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18: Aspettando una persona

Eren's pov

-Perchè ti... amo , scemo, possibile che tu non lo capisca- sussurrai mentre mi allontanavo in modo tale che non mi sentisse.

-Moccioso, dove vai?- mi chiese il corvino -Di sopra, a fare i compiti, mentre tu cucini- risposi salendo le scale.

Dovevo finire tutti i compiti prima di andare al lavoro, oggi il negozio chiude due ore prima e visto che verso quell'ora arriva Gea vorrei arrivare in tempo per conoscerla.

Per il giorno successivo non avevo molti compiti per mia fortuna. Levi ci mise circa mezz'ora e fu abbastanza per farmi finire le poche materie che avevo.

-Oi, lavati le mani e scendi a mangiare; muoviti che ti aspetto- aggiunse poi -Ed Hanji?- chiesi -Tra meno di cinque minuti deve uscire per andare a lavorare; torna per le 17:30 insieme a Gea- mi rispose uscendo dalla stanza e dirigendosi in cucina.

Molto velocemente mi lavai le mani e mi diressi in cucina per mangiare.

-Tapas? Davvero?- domandai un po' scettico -No, sono di plastica e cartone- rispose ironicamente il corvino -Ovvio che sono vere- disse poi facendo roteare gli occhi.

-Allora mi dica, heichou, come è che sa cucinare questo piatto esclusivamente spagnolo?- domandai sarcastico.

-Il tuo capitano te l'ha già detto, sono il mago della cucina, non c'è niente che io non possa fare- rispose a tono -Dai, siediti e mengia- disse in seguito.

"Merda, ora che ci penso, se Hanji non c'è e deve venire la ragazza, con quale scusa convinco Levi a farmi uscire fino alle 17:30?" pensai "Potri sempre dire che devo andare a casa di Armin a prendere gli appunti; alla fine ci passo durante il ritorno, almeno non dovrò mentire".

-Levi, scusa, ti spiace se esco dopo pranzo?- -Perchè devi uscire, moccioso?- mi domandò, giustamente, lui -Dovrei andare a casa del mio migliore amico, Armin, per recuperare degli appunti che mi servono per la settimana prossima- gli spiegai.

-Mhm...- ci pensò un po' su per poi dire -Va bene, ma vedi di arrivare a casa prima delle 17:30- -Grazie, Levi!- esclamai -Sì, ma non gridare che di gallina spennata ne ho già una e ti assicuro che basta e avanza-.

-Comunque, i tuoi piatti sono i migliori come sempre- mi complimentai una volta avemmo concluso il pranzo -Tks, non è poi granchè- disse, producendo quel classico suono a cui ormai sono abituatato.

-Au contraire- risposi -Io per esempio non so cucinare così bene e non ho mai inc- fui interrotto da Levi -Tu sai cucinare?- domandò sorpreso -Hey, così mi offendo, so di essere imbranato, ma non fino a questo punto- dissi mettendo un broncio da bambino offeso.

-Non si tratta di quello, solo non m'immaginavo che sapessi già cucinare- -Lo so. Sai, quand'ero con gli altri psicologi nessuno cucinava o faceva qualcosa per me, così ho dovuto imparare dai 14 anni, solo- spiegai.

-Tks- commentò il corvino -Se tanto non ti sopportavano è stato meglio così- lo guardai con fare interrogativo, non avendo capito dove volesse arrivare -Avrebbero potuto avvelenarti il piatto- disse ironico.

-Non è che l'hai fatto tu?- lo stuzzicai -Bada a come parli, moccioso, non insultare il mio cibo, rispetta il tuo capitano- disse riferendosi al nomignolo che gli avevo dato prima.

Mi alzai dalla sedia, prontoa scappare. Perchè? Per questo: -Volevi dire il mio capitano nano- dissi marchiando l'ultima parola ed iniziando a fuggire.

Risultato? Mi ritrovai a ridere, immobilizzato sul divano, con il corvino a cavalcioni sopra di me, che non la smetteva di farmi il solletico.

-Ne hai avuto abbastanza?- mi domandò retoricamente -SHAHAAHHAHì... sì sì ahahahahhaah- risposi con le lacrime agli occhi; si fermò un attimo ad osservarmi ed io gli lanciai uno sguardo beffardo -Io credo di no- disse per tornare all'attacco.

Come al solito la sua tortura finì dopo parecchi minuti -Moccioso, se non vuoi morire di solletico ti conviene imparare ad utilizzare i termini- disse con un tono tra il minaccioso e il sarcastico.

-Eri più carino 'sta notte, quando mi chiamavi piccolo- dissi mettendo un broncetto; potrei giurare di aver visto le sue guance tingersi di un leggerissimo rosa -Tks, ma tu non dovevi mica andare dal tuo amico?- chiese tentando di sviare il discorso.

-Sei troppo tenero quando sei imbarazzato- gli feci notare.

Vidi sul suo volto comparire un ghigno (stavo per scrivere: sul suo ghigno vidi comparire un volto, ma ok, dettagli); si avvicinò a me prendendomi in braccio come un bambino.

-Su piccolo, vai a fare quello che devi fare, prima che un brutto mostro ti venga a prendere- disse ironicamente, marcando il nomignolo -L-Levi, c-cosa sta f-facendo?- balbettai imbarazzato, tutto rosso in viso.

-Adesso chi è quello imbarazzato, piccolo?- domandò con una voce terribilmente sensuale, che mi fece arrossire ancora di più. (immaginatevi di dover cucinare la salsa di pomodoro, ma cosa andate a cercare? C'avete Eren!)

-Sei un cretino!- urlai completamente a disagio -Ma come? Non ero quello tenero e carino?- disse sarcastico -No, non lo sei, contento? Ma adesso mettimi giù- esclamai, immergendo il viso nella sua spalla piuttosto che farmi vedere in volto.

-Forse... se mi preghi lo faccio- mi ricattò -Brutto- l'insultai per poi chiedere come un bambino, con la voce più innocente che riuscissi a fare -Papone Levi, potlesti pel favole mettele giù Elen, così Elen può andale a plendele le calamelle?-.

Lui eseguì ed io subito corsi fuori dal salotto ed andai a prepararmi per andare al lavoro.

"Che cazzo gli è saltato in mente?! (il tuo Eren, il tuo)" urlai nella mia testa "Però non posso negare chhe mi sia piaciuto. Comunque mi ha messo troppo in imbarazzo".

Decisi di vendicarmi, almeno un pochino; quando stetti per uscire andai in salotto dov'era presente Levi, che, come al solito, leggeva un libro -Ciao, io vado- dissi scoccandogli un bacio sulla guancia, molto vicino alle labbra.

Mi indirizzai verso la porta di casa e, con la coda dell'occhio, potei notare che l'avevo lasciato di stucco "Così impari, scemo".

Levi's pov

-Eri più carino 'sta notte, quando mi chiamavi piccolo- sentendo quelle parole mi bolccai un secondo, merda, ricordava quello che era successo; mi tornarono in mente gli avvenimenti di quella notte e subito sentii un calore invadermi le guance, cercai di reprimerlo, ma fallii.

-Tks, ma tu non dovevi mica andare dal tuo amico?- dissi tentando di sviare il discorso e di farlo concentrare su qualcos'altro.

-Sei troppo tenero quando sei imbarazzato- dato che il piano A fallì miseramete, decisi di passare al piano B: ribaltare la situazione a mio vantaggio.

Feci comparire sulla mia faccia un ghigno che lasciava intendere tutte le mie intenzioni; mi avvicinai a lui con passo felpato, come un felino, e non appena fu di fronte a me lo sollevai in braccio come si tiene un bambino.

-Su piccolo, vai a fare quello che devi fare, prima che un brutto mostro ti venga a prendere- dissi ironicamente, marcando il nomignolo, come se fossi una mamma che raccomanda il suo piccolino -L-Levi, c-cosa sta f-facendo?- balbettò, evidentemente imbarazzato, tutto rosso in viso.

-Adesso chi è quello imbarazzato, piccolo?- gli chiesi, utilizzando apposta un tono di voce sensuale, in modo da metterlo a disagio, cosa che amo fare; lo vidi arrossire ancora più di prima e sono sicuro che se l'avessi messo di fianco ad una rosa rossa non si sarebbe notata la differenza.

-Sei un cretino!- esclamò cercando di liberarsi dalla mia presa -Ma come? Non ero quello tenero e carino?- dissi sarcastico, cercando di non ridere nel vedere quella scena -No, non lo sei, contento? Ma adesso mettimi giù!- urlò, mentre immergeva il volto nella mia clavicola pur di non farsi vedere da me; era troppo, dannatamente, tenero, così aprofittai della situazione.

-Forse... se mi preghi lo faccio- lo ricattai -Brutto- tentò d'insultarmi "Eren, con gli insulti fai schifo" pensai.

-Papone Levi, potlesti per favole mettele giù Elen, così Elen può andale a plendele le calamelle?- disse con la voce e l'espressione da bambino.

"Ok... PORTATEMI UN DANNATO FAZZOLETTO ORA, PRIMA CHE M'INIZI A SANGUINARE IL NASO. EREN, NON PUOI FARE QUESTE SCENE, ALTRIMENTI, TI ASSICURO, IL TUO CULETTO NON FA UNA BELLA FINE".

Lo misi giù, cercando di non fargli intendere i miei pensieri e subito corse fuori dalla stanza imbarazzato.

Cercai di calmare i miei pensieri e mi misi sul divano a leggere un libro mentre aspettavo l'ora di andare a lavoro, i venerdì infatti, finivo 2 ore prima il mio turno.

-Ciao, io vado- sentii dire al moccioso mentre veniva verso di me; mi lasciò un dolce bacio sulla guancia, vicino alle labbra.

"Moccioso, così non ci siamo... DANNAZZIONE DOVE DIAVOLO  HO MESSO I FAZZOLETTI... troppo tenero e carino... scometto su quello che vuoi che si stava vendicando" rimasi fermo, imbambolato, mentre nella mia testa si svolgeva una guerra di pensieri ed emozioni e poi...

"Leviii!" "Che cazzo vuoi 'sta volta?" "Scusa ma per caso il tuo secondo nome è Gentilezza, no, perchè sai, ti si addicerebbe proprio" "Non ho tempo per discutere cone te, quindi di' ciò che devi dire e poi polverizzati".

"Quanta simpatia dalla tua persona... Comunque, tu sai che non puoi comportarti in questo modo, non avrai seriamente pensato che quel moccioso fosse carino?" "Punto primo, ti ho già detto che non ti è permesso chiamarlo moccioso; punto secondo, perchè non dovrebbe esserlo?".

"Dai Levi, non dirmi che ti sei davvero innamorato di lui?" "Se anche fosse? A te non importa" "No, hai ragione ma-" "Allora se concordi con me non vedo motivo per cui tu debba stare ancora qua".

"Volevo solo chiederti, sei proprio sicuro che stia andando a casa del suo amico" "Perchè dovrebbe mentirmi?" "Bho, forse aveva paura che tu ti arrabbiassi, hai visto com'è scappato prima" "Tks, quella è una reazione naturale, idiota, era imbarazzato e pur di non farlo notare troppo è scappato. In qualsiasi caso hai visto che dopoo è tornato a salutarmi".

"E, ovviamente, quel bacio sei sicuro che non fosse una presa in giro?" "Sicuro come l'oro. potrebbe essere stata una piccola vendetta, ma avrebbe avuto ragione".

"Ecco, vedi, non è una persona carina ed innocente, come dicevi tu" "Taci. Al contrario di quello che dici tu, è stato troppo dolce. In più, anche se mi stesse prendendo in giro, non vedo perchè dovrebbe evidenziarlo il giorno prima che lo porti a vedere la su 'famiglia'".

"Bha, fai come vuoi, ma ti avverto, un giorno quel ragazzo ti tradirà, ti volterà le spalle e ti abbandonerà, sarà quel giorno che tu morirai, morirai dentro, ed io sarò solo felice di vederti andare in rovina".

Potrebbe aver avuto ragione, il moccioso avrebbe potuto benissimo sfruttarmi a suo piacimento ed abbandonarmi in seguito, ma il mio cuore non voleva dare retta al mio cervello, volle ostinarsi a pensare che che lui non avrebbe mai fatto una cosa del genere, che era troppo innocente, troppo bambino, e si sa i bambini sono puri.

Una cosa a cui ho sempre pensato e sempre penserò, o meglio mi chiederò: per quale motivo la ragione non può prevalere sui sentimenti, perchè, anche se non lo diamo a vedere, veniamo sopraffatti dalle emozioni; perchè una volta che questi sentimenti vengono a galla non li posso eliminare, perchè non seguono la razionalità?

Se potessi controllarli, allora gli direi che non ha senso innamorarsi, che si soffrirebbe solo e che le persone a cui dai affetto ti usano; eppure, seppure io gli dica queste cose, loro non mi ascoltano.

Decisi di non pensarci troppo e mi diressi al mio luogo di lavoro; come sempre arrivai in anticipo di dieci minuti.

Le ore lavorative passarono abbastanza velocemente, anche perchè dovetti lavorare di meno.

Quando tornai a casa per le 17:20 (sì ho anticipato l'orario perchè dovevo aggiungere una scena, spero vi piaccia, sennò andate a quel paese perchè è bella e se lo dico io non si discute), mi ritrovai il moccioso seduto sul divano -Hey Levi- mi salutò con entusiasmo -Moccioso- dissi di rimando.

Mi tolsi le scarpe e mi diressi in salotto insieme a lui -Scusa Levi, posso farti una domanda, tu per caso suoni il piano?-.

Eren's pov

Dalla prima volta che vidi quel piano volli chiederglielo però non ne ebbi mai l'occasione, pensai quindi che quello fosse il momento perfetto.

-No, non lo suono, so qualcosa ma non sono molto bravo quello l'ha usato Hanji quand'era alle medie. Perchè t'interessa?- rispose -Perchè io lo so suonare ed è da un po' che non suono, mi sarebbe piaciuto tantissimo riprovare, nulla di più- dissi -Tu suoni qualche strumento, o suonavi?- aggiunsi.

-Sì, il violino, poi so qualcosa di flauto, pianoforte e chitarra, ma non gli ho mai studiati- contestò -Bello il violino, mi affascina, un giorno me lo devi far sentire- dissi pieno d'ammirazione -Tks- si limitò a rispondere -Per il piano, se ti piace puoi suonarlo, basta che non lo rovini. Anche adesso se vuoi- soggiunse.

-Davvero posso?- domandai incredulo; lo vidi annuire e d'istinto gli saltai al collo -Grazie grazie grazie- -Tks, sì ok, ma adesso scollati e fammi sentire come suoni, se non mi piace non ti è permesso suonarlo- affermò -Adesso sì che ti riconosco- scherzai, andandomi a sedere sulla panca di fronte al pianoforte.

Poggiai le mie dita sullo strumento, senza sapere cosa suonare; improvvisamente iniziarono a muoversi da sole, iniziando a suonare una delle poche canzoni che mi ricordavo che però era abbastanza difficile.

https://youtu.be/_nM3eQFoV1o

Senza che se n'accorgesse Levi iniziò a cantare, probabilmente conosceva la canzone, e in pochi secondi, lo ritrovai dietro di me, a cingermi la vita con le braccia, mentre la sua voce invadeva i miei timpani. (per sentire il testo vai a video in copertina)

Dio se era bravo, aveva una voce stupenda; mi misi a cantare con lui ed in poco tempo la stanza fu riempita dal suono delle nostre voci e quello del pianoforte.

Quando la canzone finì mi strinse un po' più forte e mi sussurò all'orecchio, in modo incredibilmente dolce ed eccitante -Sei bravo, moccioso, penso ti lascerò suonare il pianoforte-.

Un applauso inatteso partì dalla porta -Bravi!- esclamò un ragazza -Allora, te l'avevo detto o no che quei due stanno bene insieme!- urlò la bruna.

Il corvino ed io ci guardammo un secondo, poi mollò la presa sulla mia vita e mi staccai velocemente.

-Già, avevi ragione, ma sei sicura che non stiano già insieme?- continuò la ragazza.

Aveva i capelli lunghi e molto mossi, quasi ricci, castano scuro, raccolti in una coda; naso piccolo, bocca carnosa, pelle chiara, era di altezza media per l'età che avrebbe potuto avere ed era abbastanza magra. La cosa che più mi colpì in lei erano gli occhi, non saprei dargli un colore preciso, ma erano bellissimi.

-Gea!- la rimproverò il corvino -Cosa? Ho solo detto che state bene insieme; secondo me si sono già baciati- aggiunse sussurrando ad Hanji.

-Tks, mocciosetta te la sei andata a cercare- disse il corvino assaltandola con il solletico.

Quando concluse la ragazza si rivolse verso di me -Tu devi essere Eren, giusto?- io annuii e le strinsi la mano che mi porgeva -Io sono Gea, ma puoi chiamarmi Gaia se preferisci- aggiunse e vidi un lampo di tristezza passargli negli occhi.

-Non vedo perchè non dovrei usare il tuo nome. Piacere di conoscerti Gea-

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Sì, ok, lo so ieri non ho aggiornato, perciò se riesco oggi aggiorno due volte.

AVVISO IMPORTANTE: questa settimana, molto probabilmente non riuscirò a pubblicare in quanto parto con la scuola, vedrò di fare del mio meglio, perciò non uccidetemi, grazie.

1,1K VISUALIZZAZIONI? MA VOI SIETE MATTI,GRAZIEEEEE.

Eren: dove vai?

Io: Spagna, Andalusia, Malaga e Siviglia.

Levi: Ma una frase di senso compiuto era troppo complicata?

Io: non rompere e vai a fare altro; anzi, vai a farti Eren

Levi: ottimo consiglio, hai ragione

Eren: L-Levi cos- *Levi bacia Eren ed inizia a spogliarlo*

Io: buona fortuna sedere di Eren

Ciaoooo

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