9 - Francesca
Se c'è un posto dove veramente mi sento a casa, è da Elena. Quando arriviamo ci avvolge quell'odore di cibo preparato con amore che non si sentirà mai da me, la regina dei surgelati. La loro villetta è su due piani ed è stata arredata un pezzo alla volta, mischiando mobili Ikea a quelli del mercatino delle pulci a qualcosa di più pregiato. E poi i giochi. Per quanto Ele provi a metterli a posto e ad abituare i bimbi a tenerli in ordine se ne può sempre trovare uno che spunta dal posto più strano. Sembra quasi un "Trova l'intruso" gigante.
Elena è in cucina con addosso un grembiule e sta rimestando qualcosa in una pentola. La abbraccio da dietro.
- Ele!
- Fra!
Ecco, quando abbraccio lei mi sento come un bambino appena uscito dall'asilo che abbraccia la mamma. Per me lei è stata molto più che una semplice sorella e tutt'ora è il mio principale punto di riferimento.
I bambini corrono dalla madre a mostrare i loro regali e Luca mi chiede se deve portare la borsa di sopra. Annuisco e lo seguo.
- Sai, forse non te l'ho mai detto, almeno non in questi termini, ma visto che per me è un periodo abbastanza di merda me ne sono resa veramente conto ora...
Lui mi guarda preoccupato, ma non mi interrompe.
- Sono contenta che tu sia mio cognato! Elena non poteva trovare di meglio, davvero! E non solo perchè mi hai portato di sopra la borsa...
Lui sorride.
- Sono io che sono stato fortunato! Tua sorella, i bimbi... Non potevo chiedere di meglio dalla vita. Certo, forse un Christian più tranquillo...
Scoppio a ridere. Quel bambino è veramente una disperazione!
In salotto mi aspetta una ghirlanda "Buon compleanno" e una montagna di palloncini.
- Ma... Sono per me?
- E per chi se no?
Christian mi guarda con un'espressione supplice.
- Zia?
- Sì, amore?
- Li hai vitti i palloncini, veo?
Non capisco dove voglia andare a mirare.
- Sì, perchè?
- Quindi non ti dippiace te li coppio, veo?
- Christian!
Scoppio a ridere.
- No, guarda, non c'è niente da ridere! Non sai la fatica che abbiamo fatto a non farteli scoppiare!
- Be', allora direi che possiamo fare così: ne scegli cinque che ti piacciono e li scoppi. Ma non tutti insieme. Uno al giorno. Va bene?
Annuisce vigorosamente e corre a sceglierli. Aurora, invece, mi si avvicina timidamente.
- Zia...
- Dimmi! Non dirmi che vuoi scoppiarli anche tu!
- No, però... Ce n'è uno che mi piace... Posso prenderlo?
- Ma certo! Tanto io mica li posso portare in treno, no?
- Questo però te lo porti via!
Elena mi sta porgendo un palloncino di notevoli dimensioni, bianco con una scritta colorata "Buon compleanno". Lo prendo in mano e lo giro: dietro hanno firmato tutti e quattro con un pennarello nero.
- È il nostro biglietto!
Certo che è una bella idea...
- I regali dopo pranzo, però!
Tutti ubbidiamo come soldatini.
Scarto i regali sorridendo: Elena, che conosce i miei gusti, mi ha preso l'ultimo libro di Valerio Massimo Manfredi e, insieme a suo marito, un buono da spendere alla Mondadori. Ma la cosa più bella sono i pacchetti che mi porgono i bambini: carichi di fiocchetti, brillantini e stelline appiccicate. Christian mi ha incartato un suo disegno di cui si affretta ad illustrare ogni particolare, Aurora invece mi ha fatto una bellissima parure collana-braccialetto di perline azzurre, blu e bianche.
Li abbraccio commossa. Cosa posso volere di più dalla vita? Ieri mi sarebbero venute in mente un sacco di cose, adesso mi sembra di avere tutto.
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