5 - Prima notte: Gimli
Dire che Gimli era felice della sua camera era un euforismo.
Le pareti della stanza erano roccia pura ed avevano appese su di loro diversi tipi di armi. Il letto era grande è molto comodo. Accanto, dei manichini che avevano diverse armature, più uno che era vuoto. C'era una piccola libreria ottenuta nella roccia vicino al letto e delle pietre luminose illuminavano la stanza al posto dei normali lampadari. Intelligente davvero dato che non c'erano finestre.
Anche il bagno sembrava una grotta, con la grande vasca da bagno riempita da delle piccole cascate.
A Gimli, però, piaceva una cosa in particolare: era tutto a statura di nano.
Gimli si tolse l'armatura e la mise sul manichino, mentre le armi le appese negli spazi vuoti alle pareti, il più vicino possibile al letto.
Poi si fece un bagno caldo e si rilassò.
Quando uscì, trovò una maglietta a maniche corte rossa, dei pantaloni della tuta neri e degli elastici appoggiati sul letto dove prima non c'erano.
Gimli: Che diamine?!
Gimli guardò un po' impanicato le sue armi e fu sollevato di vedere che erano ancora lì.
Gimli: Non mi abituerò mai alle stranezze di quel Eldanár...
Borbottò fra sé mentre si faceva le trecce alla barba.
Aveva appena finito di vestirsi che sentì bussare alla porta.
Gimli: Chi è?
Eldanár: Sono io! La cena è pronta! Quando sei pronto vieni nel salotto giù! Quello con la piscina!
Senza neanche lasciargli il tempo di rispondere, lo sentì saltellare via.
Gimli: Bah, questi giovani...
Disse avviandosi ad uscire.
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