Amata solitudine
Sheila era in piedi,accanto al tavolino della cucina dove si stava preparando una cena frugale, il cordless appoggiato all'orecchio,ascoltava la tiritera di Tiziana.
"Dài Tiziana,per favore non facciamo una tempesta in un bicchier d'acqua,Roberto mi ha invitata a prendere un caffè in pasticceria e abbiamo parlato del più e del meno,senza toccare nessun argomento preciso,probabilmente avrà intenzione di chiedermi notizie su quel caso complicato..."
"Cosa vuoi che me ne importi a me del caso complicato come lo chiami tu.Se Roberto volesse avere notizie sulla pratica che vede coinvolto parte del suo reparto non penso che lo verrebbe a chiedere te,ma al Direttore" Urlò "tanto più che lui non sembra non entrarci affatto!! Stai cercando solo scuse ...da te non me lo sarei aspettata,sai che lui mi piace!"
"Anche a me" avrebbe voluto rispondere Sheila,ma tacque per non peggiorare la situazione.
La radiologa continuò il suo soliloquio farcito di rimproveri e imprecazioni,per poi terminare bruscamente la telefonata,Sheila ne fu sollevata,non reggeva più la sitazione,che almeno momentaneamente si era risolta da sola.
Apprezzò il silenzio del suo appartamento e si sedette a tavola gustandosi l'insalata di mais e olive in cui aveva anche aggiunto del formaggio fresco a pezzettini e qualche spicchio di arancia, accompagnando il tutto con del pane fresco al sesamo, che lei adorava.
Sheila viveva sola da diversi anni.Amava la solitudine soprattutto perchè le garantiva la libertà necessaria per sentirsi serena, odiava le costrizioni, il doversi assoggettare alle abitudini di altre persone,già lo era stata convivere in famiglia ,tanto che a volte si domandava come avrebbe fatto a dividere la propria vita con un compagno,sicuramente sarebbe stata dura.
Era allergica a molte convenzioni,pur dovendo assoggettarvisi per lavoro,non tollerava di trasportarle nella propria vita privata, dove regnava una sorta di piacevole anarchia.
A volte mangiava a tavola, altre volte appoggiata al termosifone, qualche volta alla scrivania, aveva orari particolari che si gestiva a piacimento, c'erano delle giornate in cui -lavoro permettendo-poltriva a letto tutto il giorno,altre in cui si dava da fare alacremente.
Ad un tratto si immaginò a vivere insieme a Roberto e provò una sorta di vertigine.Piacevole,ma pur sempre una vertigine.Si vide "costretta" ad avere un certo tipo di orario, un certo tipo di abbigliamento, la casa sempre in ordine, il frigorifero sempre pieno e la dispensa ben fornita, i pasti consumati regolarmente, gli armadi ordinatissimi ed il fiato corto per l'ansia,ma anche un turbinio di emozioni ...
"Che sciocca che sono,metto sempre il carro davanti ai buoi...!Non so neppure se rivedrò Roberto e già immagino di viverci insieme!" si disse sorridendo,ma sapev a che il fatto di averlo pensato era sintomatico.
Terminò la sua insalata, si preparò una macedonia di frutta fresca e poi si distese sul divano a leggere,mentre la sera calava intorno a lei,dolcemente.
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