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19: Gea

(Per il disegno in copertina, non giudicate, lo so di mio che faccio schifo a disegnare e questo è il mio primo e vero disegno con la tavoletta grafica, cercate di osservare gli occhi, potrà sembrare ma non sono verdi; detto ciò buona lettura)

Eren's pov

-Piacere di conoscerti Gea- ella mi strinse in un abbraccio fraterno -Grazie Eren- disse sorridendo -Per cosa?- domandai confuso -Niente in particolare, solo per accettare il mio vero nome- disse distogliendo lo sguardo.

-Te l'ho detto non vedo perchè dovrei usare un nome che non ti appartiene. Posso chiederti perchè gli altri non lo usano?- chiesi non capendo quel comportamento -Perchè...- rivolse un fugace sguardo a Levi -L'ha scelto Levi- sussurrò abbassando lo sguardo, pronta a ricevere una brutta reazione da parte mia.

La strinsi un po' più forte -Sono solo degli idioti senza cervello: A perchè non sanno neanche i nomi degli dei greci, B perchè non sono capaci di dire tre lettere in croce e C perchè le persone piene di pregiudizi non meritano le tue attenzioni, bellissima- dissi prendendola in braccio.

-N-Non sei, disgustato?- domandò titubante -No, non c'è motivo per esserlo- affermai -Sono assolutamente convito che Levi non abbia fatto niente di male- aggiusi poi.

-Levi, sposalo, ora!- esclamò rivolta al corvino -C-Cosa?- balbettai diventando più rosso del sangue.

-Oh mio dio, Eren, sei tutto rosso; dai Levi è ovvio che gli piaci. Dai ti prego, sposalo, lo voglio come fratello, se lo sposi diventerà mio fratello, per favore, ti pregooo- pregò il corvino mentre la rimettevo giù.

-Gea!- esclamò il corvino con aria di rimprovero -Cosa? Levi arrenditi, c'ha ragione lei- s'intromise Hanji -E poi guarda Eren, non la smette più di arrossire!- urlò -Tks. Quattr'occhi, la smetterai mai di gridare?-.

-F-Fratello?- chiesi confuso -Sì, Levi è il mio fratellone- rispose la ragazza -Mi ha salvato la vita e per me è come un fratello maggiore gli voglio tanto bene e, anche se non lo dà a vedere, lui ne vuole a me- spiegò, buttandosi tra le braccia del corvino, che prontamente la prese al volo.

-Wow, Levi non è che per caso fai anche volontariato per salvare i poveri gattini per le strade?- scherzai -Tks, moccioso, non giocare col fuoco- -No, infatti io gioco con un nano- lo rimbeccai.

-Eren, inizia a correre- mi intimò Gea; tentai di eseguire ma ovviamente andò a finire come sempre.

-Vedo che il round di dopo pranzo non ti è bastato, non c'è problema, ne faremo un altro- disse -La prego heichou, mi risparmi- implorai -Dammi un attimo per pensarci... No. Prima o poi imparerai la lezione, nel frattempo io mi diverto un po- ed iniziò così a farmi il solletico. (lo so che avrete pensato tanto male, ma tutti sappiamo che non è successo niente)

-Levi, non dovresti trattare così il tuo fidanzato- lo rimproverò Gea -Tranquilla- disse afferandola e bloccandola, mentre io fuggivo dalla sua presa -Ce n'è anche per te- concluse, iniziando la sua tortura.

-Eren, ma tu suoni il pianoforte?- mi chiese Hanji mentre la ragazza tentava di fuggire inutilmente -Lo suonavo, poi per vari motivi ho smesso, è da un po' di anni che non suono e ho perso allenamento- risposi.

-Prima sei stato bravissimo, ti prego insegnami- mi supplicò Gea, che nel mentre era riuscita ad essere scagionata dalla prigione di Levi.

-Nha, non sono così bravo, quella era solo una canzone che a furia di ripetere ho ricordato, nulla di che- -Tks, moccioso, non ti sottovalutare- disse il corvino -Già, ha ragione. Guarda che sei stato molto più bravo di questa personcina scorbutica al mio fianco- disse indicando con il pollice l'uomo.

-Senti Eren- mi chiamò Hanji -Che ne diresti di suonare allo spettacolo di beneficenza dell'orfanotrofio?- domando -Sì, per piacere, suona insieme al fratellone, sono sicura che sarete bravissimi- s'aggiunse la castana.

-Per me va bene, ma Levi dev'essere d'accordo- contestai, rivolgendomi al soggetto delle mie parole -Tks, come preferisci, ma devi abituarti al suono del violino-pronunziò.

-Esattamente in cosa consiste?- domandai in cerca di spiegazioni -Ogni anno organizzo uno spettacolo di beneficenza dove i bambini che vogliono si esibiscono in uno spettacolo e poi suona Levi; normalmente viene molta gente e il ricavato va in parte all'orfanotrofio e in parte al centro sociale- spiegò la bruna.

-Sì, capisco. Quando sarebbe?- -Normalmente la seconda settimana di ottobre. Dovrai suonare tre canzoni: una con Levi, una da solo mentre canti e una solo pianoforte- disse -Va bene, non c'è problema per me- risposi con estrema tranquillità.

Vidi il corvino fare un cenno del capo per incitare Hanji a dire qualcosa -Inoltre...- tenne lo sguardo basso -Dovrai usare delle bende per coprirti il volto- terminò, con una nota di vergogna nella voce.

-Fammi indovinare, tutto questo in modo da non far capire che sul palco c'è Levi, giusto?- dissi -Esatto- rispose Gea -Non c'è problema, basta che possa respirare e poi va bene; se questo vi può aiutare in qualche modo lo faccio volentieri- affermai con un sorriso.

-E qui torniamo al discorso di prima- iniziò Gea -Fratellone, mi spieghi perchè non gli hai ancora fatto la proposta di matrimonio?- mi sentii avvampare, mentre le mie guance si tingevano del colore del fuoco -Tks, ancora? Se ci tieni tanto perchè non lo chiedi ad Hanji?- ribattè il corvino.

-Povero Eren, non puoi tenerci così poco alla sua vita, se Erwin lo scopre lo ammazza, sappiamo tutti che quei due sono fidanzati- sbottò divertita, mentre la bruna arrossiva.

-Ah, è vero, hai ragione. Non sia mai che Mr. parrucchino s'ingelosisca- si fermò a pensare un secondo, facendo poi comparire sul suo viso un ghigno, che fu ricambiato dalla ragazza con uno sguardo complice -Niente moccioso, ti devi accontentare del sottoscritto-.

-Allora che giorno preferisci fare il matrimonio, Venerdì o Sabato?- si aggiunse Gea -Smettetela stupidi!- gridai coprendomi il volto per l'imbarazzo.

Levi's pov

-Ah, è vero, hai ragione. Non sia mai che Mr. parrucchino s'ingelosisca- dissi sarcastico; mi voltai verso occhi di giada e vidi che era tutto rosso per il commento della castana, decisi così di metterlo un po' a disagio, punto primo perchè adoro mettere a disagio la gente, punto secondo perchè il moccioso è troppo carino quando arrossisce.

Sulla mia faccia feci comparire un ghigno che subito fu ricambiato con uno sguardo complice da parte di Gea; quella monella mi legge come un libro aperto.

-Niente moccioso, ti devi accontentare del sottoscritto- dissi ironicamente -Allora che giorno preferisci fare il matrimonio, Venerdì o Sabato?-domandò la castana reggendomi il gioco.

-Smettetela stupidi!- gridò coprendosi il volto per l'imbarazzo; fu una reazione troppo tenere anche per uno come me, ma cercai di non darlo troppo a vedere.

-Però, moccioso, ho dimenticato di comprare l'anello, dovrai aspettarre un altro anno- dissi battendomi una mano sulla fronte.

-E dai Levi, non puoi essere sempre così sbadato, era una cosa importante- mi rimproverò Hanji -Vabbè, si può rimediare- affermò Gea -E sentiamo come?- chiese il ragazzo ormai in preda da una crisi di rossore alle guance.

La ragazza gli si avvicinò e gli sussurrò qualcosa che lo fece arrossire ancora di più -C-Cosa? N-No!- esclamò ancora più rosso, se possibile.

-O questo oppure potremo continuare il nostro giochetto come preferisci- disse con tono indifferente la ragazza, alzando le spalle.

-Va bene lo faccio ma solo se lui acconsente- acconsentì con tono rassegnato -Scusate, vi spiacerebbe includermi nella vostra conversazione- sbottai scocciato.

-Oh certo!- esclamò Gea dicendomi quel che intendeva fare -Lo so che tanto ti piace- aggiunse sussurrando -Non vorresti che Eren lo venga a sapere, giusto?- mi minacciò.

-Mocciosetta, questa me la paghi- risposi -Sì, ovvio, mi ringrazierai più tardi. Eren ha accettato, ricordati, 20 secondi- soggiunse poi rivolta al moccioso.

"Quella mocciosa... un giorno le costruisco un monumento, ma sta certo che prima la seppellisco" mi dissi.

Il moccioso s'avvicinò a me e, dato che ero seduto sul divano, si collocò sopra le mie gambe, portò le mani dietro al mio collo e lo avvolse, io instintivamente cinsi la sua vita, avvicinandolo un po' di più a me.

Lentamente avvicinò il suo volto al mio, facendo sfiorare i nostri nasi; dopo pochi istanti decise di annullare la distanza che c'era fra noi, unendo le sue labbra con le mie, in un dolce bacio.

Le sue labbra erano morbidissi e sapevano di fragola; punto a suo favore, amo le fragole "C'è qualcosa in questo moccioso che non mi faccia innamorare ancora di più di lui?".

Inizialmente fu un bacio a stampo, poi incominciai a muovere le labbra, seguito dal moccioso, rendendolo più umido; potei sentire che dalla sua parte venne trasmesso un sacco di amore e dolcezza, stessi sentimenti che volli far percepire anche a lui.

Continuammo a baciarci finchè la mancanza di ossigeno non ci costrinse a separare; ci guardammo negli occhi per alcuni istanti che sembrarono infiniti, istanti nei quali il suo magnifico verde si fuse col mio spento grigio, formando quel colore verde-argentato che tanto amo.

Fui riportato alla realtà dal 'sussurro' di Hanji -Spera per te che non lo vengano a sapere- -Sapere cosa?- domandò il moro pieno di curiosità -Niente, niente- si affrettarono a dire entrambe -Gea, mi mostri un secondo il cronometro?- chiesi avendo capito ciò che intendeva la bruna.

-Perchè dovrei scusa?- ribattè iniziando a correre -Stronza, bastarda, avevi detto solo venti secondi- ringhiai mentre spostavo delicatamente il moccioso e mi lanciavo al suo inseguimento -Ho dimenticato di dire che andavano moltiplicati per tre- urlò di rimando, nel mentre che cercava di raggiungere la camera del moccioso.

-Furfante, aspetta che ti prenda e poi ne riparliamo- gridai, salendo i gradini due a due -Prima devi prendermi- disse chiudendo la porta della camera del moro.

-Tks, per il momento ti salvi, ma sappi che me la pagherai- sbottai, tornandomene al piano di sotto; mi ritrovai con una quattr'occhi che faceva domande a raffica ad un povero ragazzo che stava morendo dall'imbarazzo.

-Oi quattr'occhi, lascialo respirare- dissi scocciato -I-Io v-vado c-con G-Gea- balbettò il moro uscendo dalla stanza -Tks, si può sapere che gli hai fatto? Non avrai mica cercato di dissezzionarlo?- dissi ironico.

Eren's pov

"Ahhh, non posso credere che l'ho fatto veramente!" pensai "Non posso averlo veramente baciato, non di nuovo. In parte sono felice, ma sto morendo dall'imbarazzo ahhh!".

Entrai in camera e trovai Gea intenta a guardarsi in torno -Ah Eren, che bello vederti!- esclamò ironicamente -Ti odio- sussurrai minnacciosamente, andando a sedermi sul letto ed immergendo la faccia nel cuscino -Sei cattiva- continuai.

-Grazie me lo dicono in molti, non c'è bisogno di riempirmi di così tanti complimenti- affermò sarcastica -Sei sicura di non essere la sorella biologica di Levi, no perchè ti ci vedo perfettamente- risposi con lo stesso tono.

-Dai, non fare così- mi implorò -In fondo a te piace mio fratello- -Non mi piace- affermai deciso guardandola negli occhi; effettivamente non mentivo, a me Levi non piaceva -Scusa, sei innamorato di lui- si corresse la castana.

Rifiondai la faccia nel cuscino -Per piacere Eren, esci da lì- disse tirandomi per un braccio e riuscendomi a scollare -Wow, sei davvero forte- esclamai stupito -Lo so, ma non provare a cambiare discorso; ti assicuro che mio fratello è innamorato di te, lo conosco da tanto e per me è come un libro aperto; il problema è che non vuole accettarlo- mi spiegò.

-Certo... ed io sono una ballerina francese- risposi sarcastico -Davvero? Mi mostri qualche passo?- scoppiammo entrambi a ridere -Comunque il giorno che vi metterete insieme vedrai se non avevo ragione- affermò convinta -Allora guarda le previsioni meteo, perchè ciò succederà quando gli asini cadranno dal cielo-.

-Quanti anni hai?- chiesi per rompere il momentaneo silenzio che si era creato -Tredici, tu?- -Diciassette-.

-Fai qualche sport?- domandai ancora -No, però ogni tanto con i bambini dell'orfanotrofio oranizziamo partite di pallavolo, calcio e tennis- mi spiegò -E i tuoi amici non parteciano?- mi pentii subito di aver fatto quella domanda non appena la castana sviò lo sguardo e s'incupì.

-Io... non ho molti amici e non ho nemmeno una bella esperienza con loro. Vedi, i pochi amici che ho non so nemmeno se sono miei amici. Per esempio durante gli intervalli io resto da sola, le poche volte in cui la gente viene a parlare con me o se ne vanno dopo poco o vengono portati via. Personalmente alla fine preferisco stare da sola, in più mi prendono in giro, dicendo che sono secchiona e quant'altro oppure si prendono gioco di me perchè non ho i genitori o perchè mi piacciono i manga e gli anime. Però poi sono bravissimi a fare tutti gli amiconi quando devono copiare i compiti. Sinceramente non lo sopporto, tutti mi dicono che sono fredda e asociale, ma non è colpa mia- spiegò, incupendosi ad ogni parola.

-Con me non sei stata per niente fredda- le feci notare -Per te è diverso, Hanji mi ha raccontato quello che ti è successo e come ti sei comportato nei confronti di mio fratello. So che sei una brava persona non vedo perchè dovrei trattarti come gli altri se tu sei diverso-.

-Hai detto che ti piacciono gli anime i manga, giusto?- lei annuì; aprii la mia valigia dove dentro custodivo tutt'in ordine la mia vita -Guarda qua. Se ti piacciono te ne posso prestare qualcuno, ma lo devi trattare con estrema cautela- le dissi -Davvero posso? Grazie Eren, grazie- esclamò abbracciandomi -Se vuoi puoi portarlo a scuola, almeno non ti annoierai più a stare da sola. Sai, anche io ho passato molti anni della mia vita da solo, senza amici, preso in giro e loro mi hanno salvato innumerevoli volte. Ti sembrerà strano ma anch'io sono freddo con il prossimo e di norma non mi fido di nessuno- le dissi con gentilezza mentre lei sceglieva i manga da prendere.

-Ne hai davvero un bel po'- dichiarò -All'orfanotrofio ne ho alcuni che mi ha regalato tutti Levi. So che sembra difficile da credere, ma se te ne sei innamorato te ne sarai accorto anche tu: mio fratello in realtà è una persona strabuona che ha sofferto molto, per questo tende ad essere freddo e superficiale, ma nel profondo se succede qualcosa lui s'incolpa sempre. Per me è la persona migliore che esista al mondo, se lui non esistesse, probabilmente sarei morta- disse con un sorriso malinconico sulle labbra.

-Ascoltami attentamente- dissi abbracciandola forte -Ricordati sempre che le persone che se ne vanno è perchè vogliono; se pensi che le persone possano farti del male allora hai ragione a voler proteggerti; non devi ascoltare ciò che gli altri ti dicono perchè non ha importanza, conta solo l'opinione di chi realmente ti vuole bene e a cui tu vuoi bene. Se pensi che rimanere sola ti aiuti allora fallo, non sarò io ad intromettermi nella tua decisione, ma ricordati sempre che se ti serve io sono qua che ti aspetto e che ti cerco, così come lo faranno sempre Hanji e Levi-.

Gea si strinse di più a me e vidi i suoi occhi farsi lucidi, ma non una sola lacrima cadde a bagnare il suo volto -Hey, se devi piangere fallo, sfogati pure, io sono qui e non ti lascio- le sussurrai con voce dolce -N-Non è quello il problema- disse cercando di tenere a bada i singhiozzi mentre parlava -I-Io... non so piangere- ammise -Come scusa?- chiesi confuso.

-Non so piangere, ho dimenticato come si fa, ogni volta che voglio piangere le lacrime mi arrivano agli occhi, ma non si muovono di lì; in certe circostanze mi va anche bene perchè odio piangere in pubblico, ma quando mi devo sfogare non c'è niente che mi fa lacrimare e quelle poche volte che succede non cadono più di 6 lacrime. Lo so, non è normale, ma è frustrante, ti prego, non mi lasciare sola, resta- disse mettendosi a singhiozzare.

-Hey piccola va tutto bene- le sussurrai accarezzandole i capelli castani, ora legati in una coda -Non c'è nulla di male. Sai, spesso viene detto che piangere è da deboli, ma non è così, almeno non del tutto, piangere è solo un modo per liberarsi dal dolore, chi piange di fronte agli altri diventa debole perchè sta esternando i propri sentimenti e sta, quindi, mostrando agli altri un suo punto di debolezza- mi fermai un attimo e poi ripresi.

-Ci sono due tipi di persone che non piangono:

1) Quelle che sono felici, che non hanno nulla per cui soffrire ed io le definisco quelle che mentono, ma non agli altri, a se stessi, perchè non esiste persona che in questo mondo crudele non abbia sofferto;

2) Quelle che piuttosto di far soffrire gli altri o mostrargli le proprie debolezze celano le loro emozioni dietro una maschera di freddezza ed indifferenza; queste persone se devono piangere lo fanno da sole, in un luogo dove nessuno li può vedere. Quelle sono le persone che più di tutte sofronno e che più di tutte sono forti.

Perciò, non pensare di essere debole, non pensare di non essere importante per nessuno, non permettere agli altri di cambiarti e ricordati sempre tu vai bene così e se la vita è un merda tu continua a vivere solo per farle un dispetto- dissi togliendole le lacrime dagli occhi.

-I-I miei genitori- disse all'improvviso -I miei genitori sono morti di fronte ai miei occhi- completò la frase -Non sei costretta a parlarmene se non vuoi- le dissi con tono affabile -No, tranquillo- disse lei.

Fece un gran respiro e poi iniziò a raccontare -Accadde tutto quando avevo otto anni, capitava ormai da un po' che mio padre tornasse a casa ubriaco, aveva appena perso il lavoro e quello era l'unico modo che aveva per distrarsi. Non fraintendermi, era un bravissimo padre; un giorno sentii mio padre tornare a casa, io ero chiusa in camera mia, lui si diresse verso la cucina dove c'era mia madre- si fermò un'attimo e iniziò a tremare impercettibilmente.

-Sentii delle grida da parte di mia madre, in seguito mio padre gridò 'Mi dispiace non ho altra scelta, lo devo fare per il bene di nostra figlia' e poi BAM, due colpi di pistola. Quando uscii dalla mia stanza trovai i miei genitori stesi a terra in due pozze di sangue, fu uno spettacolo orribile. Di colpo il telefono di mio padre vibrò ed io potei leggere il messaggio 'Spero per te che tu abbia fatto come richiesto altrimenti tua figlia è morta' dopo qualche minuto ne arrivò un altro 'Dato che non rispondi deduco tu sia morto, quindi, se per te non è un problema verrò a prendermi tua figlia, così diventerà un'ottima combattente. Kenny'.

Quando lessi il messaggio, non m'importò di chiamare la polizia o chiunque altro, volevo solo fuggire. Corsi fuori di casa, ma subito la figura di un uomo mi costrinse a correre verso il parco lì di fronte; mi nascosi sulla cima di un albero; lo vidi sparire aveva un'aria molto arrabbiata. Scesi da quell'albero, ma non ebbi il coraggio di cercare aiuto.

Mentre girovagavo lungo una collina in cerca di riparo, trovai la grotta che conduceva al laghetto che Levi ti ha mostrato. Mi andai a sedere sotto un albero e lì svenni, era da più di 13 ore che vagavo, non avevo mangiato niente e lo shock per la perdita dei miei genitori ancora mi perseguitava; pensai sarei morta lì, abbandonata da tutto e da tutti, invece due braccia possenti mi presero in braccio e una voce mi sussurrò 'Va tutto bene, tranquilla, tra non molto saremo in ospedale resisti'.

Mi risvegliai due giorni dopo in ospedale, Levi era stato tutto il tempo di fianco a me; gli raccontai ciò che era acccaduto, lui andò a sporgere denuncia alla polizia, non trovarono mai il colpevole. Quando mi diedero il permesso uscii dall'ospedale andai all'orfanotrofio. Quel giorno Levi divenne il mio fratellone- concluse.

Non dissi niente, mi limitai a stringerla più forte che potei per farla sentire al sicuro -Spero di avere anch'io l'onore di diventare tuo fratello un giorno-

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Oggi capitolo più lungo per farmi perdonare.

Vi ricordo che questa settimana purtroppo sarò assente, ma non penso vi dispererete troppo.

Grazie ancora per leggere e votare la mia storia e ci vediamo al prossimo capitolo.

Eren: quando ci fai mettere insieme?

Levi: vedi di farci scop-

*Eren gli tappa la bocca*: grazie abbiamo capito

Io: un giorno, non molto lontano, accadrà

Levi: aspetta, dicci quan-

Ciaooo










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