Gimli stava russando così forte che se la casa non fosse stata insonorizzata lo avrebbero sentito anche i cani giù in giardino.

Probabilmente però o non era proprio così e Eldanàr gli aveva mentito o l'elfo aveva una voce così tanto forte da sfondare i timpani e farlo cadere dal letto.

Si rialzò mezzo intontito brontolando un paio di imprecazioni. Si chiese cosa avesse urlato Legolas dato che il suo russare e il tonfo che aveva fatto sul pavimento ne avevano coperto le parole.

La tentazione di tornare a letto lo punzecchiò, ma se l'elfo era già sveglio allora era meglio che si preparasse anche lui. Si diresse quindi verso il bagno per tuffarsi in una vasca bollente.

Quando ebbe finito, uscì e trovò i suoi vestiti puliti da viaggio puliti e piegati ai piedi del letto, proprio come era successo la sera prima con la "tuta", come l'aveva chiamata Eldanàr. Era anche grazie al proprietario di casa che sapeva che ore fossero. 

La stanza non aveva finestre, quindi non poteva indovinare l'ora tramite il sole. Vicino alla porta si trovava un orologio di fatto interamente di diamante, con i numeri di rubino e le lancette d'ametista. Era perciò molto facile leggere che erano esattamente le undici e un quarto.

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Nel mentre di MOLTE imprecazioni in nanico, Gimli afferrò la sua ascia e si precipitò fuori, quasi ruzzolando giù per le scale e nella piscina del salotto. 

Eppure, quando riuscì ad arrivare intero...