe più corretto dire che mi spaventava: non volevo che le succedesse ciò che era successo a me; aveva già sofferto abbastanza per soffrire ancora.

-Quest'anno con i bambini dell'orfanotrofio andremo a vedere la parata di Halloween dalle 19 alle 20 e poi ci sarà una piccola festa in maschera fino alle 21- potei notare come il sorriso del moccioso vacillava nel mentre che Hanji illustrava il programma -Qualcosa non va?- domandai, sapendo perfettamente che lui avrebbe compreso nonostante non avessi nominato qualcuno in particolare.

-No... ceh, non proprio- sollevai un sopracciglio e credo che dovette vedersi nello specchietto retrovisore perché il moro continuò -Solo che i miei compagni di classe avevano organizzato una festa per Halloween e mi avevano invitato ad andare e mi piacerebbe poter partecipare dato che nessuno mi ha mai considerato abbastanza importante da invitarmi; però voglio festeggiare anche con voi e i bambini dell'orfanotrofio per cui mi dispiace un po' dover scegliere, tutto qui- spiegò il ragazzo -A che ora è la festa dei tuoi amici?- -A partire dalle 20:30 fino a mezzanotte anche se la ragazza ha proposto a tutti di restare a dormire da lei- la bruna annuì per poi esclamare -Beh, non penso sia un problema, puoi venire alle 19 con noi e poi vai a casa di questa ragazza per le 20.45, non penso ti faranno tante storie se arrivi con un quarto d'ora di ritardo-.

Il ragazzo sorrise, un sorriso splendido che mi ricordava ogni volta per quale motivo mi ero innamorato di lui -Grazie mille Hanji, ora devo chiedere ad Armin l'indirizzo i Mikasa e- -NO!- quell'urlo uscì dalle mie labbra contro la mia volontà, ma ammetto che non feci nulla per fermarlo: quella ragazza non mi piaceva, si notava da lontano chilometri che le piaceva il mio moccioso, non avrei mai permesso che il mio ragazzo restasse a casa sua dove quella ragazza avrebbe potuto fare di tutto per portarmelo via. 

Mi schiarii la gola per chiarire -Puoi andare alla festa, ma non resterai a dormire- il mio tono era calmo, ma tutti all'interno del veicolo avevano capito fossero un ordine -Uh uh fratellone, che succede? Siamo gelosi- mi punzecchiò la castana con un sorrisetto malizioso stampato in volto ed uno strano luccichio negli occhi -Taci, semplicemente non mi piace come quella ragazza si appiccica ad Eren, fine- risposi seccamente -Quella si chiama gelosia- un sussurro indistinguibile, che però era ben chiaro per le mie orecchie, ma evitai di rispondere a quella piccola provocazione -In ogni caso non avevo intenzione di restare a dormire da lei- e ciò che brillò nei suoi occhi fu un chiaro segnale che avesse intenzione di occupare il suo tempo in altre attività quella notte.

-Meglio- giusto in quel momento arrivammo a casa -Non mi dovevate mica riportare in orfanotrofio- -No, mangi qui poi la quattr'occhi ti riporterà più tardi- e finito di pronunciare  queste parole aprii la porta ed entrai -Toglietevi le scarpe prima di entrare e guai a voi se sporcate in giro; SOPRATTUTTO TU SCIENZIATA PAZZA DEI MIEI STIVALI!!!- ero a conoscenza del fatto che tutti sapessero le regole di quella casa, ma non era mai di troppo ribadirlo affinché se ne ricordassero.

La giornata proseguì con calma e tranquillità, nonostante non ci fossimo dimenticati della sconfitta subita in tribunale, che aveva lasciato a tutti un'amarezza nell'animo, decidemmo che per il momento era meglio seguire il consiglio di Gea e mettere da parte tutti quei pensieri negativi: ci avrebbero solo amareggiato e rovinato il resto della settimana e decisamente non era il caso; al contrario i miei pensieri si spostarono su un moccioso dagli occhi verdi e i capelli mori spettinati, iniziando a ragionare su una piccola sorpresa che avrei potuto fargli quella notte, in fondo... Perché non accontentarlo e dargli ciò che desiderava, quando quel suo desiderio era anche il mio? 

<Time skip venerdì pomeriggio/sera>

Eren's pov

Mi trovavo nel bagno in camera mia di fronte allo specchio finendo di preparare il mio trucco per Halloween; ero veramente emozionato, era la prima volta in molti anni che festeggiavo questa festività ed era sicuramente la prima volta che venivo invitato ad una festa.

-Oi moccioso ti muovi o no?- la voce di Levi mi prese alla sprovvista facendomi fare un salto tale che i campioni olimpici erano niente a confronto -Signore benedettissimo Lee, tu vuoi uccidermi; va bene che Halloween è la festa in cui si fa paura, ma qui stiamo esagerando- dissi finendo di ridefinire il trucco -Scusami tanto se hai i tempi di una donna che sta partorendo- sorrisi di fronte alla sua ironia e uscii dal bagno solo per rendermi conto che sarei dovuto tornarci immediatamente vista la quantità di eccitazione che vedere il mio ragazzo conciato in quel modo mi aveva provocato.

Indossava una camicia bianca coperta da un gilet nero, il quale era a sua volta nascosto da una cravatta rossa con incastonata al centro una finta pietra di smeraldo; il colletto del mantello era particolarmente alto, ma il colore rosso donava un contrasto magnifico con la sua pelle già naturalmente bianca che era stata schiarita con un po' di trucco per darle un aspetto ancora più cadaverico. I pantaloni scuri erano aderenti e gli cingevano le gambe divinamente, lasciando ben poco all'immaginazione; infine sulla testa aveva un cerchietto con due ali di pipistrello e i ciuffi di capelli che normalmente gli contornavano il viso erano tirati all'indietro. Ma la cosa che più risaltava erano gli occhi, sembravano più scuri e più chiari allo stesso tempo, come se in essi si stesse svolgendo una battaglia che era testimoniata dai cambi di luci ed ombre.

-Sì... Decisamente vuoi uccidermi- sussurrai con un filo di voce velata dall'eccitazione; il suo sguardo si posò su di me e ammetto senza alcun rimorso che fui molto felice ed orgoglioso di vedere quali emozioni attraversarono quelle magnifiche perle argentate che senza troppi scrupoli mi comunicarono che il pensiero del mio ragazzo non era molto distante dal mio.

Portavo dei pantaloni a righe arancioni e nere, mentre a coprire il busto vi era una camicia bianco panna e una maglietta dai colori scuri fatta a brandelli sull'altezza del ventre; le mie mani erano coperte da guanti in pelle sintetica nera con le dita scoperte e il collo era circondato da una pelliccia sintetica con incastonato al centro una zucca con il disegno di un pipistrello.

(ADORO TROPPO QUESTI COSPLAYER PER CUI DOVEVO SCUSATEMI!!!)

Il corvino si avvicinò a me con passo felpato come se fosse un predatore sul punto di attaccare la propria preda e infatti, come tale, pochi secondi dopo mi ritrovai imprigionato nel suo abbraccio, con la sua bocca che assaltava la mia, mentre una lingua affamata chiedeva il permesso per varcare la soglia delle mie labbra e incontrare la propria gemella. Ed io con molto piacere mi feci divorare dal mio assalitore, ricambiando con la medesima foga e passione il bacio che mi stava proporzionando.

-Preparati per stasera perché ho una sorpresa per te, ti vengo a prendere alle 22:30, voglio portarti in un posto che sono sicuro ti piacerà- mi sussurrò a fior di labbra quando quello splendido bacio incontrò la parola fine; ancora ipnotizzato dalle sensazioni di pochi istanti prima potei solo annuire e seguire con gli occhi la sua figura che con molta eleganza lasciava la stanza, non senza prima dire -Muoviti a scendere, manchi solo tu-.

Esattamente un minuto più tardi mi trovavo all'entrata mettendomi le scarpe -Hanji?- domandai non notandola in giro -È uscita prima per aiutare in orfanotrofio ed organizzare l'uscita- spiegò il mio interlocutore aprendo la porta di casa e aspettandomi sull'uscio.

Lo seguii pochi attimi dopo ed iniziammo ad incamminarci; mancavano ancora quaranta minuti all'ora stabilita e l'orfanotrofio non era poi così lontano; inoltre, motivo assai più sincero, la macchina l'aveva presa Hanji, per cui anche volendo non avremmo potuto usarla.

Visto la quantità di tempo a nostra disposizione allungammo il tragitto prendendo delle vie secondarie e meno affollate, nonostante il suo lavoro al bar e la sua esperienza con la mamma di Gabi la gente continuava ancora a guardare male il mio ragazzo ogni volta che era in giro e a lui questa cosa metteva a disagio, per questo motivo preferiva evitare le zone straripanti di persone, per lo meno fin tanto che poteva evitarlo.

Circa mezz'ora più tardi giungemmo all'edificio che era l'orfanotrofio, entrammo e subito fummo travolti da una massa di piccoli bambini eccitati e travestiti -Siete arrivati- -Che bello- -Levi, Levi- -Eren ciao- -Prendimi in braccio- -Anche a me, anche a me- -Voglio un abbraccio- -Dove andiamo oggi?- -È vero che andiamo al festival?- -Venite anche voi vero?- queste ed altre esclamazioni furono quelle che ci accolsero almeno fino a quando una castana dall'aria divertita fece il suo ingresso con una bambina con avrà avuto più di sei mesi in braccio.

-Oi mocciosi, lasciateli respirare ed UNO ALLA VOLTA potete parlare, a meno che non vogliate che se ne vadano via- con solo quella frase l'ordine era miracolosamente tornato nella sala e il silenzio regnava di nuovo sovrano -Come hai fatto? Insegnami i tuoi segreti- dissi guardando i suoi occhi che per un attimo luccicarono con qualcosa leggermente simile all'intrattenimento -Un mago non rivela mai i suoi trucchi, ma se proprio sei così interessato dovresti chiedere all'uomo che si trova al tuo fianco, anche perché sono dell'opinione che più che il mio ordine sia stato il suo sguardo a zittirli. Ciao comunque- rispose la ragazza sogghignando.

Solo in quel momento mi voltai a vedere il mio ragazzo e potei notare lo sguardo duro che impregnava il suo volto, anche se guardando più attentamente i suoi occhi non ebbi difficoltà a scorgere il divertimento che tutta quella situazione gli provocava e credo che in un secondo momento anche i bambini se ne accorsero perché sui loro visi truccati comparvero enormi sorrisi.

-Tks, io non rivelo i miei trucchi, ti basti sapere che è tutto incanto e talento naturale- scherzò per poi riprendere la parola ma questa volta rivolto ai piccoli -Per rispondervi: sì, andiamo al festival tutti insieme per cui spero siate pronti perché tra meno di quindici minuti inizia la parata e dobbiamo ancora raggiungere la strada principale- -Yeyyyy- gridarono in coro -Però, voi vi dovrete comportare bene, rimanete in fila e in ordine, soprattutto non separatevi dal gruppo, se per un qualsiasi motivo doveste perdervi tornate qui in orfanotrofio, tutto chiaro?- disse questa volte con un tono di voce più duro e che non ammetteva repliche -Sì, Levi- vociferarono di nuovo -Bene-.

A questo punto si rivolse alla castana soavizzando le parole -Ciao Gea- ella per tutta risposta alzò un sopracciglio -Ah, adesso ti degni pure a rispondermi, non sapevo che sua maestà parlasse anche con la plebe- disse avvicinandosi, il sarcasmo evidente nella voce, facendo sì che anche il corvino imitasse il suo gesto iniziale -Siamo suscettibili questa sera, bel trucco comunque- rispose con lo stesso tono. La ragazza si era disegnata su metà del volto delle cicatrici che erano coperte da qualche ciocca di capelli, a ben pensarci era la prima volta che la vedevo con i capelli sciolti, indossava una maglia che era stata volutamente tagliata nella zona della vita e dell'addome e dei pantaloni che avevano uno strappo all'altezza del polpaccio.

-E questa piccolina chi sarebbe?- domandai osservando da vicino la bambina che Gea teneva in braccio -Lei è Gioia- rispose con orgoglio, mentre la bebè si guardava attorno con uno sguardo sveglio e curioso impresso nei suoi occhioni dolci.

-Ma è bellissima, posso prenderla in braccio?- domandai con la tenerezza che impregnava la mia voce, non sapevo per quale motivo, ma sentivo un senso di protezione nei suoi confronti quasi tanto forte come quello che provavo nei confronti di Gea -No- rispose facendomi una linguaccia e aiutandomi a sostenerla correttamente -È così piccola... Ciao Gioia, io sono Eren- sussurrai -È molto calma e tranquilla- osservò Levi.

-Pffff, certo, un angelo, perché tu non l'hai vista dieci minuti fa, quella mocciosa è un diavolo travestito da angioletto, ma porta nelle vene il sangue del demonio, te lo dico io- sospirò drammaticamente.

-Oh Eren, Levi, siete qui, allora sarà meglio se iniziamo ad incamminarci, Gea, puoi portare tu Gioia?- la ragazza annuì alla bruna, riprendendo la bambina in braccio per posizionarla nel passeggino... O meglio, quello era l'intento, perché non appena la piccola fu fatta sedere lì iniziò a piangere ed urlare nella perfetta imitazione di un aquilotto -Sì, ora capisco a cosa ti riferivi- mormorai un attimo stordito dall'urlo che non avevo visto arrivare.

Le ci vollero cinque minuti, un numero indefinito di canzoncine, facce buffe e una caramella per farla calmare e convincerla a stare nel passeggino -Quattr'occhi siamo in ritardo, dobbiamo muoverci- sbottò Levi -Calmati Leviuccio, tanto lo sappiamo tutti che non sono mai puntuali, anche se arriviamo un po' più tardi non sarà la fine del mondo e so già dove possiamo metterci senza che ci diano troppo fastidio, ma mantenendo una buona visuale- rispose la bruna, facendo grugnire il corvino per il soprannome -Bene, tutti in marcia, confido nel fatto che questo nano da giardino vi abbia già dato una ripassata delle regole, per cui andiamo- decisamente Hanji aveva deciso che era un bel giorno per morire, se il lampo d'ira che attraversò gli occhi del mio uomo era un segno.

Poggiai una mano sul braccio di Levi, fermando le suo proteste, sorridendogli conciliatore, lui si guardò intorno e assicuratosi che l'attenzione dei bambini fosse rivolta alla donna con gli occhiali, mi stampò velocemente quasi fosse invisibile un bacio sulle labbra per poi dirigersi all'inizio della fila che i bambini avevano formato, iniziando a guidare il gruppo fuori.

Levi's pov

Ci incamminammo verso il punto che Hanji mi aveva indicato e dieci minuti dopo non fu difficile trovarlo, dato che lì si trovava Erwin -Levi- mi salutò con un cenno della testa -Sopracciglione- ricambiai allo stesso modo con un ghigno sulle labbra.

I marmocchi si posizionarono lungo quel pezzo di marciapiede libero con calma e in ordine, per mia grandissima fortuna, anche se il mio sguardo gelido di avvertimento avrebbe potuto aiutare un po'.

Come previsto dalla Quattr'occhi i carri iniziarono a sfilare solo quindici minuti dopo che eravamo arrivati, ma l'attesa valse lo spettacolo. Il sole era ormai calato, ma sulla strada, al posto di essere accesi i soliti lampioni erano posizionate delle lanterne che rendevano l'atmosfera in un certo senso più magica e misteriosa.

I carri erano veramente spettacolari, uno più bello dell'altro, ma il vero spettacolo per me fu vede gli occhi dei mocciosi, ma soprattutto quelli del mio moccioso, brillare di gioia e meraviglia; quella scena solo per un attimo mi riportò alla mente dei ricordi di quando anch'io con Isabel e Farlan venivo a guardare queste parate, allora la mia mente iniziò a vagare verso altri ricordi, ma subito scossi la testa, non avrei permesso che quella serata si rovinasse, per cui tornai a guardare la sfilata di carri fin quando non giunse l'ultimo e la musica svanì.

Dopo vari applausi facemmo sì che i bambini si rimettessero in fila e tornammo verso l'orfanotrofio, dove li attendeva la festa di Halloween che come ogni anno avevamo preparato, con dolcetti, musica e scherzi.

Vedevo Eren inseguire dei bambini mentre io giocavo con quelli più grandi a Cluedo; l'atmosfera era festiva e allegra e nonostante non fossi una persona che amasse le feste, avevo sempre apprezzato queste celebrazioni con i bambini, volevo loro molto bene e sapevo che dovevo approfittare di questi momenti che avevo con loro poiché molti venivano adottati e per quanto fossi felice che riuscissero a trovare una famiglia, mi si stringeva sempre un po' il cuore pensando che avrei potuto non rivederli più.

Quando furono le 20.30 mi alzai, chiesi alla bruna le chiavi della macchina e mi diressi verso Eren che incrociato il mio sguardo ed inteso il messaggio si apprestò a salutare tutti -Ma come? Vai già via?- domandò una bambina con voce dispiaciuta -Sì, piccola, vado con dei miei amici, ma non essere triste, prometto che tornerò a trovarvi il prima possibile- rispose con un sorriso dolce in volto ed evidentemente la risposta dovette soddisfare la piccola, poiché un attimo dopo annuì sorridente e lo abbracciò per poi liberarlo e tornare a giocare con gli altri.

-Andiamo?- domandai iniziando a camminare verso la porta -Sì- uscimmo e una volta arrivati all'auto salimmo, il moro mi diede l'indirizzo ed io iniziai a guidare in quella direzione il tragitto fu accompagnato dalla musica della radio e dalla voce del mio ragazzo che articolava le parole di quelle melodie.

Quando fummo arrivati alla nostra destinazione potemmo vedere una casa abbastanza grande che lasciava in chiaro l'agiata condizione economica della famiglia che vi abitava. Parcheggiai l'auto e aspettai che lui si slacciasse la cintura di sicurezza prima di girarmi e guardarlo negli occhi -Ti vengo a prendere a mezzanotte. Mi raccomando: niente droga, niente alcool e niente fumo- dissi seccamente con uno sguardo serio che non ammetteva repliche -Sì, papà- rispose lui sbuffando.

-Un'ultima cosa- aggiunsi ignorando la sua impertinenza, gli presi il viso fra le mani e lo avvicinai al mio -Se vengo a sapere che sei stato con qualcun altro o lo hai baciato, anche solo perché stavate giocando ti giuro che te ne pentirai amaramente- e per rimarcare il concetto unii le sue labbra con le mie, in un bacio violento, possessivo e passionale, ma che al contempo conteneva un retrogusto di dolcezza e amore -Sì Lee- ansimò quando ci staccammo solo per poi tornare a baciarmi.

-Tranquillo, amo solo te e non ho intenzione di stare con nessun altro che non sia tu e poi aspetto ancora la mia sorpresa per il mio rientro- mi rassicurò con un ghigno malizioso -Moccioso pervertito, muoviti, prima che cambi idea e decida di non farti andare alla festa- risposi con lo stesso tono, vedendo come lui apriva la portiera per poi stamparmi un ultimo bacio veloce e dire -Ci vediamo dopo Lee- per poi uscire e chiuderla.

Lo vidi dirigersi verso la casa e suonare il campanello, aspettai che la porta si aprisse e potei vedere come la 'padrona di casa' abbracciava il mio ragazzo prima di farlo entrare e chiudere la porta, non senza prima dirigere un'occhiata ostile nella mia direzione.

Sospirai e tornai all'orfanotrofio, speravo solo che quella serata sarebbe andata bene, scossi la testa e mi dissi che dovevo fidarmi di Eren e che lui non avrebbe fatto niente per ferirmi e fu così che diressi i miei pensieri a ciò che sarebbe successo al suo ritorno, sì, sarebbe stata un'ottima serata.

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GOMEN! GOMEN! GOMEN!

Sì, lo so, è passato quasi un anno dall'ultima volta che ho pubblicato e sì, so che avevo promesso di pubblicare sto capitolo per Halloween, ma poi ad Halloween mi sono addormentata a metà scrittura, poi il 3 di novembre è morta mia nonna, poi c'è stato il funerale e la scuola in tutto ciò non ha aiutato, volevo fare almeno un aggiornamento per le vacanze di natale, ma non ne ho avuto la forza mentale.

Chiedo umilmente perdono per questo ritardo assurdo che non ha storie per essere giustificato, perché sì il tempo ce lo avevo e anche l'idea, ciò che mi manca è la forza per farlo semplicemente perché non riesco a mettermi e a scrivere.

Volete il segreto per avere più capitoli? Provate a minacciarmi o fatemi promettere un aggiornamento, perché vi assicuro che quando di mezzo vi è una promessa la mantengo.

Ringraziamo per questo capitolo Erenelevi1 la quale mi ha fatto promettere di pubblicare oggi, inizialmente il capitolo voleva essere più lungo e la descrizione di tutta la giornata, ma mi sono accorta che sarebbe stato veramente molto lungo e non sarebbe venuto molto bene per cui è stata presa questa decisione. Non vi preoccupate, il nostro Eren è un bravo bambino e non farà niente, per il momento potete stare tranquilli, anche perché lemon in tema Halloween ci vuole no?

Non so quando sarà il prossimo aggiornamento, perché personalmente vorrei farlo per il 21, poiché sarebbe l'anniversario di questa storia, ma il problema è che si trova a metà settimana e siamo pieni fino all'orlo di verifiche ed interrogazioni, per cui, vedrò cosa riesco a fare, non prometto nulla per quella data, ma spero al più presto riuscire a fare un aggiornamento sabato o domenica prossima, boh, non so, devo vedere come si procederà.

Detto ciò...

Come sempre, se il capitolo vi è piaciuto vi chiedo di lasciare una stellina ed un commento, nel caso non fosse così, LO FATE COMUNQUE, scherzo... o forse no. Fatemi sapere cosa ne pensate.

Alla prossima

il vostro Caporale

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