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7: Watercolors

-Vogliono toglierti questa casa?-, domandò Childe, sgranando gli occhi.

L'affermazione di Zhongli lo aveva preoccupato a dir poco. Zhongli sembrava incredibilmente affezionato all'abitazione in cui viveva e dove era cresciuto, un tempo appartenuta alla sua prozia. Perderla sarebbe stato di certo un colpo al cuore, per lui. Non lo conosceva da troppo tempo, ma ci aveva parlato a sufficienza da comprendere quanto fosse legato a quel posto, e a ciò che rappresentava.

-Non posso più permettermi di pagare l'affitto qui. Sono nel pieno centro di Edimburgo, e costa davvero troppo.-,ammise Zhongli, stringendosi appena nelle spalle. -Ho il lavoro alla sala da thé, certo, ma ci sono anche delle tasse universitarie da pagare, la spesa, e tutto il resto. Potrei trovarmi un lavoro a tempo pieno, ma devo prima laurearmi. E quando lo farò, sarà troppo tardi.-

Childe annuì, dispiaciuto, mentre lo ascoltava esporre quei problemi. Inevitabilmente, finì per chiedersi se Zhongli non avesse altri membri della sua famiglia ad aiutarlo. Aveva quasi paura di conoscerne la risposta, considerato che non li aveva mai nominati, e che non sembravano interessarsi minimamente del fatto che fosse lontano dalla Cina da anni.

-Mi dispiace molto. Più che altro perché so che sei affezionato a questa casa. E che anche lei ci era molto legata.-,rispose Childe, con un sospiro. Diede un'altra occhiata al salotto, alle miriadi di oggetti preziosi sistemati con cura nelle teche, ai propri disegni appesi, e a qualche fotografia appesa sulla parete a fianco.

 Un'anziana signora dai capelli grigi, raccolti in un basso chignon, sorrideva insieme a Zhongli di fronte a un castello. In un'altra, c'era una giovane ragazza dai lunghi capelli neri di fronte a un palazzo in stile cinese: probabilmente, era Madame Ping da giovane. Poco distante, poi, su delle mensole, erano disposti dei vasi decorati a mano e delle statuette raffiguranti dei draghi e delle gru.

C'era un'intera vita, in quelle stanze. La vita di una persona che non era più lì con loro, ma che aveva lasciato delle tracce indelebili.

-Già. Madame Ping ha viaggiato in lungo e in largo per il mondo, ma finiva sempre per tornare qui. Ci ha lasciato tutta sé stessa. Ogni oggetto, qui, ha una storia.-, commentò Zhongli, con una nota affettuosa e nostalgica nella voce. -Potrei portarmi dietro degli oggetti, ma alcuni sono impossibili da trasportare. Le pareti delle altre stanze, ad esempio, sono dipinte da lei. Oltre al fatto che sono cresciuto qui per anni, e vorrei restarci.-

-Lo vedo. Questa casa è bellissima. Mi è piaciuta fin da subito, anche se non ho mai conosciuto la tua prozia. I fiori dipinti in corridoio sono stupendi.-,concordò Childe, ricambiando il sorriso.

 Avrebbe voluto abbracciare Zhongli il più forte possibile, mentre scrutava la sua espressione sempre più triste, ma qualcosa lo frenava. Se gli avesse dato fastidio? Se lo avesse turbato? Non voleva metterlo a disagio, ma era quasi doloroso assistere impotente alla sua sofferenza.

Era così ingiusto che perdesse i ricordi di Madame Ping, oltre che alla casa.

Decise di proseguire comunque la conversazione, riallacciandosi alle affermazioni fatte precedentemente da Zhongli.

 -Scusa, mi stavi dicendo, però, che volevi pubblicare il libro? Ti aiuterebbe a pagare l'affitto?-,domandò, con una nota di speranza. Non sapeva quanto si potesse ricavare dalla vendita di un libro, ma, effettivamente, Genshin Impact era piuttosto famoso.

-Già. Ma non so quanto potrei ricavarci: ci sono le stampe, le spedizioni, e tanti altri fattori da considerare.-,precisò Zhongli, stringendosi appena nelle spalle. -A meno che io non apra una sorta di raccolta fondi, specificando bene chi sono, e perché mi serve del supporto, e chi fosse Madame Ping. Ma non so se me la sento di farlo. Mi sentirei in colpa a chiedere dei soldi. E poi, dovrei dire molti dettagli personali, anche sulla storia della mia famiglia.- 

-Capisco che possa risultare difficile. Se lo facessi senza rivelare il tuo nome e il tuo volto, però? Dici che qualcuno capirebbe che sei tu?-, domandò Childe, pensieroso. -In fondo, soltanto i tuoi amici stretti conoscono la storia di Madame Ping.-

-Probabilmente farò così, se non trovo il coraggio di usare il mio nome. Comunque grazie di avermi aiutato, Childe.-,sospirò appena Zhongli, prima di esitare appena. -E scusami. Non volevo buttarti addosso i miei problemi in questo modo. Volevo soltanto rivelarti la mia vera identità, e..-

-Non dirlo nemmeno per scherzo.-,lo interruppe subito Childe, posandogli istintivamente una mano sulla spalla. Zhongli sollevò lo sguardo con un accenno di sorpresa, incrociando il suo e mordendosi appena il labbro inferiore, con aria quasi colpevole. -Sono felice di ascoltarti. E' da tanto tempo che mi chiedevo quale fosse il tuo passato e come avessi vissuto prima che arrivassi io. Non mi stai annoiando.-

-Lo so. Ti sono grato di questo. Mi sento sempre ascoltato, da te.-,mormorò Zhongli, con un sorriso sincero. -Scusa. E' che sono abituato a cavarmela spesso da solo, da tanto tempo. Non mi piace essere un peso.-, precisò il giovane, senza sottrarsi alla presa gentile di Childe. -Per me è stato difficile abituarmi persino ad accettare l'ospitalità di Madame Ping, all'inizio. Mi ha accolto in casa senza problemi ma avevo paura di darle fastidio. Non ha mai avuto figli e ha sempre vissuto girando il mondo, ma dopo..dopo quello che ci è successo, ha deciso di tenermi in casa e di crescermi da sola.-

-Che cosa intendi? Se vuoi parlarmene, ovviamente..-, domandò Childe, a bassa voce, notando il modo in cui Zhongli abbassò lo sguardo di colpo, tremando leggermente. Gli aveva appena confermato che fosse successo effettivamente qualcosa, prima che si trasferisse dall'anziana parente.

Zhongli aveva i denti affondati nel labbro inferiore e gli occhi malinconici. Si aggrappò per un istante alla mano di Childe, portando le proprie dita a chiudersi sulle sue. Childe lo scrutò con il cuore che gli batteva forte nel petto, preoccupato per il suo benessere mentale. Portò un braccio a posarsi sulle sue spalle, quando vide gli occhi di Zhongli farsi lucidi.

Non era da lui, mostrare una simile espressione. Solitamente, Zhongli era sempre composto ed  elegante. Ogni sua movenza era posata e controllata, tranne che in due situazioni: quando si lasciava andare a rari sorrisi, capaci di illuminargli totalmente il volto, o quando, come in quel momento, era triste. Childe lo aveva visto a quel modo soltanto quando aveva scoperto cosa fosse successo a Venti, o quando si era preoccupato per Xiao. Childe non poté quindi fare a meno di allarmarsi, quando Zhongli ricambiò debolmente la stretta, portando una mano a fermarsi sulla sua schiena.

-Ti ricordi quando ti ho detto che ho paura dell'aereo?-,mormorò Zhongli, a bassa voce. Il suo sguardo incrociò quello di Childe per un istante, attendendo una conferma.

-Sì, certo. Mi hai detto che non sei più tornato in Cina per quello.-,rispose Childe, preoccupato da quella domanda. Forse aveva intuito che cosa Zhongli stesse per dirgli, dunque gli venne istintivo stringerlo più forte. Stava trattenendo il fiato, come per evitare di esplodere da un momento all'altro.

-L'ultimo volo che ho preso è stato quello che mi ha portato qui in Scozia. La mia prozia era venuta a trovarci in Cina per un periodo, e poi ci aveva invitato qui. Voleva farci vedere dove viveva qui in Europa, per proporci di trasferirci vicino a lei. Ma..-,disse Zhongli, non riuscendo più a guardare Childe. Il suo sguardo si incollò al pavimento, come cercando di sfuggire alle parole che doveva pronunciare. -..l'aereo è caduto. Io e la mia prozia ci siamo salvati, i miei genitori e tanti altri passeggeri no.-

-Zhongli..-, fu tutto ciò che riuscì a dire Childe, il respiro bloccato in gola. -E'..oddio, mi dispiace tanto.-

Non riusciva ancora a credere che fosse accaduta una cosa simile. Cosa poteva rispondergli, dopo aver scoperto di una tragedia di tale portata? Soltanto a immaginare quanto dolore dovesse aver provato Zhongli, si sentì come travolto da una mareggiata. Mai come in quel momento comprese cosa significasse provare la sofferenza di qualcun altro sulla propria pelle. Di colpo, il salotto sembrò farsi freddo, gelido come se qualcuno avesse spalancato le finestre per farci entrare l'aria impietosa dell'inverno scozzese. E tremendamente vuoto.

Non c'era più Madame Ping, in quella casa, ma neppure nessun altro, a parte Zhongli e lui. Zhongli era rimasto completamente da solo, senza famiglia, in una città lontana. Childe provò a immaginarselo da bambino, mentre si sistemava in quelle stanze dopo aver appena perso i genitori. Di colpo, gli tornò in mente la volta in cui Zhongli aveva ammesso di non volersi trasferire in Scozia, inizialmente. Non era di certo difficile da credere. 

Doveva essersi sentito fuori posto per così tanto tempo, nonostante l'affetto di Madame Ping. E adesso, dopo aver imparato a vivere in quel luogo, aveva perso di nuovo la sua ancora. Probabilmente, doveva sentirsi più solo e disperso che mai, senza la persona che lo aveva letteralmente salvato.

Childe lo scrutò con preoccupazione, portando una mano alla sua guancia, sfiorandogli gentilmente un angolo vicino all'occhio, per asciugargli una lacrima. Se solo avesse potuto fare qualcosa per proteggerlo dal suo passato, si sarebbe gettato a compierlo in un batter d'occhio, si ritrovò a pensare, osservando il suo volto così ingiustamente ferito.

-Non mi ricordo quasi nulla. Mi ricordo il fumo, e un vuoto qui, poco prima che cadesse.-,mormorò Zhongli, tenendo una mano aggrappata a quella di Childe, ma portandosi l'altra al petto, all'altezza del cuore. -Poi un forte dolore, e il suono di qualcosa che scoppiava.-,proseguì, come se non riuscisse a fermarsi. 

I suoi occhi si velarono di nuovo di lacrime, mentre tremava. Childe non l'aveva mai visto così vulnerabile, e decise di non interromperlo, mentre continuava a parlare. Per un attimo, si sentì come se stesse tenendo stretti dei fili che Zhongli stava finalmente esponendo, decine di piccoli fili che formavano il suo passato, e che aveva bisogno di districare, per andare avanti. Childe doveva aiutarlo ad estrarli e a slegarli, aggrappandosi saldamente ad essi. Ed era grato di poter assumere quel compito, per quanto avrebbe preferito decisamente che Zhongli non  avesse mai sofferto in primo luogo.

- Mi hanno portato via prima che capissi cosa fosse successo. Quando mi sono svegliato, ormai ero in ospedale.-,disse Zhongli, scuotendo appena il capo. -Non sai quante persone mi hanno chiesto: che cosa ti ricordi? Com'è successo? E un sacco di altre domande..ma io non ricordo niente.-, ammise, con aria colpevole. -Non gli ho nemmeno detto addio. Non me ne sono nemmeno reso conto. Era come se non ci fossi nemmeno stato, su quell'aereo. Ogni volta che ci penso, mi chiedo se ce l'hanno con me per essere sopravvissuto senza salutarli. Lo so che sono pensieri stupidi. Ma..-

-Sono sicuro che sarebbero felici di sapere che non li hai visti soffrire. Per quanto possibile.-,disse Childe, dispiaciuto che avesse dei simili pensieri. Non poteva certo biasimarli, dopo quello che aveva vissuto, ma era tremendo realizzare che gli avessero attraversato la testa così tante volte. -E che la cosa più importante per loro sia che tu fossi salvo.-, aggiunse, accarezzandogli piano la mano. -Mi dispiace che non ci siano più. Ma sono felice che tu ci sia.-

-Grazie, Childe.-,sussurrò appena Zhongli, prima di dire: -Ho smesso di parlarne in giro, comunque. Non sopportavo come la gente mi guardava, o tutte le domande che mi facevano. Quando ero un bambino e la gente non sapeva come consolarmi, mi trattava sempre come se fossi diverso, fragile e destinato a essere triste per sempre.-,proseguì, tornando ad abbassare lo sguardo verso il pavimento. -Oppure, con il passare del tempo, ho iniziato a notare una curiosità morbosa e fastidiosa nelle parole di molte persone, quando venivano a saperlo. Ero sopravvissuto a un tremendo incidente, e volevano capire come, e perché. Ho iniziato a essere stanco di dover ripensare a quei momenti ogni volta, e di essere tenuto a spiegare tutto.-

-Non sei tenuto a spiegare niente a nessuno.-, lo rassicurò Childe, sincero. Non aveva mai provato nulla del genere, ma non stentava a credere a Zhongli e alla sua esperienza. -So quanto la gente possa essere curiosa, quando sente parlare di qualcosa di tragico. Ma chi è sopravvissuto non è una fonte di informazioni, bensì una persona ferita, e spesso gli altri se ne dimenticano. Immagino che nessuno voglia essere giudicato soltanto per la tragedia che ha passato, nel bene e nel male.-, proseguì, mentre Zhongli annuì, posando per un istante il mento sulla sua spalla. -Tu sei tu, e il tuo passato è una parte di te, certo. Ma sei tu a decidere quando e come condividerla. E sei anche molto, molto di più. Tu sei Zhongli, hai i tuoi interessi, i tuoi amici, la tua vita.-

-Sei bravo a capire le persone, hm?-,disse Zhongli, sorridendo appena. -Hai detto ciò che penso spesso, ma che fatico a mettere giù a parole. E la tua deduzione è esatta. E' per questo che quando parlo di quell'aereo, è soltanto con gli amici di cui mi fido.-

-Grazie, allora, di esserti fidato di me.-,rispose Childe, ritrovandosi a stringerlo appena più forte. Il respiro di Zhongli si fece ulteriormente irregolare, mentre gli si aggrappò con entrambe le mani al tessuto della sua camicia. Childe gli permise di farlo, prima di portare una mano ai suoi capelli, accarezzandoli piano. Normalmente, non si sarebbe mai permesso di fare una cosa del genere, ma sentiva che Zhongli avesse bisogno di vedere le proprie parole di conforto accompagnate a quei gesti.

-Non ho mai avuto dubbi sul fatto che mi avresti capito. So che sei una persona molto sensibile. Ho avuto modo di vederlo, per come ti sei comportato con Venti.-,osservò Zhongli, con tono gentile. -Sentivo di dovertelo dire da un po', a dire il vero, ma avevo paura di farlo. Ci tenevo anche a farti comprendere quanto Madame Ping contasse per me. Lei è sopravvissuta come me, e si è presa cura di me. Poteva non adottarmi, invece mi ha permesso di vivere qui, dove ho ricominciato da capo.-

-Sono felice che tu sia qui, Zhongli. Nonostante tutto.-, disse Childe, serio. -Sono felice della persona che sei diventato. E per quanto banale possa suonare, sono sicuro che tutti loro sarebbero fieri di te.-

Poco dopo aver detto quelle parole, Childe si rese conto che la propria spalla, dove Zhongli aveva premuto il viso, fosse bagnata. Un singhiozzo gli scosse il corpo, mentre stringeva la presa su di sé.

-Vorrei..vorrei crederti. E faccio sempre di tutto per crederci, per andare avanti anche da solo. Mi ripeto che è giusto così, che sono sopravvissuto per vivere pienamente. Ma..mi mancano tutti così tanto. Mi sento così perso, a volte.-, riuscì a dire Zhongli, interrompendosi per un istante dal piangere. 

-Non sono solo, lo so, ho delle persone che mi vogliono bene. Ma a volte mi sento come se qualcuno avesse strappato via le mie radici, e pretendesse che io continui a fiorire. Sono senza una famiglia, e ora..-,proseguì, inspirando profondamente, per trattenersi dal singhiozzare di nuovo. -..ora rischio di perdere anche la casa che mi ricorda loro. E ho paura, Childe. Ho tanta paura di perdere tutto, continuamente. Ho paura anche quando realizzo quanto bene voglio ai miei amici e temo di non vederli più. Sono terrorizzato che vada tutto a pezzi, ogni cosa e persona che amo. A volte ho paura di essere di troppo, qui. Ho iniziato a scrivere il mio libro perché volevo mantenermi in contatto con le mie origini e il mio passato. Ma ho paura che non sia comunque abbastanza per salvare almeno questa casa.-

Childe, per qualche istante, non rispose. Aveva bisogno di raccogliere i propri pensieri e le proprie emozioni, prima di replicare, ma era difficile trovare le parole esatte con cui farlo. Non voleva né mancare di rispetto a Zhongli, né farlo sentire come se tutto ciò che provava nei suoi confronti fosse pietà.

Ripensó alle prime volte che  aveva visto Zhongli, quasi sempre immerso nei suoi pensieri, nei momenti in cui non si accorgeva di essere guardato. Aveva un modo unico di osservare il mondo intorno a sé e rinconvertirlo in discorsi. Discorsi lunghi e interessanti, in cui Childe finiva sempre per perdersi piacevolmente. Ogni volta che Zhongli parlava, si sentiva quasi avvolto da una nebbia calda e confortevole.

Ripensó a quanto fosse Zhongli gentile e pieno di vita, quando si assicurava di farlo divertire o di fargli trascorrere dei bei momenti. E provó a pensare a un mondo senza di lui. Sentì subito un vuoto scavargli il petto, insieme a una spiacevole sensazione di freddo.

Zhongli era fondamentale, per il mondo, o almeno per quello di Childe. Non sarebbe mai stato di troppo, finché sarebbe stato lì.

-Senti, Zhongli.. non me ne intendo di botanica, credimi.-, si decise a rispondere Childe, sentendo la propria voce spezzarsi nell'accenno di una piccola risata, volta a sdrammatizzare. Tornò poco dopo serio, scostandosi per un istante dalla presa di Zhongli, per poterlo guardare negli occhi. -..come non me ne intendo, ovviamente, di ciò che hai passato tu. Non lo capirò mai del tutto, perché la tua sofferenza è un qualcosa che conosci meglio tu di chiunque altro. Ma..-

Zhongli lo scrutó con una certa sorpresa, schiudendo appena le labbra. I suoi occhi erano ancora gonfi e arrossati, asciugati da poco.

-...so che ci sono delle volte in cui delle piante ricrescono anche senza radici. So che a volte  basta anche solo  che ne rimanga un pezzo integro e che vengano piantate in un ambiente favorevole, e tornano a fiorire come prima, e a ricreare delle radici nuove. So bene che tu non sei una pianta..-,proseguì, e finalmente vide il volto di Zhongli rilassarsi leggermente, mentre le sue labbra si schiudevano in una breve risata.

-.Quello che volevo dire è che non sei destinato ad appassire. Niente potrà mai sostituire le radici che hai perso, ma tante nuove connessioni e fonti di vita torneranno ad allacciarsi a te.-,aggiunse, più dolcemente, aggiustandogli una ciocca di capelli dietro all'orecchio. -Tra cui me, se me lo consenti. Vorrei restare nella tua vita, e conoscerti sempre meglio. Perché sono convinto che hai ancora moltissimo da offrire.-

Zhongli trattenne appena il fiato, prima di stringerlo forte, inaspettatamente. Childe sussultò, senza però trattenersi dall'avvolgere entrambe le braccia intorno alla sua schiena, abbracciandolo come se potesse rimettere insieme ogni suo minuscolo pezzo e renderlo più saldo e resistente che mai. 

Non poteva cambiare il suo passato, ma poteva cambiare il suo futuro. E aveva tutta l'intenzione di farlo.

-Certo. Ne sarei immensamente felice.-, ammise Zhongli, prima di chiudere gli occhi, posando il mento sulla spalla di Childe e respirando più regolarmente, avendo ormai smesso di piangere.

Era passata almeno mezz'ora, da quando Childe aveva messo piede in casa di Zhongli, ma non aveva importanza che tardasse il pranzo, o che, per una volta, arrivasse in ritardo a lezione. Voleva restare lì con lui, per tutto il tempo che sarebbe stato necessario.

II : Watercolors

-Devo ancora offrirti il pranzo. Che pessimo padrone di casa che sono.-,riuscì a mormorare Zhongli, dopo aver stretto Childe per un paio di minuti, o forse anche di più.

Trovare una scusa per riprendere la conversazione era tremendamente difficile, dopo aver rivelato al ragazzo così tanto del proprio passato e dei propri sentimenti. Si sentiva ancora scosso e terribilmente esposto, ma anche liberato di un gran peso. E ora era decisamente restio ad abbandonare la presa confortante di Childe.

Una parte di sè era tremendamente preoccupata di aver messo troppa pressione addosso all'altro ragazzo, ma cercò di scacciare quella spiacevole sensazione. Voleva fidarsi di Childe e crogiolarsi nelle parole gentili che gli aveva rivolto.

Forse non riusciva ancora a vedersi come la persona meravigliosa che Childe era stato in grado di vedere, ma avrebbe impiegato tutto sé stesso per riuscire a farlo. E gli era tremendamente grato per il supporto che gli aveva offerto. Averlo al proprio fianco lo faceva sentire tremendamente meglio in più occasioni, spronandolo a reagire, a trovare nuove attività da svolgere insieme a lui ogni giorno.

-Dopo tutte le volte che mi hai servito il thé, posso anche perdonarti.-,scherzò Childe, facendolo ridere piano.

-Vengo pagato per quello, tecnicamente.-,gli fece notare Zhongli, divertito, prima di specificare: -Non che mi dispiaccia vederti alla sala da thé, sia chiaro.-

-Hmmm. Stavo giusto per offendermi.-,gli resse il gioco Childe, prima di scostarsi appena dalla presa di Zhongli. 

Zhongli cercò di ignorare la sensazione di vuoto che provò non appena le sue braccia si allontanarono da sé, guardandolo negli occhi con un piccolo sorriso. Inspirò profondamente, ringraziandolo con un cenno del capo. Si sentiva meglio, ed era felice che fosse lì. Avrebbe fatto di tutto per fargli passare una buona giornata. Non fece nemmeno in tempo a rispondergli, tuttavia, che Childe gli prese una mano, stringendola appena.

-A proposito di soldi, mi è venuta in mente di proporti una cosa. Non so se può funzionare, ma...ci provo!-,gli disse Childe, con espressione speranzosa e furba al tempo stesso. -Hai mai sentito parlare delle zine?-

-Ti riferisci a quei pacchetti in cui si vende un libro e una serie di gadget? Disegni, portachiavi, adesivi, cartellette..-, domandò Zhongli, pensieroso.

Aveva adocchiato da tempo quel genere di merchandise, pur non avendo ancora nulla del genere. Gli era sempre sembrato un modo interessante per coinvolgere i fan di un'opera, unendo il disegno alla scrittura.

-Esatto. Solitamente si fanno per ampliare un lavoro già esistente, pubblicando fanfiction e fanart di un'opera. Ma nel tuo caso, potremmo farlo con la tua storia, Genshin Impact.-,propose Childe, con naturalezza.

Zhongli annuì, sorpreso: quella, effettivamente, era una buona idea a cui non aveva pensato. Restava però il problema di contattare degli artisti e pensare a come dividere con loro il guadagno in maniera adeguata, oltre che pagare le loro commissioni. Doveva valutare per bene se gli convenisse seguire quel progetto o meno.

-Sarebbe fantastico vendere una cosa del genere. Ma non so se ho abbastanza soldi per chiedere delle commissioni a degli artisti.-,rispose, in tutta onestà.

-A me non dovresti pagare niente.-, ribatté Childe, strizzandogli l'occhio. Zhongli sussultò, scuotendo subito il capo. -Hai già la soluzione a portata di mano.-

-Assolutamente no, Childe! Un artista va pagato, come qualsiasi altra persona che lavora.-,si oppose Zhongli, fermamente. Era grato della sua proposta, commosso dal suo gesto, ma non voleva assolutamente approfittare della sua gentilezza. -Non ho intenzione di sfruttarti.-

-Non puoi sfruttarmi, se mi sto offrendo io volontariamente.-,rispose Childe, sogghignando. -Avanti, Zhongli, sono un tuo fan. Mi divertirò comunque a fare le tue fanart, se me lo permetterai. Anzi, avrò pure i capitoli in anteprima, almeno. E oltretutto, anche io ho un bel seguito di follower-

-Childe..adorerei collaborare con te, assolutamente. Lo sai quanto mi piacciono i tuoi disegni. Ma ti prego, fatti pagare!-,insistette Zhongli, prima di sollevare gli occhi al cielo al suo ennesimo rifiuto. Scosse il capo, tentando un'altra volta -Almeno accetta una parte del ricavato delle vendite.-

-Uhm...può darsi.-, temporeggiò Childe, prima di ridere, di fronte all'espressione ammonitrice di Zhongli. -E va bene, dai. Se venderai bene, prenderò qualcosa. Ma prima devi pensare a mettere da parte qualcosa per l'appartamento.-

-Non devi farlo per forza. Non fraintendermi, te ne sono tremendamente grato, ma..-,tornò a ribadire Zhongli, prima che Childe lo interrompesse con uno svolazzo noncurante della mano.

-Lo so che non devo farlo. Voglio farlo, però. E' questo il punto.-,affermò Childe, con sicurezza. Zhongli lo scrutò attentamente, cercando di trovare anche solo un accenno di incertezza nello sguardo, ma nulla del genere era presente negli occhi del giovane. 

Commosso, non poté fare altro che accettare, con un cenno di assenso col capo. Non riusciva ancora a credere a quanto Childe fosse stato gentile a pensare una cosa simile. Si sentiva totalmente invaso da un senso di gratitudine, al punto tale che le proprie labbra non smettevano più di sorridere.

-Va bene. Ti farò una proposta io, però: vuoi venire più spesso a trovarmi? Potresti disegnare qui, mentre io scrivo. Potremmo decidere insieme che scene rappresentare, o così via.-,disse Zhongli, non potendo fare a meno di sorridergli più ampiamente. Non riusciva neppure più a nascondere quanto il pensiero di avere Childe vicino migliorasse notevolmente il suo umore. -E potrai avere tutto il thé gratis che vuoi.-

-Offerta accettata. Mi imbucherò da te così spesso che finirai per buttarmi giù dal balcone.-,scherzò Childe, prima di farsi più serio. -E davvero, va benissimo. Non vedo l'ora di cominciare.-

-Ti ringrazio. Non so nemmeno cosa dire.-,mormorò Zhongli, ancora colpito dal suo gesto. -Sei una persona tremendamente gentile, Childe. Non cessi mai di stupirmi. Ogni volta, finisci sempre per compiere un gesto che mi lascia a bocca aperta.-

-Gentile, io? Ho soltanto fatto ciò che mi sembrava giusto fare.-,minimizzò Childe, dandogli una pacca affettuosa sulla spalla. -Quello sempre molto gentile sei tu. Smetteremo mai di farci complimenti a vicenda?-

-Ne dubito. Ma temo che saremmo costretti a farlo, se vorremo pranzare.-,gli fece notare Zhongli, senza tracce di rimprovero nella voce. Prima di avvicinarsi ai fornelli, tuttavia, decise di aggiungere, per un'ultima volta: -Ma spero davvero che crederai ai miei. Sei una persona straordinaria, Childe.-

Childe tacque per un istante, forse colto di sorpresa. Zhongli aveva iniziato a conoscerlo abbastanza bene da capire che, quando riceveva dei complimenti inaspettati, faceva qualche battuta per smorzare l'imbarazzo. Non poté fare a meno di intenerirsi anche quella volta, quando lo vide ridere, sfoggiando un'espressione fiera.

-Certo che lo sono. Avevi dubbi?-, disse il ragazzo, prima di seguirlo verso il piano cottura. -Cosa mi offri, allora?-

-Avevo pensato di prepararti il mio piatto preferito: una zuppa di bambù.-,ammise Zhongli, con un certo entuasiasmo. Adorava quella pietanza e gli sarebbe piaciuto offrirla a Childe, per quanto richiedesse estrema pazienza per essere completata. Proprio per quel motivo, decise di specificare, preoccupato di portargli via del tempo prezioso:-Ma impiegherebbe due ore a cuocersi totalmente. In alternativa, potrei..-

-Per me non è un problema aspettare. Sempre se non vuoi davvero cacciarmi tu di casa. Anzi, posso darti una mano.-,ribatté Childe, con un certo entusiasmo. -Fammi vedere come si fa questa zuppa! Due ore passeranno in fretta!-

-Puoi restare tutto il tempo che vuoi, qui.-,affermò Zhongli, senza esitazione, prima di indicargli lo scaffale da cui prendere alcuni utensili da cucina. 

Si ritrovò a sorridere di nuovo, inevitabilmente, mentre Childe prendeva delle pentole con naturalezza, come se conoscesse quel luogo da molto tempo. Aveva parlato quasi senza pensare, ma le parole che aveva pronunciato erano sincere. Childe poteva restare al suo fianco ogni volta che lo desiderava: fuori o dentro casa, la sua compagnia era davvero piacevole. Anche quando si aspettava di incontrarlo o gli dava un'orario preciso per vederlo, non cessava mai di rallegrarsi al suo arrivo, allo stesso modo in cui ogni anno aspettava con impazienza la primavera dopo l'inverno.

*********

III: Working together

-Allora, ti è piaciuta?-,domandò Zhongli, non appena Childe ebbe finito di mangiare la zuppa di bambù. Il tepore del brodo lo aveva riscaldato da capo a piedi, donandogli una piacevole sensazione di relax.

-Era buonissima, davvero! E' valsa l'attesa.-,disse, totalmente sincero. Zhongli gli era sembrato tenere così tanto a quella portata che Childe era già pronto a mentire, nel caso non l'avesse apprezzata, ma non ce ne fu neppure bisogno.  

Il contrasto tra le fette di carne ammorbite dalla cottura lenta si era amalgamato perfettamente a quello del bambù, con la sua consistenza leggermente croccante. Posò il cucchiaio nel piatto e prese un sorso d'acqua, attendendo pazientemente che anche Zhongli finisse.

-Sono contento che ti piaccia. E' un piatto che metto su quando devo scrivere dei capitoli molto lunghi.-,sorrise Zhongli, prima di alzarsi a sparecchiare, facendo cenno a Childe di restare seduto. -Lascio cuocere tutto mentre lavoro velocemente.-

-Mi sembra un buon piano. Non hai mai bruciato niente, però?-,non poté fare a meno di sogghignare appena Childe.

-Soltanto una volta.-,ammise Zhongli, sospirando appena. -Ho bruciato una pentola piena d'acqua, letteralmente. E' stato un disastro. E' da lì che ho iniziato a mettere dei timer, quando scrivo. Mi aiutano a non perdermi troppo nei miei pensieri e a non distrarmi.-

-Povera pentola. Beh, dai, almeno il suo sacrificio è servito a qualcosa.-,rise Childe, prima di prendere dallo zaino gli acquerelli e l'album da disegno, pronto a iniziare a lavorare, come da accordo. Ora che il tavolo era di nuovo sgombero, poteva iniziare a produrre qualche schizzo. -Cosa stai scrivendo, adesso?-

-Una scena in cui..sei sicuro di volerlo sapere? E' uno spoiler!-, si assicurò di fargli sapere Zhongli, con espressione preoccupata, prima di sistemare il computer sulla scrivania, accendendolo. 

-Certo che sì. Senza troppi dettagli, ma dimmelo pure. Me l'hai promesso!-,incalzò Childe, sorridendo. 

Normalmente, avrebbe preferito aspettare il prossimo aggiornamento come era solito fare: con impazienza, aggiornando la pagina di Genshin Impact ogni giorno, mattina e sera.
Ma adesso aveva l'opportunità di parlare direttamente con l'autore della storia che tanto ammirava e di conoscere il suo processo creativo. Una parte di sé non poteva che essere tremendamente tentata dal fargli più domande possibili. Aveva parlato con Rex Lapis, anzi, con Zhongli, per tutti quegli anni via messaggio. Era ancora più emozionante poterlo fare

-Ok, dunque..ti ricordi l'ultimo capitolo? Quello in cui Morax ha parlato ad Ajax del suo passato da divinità, delle guerre che ha dovuto combattere, di come ha fondato Liyue e dei suoi migliori amici.-,domandò Zhongli, facendo reagire Childe con uno sbuffo divertito.

-Mi stai chiedendo davvero se me lo ricordo? Zhongli, io leggo la tua roba almeno tre volte, dopo che la pubblichi.-,ammise, senza ormai provare più a nasconderlo. -Venti dice che sono un fanboy per Morax, e non gli posso nemmeno dare torto. Hai visto quante fanart ho fatto? Ho adorato quella parte. Finalmente, Morax si è aperto con Ajax. Non aspettavo altro.-

Zhongli non si trattenne dal ridere piano, prima di assumere un'espressione orgogliosa e incredula al tempo stesso. -Scusa, è che a volte ancora non riesco a realizzarlo. Grazie del tuo supporto, Childe. Te ne sono grato.-,disse, con tono gentile, prima di aggiungere: -Comunque, nella prossima scena che vorrei scrivere, sarà Ajax a rivelare alcune cose del suo passato a Morax. Alcune cose che lo preoccupano, e che lo fanno sentire come se Morax potesse non apprezzare una parte di lui.-

-Ha un passato oscuro anche Ajax, non è vero?-,domandò Childe, inevitabilmente incuriosito.

 Aveva sempre sospettato una cosa simile, anche se la sua infanzia e i suoi traumi non erano ancora stati descritti nel dettaglio. Il fatto che fosse un guerriero e che fosse stato arruolato nell'esercito dei Fatui sin da quando aveva quattordici anni gli avevano sempre fatto credere che gli fosse accaduto qualcosa di brutto.

-Sì, direi proprio di sì. Non vedo l'ora che riesca a parlarne con Morax, e che capisca che per Morax, lui va bene anche così. Forse è la volta buona che si dichiareranno come si deve, finalmente.-,sorrise Zhongli, mentre apriva il documento da editare.

-Posso chiederti una cosa? Non è uno spoiler sulla trama, giuro.-,promise Childe, riempiendo un bicchiere d'acqua per disegnare con gli acquerelli, prima di sciacquare per bene i pennelli.

-Certo, dimmi pure.-,rispose Zhongli, con tono tranquillo.

-Sbaglio, o i tuoi personaggi sono un po' ispirati alla tua vita? Morax mi ricorda molto te, Alatus mi ricorda Xiao, Barbatos Venti, e il "Darknight hero" Diluc.-,disse Childe,esponendo le ipotesi a cui era giunto dopo un'attenta riflessione. -Mentre la signora anziana che vive in una teiera magica..è la tua prozia, Madame Ping.-

Ora che conosceva la vera identità di Zhongli, gli sembrava quasi impossibile che non l'avesse notato prima. I caratteri di quei personaggi coincidevano parecchio con quelli degli amici che facevano parte della vita del giovane scrittore.

Il Darknight hero era un giovane protettivo che combatteva contro le forze oscure, figlio di un magnate del vino. Barbatos era il dio del Vento e della libertà, e adorava comporre canzoni con la lira. Alatus era una creatura immortale che lottava contro le creature malvagie che dimoravano a Liyue, nonchè il migliore amico di Morax. E lTutto aveva perfettamente senso. Ogni più piccolo pezzo si collegava all'altro, formando un grande puzzle. 

Tranne uno.

-Sì, è corretto.-,confermò Zhongli, e a quel punto la sua voce tremò appena. -L'hai letto davvero bene, hm?-

-Già. Ma quindi..posso chiederti un'ultima cosa?-decise di domanda Childe, prima di esitare per un istante. -Chi è Ajax, allora?-

Dopo avergli posto quella questione, per un attimo, evitò lo sguardo di Zhongli. Aveva una paura irrazionale di sentire la sua risposta e di non apprezzarla. Chi poteva essere il ragazzo a cui Morax era legato, a chi era ispirato quel combattente di una terra lotnana? Era forse qualcuno di incredibilmente vicino a Zhongli, di cui Zhongli era innamorato da anni?

Childe, a quel pensiero, non poté fare a meno provare una gelosia ingiustificata ma tremendamente reale. 

Non aveva il diritto di restae ferito su una cosa del genere, lo sapeva. Zhongli e lui passavano davvero molto tempo insieme, da quando si conoscevano, ma non poteva pretendere che, prima di lui, non si fosse già innamorato di qualcuno. E, oltretutto, non si erano certo dichiarati l'uno all'altro.

Per quanto ne sapeva, Zhongli poteva anche considerarlo semplicemente un amico, a dispetto del modo in cui avevano inziato a comportarsi l'uno nei confronti dell'altro, con continua premura, gioia e attenzione.

Eppure, la sola idea che Zhongli fosse innamorato di qualcun altro lo faceva sentire più ferito di quanto avrebbe mai ammesso, ma non poteva fare a meno di sentirla viva e presente nella propria testa, impressa come un sigillo infuocato. Perché pretendeva che Zhongli fosse suo? Non ne aveva il diritto. Era arrivato in Scozia ed era piombato nella sua vita soltanto da qualche mese. Come poteva pretendere di aver cambiato la sua esistenza così drasticamente? 

Chiedergli una cosa del genere era stato come tirarsi la zappa sui piedi. Si pentì immediatamente di quella scelta, ritrovandosi a fissarsi le scarpe con aria corrucciata, cercando a come pensare a una scusa per cambiare argomento. Forse, era meglio non sapere.

-Ecco..è abbastanza divertente, in realtà. Ma..-rispose Zhongli, e Childe non riuscì a resistere dal guardarlo in volto, mentre sorrideva, stringendosi nelle spalle. -Ajax è l'unico che ho creato senza che io conoscessi nessuno a cui ispirarlo.-

-Ah. E'..frutto della tua immaginazione?-,domandò Childe, stupito, e incredibilmente sollevato. Zhongli, tuttavia, rispose così in fretta da lasciargli a malapena il tempo di processare la rassicurazione che lo aveva travolto.

-Diciamo di sì, più o meno. Sai, in realtà..avevo iniziato a inventare anche i miei altri personaggi prima di conoscere molti dei miei amici. E poi ho unito le caratteristiche dei miei personaggi a quelle dei miei amici, ed è così che è nata la mia storia. E' strano da spiegare, e non so se mi crederesti, ma a volte mi sento come se conoscessi tutti loro da tanto tempo, quasi fossimo stati amici in una vita precedente.-, proseguì Zhongli, portandosi una mano tra i capelli, pensieroso. -E' una mia impessione, ovviamente. Ma ecco, con Ajax, invece, è andata diversamente. Lui..è stato soltanto un personaggio, per molto tempo.-

Childe trattenne appena il fiato, mentre Zhongli sembrò farsi sempre più imbarazzato, distogliendo lo sguardo per un istante, prima di tornare a guardarlo negli occhi, sospirando appena.

-Suonerà ridicolo, lo so, ma ecco: non mi sono mai messo con nessuno.-,affermò, con una certa reticenza.

-Lo so, Zhongli. Me l'hai detto qualche settimana fa, mentre ballavamo. Non c'è niente di cui vergognarsi.-,lo rassicurò Childe. -Al massimo, trovo strano che nessuno si sia voluto mai mettere con te, questo sì. Isomma..-

-Beh...ti ringrazio.-,ribatté Zhongli, non potendo fare a meno di sorridere. -Ecco, diciamo che, alla luce di ciò, mi è capitato spesso di domandarmi come sarebbe stata la persona di cui mi sarei potuto innamorare. O come avrei voluto che fosse la nostra relazione, e come passassimo il tempo insieme, e così via.-

-Così, hai creato Ajax. Sei il suo fanboy, in pratica.-,dedusse Childe, inevitabilmente intenerito. Avrebbe voluto punzecchiare ulteriormente Zhongli sulla questione, ma comprendeva bene quanto bisogno l'uomo avesse ancora di aprirsi e finire di raccontare quei dettagli. Lo lasciò dunque proseguire, non potendo però fare a meno di restare ad occhi aperti, quando sentì la sua risposta.

-Sì, ho creato Ajax. E ho basato i loro appuntamenti, lo svolgimento della loro relazione in base a come la immaginavo io, in una mia ipotetica relazione ideale.-,confermò, prima di aggiustarsi nervosamente una ciocca di capelli dietro all'orecchio. 

-Prima di smettere di immaginare tutti quei dettagli, e di basarli su dei fatti reali.-,continuò, senza interrompersi ulteriormente. -E sul tempo che passavo con una persona, da qualche settimana. Una persona che ha tutto ciò che potevo sperare di trovare in qualcuno, e che ha superato qualsiasi situazione che io abbia mai immaginato.-,proseguì, mentre Childe si sentiva quasi come se non riuscisse più a reggersi in piedi, iniziando a collegare gli ultimi tasselli di quel grande mosaico.

Ripensò alle scene in cui Morax e Ajax andavano a bere un thé insieme, condividendo chiacchiere e momenti piacevoli. Ripensò a quanto quei due personaggi sembrassero legati, negli ultimi capitoli, e quanto si parlassero con sincerità. Ripensò a una scena in cui entrambi erano seduti di fronte a una spiaggia, come lo erano stati lui e Zhongli poco tempo prima, in un tiepido pomeriggio di fine autunno. 

E infine, ripensò all'ultima scena che aveva letto, quella con cui Zhongli aveva svelato la sua vera identità, invitando Childe a casa.

E a malapena riuscì a respirare, mentre ascoltava le ultime parole di Zhongli, quelle con cui gli sembrò quasi che il cuore gli potesse esplodere nel petto.

-Non devo immaginare più niente da quando ci sei tu, Childe. Hai semplicemente reso la mia realtà splendida, e mi è venuta ancora più voglia di convertirla in parole, di riprodurla in un altro universo, dove un personaggio condivide i miei stessi sentimenti.-,ammise Zhongli.

-Mi verrebbe da dirti che Ajax sei tu, perché ormai vi vedo simili e fate le stesse cose, ma non sarebbe del tutto corretto. Tu..sei tu. Sei Childe, la persona unica che ho avuto la fortuna di incotrare. Avrei provato lo stesso per te anche se non avessi mai scritto di questo personaggio. Non avrei mai creduto che esistesse davvero una persona che mi facesse sentire come fai tu. Mi sento così felice, soltanto per averti conosciuto.-

Childe impiegò qualche secondo a processare le parole dell'altro, parole a cui ancora non riusciva a credere. Zhongli si era appena dichiarato a lui. Aveva detto quanto gli piacesse stare da solo con lui, passarci del tempo insieme. Lo aveva definito unico, capace di rendere la sua vita splendida.

Era normale restare completamente bloccati per la troppa felicità? Per qualche istante, Childe non riuscì quasi a reagire, ritrovandosi a fissare Zhongli con sorpres e meraviglia.

-Perdonami, mi sono lasciato trasportare. Non volevo metterti in imbarazzo. Non so perché te l'ho detto, io..-,provò a dire Zhongli, come se si fosse riscosse di colpo. Il suo sguardo era velato di timore e preoccupazione. Probabilmente, non aveva ancora compreso l'effetto che quelle parole avevano fatto a Childe.

-Era la cosa migliore che potessi sentirmi dire, Zhongli.-,si affrettò ad affermare Childe, con decisione. Non appena pronunciò quelle parole, fu il turno di Zhongli di imitare la l'espressione di Childe, mentre sgranava gli occhi. 

-Ho letto per così tanto tempo di storie immaginarie, affezionandomi alla relazione che hai inventato, mentre scrivevi quelle pagine. Non avrei mai pensato di incontrare qualcuno per cui provassi realmente qualcosa di così forte.-,aggiunse, senza il minimo di esitazione.

Non era facile ammettere una cosa simile ad alta voce, ma le precedenti parole di Zhongli gli avevano dato un coraggio che non sapeva di possedere. Con la stessa convinzione, decise di non fermarsi, proseguendo il discorso.

-Non sai quanto mi piaccia passare del tempo con te. Mi viene così naturale, ormai. E non sai quante volte mi sono ritrovato a sperare di rivederti il prima possibile, ogni volta che ci salutavamo.-,ammise, con un sorriso.  -Non sapevo come dirtelo. Avevo paura che mi respingessi.-,confessò, stringendosi appena nelle spalle. -E non sapevo nemmeno come spiegarlo a me stesso. Non mi sono mai sentito così, prima. Ma sono contento, di potertelo dire adesso.-

Si avvicinò a Zhongli di un paio di passi, quel tanto che bastava per potergli posare una mano sul volto, sfiorandogli la guancia con delicatezza. 

Zhongli socchiuse appena gli occhi, ricambiando il sorriso e portando una mano su quella di Chide, prima di posare la fronte contro la sua. -Sono contento anche io di sentirlo. Non sai quanto.-

Childe ripensò alla prima volta che l'aveva visto, mentre entrava nella Wisteria tea room ancora inzuppato dalla pioggia, accompagnato da Diluc e Venti. 

Aveva pensato che Zhongli fosse bello fin dal primo istante, ma era stato quando lo aveva sentito parlare che era rimasto realmente colpito da lui. Mano a mano che aveva imparato a conoscerlo, si era ritrovato a pensare a lui sempre più spesso, fino a quando non aveva finito per far parte delle sue giornate e del  suo tempo.

La prima volta che lo aveva visto, Zhongli gli era sembrato quasi elegante come una statua, piacevole da guardare come un dipinto da ammirare da lontano, impossibile da sfiorare. Per un po' di tempo, aveva realmente creduto che fosse una persona irraggiungibile, troppo gentile e troppo perfetta per uno come lui. Avvicinarsi troppo a Zhongli sarebbe stato come versare un bicchiere d'acqua su un foglio d'acquerello: i suoi colori sarebbero rimasti intatti, ma avrebbe finito per sbiadirli, per rovinarli, per mischiarli e metterli in sottosopra in maniera irrimediabile.

Eppure, adesso che Zhongli era così vicino e aveva stretto il suo braccio ai propri fianchi, Childe non poté fare a meno di pensare che in realtà, c'erano tanti disegni su cui era possibile dare una nuova passata di colore, fresche pennellate che ne avrebbero risaltato i colori. E Zhongli, probabilmente, assomigliava di più a uno di quelli: capace di restare coerente a sé stesso, capace di avvicinarsi a Childe senza perdersi, diventando ancora più brillante.

Childe chiuse gli occhi, prima di attirarlo più forte a sé, portando una mano tra i suoi capelli e avvicinando il suo volto al proprio. Annullò le distante tra di loro quel tanto che bastava per premere le labbra contro alle sue, sospirando non appena Zhongli ricambiò la stretta, aggrappandosi alla sua schiena. 

La luce del primo pomeriggio illuminava le loro figure con i suoi tiepidi raggi, passando attraverso le vetrate della sala da pranzo e posandosi sui loro volti sorridenti. Le labbra di Childe si incresparono in un'espressione di gioia, mentre Zhongli sembrava non volerlo lasciare andare per nulla al mondo, rubandogli un secondo bacio, e poi un terzo, con più impazienza. Schiuse le labbra per suggere il labbro inferiore di Childe, senza mai riaprire gli occhi, prima che Childe affondasse piano i denti sulla sua bocca morbida, quasi a volerne lasciare una traccia.

Si sentiva così felice che gli venne quasi spontaneo chiedersi se non stesse sognando ogni cosa, ora che la realtà era diventata ancora più incredibile di tutto ciò che aveva sempre immaginato.

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NOTE DELL'AUTORE

EEEH niente, buon natale in ritardo ahaha! Questo era il mio regalo, spero vi sia piaciuto <33 Ho impiegato qualche giorno in più del previsto per scrivere queste scene, avendo fatto un po' fatica a metterle giù. La prima parte, soprattutto, è stata psicologicamente abbastanza impegnativa da scrivere, e spero vivamente che sia risultata credibile. E' stato molto complicato immaginare come qualcuno potesse consolare un'altra persona, in seguito a un lutto così grave...

Povero Zhongli <//3 sono stato davvero cattivo con lui. Ma almeno gli ho dato un buon partner, giusto? :')

A tal proposito, spero che vi sia piaciuta la loro dichiarazione e che non sia risultata troppo forzata

voi come state? <3  pronti a pullare nei...4 banner che ci aspettano? Io no..ma punterò a Ganyu, visto che l'anno scorso purtroppo l'ho persa, e che ho già Zhongli e Xiao. 

Buona fortuna, e fatemi pure sapere se il  capitolo vi è piaciuto <3

Skylar





 





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